Il filtro antiparticolato uccide davvero
PassioneTecnologica 9 dicembre 2011
Cari Amici, in questo post parliamo del famoso FAP o DPF, ovvero il filtro attivo antiparticolato, utilizzato sulle autovetture Diesel per abbattere le emissioni inquinanti delle polveri sottili indotte dai motori. I principi e gli obiettivi alla base di questo filtro sono talmente nobili da averli consentito di ottenere numerosi premi e riconoscimenti da parte di grandi enti o associazioni quali la regione Lombardia e Legambiente. Ma come funziona e cosa dovrebbe fare questo fantastico filtro?
Funzionamento di Fap o Dpf
Il FAP o DPF è posizionato tra il tubo di scarico e lo scarico stesso dell’automobile, riunisce il particolato dei gas di scarico provocati dal motore Diesel in agglomerati di particelle privi di legami chimici, miscelando al gasolio una sostanza chimica detta “cerina” (ossido di cerio). Gli agglomerati restano di fatto intrappolati all’interno del filtro, il quale ne evita la pericolosa dispersione nell’atmosfera. Ogni filtro antiparticolato è dotato di un serbatoio di circa 5 litri.
Recentemente, si è dimostrato che il FAP, è effettivamente in grado di bloccare o limitare l’emissione delle polveri sottili (PM10) , altamente inquinanti per l’ambiente e la salute dell’uomo, tuttavia, il suo particolare sistema di rigenerazione, rilascia nell’aria delle nano particelle, di dimensioni talmente ridotte dal processo di purificazione da risultare estremamente pericolose per il nostro organismo. Queste nano particelle, costituite soprattutto di acido solforico e composti organici pesanti quali ferro, magnesio, cromo, manganesio, oltre che in gran parte da residui carbonosi, risultano altamente cancerogene e facilmente assimilabili dai polmoni umani rispetto alle polveri, composte da particelle di grande dimensione, che fuoriuscivano dagli scarichi delle vecchie automobili sprovviste di FAP. In sostanza, il processo di combustione del carbone, che risiede alla base del FAP, genera l’emissione delle polveri finissime che l’organismo assimila rapidamente negli alveoli polmonari provocando danni gravissimi alla salute umana.
Primo piano del FAP montato su vettura Citroen
Quando il FAP si svuota per mezzo della sua naturale rigenerazione, ogni 500/1000 Km, le pericolosissime nano particelle vengono rilasciate nell’aria causando una drammatica situazione di pericolo per la salute umana.
L’unica soluzione che potrebbe evitare il pericolo sarebbe quella di bloccare il processo di rigenerazione del FAP, obbligando di fatto l’automobilista a portare l’auto da un meccanico specializzato, ogni qualvolta il FAP sia saturo, il quale in sicurezza dovrebbe svuotare il filtro da tutte le sostanze dannose eliminandole dall’ambiente. Solo in questo caso il filtro antiparticolato avrebbe senso e sarebbe utile.
La morale di questa vicenda, potrebbe essere che, se avete una vecchia automobile diesel in garage, che magari non può circolare nei centri cittadini a causa dell’ ordinanza di un sindaco “ecologista”, tenetevela stretta, perché l’emissione del suo PM10 sarà infinitamente innocua per la vostra salute rispetto a quello emesso dall’automobile diesel, nuova e fiammante del vostro vicino di casa.