domanda:
è normale che io rifiuti o eviti di comprare prodotti largamente pubblicizzati per le seguenti tre (3) ragioni:
1) principale: devo pagare anche per il lavoro dei creativi che si sono sbattuti per pubblicizzare il prodotto; devo pagare anche per l'appoggio di reti, giornali, affitto di spazio su tabelloni, ecc. senza queste spese l'azienda metterebbe il prodotto sul mercato ad un prezzo ragionevolmente più basso.
2) se un prodotto viene pubblicizzato è ritenuto poco valido dai venditori, altrimenti non troverebbe ragione l'atto del doverlo pubblicizzare.
3) lato umano: mi disturbano le pubblicità, sono altamente inquinanti. per boicottaggio e dispetto non compro. per non dire che la maggior parte delle pubblicità fa schifo il giusto.
mi irrita il lavoro dei pubblicitari.
è normale che io rifiuti o eviti di comprare prodotti largamente pubblicizzati per le seguenti tre (3) ragioni:
1) principale: devo pagare anche per il lavoro dei creativi che si sono sbattuti per pubblicizzare il prodotto; devo pagare anche per l'appoggio di reti, giornali, affitto di spazio su tabelloni, ecc. senza queste spese l'azienda metterebbe il prodotto sul mercato ad un prezzo ragionevolmente più basso.
2) se un prodotto viene pubblicizzato è ritenuto poco valido dai venditori, altrimenti non troverebbe ragione l'atto del doverlo pubblicizzare.
3) lato umano: mi disturbano le pubblicità, sono altamente inquinanti. per boicottaggio e dispetto non compro. per non dire che la maggior parte delle pubblicità fa schifo il giusto.
mi irrita il lavoro dei pubblicitari.
questo è tratto da £ 26.900 di frederic beigbeder, un libercolo sull'oscuro mondo della pubblicità che ho letto 2 volte. (titolo originale: 99 francs)Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma.