Scontri e proteste davanti all'Ambasciata Italiana a Bengasi in Libia: 11 morti.

Tigre 147

Nuovo Alfista
23 Ottobre 2004
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Provincia MI
BENGASI (LIBIA) - Morti, feriti, auto bruciate e lancio di pietre, scontri e spari a Bengasi, in Libia, in una manifestazione di protesta davanti al consolato italiano, unica rappresentanza di un paese occidentale in città. A scatenare la folla l'iniziativa del ministro Calderoli di indossare alcuni giorni fa una maglietta dove erano stampate le vignette satiriche su Maometto. Immediati i riflessi politici in Italia, con il premier Berlusconi che sfiducia il ministro invitandolo a dimettersi «subito». Analoga richiesta dall'opposizione. «Mandarlo a casa è il minimo» sintetizza Prodi. Laconica la replica di Calderoli: «Il problema non sono i morti di Bengasi o il governo italiano, qui c'è di mezzo l'Occidente» si è difeso il ministro leghista.

«ERANO UN MIGLIAIO» - Tornando alle proteste in Libia, la polizia sarebbe intervenuta «energicamente» per disperdere la manifestazione, usando anche le armi. Undici persone sono morte secondi fonti di sicurezza del governo di Tripoli. Si parla almeno di cinquanta feriti, alcuni in gravi condizioni, tra i libici.

IN SALVO I 6 FUNZIONARI ITALIANI - I sei funzionari del consolato stanno tutti bene, come confermato anche dalla Farnesina. Durante i tafferugli i manifestanti, che non hanno comunque raggiunto l'edificio, hanno dato fuoco a tre o quattro vetture dei funzionari, tra le quali quella del console Giovanni Franco Maria Pirrello, che per motivi di sicurezza è stato portato via dalla polizia. «I manifestanti erano un migliaio e le forze dell'ordine, una sessantina di agenti, sono state praticamente travolte», ha raccontato lo stesso Pirrello. «Era noto che ci sarebbe stata una manifestazione in Libia e tra l'altro - ha spiegato il diplomatico - oggi è venerdì. Certo - ha aggiunto - che l'opinione pubblica libica fosse risentita è senz'altro vero ma non ci attendevamo una manifestazione così violenta

Fonte: www.corriere.it

Mentre scrivo è giunta la notizia che il Ministro delle Riforme Calderoli ha rassegnato le dimissioni.
 
Io non riesco a capire proprio cosa gli è passato per la mente... in mezzo mondo dell'Islam bruciano le bandiere danesi e lui che fa?... mah...

Alcune volte sembra che ce le andiamo proprio a cercare... speriamo di calmare le acque con le dimissioni tramite la diplomazia.
 
Ha fatto una cazzata, ma i musulmani (sicuramente aizzati ad hoc da qualche potere forte che ha interesse ad innescare una guerra "religiosa" con l'occidente) dimostrano di esser incivili, rozzi e superficiali. In Nigeria sono state bruciate 18 chiese e uccisi 16 cristiani, per qual motivo? Per essere cristiani e basta? E il prete accoltellato in Turchia 10 giorni fa? cosa centravano loro con vignette e magliette satiriche sull'islam?
Allora noi italiani quando un marocchino stupra una nostra concittadina dovremmo essere autorizzati a sterminarli tutti?

Ragazzi il vero problema non sono le vignette o il Calderoli di turno con le sue trovate, sono quelli che abitano dall'altra parte del mondo (o quasi) che non hanno il minimo senso del dialogo. Vengono qui da immigrati non per elemosinare una ciotola di minestra o un lavoro qualunque, vengono per imporsi con le buone o le cattive, per far valere la loro mentalità e la loro (scarsa) cultura... Dobbiamo far valere le nostre tradizioni, la nostra fede, il nostro modo di essere (che è sicuramente più democratico del loro) o verremo spazzati via... E i politici invece di insltarsi vicenda per farsi eleggere riflettano su questo una buona volta! :KO)
 
yugs":3po67e0g ha detto:
Dobbiamo far valere le nostre tradizioni, la nostra fede, il nostro modo di essere (che è sicuramente più democratico del loro) o verremo spazzati via... E i politici invece di insltarsi vicenda per farsi eleggere riflettano su questo una buona volta! :KO)

uhm son pessimista su questo, unico* modo sarebbe appunto portargli la cultura, ma è impossibile pensare di portarla a 2 miliardi di persone nel giro di pochi anni. Da come la vedo io, noi siamo sempre di meno e loro sempre di più e saremo sostituiti
 
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