Quoto driftt sulla questione di "italianità" e balle varie.
Ci si poteva, e doveva, pensare prima. Inutile riempirsi la bocca di stolti discorsi di privatizzazioni, liberalizzazioni, quando poi il capitalismo cialtrone italiano cresciuto all'ombra di figli (malnati) di un certo statalismo sa esprimere solo la competitività puppando dallo Stato (sotto varie forme) e senza poi fare per davvero un salto in avanti ogni qualvolta si può. Certo, casi difformi ne esistono, ma sono appunto casi.
Non è la regola.
Da un certo punto di vista Marchionne è il primo reale "moderno" amministratore delegato di Fiat. Non a caso non si è voluto impelagare con politici e politicanti. I suoi "difetti" van cercati altrove, ma questa sua coerenza e "mano libera" gli va riconosciuta. Che si concordi, o meno.
Va da se che con governi, ed altre sigle sindacali, che van in culo e demonizzano la Fiom la quale semplicemente è quella che HA VISTO e SI E' RESA CONTO, con questa classe politica degna della Tunisia pre-rivolta e via dicendo, la situazione sta andando in merda. Se realmente si volesse mantenere un barlume di "sana" automobile a motore prodotta e forse pure pensata (tutta, in parte) in Italia, ci si dovrebbe decisamente orientare verso la cessione di ALMENO il brand Alfa ai tedeschi. Cianciano tanto di Europa, siano europeisti almeno una volta quando serve
Giulia verrà sicuramente fatta, poichè è necessaria alla produzione in USA. Mica per altro. Che poi anche in USA bisogna star attenti a quanto succede...... data la recente scaramuccia con un potente capo di sindacato. Di quà la solita fuffa, i soliti piani industriali validi al 10 percento, la conferma che di carne al fuoco (come già ampiamente detto su questi schermi) non ve ne è molta ("ritarderemo....."). Così come non c'era prima. E come altrove, e la crisi vale per tutti, invece c'è e lo vediamo.
Fatto sta che anche presso l'opinione pubblica, per quel che conta in Italia (ma conta molto in America), si sta rendendo conto della coperta corta. Vedremo se ci saranno novità.
In merito a quanto si dissero, i rumors a me giunti a suo tempo (e confermatimi in tempi recenti con maggior dovizia di particolari), risulta che Piech abbia chiaramente detto ciò che pensava, ovvero che Fiat non è in grado di gestire la casa del biscione e che quindi tanto valeva lasciarla, peraltro pagata un buon prezzo. Lasciarla fino a che qualcosa valeva. Dopo il rifiuto (non conosco i toni nè il clima, ma ci sta che non sia proprio andato tutto come fra gentelmen inglesi dell'800), pare che Piech abbia sibilato "di questo passo al prezzo che ti pagavo l'Alfa mi ci compro anche tutta la Fiat".
Non mi pare che si stia andando tanto lontani, stante che oramai come tecnologia "propria" e prodotti "propri", Fiat si orienta a essere UNA SOLA MARCA se consideriamo il numero di modelli a listino nei vari brand (2 quà, 3 là, 1 ancora di là).