Prospettive dell' economia italiana e dell' industria

Hunthor":15934iih ha detto:
Per tornare un po' più in tema (tuttavia qualche digressione macro serve, per comprendere meglio il contesto), perché ci stiamo avvitando così velocemente?

Hai ragione e chiedo scusa: siamo scivolati in un confronto su quando è iniziata la crisi e cosa succederebbe se uscissimo dall'euro, che non era l'argomento iniziale. Torno in tema anche io (e per ora mi taccio).
 
Una delle cose che sentivo tempo fa e che non capisco bene perchè non se ne metta un freno, è il perchè per fare un prodotto made in Italy basta produrre all' estero e poi trasferire in Italia dove viene messa l' etichetta, mentre in altri paesi europei se non produci il bene in questione effettivamente in loco "il bollino" di made in xxx non viene riconosciuto.

Evitare questo frenerebbe, se è vero quel che ho detto, tutta la delocalizzazione in paesi più convenienti che di made in italy proprio non hanno niente o quasi.
 
eh già burton... hai ragione, ed è una truffa bella e buona (a parer mio).
perché paghi CARO un bene dichiarato made in italy che poi alla fine è made in china/thailand etc come gli altri, della stessa qualità... paghi solo il marchio.
 
C.Burton":2aq1am5l ha detto:
Evitare questo frenerebbe, se è vero quel che ho detto, tutta la delocalizzazione in paesi più convenienti che di made in italy proprio non hanno niente o quasi.

Ieri su "La Nazione" c'era un articolo direi illuminante.
Credo che conosciamo tutti le bancarelle presenti nelle città d'arte toscane e che vendono i "ricordini".
Data la crisi imperante, crollo verticale dei ricordini, in special modo quelli di qualità prodotti in Toscana.
Vanno, chiaramente, di più quelli cinesi che costano un terzo. Vanno di più in un mercato comunque fortemente contratto.
Ora, non vorrei che levando anche l'etichetta "made in Italy" su prodotti di fatto costruiti PER aziende con sede legale ancora in Italia, si vada ancora peggiorando. La scelta della qualità è vero che paga, è vero che la qualità la puoi e devi pagare, ma deve anche esserci chi nel mondo te la compra e te la paga. Producendo poi beni che siano ..... vendibili anche in periodi di vacche magre.
 
Prospettive dell'industria italiana

Visto che siete bravi con grafici e numeri... Immaginando un default, come qualcuno prospetta, mi potete dire chi detiene il nostro debito pubblico? quanto sarebbe la svalutazione immediata della Lira rispetto alle altre monete come dollaro, sterlina e yen ? E per parlare terra terra, nel giro di poco, quanto andrei a pagare 1l di benzina ? Questo per valutare anche l'impatto nelle importazioni della merce ( non siamo un paese che può vivere solo sul mercato interno) e sul costo di produzione e trasporto del bene...
 
diegran":3dj556gu ha detto:
Visto che siete bravi con grafici e numeri... Immaginando un default, come qualcuno prospetta, mi potete dire chi detiene il nostro debito pubblico? quanto sarebbe la svalutazione immediata della Lira rispetto alle altre monete come dollaro, sterlina e yen ? E per parlare terra terra, nel giro di poco, quanto andrei a pagare 1l di benzina ? Questo per valutare anche l'impatto nelle importazioni della merce ( non siamo un paese che può vivere solo sul mercato interno) e sul costo di produzione e trasporto del bene...

Il debito pubblico italiano è detenuto all'estero per circa il 30%

In caso di uscita, la lira si svaluterebbe rispetto all'euro (o al marco) di circa il 20%. Perché a tanto ammonta il differenziale di inflazione accumulato con la Germania in questi anni.

Quanto pagheresti la benzina? La svalutazione non si riflette pari pari sull'inflazione. Prova ne è che anche nel 1992, dopo la svalutazione, l'inflazione è diminuita. Comunque il pass-through svalutazione-inflazione è circa 1/10. Significa che ogni punto di svalutazione, si genera circa 0,1% punti di inflazione. Quindi dovrebbe andare proprio male per avere 2 punti in più di inflazione (ma anche meno disoccupazione, perché quello che non vi dicono è che l'inflazione è correlata positivamente con il tasso di occupazione: un'inflazione troppo bassa genera elevata disoccupazione [chi vuole, può approfondire la Curva di Phillips http://www.okpedia.it/curva-di-phillips])

Sulla benzina non ci sarebbe neanche da discutere, visto che paghiamo il prezzo più caro d'Europa pur stando nell'euro. Se vuoi ti faccio un calcolo matematico:
su 1,95 euro, il 58% sono tasse: quindi la materia prima costa € 0,82. Aumentandola del 20% arrivi a €0,98

Ma fuori da questa follia che si chiama eurozona basterebbe ridurre un po' il carico fiscale, che adesso devi aumentare all'infinito perché il PIL crolla e lo devi inseguire con continui aumenti di imposte in una spirale depressiva senza fine

Importazione della merce: forse non è chiaro che è un bene che i costi le merci importate aumentino. Perché così ne importiamo di meno e ne esportiamo di più.

Infatti quando siamo usciti dallo SME, la bilancia dei pagamenti è diventata POSITIVA. Che è l'unica cosa che conta
 
isauricus":1w3cjrzr ha detto:
Gli USA da sempre vivono di debito pubblico e privato (credito al consumo) per finanziare consumi e crescita: non è quello il problema.

:eek:hmamma) :eek:hmamma)

Sono proprio loro ad aver creato questo sistema malato.
Il credito al consumo serve a forzare una domanda interna già enorme.
Perché, generalizzando, già livello culturale gli americani comprano qualsiasi cosa gli propini.

Aziende che "devono" crescere, sempre.
Quindi inventi formule di marketing sempre più aggressive, porti (se ci riesci) le persone ad indebitarsi per possedere cose sempre più superflue.

Peccato che se tu cresci, qualcuno "cala".

Finché a farsi la guerra sono due aziende della stessa nazione, ci possono essere anche vantaggi.
Ottimizzazione dei costi, innovazione, abbassamento dei prezzi, migliorie al prodotto.
Aziende che competono sotto alla stessa giurisdizione, stesse regole, stesso regime fiscale.

Ma quando passi ad una competizione planetaria, inizia il massacro.
Basta una piccola fluttuazione del cambio per spostare intere produzioni da un paese all'altro.
Materie prime che fanno il giro del globo per risparmiare cifre alle volte ridicole.
Lo vedo quotidianamente nel mio lavoro, si decide se comprare nel far-east o in Europa per differenziali percentuali significativi se rapportati ai volumi, ma ridicoli se si considerano l'inquinamento e gli sprechi di risorse.

Da quel punto di vista, sarei contento che il petrolio salisse ancora.
Risulterebbe sempre meno conveniente importare da paesi lontani.
Oltre ai carburanti, aumenterebbero alcune materie prime e, naturalmente, l'energia.
Ma questo comporterebbe ad un balzo tecnologico volto all'ottimizzazione delle risorse ed alla lotta allo spreco.


Il problema è che per creare prodotti innovativi, l'azienda deve avere del fieno in cascina.
Accumulato negli anni, esercizio dopo esercizio.
Invece la maggior parte delle nostre aziende sono sotto capitalizzate e, se non bastasse, hanno iniziato ad erodere fortemente utili e risorse per sopravvivere.

E' anche vero che gli italiani danno il meglio di se nei momenti difficili, abbiamo bisogno di stimoli.
Perché, se vogliamo essere sinceri, negli anni del boom le nostre aziende si sono adagiate.
Sviluppo tecnologico lento, rilassamento generalizzato, piccoli imprenditori che non hanno mai cercato di evolversi, anche e sopratutto a livello personale.
Ed io ne so qualcosa, visto che la mia famiglia aveva una piccola azienda artigiana.

Ed è questo che mi preoccuperebbe in caso di uscita dall'Euro.
Con la svalutazione, le esportazioni ricomincerebbero a correre.
Perché, comunque, in certi ambiti siamo geniali.
Siamo un paese povero di risorse naturali, la generazione precedente ha costruito una potenza industriale dal nulla.
Importiamo materie prime, importiamo energia.
Ma siamo in grado di trasformarle come pochi altri.
Il problema è che siamo latini fino all'osso: ci manca il pragmatismo di stampo britannico.

Specie a livello politico.

A mio avviso, indietro non si torna.
In un decennio (anche meno) hanno/abbiamo portato ai minimi termini interi distretti.
La cosa più grave è che sono andate perse le competenze (il famoso know-how).
Perché nessuna università ti insegna a risolvere problemi come lo può fare l'esperienza accumulata in decenni di lavoro delle precedenti leve.
Noi, questo know-how, lo abbiamo regalato.

Con una svalutazione di certo qualche azienda rinascerà.
Ma dopo la mazzata che abbiamo preso, in quanti avrebbero il coraggio di tuffarsi in una simile avventura?

L'unica via è quella di defiscalizzare in materia consistente le aziende che hanno intenzione di insediarsi sul nostro suolo apportando innovazione.
Tradotto: acquisire know-how estero.

Non possiamo pensare di ricreare le reti distrettuali con le start-up.
Troppo poche e con tassi di mortalità troppo elevati.
Necessitiamo di nuova linfa, dobbiamo attirare aziende estere evolute.

Non parlo di produzioni pesanti, ma di beni intelligenti, che per essere prodotti implichino bassi consumi in termini di energia.
Perché ci sogniamo di ridurre i costi dell'energia stessa, perché ci sogniamo di ridurre ulteriormente il costo dei trasporti.

Il libero scambio di beni, regolamentato in maniera risibile, ci ha permesso di possedere più cose.
I prezzi di alcuni beni si sono ridotti e ne abbiamo approfittato.
Copiamo gli americani, in ritardo, come sempre.
Ma oggi ci accorgiamo che siamo ogni giorno più poveri.
Perché in Europa, contavamo (a livello industriale).

A livello globale, siamo una caccola.
In tanti hanno inneggiato alla globalizzazione, peccato che sono stati gli stessi a non aver considerato di salvaguardare il mercato interno.
Il modello tedesco non può reggere per sempre.
Come correttamente spiegato, se loro per "restare in piedi" devono forzare le esportazioni, qualche altro paese deve ridurle.
Ma non basta, la stessa domanda deve essere forzata.
Emblematico il caso della Grecia: da un lato la Germania li cazzia per il debito, dall'altro si scopre che tra i due stati ci sono contratti per forniture militari per cifre imbarazzanti.

Tradotto: risparmia sul welfare e sulle politiche sociali (tanto sono tuoi connazionali, mica miei), ma acquista ciò che le mie industrie producono..... :matto)

L'Europa è stata fondata inglobando nazioni con un tasso di competizione altissimo.
Abbiamo fatto il giuoco dei tedeschi, ci hanno imbrigliati per bene.
In molti settori eravamo i loro diretti concorrenti, e non solo per questioni legate alla svalutazione.
Ripeto: siamo molto abili a creare buoni prodotti con risorse limitate.
Siamo estremamente flessibili, ci adattiamo e ne usciamo praticamente sempre.
Quella è la nostra grande risorsa, una delle poche.


To be continued (no tonight). :D
 
Posso essere pessimista?
Non vedo più questa flessibilità del popolo. Lo vedo stanco, esaurito.
Si dice che paghiamo anni di debito pubblico e scelte sbagliate, puntando il dito su una eccessiva "statalizzazione" o una eccessiva occupazione di "mantenimento".
Vero, ma non è che una fetta.
Vogliamo dire che quando si perso know how o si son persi (regalati, venduti, resettati) settori strategici non mi pare che chi era giustamente preoccupato abbia avuto molto seguito? E va bene che non abbiamo l'età dei nostri genitori, ma molti qua han superato la trentina e un excursus storico aiuta a vedere chiaro e ampio.
Ci siamo vissuti l'inno alla privatizzazione. Quella cialtrona.
Ci siamo visti una "classe dirigente" che escludendo il dopoguerra è stata anche lei abbastanza cialtrona. Mischiata con una politica "di consenso" (un po' diversa da quella più fattiva del dopoguerra) ecco il "sedersi". Io di imprenditori veramente detti, di gente che tu vedi umanamente avere lo spirito imprenditoriale, ne ho visti pochi. Direi che qua abbiamo avuto il capitalismo familiare, gli eredi per diritto dinastico. Al di là delle capacità. Che spesso, nati e cresciuti in bambagia, sono poche. La pletora delle imprese piccole e medie, quelle che si fanno da sole, le han trattate e le trattano come le automobili: a parole "segno positivo di progresso", a fatti come vacche da mungere sinchè schiantano.
Non abbiamo importato granchè di imprese straniere per via di una certa idea ottusa di proteggersi. Lo vediamo nel campo auto, e abbiamo 56 milioni di abitanti. Non 56 miliardi. Ma è meglio oggi l'uovo che la gallina domani no? E non è un problema di FIOM.
Non abbiamo una classe politica propriamente detta, che abbia le palle quadre. Non vedo nessuno. Non ci sono esempi positivi. I "vincenti" del periodo se andiamo a pesarli per bene vediamo che sono ben poco di peso. Ci si sfila l'automobile in Italia senza che alcuno dica un "ma". Si piange alla fuga di cervelli, ma con l'adagio di aver le mani legate (tale è, tali siamo, e questo governo tecnico è assolutamente coerente e lo appalesa) ci se ne batte le palle.

Si mi son svegliato male stamani.....
 
Hunthor":20l3sttc ha detto:
Sulla benzina non ci sarebbe neanche da discutere, visto che paghiamo il prezzo più caro d'Europa pur stando nell'euro. Se vuoi ti faccio un calcolo matematico:
su 1,95 euro, il 58% sono tasse: quindi la materia prima costa € 0,82. Aumentandola del 20% arrivi a €0,98

Non dimentichiamo però il tasso di cambio: il petrolio si compra in dollari, con l'euro abbiamo un cambio vantaggioso, con la lira sarebbe svantaggioso e, se deve andare come andò la lira negli ultimi trent'anni della sua vita, con svalutazioni periodiche, sempre più svantaggioso.

Hunthor":20l3sttc ha detto:
Ma fuori da questa follia che si chiama eurozona basterebbe ridurre un po' il carico fiscale, che adesso devi aumentare all'infinito perché il PIL crolla e lo devi inseguire con continui aumenti di imposte in una spirale depressiva senza fine

Questa cosa delle alte tasse per colpa dell'euro è una c..... pazzesca che ci propinano gli anti-europeisti.
Le tasse sono alte perché la classe politica è cieca, e vede nell'aumento delle tasse l'unico modo per portare a pareggio il nostro bilancio. Invece di diminuire le spese, continuano ad aumentare le spese e a coprirle con le tasse. Con questo l'euro non c'entra nulla.
 
Lapo Helkann: L'azionista difende la scelta di Sergio Marchionne di ridurre o ritardare il lancio di nuovi modelli in Europa: "I nostri concorrenti continuano a proporre nuovi prodotti e stanno soffrendo tantissimo. La Fiat si è sempre trovata in ginocchio quando i consumi sono andati giù. Per la prima volta questo non è accaduto proprio perché abbiamo una gestione oculata degli investimenti".

http://www.corriere.it/economia/12_sett ... dd26.shtml
 
isauricus":2xb3utq4 ha detto:
Hunthor":2xb3utq4 ha detto:
Ma fuori da questa follia che si chiama eurozona basterebbe ridurre un po' il carico fiscale, che adesso devi aumentare all'infinito perché il PIL crolla e lo devi inseguire con continui aumenti di imposte in una spirale depressiva senza fine

Questa cosa delle alte tasse per colpa dell'euro è una c..... pazzesca che ci propinano gli anti-europeisti.
Le tasse sono alte perché la classe politica è cieca, e vede nell'aumento delle tasse l'unico modo per portare a pareggio il nostro bilancio. Invece di diminuire le spese, continuano ad aumentare le spese e a coprirle con le tasse. Con questo l'euro non c'entra nulla.

Cominciamo a distinguere anti-europeisti da anti-euro (ossia anti moneta unica)

Forse ti sfugge che da tempo l'Italia è in avanzo primario, e che il debito pubblico aumenta esclusivamente per gli alti tassi di interesse che paghiamo sui titoli di stato.
Questo perché non abbiamo più poterstà monetaria, e la BCE è totalmente indipendente, nel senso che per statuto non può acquistare titoli del debito pubblico sul mercato primario... ma può dare soldi ad libitum alle banche a tassi dell'1%, come è avvenuto con l'LTRO.

Con questi soldi le banche ci fanno carry-trade, ossia comprano titoli del debito pubblico degli stati al 5-6% con i soldi su cui pagano l'1%.

Poi, fermo restando che l'Italia ha ecceduto con la spesa pubblica, specie quella pensionistica, mi dovresti spiegare come mai sono andati in crisi anche la Spagna e l'Irlanda che avevano debito pubblico bassissimo.

La Spagna ha ancora adesso un debito/PIL più basso della Germania

Noi abbiamo ramazzato 20 miliardi di euro con l'IMU e li abbiamo girati pari pari al fondo per il salvataggio delle banche spagnole

Consiglio questa interessante lettura

http://finanzanostop.borse.it/2012/09/1 ... io-di-chi/
 
A questo punto ho modificato il titolo del topic per renderlo più coerente con la discussione, se avete suggerimenti migliori in merito fatemelo sapere in privato.
 
C.Burton":gvwf65kh ha detto:
A questo punto ho modificato il titolo del topic per renderlo più coerente con la discussione, se avete suggerimenti migliori in merito fatemelo sapere in privato.

Direi che così è perfetto. Grazie
 
Hunthor":xqep4wyr ha detto:
isauricus":xqep4wyr ha detto:
Hunthor":xqep4wyr ha detto:
Ma fuori da questa follia che si chiama eurozona basterebbe ridurre un po' il carico fiscale, che adesso devi aumentare all'infinito perché il PIL crolla e lo devi inseguire con continui aumenti di imposte in una spirale depressiva senza fine

Questa cosa delle alte tasse per colpa dell'euro è una c..... pazzesca che ci propinano gli anti-europeisti.
Le tasse sono alte perché la classe politica è cieca, e vede nell'aumento delle tasse l'unico modo per portare a pareggio il nostro bilancio. Invece di diminuire le spese, continuano ad aumentare le spese e a coprirle con le tasse. Con questo l'euro non c'entra nulla.

Cominciamo a distinguere anti-europeisti da anti-euro (ossia anti moneta unica)

Ok.

Hunthor":xqep4wyr ha detto:
Forse ti sfugge che da tempo l'Italia è in avanzo primario, e che il debito pubblico aumenta esclusivamente per gli alti tassi di interesse che paghiamo sui titoli di stato.

Appunto.
Con l'euro, i tassi sono stati bassi per un decennio, e non ne abbiamo approfittato.
Con la lira, argomentavo (ma tu dissentivi) che i tassi sarebbero molto più alti.
E addio avanzo primario.

Hunthor":xqep4wyr ha detto:
Questo perché non abbiamo più poterstà monetaria,

Non c'entra nulla la potestà monetaria con l'incapacità politica di abbattere lo stock di debito accumulato.
Il debito si abbatte con politiche di bilancio, non con scorciatoie monetarie.

Hunthor":xqep4wyr ha detto:
Poi, fermo restando che l'Italia ha ecceduto con la spesa pubblica, specie quella pensionistica, mi dovresti spiegare come mai sono andati in crisi anche la Spagna e l'Irlanda che avevano debito pubblico bassissimo.

Per motivi diversissimi dai nostri (e, conseguentemente, del tutto fuori tema).

Hunthor":xqep4wyr ha detto:
Noi abbiamo ramazzato 20 miliardi di euro con l'IMU e li abbiamo girati pari pari al fondo per il salvataggio delle banche spagnole

Direi che abbiamo fatto altro debito per quello, ma fa poca differenza.
Come vedi, resta il problema politico: servono 20 miliardi, aumento le tasse o faccio debito. Mai nessuno che dica: NO, NON mi servono 20 miliardi, diamine! :)
 
isauricus":hhzjbsr2 ha detto:
Appunto.
Con l'euro, i tassi sono stati bassi per un decennio, e non ne abbiamo approfittato.


Guarda che il debito pubblico dopo l'euro era in diminuzione. Quindi non è vero che non ne abbiamo approfittato

isauricus":hhzjbsr2 ha detto:
Con la lira, argomentavo (ma tu dissentivi) che i tassi sarebbero molto più alti.
E addio avanzo primario.

Hai le idee molto confuse. L'avanzo primario è la differenza tra entrate e spese prima del pagamento degli interessi. Quindi l'avanzo primario non c'entra nulla con il livello dei tassi di interesse.
Sul livello dei tassi, io ho detto che:
- non è lecito attendersi una impennata dei tassi dopo l'eventuale uscita (al netto di oscillazioni speculative di breve)
- una volta avvenuta la svalutazione è probabile una stabilizzazione su un livello più alto rispetto a quello tedesco, che comunque salirà
Il calcolo è semplice:
- con lo spread a 500 il tasso reale di un tds italiano, anche dopo una svalutazione del 20%, è pari al 4,4%
- il bund tedesco rende invece l'1%
Fatta la svalutazione non c'è nessuno così pazzo da preferire l'1% a un 4,4%, che tu offri anche con una svalutazione dopo 10 anni di un ulteriore 20%

Quindi, pur attendendomi tassi più alti del periodo euro di calma (prima del 2008), questo è per uno stato è un fatto meno grave del deficit strutturale della bilancia dei pagamenti.

Il motivo è banale:
- gli interessi sui tds remunerano principalmente cittadini italiani, e restano all'interno dello stato italiano. Se lo Stato eccede coi tassi può agire con la leva fiscale per riequilibrare la situazione
- i deficit delle partite correnti sono soldi che escono dal paese e quindi diventano debito estero, su cui non hai nessuna leva per farli tornare indietro

isauricus":hhzjbsr2 ha detto:
Hunthor":hhzjbsr2 ha detto:
Questo perché non abbiamo più potestà monetaria,

Non c'entra nulla la potestà monetaria con l'incapacità politica di abbattere lo stock di debito accumulato.
Il debito si abbatte con politiche di bilancio, non con scorciatoie monetarie.

Sì, come no, vallo a dire al resto del mondo che da sempre monetizza il debito, USA in primis :asd)

isauricus":hhzjbsr2 ha detto:
Hunthor":hhzjbsr2 ha detto:
Poi, fermo restando che l'Italia ha ecceduto con la spesa pubblica, specie quella pensionistica, mi dovresti spiegare come mai sono andati in crisi anche la Spagna e l'Irlanda che avevano debito pubblico bassissimo.

Per motivi diversissimi dai nostri (e, conseguentemente, del tutto fuori tema).

Evidentemente non hai guardato neanche uno dei grafici che ho postato, perché il motivo è uno e perfettamente in tema.

Il comune denominatore degli stati dell'eurozona che sono in crisi non è il debito pubblico, ma il debito ESTERO.
 
Hunthor":1sicicco ha detto:
isauricus":1sicicco ha detto:
Con la lira, argomentavo (ma tu dissentivi) che i tassi sarebbero molto più alti.
E addio avanzo primario.

Hai le idee molto confuse. L'avanzo primario è la differenza tra entrate e spese prima del pagamento degli interessi. Quindi l'avanzo primario non c'entra nulla con il livello dei tassi di interesse.

Le mie idee saranno confuse, ma quanto hai scritto qui sopra si contraddice.
Mi sono accorto, però, che ho scritto in modo tale da poter essere frainteso e che forse spiega anche l'apparente contraddizione di quanto hai detto dopo. Ora specifico: con l'avanzo primario, da solo, non ci fai un fico secco: il bilancio che crea o non crea deficit è quello a valle, non a monte, delle spese per interessi. Con "addio avanzo primario" intendevo dire che l'avanzo primario viene mangiato dalle spese per interessi, se l'ammontare del debito, e il tasso di interesse, superano l'avanzo primario stesso. Siccome SECONDO ME (ma non secondo te) con la lira avremmo tassi più alti, a parità di debito avremmo spese per interessi più alte, quindi la necessità di un avanzo primario ancora più alto per non fare ulteriore deficit... oppure "addio avanzo primario".
Come quando vinci 1-0 a fine primo tempo e nella ripresa becchi due gol. Perdi 2-1 e "addio vantaggio del primo tempo". Così dicendo, non neghi il vantaggio parziale, ma sottolinei la sconfitta finale. Che è quello che conta, no?

Hunthor":1sicicco ha detto:
isauricus":1sicicco ha detto:
Hunthor":1sicicco ha detto:
Questo perché non abbiamo più potestà monetaria,

Non c'entra nulla la potestà monetaria con l'incapacità politica di abbattere lo stock di debito accumulato.
Il debito si abbatte con politiche di bilancio, non con scorciatoie monetarie.

Sì, come no, vallo a dire al resto del mondo che da sempre monetizza il debito, USA in primis :asd)

Lo abbiamo anche fatto noi per vent'anni, ma non mi verrai a dire che è una politica lungimirante.
 
isauricus":2t7t8i4d ha detto:
Hunthor":2t7t8i4d ha detto:
Hai le idee molto confuse. L'avanzo primario è la differenza tra entrate e spese prima del pagamento degli interessi. Quindi l'avanzo primario non c'entra nulla con il livello dei tassi di interesse.

Le mie idee saranno confuse, ma quanto hai scritto qui sopra si contraddice.
Mi sono accorto, però, che ho scritto in modo tale da poter essere frainteso e che forse spiega anche l'apparente contraddizione di quanto hai detto dopo. Ora specifico: con l'avanzo primario, da solo, non ci fai un fico secco: il bilancio che crea o non crea deficit è quello a valle, non a monte, delle spese per interessi. Con "addio avanzo primario" intendevo dire che l'avanzo primario viene mangiato dalle spese per interessi, se l'ammontare del debito, e il tasso di interesse, superano l'avanzo primario stesso. Siccome SECONDO ME (ma non secondo te) con la lira avremmo tassi più alti, a parità di debito avremmo spese per interessi più alte, quindi la necessità di un avanzo primario ancora più alto per non fare ulteriore deficit... oppure "addio avanzo primario".
Come quando vinci 1-0 a fine primo tempo e nella ripresa becchi due gol. Perdi 2-1 e "addio vantaggio del primo tempo". Così dicendo, non neghi il vantaggio parziale, ma sottolinei la sconfitta finale. Che è quello che conta, no?

OK, adesso è chiaro, ci siamo intesi. Tecnicamente non ho nulla da eccepire

Resta il fatto che non è lecito attendersi tassi spaventosamente più alti (è un banale calcolo finanziario: fai il TIR di un investimento che rende ogni anno il 5%, con rimborso a 80 e vedi che anche così rende parecchio di più di un bund tedesco all'1%).

Resta il fatto che pagare qualche interesse in più sul debito pubblico (che al 70% [e aumenterà] è in mano italiana), piuttosto che scassare la bilancia dei pagamenti, per i motivi che ti ho esposto.
Per capirci meglio: è come se in famiglia tu hai un debito con tuo padre e ve la potete gestire con gli interessi (che rimane in casa), verso l'ipotesi di un debito che tutta la famiglia ha verso un terzo o una banca.

isauricus":2t7t8i4d ha detto:
Lo abbiamo anche fatto noi per vent'anni, ma non mi verrai a dire che è una politica lungimirante.

E invece te lo dico. Perché è da quando Tesoro e Bankitalia hanno divorziato che i tassi sul debito pubblico (e di conseguenza il debito) hanno cominciato ad aumentare.



Con questo non voglio dire che non si siano sprecati i soldi pubblici, ci mancherebbe. Pagare ogni anno 300 miliardi di pensioni su 700 miliardi di spesa al netto degli interessi, è stata sicuramente una follia.

E comunque puoi trovare pareri sfavorevoli all'indipendenza anche su qualche autorevole fonte
http://www.ft.com/intl/cms/s/0/136ca1fa ... z26cGHnmRK
 
Poi vorrei capire perché la BCE può prestare soldi (creati dal nulla) illimitatamente alle banche (ricordate l'LTRO all'1%) e non può prestare soldi agli stati a tassi più ragionevoli.

Le banche coi soldi all'1% ci comprano i titoli di stato al 5-6%. Che noi paghiamo con le tasse. Quindi stiamo attuando un gigantesco trasferimento di ricchezza dai cittadini alle banche.

Non vi viene il sospetto che ve lo stanno elegantemente infilando sotto la coda? :scratch)
 
Giannino doveva svegliarsi anni fa senza difendere il suo nume tutelare (si certo verba volant ma vi è chi ha memoria anche delle parole).
La sua visione, che posso capire sapendo da dove arriva, cosa ha detto, e cosa deve quadrare per non ammettere (non sta nel personaggio, e in questo è simile a Marchionne) di aver errato clamorosamente, è molto parziale e tirata per i capelli.
Detta come appare a chiunque abbia un minimo di logica e non sia partigiano, la bufala così come annunciata da Fiom si è dimostrata semplicemente bufala. Inutile girarci intorno. Vi è stato chi, per "n" motivi che spero leciti e eticamente intonsi, ha creduto alle balle, e chi invece sapendo con chi aveva a che fare e percependo l'aria "vera" e non quella dei comunicati stampa, capendo il personaggio oggettivo e ossuto Marchionne e vedendo la dicotomia fra il personaggio e l'aria fritta prodotta con fabbrica italia, ha sentito puzza di bruciato.
Alla fine è così che si può riassumere con meno vaselina lo status quo, fermo restando che l'impresa può fare quel che gli pare (SE e QUANDO ha le carte in regola) ma non è ammissibile che prenda per il culo.
Lo svincolo di Marchionne dalla politica è sempre stato chiarissimo, e invece di strafottersene pensando a legittimi impedimenti o per paura di dimostrarsi inadeguati (leggasi politici torinesi di spicco o governatori di regione) avrebbero dovuto "cambiare candeggio" intervenendo su leve POSSIBILI (e anche suggerite da Giannino, e prima di lui dai emeriti signori nessuno ma evidentemente che san il fatto loro e che scrivono a giro e pure qua dentro).
Uno Stato che foraggia la CIG di cui questo gruppo fa ancora oggi (altro che i 15 anni fa) ha il DIRITTO di pretendere informazioni certe ma non domani, e manco oggi, bensì IERI.
 
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