Da 4ruote:
I piani di Marchionne al 2011
DUE SUV FIAT E QUATTRO MODELLI LANCIA
Conferma della chiusura di Termini Imerese, ma anche avvio della produzione di due modelli di segmento alto negli stabilimenti ex Bertone di Grugliasco, nel Torinese; un'erede della Fiat Idea, ma in due versioni da cinque e sette posti; e ancora una Lancia medio-grande su base Chrysler nel 2011, che sarà proposta pure in versione cabriolet. Infine, una Lancia di grossa taglia, ideale sostituta della Thesis, sempre su piattaforma americana, e una fuoristrada Fiat con meccanica Jeep.
C'è questo e altro nella relazione presentata dall'amministratore delegato della Fiat a Governo e sindacati il 22 dicembre. Non soltanto i piani della casa automobilistica per i suoi stabilimenti italiani, cinque dedicati all'auto e che oggi danno lavoro a circa 22 mila persone, ma anche informazioni sui prodotti che verranno, tutte ben nascoste in uno schemino che individua i modelli con le denominazioni tecniche dei segmenti.
Andiamo con ordine, quindi. Marchionne ha detto che a condannare Termini sono gli insostenibili costi logistici. "Produrre un'auto lì ci costa fino a mille euro in più", ha dichiarato, "e, se per anni ci siamo accollati l'onere di gestire lo stabilimento di Termini in perdita, il mutato contesto della crisi economica non ce lo consente più". Per giustificare la decisione su Termini, il numero uno di Fiat ha tracciato un quadro impietoso. "I cinque stabilimenti di Fiat in Italia", ha detto, "producono in complesso 650 mila vetture l'anno e occupano quasi 22 mila persone. In Polonia un unico stabilimento produce circa gli stessi volumi con meno di un terzo di addetti. In Brasile un solo impianto arriva a produrre 730 mila unità l'anno con 9.400 persone".
L'altra fabbrica della Fiat a rischio è Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, dove oggi si assemblano le 159. La soluzione che ha in mente la Fiat è di trasformare radicalmente le linee per trasferirvi in futuro la produzione della Panda e farne dunque il secondo più grande stabilimento in Italia. Ma l'operazione richiede risorse ingentissime. Marchionne ha bussato alla porta del Governo, sapendo bene che l'alternativa sottintesa che mette sul piatto è la chiusura dell'impianto. Anzi, gli scettici pensano che alla fine andrà così, e all'inizio del 2011, una volta terminata l'ulteriore tornata di incentivi all'acquisto di auto ecologiche promossa dal Governo, sarà quello il destino di Pomigliano. Anche perché all'orizzonte si staglia l'ombra dell'impianto serbo di Kraguejevac, capace di 200 mila unità l'anno.
E veniamo ai prodotti. Nel 2010, accanto all'Alfa Romeo Giulietta e alla commercializzazione della Doblò, ci saranno tre modelli Abarth: la 500 TC, la 500 Cabrio e la Punto Evo. Ma la vera sorpresa è una fuoristrada col marchio Fiat su base Jeep, con ogni probabilità la Wrangler. Il 2011 poi è un vulcano in eruzione. A parte ciò che si sapeva, e quindi nuova Panda e nuova Ypsilon, ci saranno: una Fiat crossover su base Chrysler, e - sempre debitori verso l'altra sponda dell'Atlantico - quattro modelli Lancia. Sì, quattro! E sono: una monovolume grande, cioè l'erede della Phedra, fatta su base Voyager; una nuova ammiraglia costruita sulla meccanica della 300 C; e una vettura medio-grande in foggia di berlina e di cabriolet (base Sebring?).
Un piano molto ambizioso, forse anche troppo. I modelli sulla rampa di lancio sono così numerosi che pare difficile gestirli commercialmente. E, a ben vedere, si tratta sempre delle stesse meccaniche che girano di qui e di là, in un gioco delle tre tavolette. Ma anche questa - la capacità di spremere il massimo dal poco che si ha in casa - è abilità. Speriamo che al mago Marchionne l'incantesimo funzioni anche stavolta.