ecco quello che ho trovato su un sito ....
tra l'altro condivido molti passaggi (specie quello che nn è possibile mettere i rampolli di famiglia, che hanno 0 esperienza o quasi, nei posti strategici del gruppo fiat)
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Testuale, da TGFin del 23 giugno. "In Fiat Auto uno dei principali problemi che ci siamo trovati di fronte era quello di una struttura dei costi non adeguata alla reale domanda del mercato. E questo ci ha imposto misure dolorose, ma indispensabili", ha continuato Marchionne. "La riduzione dei costi del personale di circa il 30%, in gran parte realizzata, porterà un risparmio di 105 milioni di euro nel 2005 e di 180
milioni su base annua. Abbiamo anche rivisto la distribuzione delle spese
pubblicitarie, con l'obiettivo di ridurle di 150 milioni di euro già nel 2005.
Dalla razionalizzazione degli investimenti in ricerca e sviluppo ci aspettiamo
vantaggi per 200 milioni di euro. Razionalizzazione, nel caso di ricerca e
sviluppo, ovviamente non significa spendere meno, ma spendere meglio,
focalizzandoci solo sulle iniziative strettamente legate al prodotto e
condividendo i costi con gli eventuali partner".
Incredibile. E noi che credevamo che il problema della Fiat fosse vendere meglio e di più avendo prodotti migliori. Marchionne scodella l'AUTOassoluzione dell'Impresa, degli Azionisti e del Top Management. Il problema della Fiat è che costa troppo, dando per scontato che il mercato cala. Come dire che la Fiat va bene solo se il mercato cresce, non perché sia o voglia essere capace di rubare quote di mercato a dei concorrenti. Quindi le numerosi grandi case mondiali che da dieci anni fanno profitti in tutto il mondo mentre la Fiat perde, sono marziani ?
Del resto si capiva dalla pubblicità di Lapo: non è la Fiat che va male, sono i consumatori italiani idioti che la Fiat si accinge ad educare. Come se la quota di mercato in Italia non fosse comunque già enorme, pur decaduta, e come se il vero problema di Fiat non fosse notoriamente quello di essere incapace a vendere in giro per il mondo alla stregua delle prime dieci case mondiali.
E poi, pensare a vendere le attività non strategiche per investire su Fiat Auto, come tutti i concorrenti hanno fatto investendo migliaia di miliardi sul prodotto senza fare né gli editori né gli elettricisti?
Magari accettando dei partner di capitale, se uno i soldi non li ha o li tiene ai piani alti per farne altro. Ma si sa i partner poi vogliono la loro parte di governance, pretendono di capire come mai un ragazzo di anni 27 sia diventato il capo del marketing solo perché è uno della famiglia. E uno poco più vecchio, per quanto dall'aria intelligente, sia Vice Presidente con facoltà di parlare a nome di una Azienda che non è un suo privato patrimonio, senza avere oggettivamente il curriculum adeguato. Il buon senso ne farebbe ottimo
amministratore di una holding privata della famiglia, non di una delle 30 principali società quotate italiane.
E' chiaro poi che se il modello di impresa che uno ha è quello del potere sociale di una Famiglia e dei suoi pochi manager di fiducia, e non quello sano e trasparente dei profitti con l'auto, uno investe in Mediobanca e nel Corriere e non in un bel fuoristrada che non si capisce perché la Fiat non ha fatto in tutti questi anni.