Voglio precisare perchè ho parlato di Marchionne come di un "non buon" imprenditore. La lingua italiana infatti consente l'uso di molti termini, al contrario di altre lingue, i quali hanno un significato preciso: Marchionne non è un buon imprenditore perchè proprio non è neppure un imprenditore. Chiamiamolo revisore dei conti (che poi è quanto faceva la società svizzera da cui venne cooptato da parte dei soliti Grande Stevens e Gabetti, non certo fu scelto da Umberto Agnelli per guidare la Fiat), ragioniere, quello che si vuole.
Imprenditore è chi fa impresa, non che fa "una parte" di quanto fa un'impresa. Marchionne non conosce il prodotto che fa, non ha percezione del mercato cui si rivolge, e ha dimostrato di non sapersi circondare (ed accettare i consigli, le idee e le proposte positive) di collaboratori validi e capaci.
La perdita di persone professionalmente preparate e anche, se vogliamo, amanti del proprio lavoro, non lo ha minimamente scalfito ed anzi si è andati in quella direzione. Ha sanato Fiat... e come? Rilanciandola, forse? O facendola diventare sempre più piccola, ridimensionando di tutto di più, dalla rete di vendita alla gamma modelli, dagli organici facendo terrorismo alle idee nuove perchè vuol aver becco su tutto e metterci l'ultima parola? Per cortesia, siamo seri: son più imprenditori i cinesi che si son presi Volvo, vanno in Svezia una volta l'anno, guardano i conti, allocano il nuovo budget e "fate voi".
Venendo alla fanta-azienda che stiamo giocando su questi schermi....... Opel è un marchio che a ragion veduta non venne dato. Fallire per fallire ai tedeschi è parso meglio farlo da soli. Non gli si può dare torto stante che laddove Fiat ha toccato, ha portato solo che miseria. E se oggi i competitor "quelli grossi per davvero" non considerano non dico Fiat, ma FiatChrysler un competitor "degno" o "pericoloso" beh c'è da rifletterci sopra.
La liquidità che Fiat dice di avere, e che in effetti ha, serve come effetto paracadute non tanto e non solo per questioni di mercato spicciolo: il mondo non è l'Europa e basta, e manco l'America. Il mercato è il mondo, in special modo tutto si è spostato (e da anni, ed è da anni che si dice e si sa) verso oriente. Mercati che tirano ce ne sono, e lo sa pure la Fiat. Peccato per lei che è forte laddove i mercati sono forti ma fondamentalmente poveri. Si ciancia di PSA come un cadavere, ma ci si dimentica che PSA in oriente c'è. Finora dei grandi in oriente manca solo la Fiat, sì come manca in Russia, sì come con Tata in India i rapporti non sono buoni. In Cina VAG produce da decenni. Se GM si interessa a una nuova powertrain con PSA lo fa anche e soprattutto perchè PSA nel mondo esiste. E pur con tutti i problemi del caso, gli altri han fatto quel che anche noialtri poveri cialtroni di strada si suggeriva dieci anni fa: mettere in sicurezza (con prodotti, buone gestioni, assenza di voli pindarici e costruzione di una immagine di costruttore serio e capace) l'azienda per affrontare tempi bui che ci son sempre stati e ci saranno sempre. Se Fiat oggi deve mantenere liquidità non è perchè le banche "salteranno per arie e non faranno + credito a nessuno", ma è perchè la coperta si sta dimostrando corta, ed allora i soldi non verranno + dati alla Fiat. Che con la liquidità in cassa fa nè + nè - che quanto le banche fanno con i clienti "normali della strada" quando ti dicono "ma lei cosa porta a garanzia?" e manco li voglion + vedere gli immobili, ma pretendono di darti 100k euro se ne hai 120k sul conto corrente...
In Italia (perchè serve data la situazione socio-politico-economia) serve non demolire il mito Marchionne e ci si comporta come se esistesse ancora una Fiat italiana (singolare che Sergio dichiari di non aver nulla contro l'Italia quando non perde occasione, a microfoni spenti, di dire che è un paese di merda). Non esiste, e esiste ancora una presenza in Italia perchè non è possibile farne a meno ma per motivi molto diversi dalla "strategia aziendale" o dall'interesse vero a rimanerci. Nell'attuale situazione di Detroit, stante che i competitor e chi ne sa per davvero (che NON SONO il mercato che gioca ancora sull'onda lunga delle bolle tipo mutui subprime) hanno pesato giustamente Fiat, la migliore delle ipotesi è che il gruppo possa fare la fusione e che cerchi di giocarsi la carta della sopravvivenza nel mercato domestico (semprechè non dorma e implementi nuovi progetti) lasciando ai mercati periferici (come il nostro) "rimarchiature varie ed eventuali buone per saturare le linee produttive e trovare qualcuno che ancora paga il doppio dei prodotti per via del marchio di prestigio che portano sopra". Non so quanto questa cosa abbia garanzia di successo, temo molto poca. Bisogna poi distinguere i valori percentuali tanto cari al mercato finanziario (che gira veloce come una banderuola) e l'interesse di un paese come gli USA a tenere, anche artificiosamente, alto il prestigio del gruppo e dell'eroe dei due mondi che lo governa, con la realtà: se mi si dice che Lancia aumenta del 50% è sicuramente vero. E i mercati, lo insegna la storia anche recente, si nutrono di questi dati come gli uccellini col becchime. Ma se questo 50% di aumento significa 5 auto su 10, cioè ne ho vendute 15 mentre prima avevo un saldo di 10, ho venduto sempre e solo 15 macchine. E stiamo parlando della situazione "positiva" di un marchio "in crescita". Poi dovremmo anche vedere quanta redditività ho su quel marchio. Alfa poi è il paradosso: da un lato si ciancia di valori percentualmente soddisfacenti, ma la coperta che sia corta lo si sa, e a ben vedere lo potrebbe vedere chi si leva il prosciutto dagli occhi: è così tanto soddisfacente che questo marchio, con DUE soli modelli da produrre peraltro sinergici, da perdere 300 milioni l'anno. E' una perdita notevole, che infatti non è passata indenne agli occhi del board supremo di comando, di norma non uso a guardare "nel dettaglio" ma solo a ragionare dei massimi sistemi. Non so quanto Marchionne potrà sostenere il suo credo di non voler passare per chi ha fallito su diversi punti. La cessione di Alfa appaleserebbe anche presso quelli con gli occhi foderati di cui sopra una certa incapacità. Ed è noto che perdere a Napoleone non fa piacere, nè dover ingoiare amari calici. L'orgoglio (che si esprime anche a mezzo ripicca) che lo ha portato a girare i tacchi nella prima trattativa Alfa-VAG insegna molto. Ma è anche vero che a qualcuno deve rendere conto, e le varie promesse irrealizzate (ed irrealizzabili, nè che siano in corso di realizzazione) alla fin fine porteranno pur da qualche parte... Intanto, se ragioniamo da svegli, vediamo che ci si sta già preparando alla contrazione della capacità produttiva italiana. Quando venne realizzato il progetto nuova Pomigliano (che portò tanta prosopopea, qualche investimento, molto stato di polizia in fabbrica, e vetture comunque costruite come prima) in molti pensammo che Marchionne stesse costruendosi l'alibi: "non gira, io ci ho investito, ci ho provato, che posso farci......."
Dovendo, per "n" motivi - non certo di economicità, perchè solo un ****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso! poteva pensare di fare delle Panda in Italia quando questo modello garantiva dei margini interessanti se prodotto in un paese che costa molto di meno - tenerselo e farlo lavorare (visto che VAG gli ha risposto picche) non si è mica pensato, come era giusto fare, di produrre qualcosa di pregio, ergo che consentisse un prezzo di vendita che copriva (come copre sui prodotti tedeschi) le maggiori spese. Eh no. La grande capacità imprenditoriale ha preteso prima un contratto capestro per abbassare quella quota importante (ma non come la si pretende) che va sotto il nome di costo del lavoro. Poi ha portato la produzione di questa macchinetta, sperando in una recettività ancora da venire di mercati in sviluppo come il nord africa, facendo cosa? Dal lato polacco, aprendo un problema. Perchè quel ravatto di Ypsilon non tira, ed era normale, è semplicemente orrenda..... la 500 si sta fermando, ed è normale. La Ford la sua nuova Ka se la farà per i fatti suoi e su stabilimenti suoi. Allora la grande capacità imprenditoriale ha fatto da un lato morire Pomigliano come stabilimento di vetture di pregio (inesistenti, e che qualora esistessero verrebbero prodotte non certo quà - le Alfa, intendo) destinandolo a stabilimento che deve costare poco se produce vetturette, dall'altro una Panda che costa 1800 euro d+ di quella polacca (molto è per via dello stabilimento, poi ci son chiaramente i costi del prodotto nuovo etc. etc.) e dulcis in fundo la sottoproduzione in Polonia. Non v'è che dire: un perfetto mix di genio e imprenditorialità.
La questione Alfa è poi oramai solo una pippa mentale di qualcuno che cerca di tirarne fuori la carta dell'"importanza in USA" per non sentirsi dire "lei ora veda di cederla".
Il marchio Fiat. Ma a chi interessa, ma chi se ne frega? Fuori di quà Fiat è niente. Ma proprio zero, se non qualcosa in america latina. Quando a suo tempo Toyota si era interessata a Fiat lo faceva solo per gli stabilimenti. Il marchio potevano anche chiuderlo. Qualcuno ha citato il caso Talbot. Non sarà un caso se quando venne presa Chrysler io citai la Horizon come dire "ora Marchionne ci ridarà la Horizon". La Horizon era una world car, alla stregua di quello che era la coeva Escort (la prima a trazione anteriore) e di come successivamente furono la Mondeo e voleva essere la Palio. Chrysler prese la Simca agli inizi degli anni '70, profondendo un po' della propria tecnologia su una marca che nel decennio precedente (quando era partecipata nientemeno che dalla Fiat) aveva portato cmq a casa la pagnotta. Produsse alcune vetture, come la 1307/8, che si vendevano pure, essendo affidabili e moderne ed offerte a un prezzo concorrenziale. Erano comunque auto "tanto al chilo". La Horizon europea era la meccanica della vecchia Simca 1100 su una carrozzeria più moderna, ne vendettero molte perchè costava poco. Ma la parabola finì lì, perchè anche in quel caso non vi fu (quando mai da una casa americana????) una implementazione di progetti, un know how "moderno" ed avanzato. Basti vedere l'ultimo progetto che venne lasciato dalla Simca: la Tagora....
PSA bene fece a levarsi di torno un concorrente in teoria francese, e pupparsi gli stabilimenti ex Simca (es. Poissy). Rimarchiò una Peugeot 104 e la chiamò Samba. Continuò a fare le Horizon, le 1510, le Solara e si portò in gamma pure quel canchero della Tagora. E poi? Assegnò alla Talbot (così la chiamò) il progetto che avrebbe portato poi alla Peugeot 309, nè + nè - come la Q3 dell'Audi è stata sviluppata dalla Seat. Poi si tolse di torno questo marchio, che non era valido neppure per smaltire i motori nuovi di Peugeot in sostituzione dei vecchi Chrysler, e tenne il marchio Talbot in Spagna e Inghilterra dove qualcosa ancora significava, facendogli vendere la 309. Fine delle trasmissioni.
Casi del genere sono sempre esistiti. La Fiat ne ha una lunghissima...... esperienza.