Non posso confermare, nè smentire, l'eventuale disimpegno attuale come collegato a una ripresa di trattative con VAG.
Sta di fatto che comunque capisco le vostre osservazioni, che suonano di latineggiante "tertium non datur", cioè O è così (rilancio, impegno) O cosà (vendono, per questo non si impegnano).
La storia italiana ci ha insegnato che però "fra i due litiganti il terzo gode" (per cui esiste un terzo) sì come esisteva la cosiddetta "terza via democristiana"
Ora, sono mesi, forse anni, che mi accorgo di come non si comprenda, da parte di molti ed in assoluta buona fede, il tipo di logica e ragionamento esplicabile da entità che PRESUPPONIAMO abbiano certi target e usino dei metodi coerenti per arrivare a quei target ma che la realtà ci dimostra non essere così. E dobbiamo quindi cambiare opinione, anche se appare assurdo quello che andiamo a pensare.
Non vedo, almeno io che so come si lavora e ne ho viste tante di quell'azienda, e abbastanza "variegate", nessuna contraddizione fra il modo "debole e insufficiente" di gestione del marchio Alfa, evidente DA MESI e insufficiente anche al livello di minimissimo sindacale, e il fatto di tenersi questo marchio, destinato a essere spremuto nel suo residuale significato, appoggiato su prodotti destinati ad altri marchi, e che deve funzionare da corollario. Con, chiaramente, investimenti eventuali "da corollario".
Si continua, e non è corretto, a pensare che per "rilancio" così come decantato da anni (e mai raggiunto, nè mai si è lavorato a modo per farlo avvenire), si devon fare delle cose. Si continua a pensare che per rilancio si debba per forza intendere il prodotto Alfa come "alto di livello".
Forse è il momento, come dico da mesi e anni, di CAMBIARE IDEA e di aprire gli occhi su come si ragiona e si agisce in relazione a questo marchio.