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AREZZO (14 luglio) - L'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella è stato condannato a sei anni per la morte di Gabriele Sandri, il 26enne tifoso laziale ucciso da un proiettile l'11 novembre 2007 nell'area di servizio dell'A1 Badia al Pino.
«Non fu omicidio volontario». Il poliziotto, imputato di omicidio volontario, è stato dichiarato colpevole di omicidio colposo con l'aggravante della «colpa cosciente», ossia della previsione del fatto. Il pm aveva chiesto una pena di 14 anni di reclusione. La decisione dopo nove ore di camera di consiglio della Corte d'Assise di Arezzo.
L'agente: piango di gioia. «Piango di gioia. Ho fatto bene a credere nella giustizia» ha detto Spaccarotella al telefono con il proprio avvocato Federico Bagattini. L'agente non era presente in aula oggi e mentre aspettava la sentenza aveva detto: incrocio le dita e aspetto.
Difesa: pena eccessiva. Il difensore di Spaccarotella Federico Bagattini ha detto di essere contento per l'agente perché è «stato riconosciuto quanto ha sempre detto, e cioè di non aver voluto ammazzare nessuno». Ha aggiunto che la pena «è molto gravosa, tropo eccessiva e su questo punto faremo appello».
La reazione dei genitori di Sandri. «È una vergogna per tutta l'Italia, non credo più alla giustizia, provo amarezza, sconforto, faremo appello, andremo fino all'ultimo grado di giudizio» ha detto il padre Giorgio che ha aggiunto: «Credo molto nella giustizia divina che penserà a Spaccarotella, a quella non potrà sfuggire senz'altro». «Hanno ammazzato mia moglie un'altra volta, hanno ammazzato mio figlio» ha detto al Tg5 consigliando «a tutti i cittadini di non spendere più i soldi per la giustizia perché se la giustizia è questa sono soldi buttati. Non sono bastati cinque testimoni che hanno visto quello che ha fatto l'individuo, quando basta un pentito di mafia per mandare gente all'ergastolo per 30 anni, evidentemente la divisa ha il suo peso». Sandri ha parlato di «discorsi assurdi, pazzeschi perché se io come ha detto anche il pubblico ministero volessi ammazzare una persona e all'ultimo momento ci ripenso ma mi parte il colpo perché ho tremato, insomma, credo che non cambi nulla. Sono disgustato, sono disgustato, disgustato, disgustato».
«Con quale coscienza i giudici hanno fatto una cosa del genere?» chiede la madre di Sandri, Daniela. «Quando i giudici andranno a casa, come faranno a guardare i loro figli? Non credo più nella giustizia, mi viene voglia di andare via dall'Italia», ha aggiunto, «non hanno creduto a tanti testimoni, è incredibile». E ancora: «Me l'hanno ammazzato una seconda volta».
Grida in aula, offese fuori dal tribunale. Subito dopo la lettura del dispositivo, urla in aula contro i giudici: «vergogna, buffoni, maiale, bastardi». Presenti gli amici del ragazzo con bandiere e la famiglia Sandri. Grida e lacrime anche fuori dal tribunale, vigilato dalle forze dell'ordine. Una ragazza ha accusato un lieve malore ed è stata portata via da un'ambulanza. Cristiano, il fratello del giovane ucciso, ha chiesto ai presenti di stare tranquilli in nome di Gabriele: «Facciamola finita, non uccidiamo per una terza volta Gabriele».
Gli irriducibili: ai poliziotti è permesso tutto. «Questa sentenza è una vergogna. Ai poliziotti è permesso tutto! Un cittadino normale avrebbe preso 20 anni, come è giusto che sia» ha detto il leader degli Irriducibili, gruppo storico della curva nord dello stadio Olimpico, Gianluca Tirone. «Questa non è giustizia - aggiunge - dopo una sentenza del genere penso che ogni cittadino si debba sentire offeso, indignato e schifato». Secondo Tirone la sentenza stabilisce che «i tifosi sono considerati cittadini di serie B e tutti possono fare nei loro confronti qualsiasi cosa, anche utilizzarli come bersaglio».
Riconosciuta la colpa cosciente. La colpa cosciente ricorre quando l'agente ha previsto l'evento senza però averlo voluto (a differenza della colpa incosciente, che è senza previsione alcuna dell'evento): in definitiva, l'agente Spaccarotella avrebbe sparato contro Sandri - secondo i giudici - senza intenzione di ucciderlo, ma accettando il rischio che quell'evento potesse verificarsi. L'omicidio colposo è punito dal codice con una pena massima di cinque anni: è quindi verosimile - ma lo si saprà solo quando la sentenza sarà depositata - che i giudici abbiano determinato la pena sommando al massimo previsto per l'omicidio colposo un altro anno proprio in virtù dell'aggravante della colpa cosciente.
AREZZO (14 luglio) - L'agente della Polstrada Luigi Spaccarotella è stato condannato a sei anni per la morte di Gabriele Sandri, il 26enne tifoso laziale ucciso da un proiettile l'11 novembre 2007 nell'area di servizio dell'A1 Badia al Pino.
«Non fu omicidio volontario». Il poliziotto, imputato di omicidio volontario, è stato dichiarato colpevole di omicidio colposo con l'aggravante della «colpa cosciente», ossia della previsione del fatto. Il pm aveva chiesto una pena di 14 anni di reclusione. La decisione dopo nove ore di camera di consiglio della Corte d'Assise di Arezzo.
L'agente: piango di gioia. «Piango di gioia. Ho fatto bene a credere nella giustizia» ha detto Spaccarotella al telefono con il proprio avvocato Federico Bagattini. L'agente non era presente in aula oggi e mentre aspettava la sentenza aveva detto: incrocio le dita e aspetto.
Difesa: pena eccessiva. Il difensore di Spaccarotella Federico Bagattini ha detto di essere contento per l'agente perché è «stato riconosciuto quanto ha sempre detto, e cioè di non aver voluto ammazzare nessuno». Ha aggiunto che la pena «è molto gravosa, tropo eccessiva e su questo punto faremo appello».
La reazione dei genitori di Sandri. «È una vergogna per tutta l'Italia, non credo più alla giustizia, provo amarezza, sconforto, faremo appello, andremo fino all'ultimo grado di giudizio» ha detto il padre Giorgio che ha aggiunto: «Credo molto nella giustizia divina che penserà a Spaccarotella, a quella non potrà sfuggire senz'altro». «Hanno ammazzato mia moglie un'altra volta, hanno ammazzato mio figlio» ha detto al Tg5 consigliando «a tutti i cittadini di non spendere più i soldi per la giustizia perché se la giustizia è questa sono soldi buttati. Non sono bastati cinque testimoni che hanno visto quello che ha fatto l'individuo, quando basta un pentito di mafia per mandare gente all'ergastolo per 30 anni, evidentemente la divisa ha il suo peso». Sandri ha parlato di «discorsi assurdi, pazzeschi perché se io come ha detto anche il pubblico ministero volessi ammazzare una persona e all'ultimo momento ci ripenso ma mi parte il colpo perché ho tremato, insomma, credo che non cambi nulla. Sono disgustato, sono disgustato, disgustato, disgustato».
«Con quale coscienza i giudici hanno fatto una cosa del genere?» chiede la madre di Sandri, Daniela. «Quando i giudici andranno a casa, come faranno a guardare i loro figli? Non credo più nella giustizia, mi viene voglia di andare via dall'Italia», ha aggiunto, «non hanno creduto a tanti testimoni, è incredibile». E ancora: «Me l'hanno ammazzato una seconda volta».
Grida in aula, offese fuori dal tribunale. Subito dopo la lettura del dispositivo, urla in aula contro i giudici: «vergogna, buffoni, maiale, bastardi». Presenti gli amici del ragazzo con bandiere e la famiglia Sandri. Grida e lacrime anche fuori dal tribunale, vigilato dalle forze dell'ordine. Una ragazza ha accusato un lieve malore ed è stata portata via da un'ambulanza. Cristiano, il fratello del giovane ucciso, ha chiesto ai presenti di stare tranquilli in nome di Gabriele: «Facciamola finita, non uccidiamo per una terza volta Gabriele».
Gli irriducibili: ai poliziotti è permesso tutto. «Questa sentenza è una vergogna. Ai poliziotti è permesso tutto! Un cittadino normale avrebbe preso 20 anni, come è giusto che sia» ha detto il leader degli Irriducibili, gruppo storico della curva nord dello stadio Olimpico, Gianluca Tirone. «Questa non è giustizia - aggiunge - dopo una sentenza del genere penso che ogni cittadino si debba sentire offeso, indignato e schifato». Secondo Tirone la sentenza stabilisce che «i tifosi sono considerati cittadini di serie B e tutti possono fare nei loro confronti qualsiasi cosa, anche utilizzarli come bersaglio».
Riconosciuta la colpa cosciente. La colpa cosciente ricorre quando l'agente ha previsto l'evento senza però averlo voluto (a differenza della colpa incosciente, che è senza previsione alcuna dell'evento): in definitiva, l'agente Spaccarotella avrebbe sparato contro Sandri - secondo i giudici - senza intenzione di ucciderlo, ma accettando il rischio che quell'evento potesse verificarsi. L'omicidio colposo è punito dal codice con una pena massima di cinque anni: è quindi verosimile - ma lo si saprà solo quando la sentenza sarà depositata - che i giudici abbiano determinato la pena sommando al massimo previsto per l'omicidio colposo un altro anno proprio in virtù dell'aggravante della colpa cosciente.