alk147":222y5ipb ha detto:
pyro":222y5ipb ha detto:
Il punto è: si studia di meno o si studia in modo diverso?
Si studia in modo diverso, per lo studiare meno, dipende dai docenti, ci son quelli che hanno rivisto i programmi, e quelli che li hanno solo concentrati in meno tempo.
Poi anche avere un programma ridotto non è detto sia un vantaggio, avendo più corsi da seguire ed esami da preparare.
La maggior parte di quelli laureati col V.O. sostiene che il N.O. sia più semplice, ma senza aver provato come si fa a dire?
Si studia (parlo del mio cdl) esattamente la metà.
Il discorso è lungo ed ora vado a cenare, ma l'università è stata sfasciata integralmente.
basti pensare che più immatricolati e più laureati si hanno, più $$$ si prendono dal ministero.
baaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
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Riguardo al tema sono
ultrafavorevole al numero chiuso.
Sarà che quando mi sono iscritto io c'era il test di ingresso con 150 posti (145 per italiani, 5 per stranieri), ed io avevo la matricola 822 (ottocentoventidue), ma è ridicolo avere 30.000 medici disoccupati (come è oggi in Italia), o 20.000 laureati in lettere e "roba simile" in coda per diventare insegnante elementare-medio-superiore.
E' ridicolo avere decine di migliaia di iscrizioni in facoltà umanistiche tra l'inutile ed il deleterio.
Se si "riscala" la laurea di oggi con il diploma di 30 anni fa allora bisogna, semplicemente, togliere le tasse universitarie e continuare con una sorta di "liceioni".
Io, ad esempio, se non costasse circa 12.000 euro laurearsi ne prenderei (2.000 all'anno x 5 anni più qualche libro), facilmente, un altro paio (o anche 3) solo per "soddisfazione personale" (Fisica, Giurisprudenza e Storia di sicuro)
E' questa discrasia, tra "numero aperto" E "tasse universitarie" che mi sembra illogico.
O l'uno, o le altre.