Serie TV: sempre più irrealistiche?

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27 Dicembre 2004
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da La Stampa:

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSez ... girata.asp

Da House a Cettina: se la fiction delira

Dopo il picco d’audience la qualità s’abbassa

Se il dottor House parla coi morti, Cettina del Medico in famiglia, che doveva essere dispersa in mare, torna invece a casa da nonno Libero, ma con l’amnesia. In America hanno un termine tecnico per definire queste stravaganze: «jumping the shark», letteralmente, saltando lo squalo. Si usa per indicare il momento in cui una serie tv, dopo aver raggiunto il suo picco, abbassa il livello di qualità, facendo venir meno la verosimiglianza della storia. La frase deriva da un episodio del 1977 di Happy Days, in cui Fonzie saltava, ma per davvero, uno squalo, sciando sull’acqua. Questa invenzione rappresentò il definitivo declino del telefilm. Quando gli sceneggiatori non sanno più che cosa inventarsi, si inventano le assurdità.

Che poi le serie declinino veramente con il salto dello squalo, è ancora tutto da dimostrare. Può capitare che invece continuino, che si azzeri l’assurdo, e si ricominci con nuova linfa realistica. Oppure si va avanti così, con stranezze e successo, come continua a capitare, per esempio, in Beautiful. Certo è che in questo periodo stiamo assistendo, sia per i prodotti di importazione, sia per quelli italiani, a una radicalizzazione delle storie. I modelli continuano a riprodursi, ma in maniera sempre più schematica, estrema, irreale. Forse, al di là di Happy Days, non è da sottovalutare l’influenza dei reality show, con l’irrompere continuo sul piccolo schermo di una realtà esasperata e, alla fine, altrettanto irreale. Il paradosso è che proprio la fiction potrebbe raccontare la realtà meglio di un reality, e invece dilaga l’effetto Pretty Woman, cioè uno scenario realistico per una sostanza da favola: lo vediamo nei Cesaroni, nei Carabinieri, in Don Matteo.

Lo stesso fenomeno del Dr. House si può riscontrare negli altrettanto popolari racconti di Csi, Las Vegas, Miami e New York, dove tutto è estremo, impossibile. Le storie si complicano e gli attori, sempre meno convinti, devono sostenere una sceneggiatura non più rigorosa, e che anzi si concede sconcertanti strappi di improbabilità. Peppino Ortoleva, che insegna storia dei mezzi di comunicazione all’Università di Torino, definisce la serialità «un fenomeno darwiniano: nell’800 aveva il suo flusso nel giornale quotidiano, o nelle dispense settimanali. Oggi è il frutto di una lunga sequela di adattamenti progressivi. E il modello più radicale è quello dell’industria produttiva americana, una sorta di corsa a ostacoli, di selezione innaturale che porta alla produzione di poche, ben scelte, serie». Poche, naturalmente, rispetto alle potenzialità. Non solo, ma quelle che vanno in giro per il mondo sono il frutto di un’ulteriore selezione, che tiene conto, e per certi versi determina, i gusti del pubblico globalizzato.

«E così - aggiunge Ortoleva - per via di questa selezione darwiniana, quando le serie americane s’iniziano sono perfette, inattaccabili. Poi, una volta consolidato lo zoccolo duro del pubblico, gli sceneggiatori cominciano a sbizzarrirsi». In altre parole: se ne fregano della verosimiglianza. Saltano gli squali. Le puntate diventano collezioni di sketch, sempre più banali, e l’elemento narrativo si perde. Nella minore attenzione, si sviluppano alcune ossessioni tipicamente americane: una delle quali, fondamentale, è l’introduzione dell’elemento soprannaturale. Gregory House, e lo abbiamo visto di recente su Canale 5, non tiene più: come cantava Giorgio Gaber, «non tiene più l’elastico, di colpo fuori e dentro, lo schianto». Prima di autoricoverarsi, tristemente, in un ospedale psichiatrico mentre i suoi ex allievi ingrati Cameron e Chase si sposano, non trova di meglio che conversare a lungo con Amber, la fidanzata morta dell’amico Wilson.

Premesso che non ho seguito serie tv ultimamente, vi trovate in quest'analisi? Si sta esagerando con sceneggiature ardite e inspiegabili? :scratch)
 
Sono d'accordo con l'articolo.
Non seguo più tantissimo le serie, forse anche per questo dilagare di allungare il brodo della storia attraverso l'introduzione di situazione strane o assolutamente fuori da ogni logica; ci sono serie che sono totalmente state stravolte da situazioni che non hanno capo ne coda con quello che è lo spirito iniziale e la trama iniziale del telefilm, e la 'navigazione a vista' per anni con la speranza di fare ascolti trovando la soluzione ad effetto dopo un po' stanca.

In Giappone, per fare un esempio, realizzano anime (cartoni animati) che mediamente hanno 20-24 episodi, non di più; al massimo, ma proprio se ci si trova di fronte a storie particolarmente intrecciate o comunque di lunga narrazione, si arriva a realizzare una seconda serie, anch'essa con al massimo 20.24 episodi. E poi stop.
Io sono un appassionato di anime quindi magari faccio poco testo (in Giappone comunque gli anime sono seguiti dalle persone tanto quanto i telefilm da noi), ma il risultato ottenuto comunque è che non ti annoi a seguire le vicende della serie in quanto hanno il brodo non viene allungato oltre misura.

Forse gli sceneggiatori dei telefilm dovrebbero tenere ben presente il detto che ''un bel gioco dura poco''. :D
 
Per me, dipende.

Le serie che nascono per essere lunghe, con buon a probabilità non si trovano a dover saltare lo squalo, o comunque, anche questo salto è inserito in un contesto ben preciso. Quindi reggono.

Altre serie, invece, magari proprio in virtù di un improvviso (imprevisto?) successo di pubblico tendono invece a scivolare in questa direzione. Un esempio tra tanti, nelle serie recenti, Prison Break. Che doveva concludersi con la prima, al max la seconda stagione (siamo arrivato alla 4a).

Direi che non si possono fare dei discorsi generalizzati (ma tant'è, secondo me non si possono fare discorsi generalizzati su nulla, in pratica :asd) ).

P.S.
Saint Seiya ho passato di volata le 26 puntate canoniche :asd)
 
denny1977":gnm05c5w ha detto:
In Giappone, per fare un esempio, realizzano anime (cartoni animati) che mediamente hanno 20-24 episodi, non di più; al massimo, ma proprio se ci si trova di fronte a storie particolarmente intrecciate o comunque di lunga narrazione, si arriva a realizzare una seconda serie, anch'essa con al massimo 20.24 episodi. E poi stop.
Io sono un appassionato di anime quindi magari faccio poco testo (in Giappone comunque gli anime sono seguiti dalle persone tanto quanto i telefilm da noi), ma il risultato ottenuto comunque è che non ti annoi a seguire le vicende della serie in quanto hanno il brodo non viene allungato oltre misura.

Sugli anime, che ho seguito molto poco e sporadicamente (del tipo 2-3 episodi per serie), trovo che alcune produzioni siano oltremodo arzigogolate nella trama, con rimandi, tempi morti, flashback ecc poco comprensibili alla prima visione.
Logico che, essendo complessi, se perdi le prime puntate dopo non trovi più il filo del discorso. Però appunto durano lo spazio di 30 puntate e stop, salvo alcune serie più famose quali Ken il guerriero, giunto con le due serie a oltre 100 puntate (forse 140). Beh nell'ultimo esempio, la storia si sviluppa su basi convincenti e coerenti, le esagerazioni son nelle tecniche di combattimento con la gente che implode ecc ma è proposto fin da subito, quindi niente salti nel vuoto. Ed è questo che fa di una produzione un successo, far presa e saperci dare un taglio al momento giusto.

A livello fumetti, un parallelo col tuo discorso degli anime lo trovo nella saga di PK della Disney, uscito mensilmente a cavallo del 1996-2003 (se ricordo la data finale), con una rivisitazione completa del personaggio di Paperinik, ambientazioni e personaggi nuovi, per un mix che ha reso celebre la saga, durata lo spazio di 3 saghe. Ricordo che i primi numeri, usciti a tiratura bimestrale come "esperimento", mi davano la frenesia del voler leggere la puntata successiva subito per sapere cosa succedeva. Sensazione che non sento più per molte altre cose attuali. (ma del discorso PK ne avevamo dibattuto sul forum in un altro topic sui fumetti mi pare).

denny1977":gnm05c5w ha detto:
Forse gli sceneggiatori dei telefilm dovrebbero tenere ben presente il detto che ''un bel gioco dura poco''. :D

come molte altre cose, laddove si vuole il business ad ogni costo si finisce per rovinare tutto (anche nello sport, io il calcio non lo seguo quasi più, giocano tutti i giorni, due palle).
 
abbastanza d'accordo con l' articolo, a volte esagerano con la fantasia, facendo perdere interesse.
Inoltre non mi piacciono i cambiamenti di attori protagonisti della serie, una serie fortunata dovrebbe tenere a lungo i protagonisti, invece gli attori pretendono + soldi e non si trova di meglio che far morire/resuscitare i protagonisti, oppure diventano dispersi, frati, suore, cambinao dipartimento, città, ecc.

Cmq le serie sono così... :ka) quando non mi piacciono più, smetto di vederle
 
confermo.

CSI che mi piaceva guardare ora è, oltre che monotono per via dello stesso chlichè di ogni puntata, anche veramente impossibile, estremo. Fatti troppo unici, improbabili, il più delle volte i casi vengono risolti per mere coincidenze o casualità e non per bravura degli investigatori.

Idem per Grey's Anatomy. Situazioni estreme, al limite della credibilità. Per non parlare di Lost...l'ultima serie andata in onda spiega molti enigmi ma si ambienta in luoghi con eventi a dir poco soprannaturali. Tanti, troppi messi assieme.

Per Dr. House è un pò diverso. E' estremo anche lui ma essendo uno specialista che cura casi impossibili può starci che tutti quelli che non riescono a risolvere certi problemi si appoggiano a lui sapendo che è specializzato proprio in quello.
 
Pienamente d'accordo con l'articolo.

Molte, troppe serie recenti accomunate da una buona idea di partenza tendono a restare soffocate dal loro successo. Così capita che dopo una prima stagione molto brillante, perfettamente giustificata da un soggetto di alta qualità e mantenuto tale sino alle ultime puntate, per non perdere la "gallina dalle uova d'oro" sceneggiatori e produttori inizino a trascinare in lungo e in largo la narrazione con stagioni aggiuntive scadendo rapidamente verso livelli da soap opera. Io la chiamo "sindome di Twin Peaks": una volta scoperto chi e perché ha ucciso Laura Palmer (leit motiv e tagline della serie originale) non c'era più motivo di menare il torrone con tutte le storie collaterali di quel buco di cittadina piovosa e piena di psicopatici depravati, eppure sono andati avanti perdendo il senso dell'intera narrazione sino a quando è diventata un guazzabuglio incomprensibile e di scarso interesse.
Altri esempi che mi vengono in mente: "Lost" si è trascinato talmente a lungo da dover inventare strada facendo elementi aggiuntivi che non erano previsti, trasformandosi da idea originale in delirio demenziale incomprensibile. "Flash forward", per quanto interessante, dopo 8 puntate ha già parecchie inconsistenze. Di "Life" hanno realizzato due stagioni, ma solo la prima aveva senso (un caso eclatante di sindrome Twin Peaks perché al termine della prima stagione tutti gli interrogativi originali hanno una risposta... quindi perché proseguire?)
 
guarda, io ho la sfiga quelle rare volte che son a casa a pranzo in settimana di beccarmi beautiful dopo il tg5... ma io mi chiedo: ma dopo 20 anni che questi ciulano, si sposano, si risposano, ri-ciulano, sempre tra di loro e con tutti del loro gruppo di protagonisti, ma chi glielo fa fare a mia madre di accendere ancora la tv????
 
e vogliamo parlare di X-File?! Per me la serie più affascinante, finchè non hanno davvero esagerato :splat) coi rapimenti di Mulder e Scully
 
Beautiful e le soap americane cmq esulano da questo discorso, a mio avviso.

Non sono serie che degenerano in polpettoni stralunghi per il successo, ma di fatto invertono i presupposti: nascono per essere a durate indefinita, e la trama (se così si può chiamare) viene scritta di giorno in giorno per aver qualcosa da dire nel girato.
 
Sono d'accordo.
Le telenovelas sono kiolometriche e interminabili di professione! :lol: :lol: :lol: :lol:

DriftSK":3tqmvipz ha detto:
"Flash forward", per quanto interessante, dopo 8 puntate ha già parecchie inconsistenze.
Quoto.
Lo sto seguendo e lo trovo interessante e appassionante, ma ci sono due cose che mi lasciano perplesso:
- si continuano ad aprire finestre su orizzonti senza per ora dare un minimo collegamento tra le varie cose, ma comunque ci può anche stare nella strategia del telefilm e se gli sceneggiatori sono capaci riusciranno a collegare tutto nel finale senza far perdere per la strada lo spettatore;
- le info che si aprono con il telecomando di Sky sul canale parlano di prima stagione; ce ne saranno altre? Se sì, dopo che avranno investigato e magari risolto il mistero che circonda il flash forward, su che cavolo devono investigare ancora?
 
giangirm":3a67hs0p ha detto:
e vogliamo parlare di X-File?! Per me la serie più affascinante, finchè non hanno davvero esagerato :splat) coi rapimenti di Mulder e Scully
Perchè non hai visto la sua naturale fine con il film 'X-Files - Voglio crederci'... :bonk) :bonk) :bonk) :bonk) :bonk) :bonk) :bonk) :bonk)

Io ero un grandissimo appassionato di X-Files, ma alla fine non ho visto le ultime due serie perchè Carter lo aveva reso pesante ed incasinatissimo; va bene che ci siano gli intrecci nella trama, ma a tutto c'è un limite. :lol: :lol: :lol:
 
Il problema di X-Files è insito nella natura stessa della serie: lasciare lo spettatore appeso nel dubbio ("esistono gli alieni? sono stati loro a rapire la sorella di Mulder? ci sono loro dietro l'uomo che fuma?" eccetera). Dare una risposta a queste domande significava terminare immediatamente la storia, quindi gli sceneggiatori si sono avvicinati in modo asintotico senza arrivarci mai.
Il finale delle serie TV era abbastanza pietoso. Classico caso da "tutto qui". Sui film preferisco stendere un velo... :asd)

Per quanto riguarda le soap opera posso citare l'esempio di mia nonna. Lei ha guardato Dynasty per VENTICINQUE ANNI (giuro) sino a quando un pomeriggio al termine della puntata ha spento il televisore, si è alzata e ha detto: "ma che noia, è sempre la stessa storia" :crepap) :crepap) e ha smesso di seguirlo...
 
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:


Io sul film metterei una coperta pietosa, non solo un velo: hanno fatto un film, ci hanno messo Mulder, Scully, 10 minuti scarsi di Skinner e hanno detto che era il film di X-Files. :eek13) :eek13) :eek13) :eek13) :eek13)

Altro telefilm partito benino e poi persosi nei meandri delle sceneggiature? 'Heroes, secondo me'.
Ho seguito tutta la prima serie, con il fiato sospeso; dopo una puntata e mezza della seconda serie l'ho già trovato troppo inguardabile e contorto. :scratch)
 
denny1977":z9cqqguw ha detto:
Perchè non hai visto la sua naturale fine con il film 'X-Files - Voglio crederci'... :bonk) :bonk) :bonk) :bonk) :bonk) :bonk) :bonk) :bonk)
non ci crederai, ma avevo lasciato perdere le ultime puntate o le ultime serie (quando Mulder viene sostituito e poi, mi pare ritorna)... Dopo anni, giorni fa, colto da curiosità, ho visto il film (gratis su Sky, pagarlo ovviamente non ci andavo!) :splat) :splat) :splat)
 
Infatti anche io ho fatto esattamente come te: era meglio se quelle due ore davanti al televisore con Sky acceso le impiegavo in altro modo... :splat) :splat) :splat) :splat)
 
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