Col senno di poi, e il tempo trascorso che ci consente di valutare con distacco ed anche a ragion veduta, credo che sull'Arna si possano mettere dei punti fermi ragionati senza entrare nel "gusto estetico personale" e che possono essere assunti come "veri".
Non è stata un successo commerciale: nè in assoluto, nè secondo le previsioni (ottimistiche, dato non tanto il prodotto in se ma con che marchio fu commercializzato il prodotto) della Casa.
E' stata la rappresentazione di come giustificare volontà antieconomiche, imposte ad un'azienda che di queste volontà di olezzo politico è morta, con una idea che sulla carta potevo risultare "la quadratura del cerchio", interessante esempio di joint venture, e che di fatto non la è stata perchè il vero obiettivo non era fare una bella macchina vendibile a marchio Alfa partendo da una Nissan ma fare "una macchina per fare lo stabilimento di Pratola Serra".
Da anni, dopo ragionamenti "laici", vado dicendo questa che mi pare la verità sull'affaire Arna. Un affaire che fu così malvisto nella stessa Alfa Romeo da portare alle dimissioni del Dott. Enrico Sala, una vita in azienda, genero di Luraghi, quando il progetto partì. Sala, un gran signore e un gran professionista.
Il prodotto in se e per se non era malvagio e, eccezion fatta per una certa reattività del retrotreno, non andava manco male. La Cherry/Pulsar tanto vituperata dal punto di vista estetico è stata vettura che, prodotta da Datsun/Nissan secondo i suoi canoni, si è venduta pure bene. Semplicemente, in Alfa Romeo non ce ne era bisogno e non era una vettura che da Alfa ci si attendesse o da Alfa si potesse sopportare. Anni dopo, con estetiche comunque discutibili, si è visto di peggio, e a volte lo si è anche digerito, per cui il tempo è sempre galantuomo.
La Cherry portava una solida carrozzeria razionale, che peraltro marciva meno della coeva 33 prima serie, vennero fatte modifiche per metterci avantreno, motore e cambio dell'Alfa 33 (a sua volta derivazione dell'Alfasud). Costava un tubo, e offriva quel che offriva. Non era così barbina l'idea di andare a occupare il mercato delle Alfasud base che, dato il prezzo volutamente alto della 33, sarebbe stato irraggiungibile per l'erede dell'Alfasud. I plus del prodotto in se e per se sono già stati descritti sopra.... non bisogna poi dimenticare la "partigiana" opera di disinformazione e di ludibrio interessato che c'era già stata, da Fiat, ai tempi dell'Alfasud per una cosa che si chiama FIFA. Romiti, nel volume lui dedicato di Pansa, dice chiaramente che avevano proposto, se il problema era saturare gli impianti di Pomigliano per le meccaniche, che avrebbero fatto montare la loro Uno all'Alfasud pur di non "far cadere l'Alfa nell'errore" (che significa: pur di non avere i giapponesi in casa che rischiavano di farci un culo così.