Confessione-shock dello sprinter britannico Dwain Chambers, squalificato nel 2004 per due anni per uso di doping e poi tornato con scarso successo alle competizioni dopo una parentesi nel football americano.
Secondo quanto racconta lo stesso Chambers nella sua autobiografia "Race Against Me" in uscita la prossima settimana e di cui oggi il quotidiano Daily Mail ha diffuso un'anticipazione, l'atleta in dodici mesi è arrivato a prendere più di 300 sostanze proibite senza mai essere scoperto nei 10 controlli ai quali è stato sottoposto nel corso dello stesso anno.
Chambers è stato il primo personaggio di alto livello a rimanere coinvolto nello scandalo Balco (laboratorio californiano che gli forniva doping di origine per lo più sintetica) quando risultò positivo nel 2003 per Thg. "Dopo quattro mesi che seguivo il mio programma ero diventato l'uomo più veloce del mondo - racconta Chambers - ma ogni giorno avevo bisogno di doparmi. Al punto in cui stavano le cose ero un autentico tossicomane. Eppure non riuscivano a scoprirmi, nemmeno usando i macchinari più sofisticati. Mi facevo controllare anche in un laboratorio privato, per capire se potevo continuare a barare, e neppure lì risultava niente. Nello stesso periodo in cui mi hanno sottoposto a dieci test senza che risultassi mai positivo, ho vinto un oro agli Europei e ho corso veloce come mai prima".
"In seguito ho capito - continua il velocista britannico - che in quel periodo non mi stavo preoccupando di me stesso. Anche se il mio corpo rigettava certe cose, io ho continuato a prenderle finché non mi hanno scoperto. Nel mese di ottobre ho preso 21 sostanze diverse: non solo Thg (ormone sintetico della crescita n.d.r.) ma anche Epo, ormone della crescita naturale, e testosterone. Poi altri prodotti per cercare di dormire meglio e per ridurre il colesterolo. Non è tutto: mi iniettavo tre fiale d'insulina nella parte bassa dello stomaco alla fine di ogni seduta di pesi in palestra. Il giorno di Natale, mentre seduto sulla tazza del water mi prendevo il Thg, mi sono reso conto che quell'anno avevo preso più di 300 diverse sostanze, e che questo 'programma' mi era costato sui trentamila dollari. Il tutto per scendere, sui 100 metri, dai 9"97 in cui correvo quando ero pulito ai 9"87 di quando stavo barando: allora ho cominciato a chiedermi cosa cavolo stessi facendo, e se ne valesse la pena".
"E a quel punto mi sono detto - spiega Chambers - che il motivo di questa situazione è che avevo paura di perdere i miei contratti con gli sponsor. Soltanto la marca che mi forniva le scarpe mi dava duecentomila sterline all'anno, ma nell'accordo c'era una clausola che riduceva automaticamente questa cifra se non fossi rimasto come tempi fra i primi tre del mondo. Ecco perché mi sono convinto che dovevo continuare a doparmi".
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