Una volta un grande progettista dell'Alfa Romeo diceva: "ogni cosa va sempre analizzata nel suo contesto".
I canoni di cui si ciancia (sissignore, si ciancia, perchè di discorsi realmente seri e non campati per aria, alla tipica maniera professorale o populista, non ne vedo granchè da dieci anni) possono essere applicabili quà, là, ma magari non lì nè quì.
Io mi son fatto le prime idee "mature" che stava oramai tramontando la prima repubblica. Adolescente e neodiplomato mi son puppato mani pulite. Crescendo, e dovendo per forza di cose (già, quà pappa pronta, auto presa dal papi, vacanze studio all'estero non se ne son mai avute) affacciarmi al mondo del lavoro forse forse ho respirato la corretta e coerente aria del periodo senza le tante seghe mentali e teorie dei massimi sistemi di cui vedo infarciti tanti miei coetanei.
Sulla mia pelle ho conosciuto i lavori in nero, quelli precari, quelli umili, quelli di prestigio. E forse forse ho capito come è di fatto la gente che costuisce questo paese. E ho visto come le varie teorie "importate dall'esterno" sono per forza di cose inapplicabili.
Un mio vecchio adagio è che l'Italia non è l'America. Ed è vero. Si è inneggiato al liberismo, al privato, in questa Repubblica nata sconfitta dalle ceneri della seconda guerra mondiale, e che ha materie prime pari allo zero. Si va sempre a guardare all'estero per trovare dei punti di forza degli altri, ma non si fa quella semplice ma difficile cosa che si chiama "contestualizzarli". Il merito? Nei modi e nei gradi che la società può esprimere e tollerare. Non si dica che è il mancato riconoscimento del merito che porta i cervelli ad andare via: è il fatto che li si voglia pagare due lire. Il merito? Quello tanto propagandato in sede di colloquio di assunzione, quando si pretende da parte degli "illuminati" imprenditori di pagarti due lire pur essendo laureato od avendo un certo know how? Certo il know how, l'esperienza, tutto quanto, tutto bello. Ma ci si dimentica forse che ci si deve CAMPARE.
In questo Paese è stucchevole, e porterà ancora d+ all'esasperazione delle masse, sentirsi fare la morale sul posto fisso posto precario da parte di chi precario non lo è da una vita, e magari ascoltato da chi sa benissimo come si distribuiscono dottorati e cattedre. La coerenza basterebbe a creare condizioni per far sì che il merito possa essere riconosciuto.
In questo Paese del ****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso! se dopo la guerra gente che aveva un cervello decisamente superiore (presi singolarmente) di quello che possono vantare titolati deficienti oggi costituenti "la classe dirigente" (sì, degli imbecilli, e questi sono i risultati) e che ha costruito sto paese ha posto alcuni paletti ed alcune priorità lo avran ben fatto secondo dei criteri studiati e una intelligenza sociale applicata. Chissà come è che non si studia mai la storia contemporanea, hai visto mai che poi la gente pensasse "forse l'esempio di cosa fare ce l'abbiamo a 50 anni di distanza, e siamo oggi quel che abbiamo vissuto 50 anni fa".
Si è cianciato contro la presenza massiccia pubblica nell'impresa. Dimenticando che quando essa è DEGENERATA (ergo: l'applicazione spicciola, non il concetto in se) si son avuti problemi, non prima. Quando non si è cercata la SERIETA' nella gestione, prima esistente (il caso Alfa Romeo è emblematico di come una attenta gestione statale abbia creato un'azienda, un modo di essere, degli splendidi prodotti e dell'occupazione, che non guasta mai), si son avute le degenerazioni. Che è osceno, grida vendetta al cospetto della coerenza, sentir demonizzare da parte di chi, in autonomia, ha applicato nelle sue aziende la stessa cosa.
Da dipendente pubblico, ex privato, ex lavoratore autonomo, mi scontro ogni giorno con l'ipocrisia di chi demonizza la "eccessiva burocrazia" ma poi potendo bypassarla si caga sotto, non ne ha voglia. Quando vedi che maledicono la burocrazia che gli fa pagare 14.62 di marca da bollo un certificato, che gli dici essere inutile, perchè basterebbe una autocertificazione che è un loro diritto da far rispettare e gli richiede poco tempo e poca riflessione, e poi il certificato lo fanno, beh, ti rendi conto che dovresti poter sputare in faccia a questa gente. E più in su ad altri che son dello stesso DNA. In realtà è tutta una grande presa per il culo, una ipocrisia oramai istituzionalizzata, un mentire sapendo di farlo per non aver le palle di vedere che "il re è nudo". Era così quando qualcuno doveva aggiustarsi i cazzi suoi e cianciava che di crisi non ne esisteva. E' così quando fior di tecnici che ricevettero il mio iniziale consenso fanno nè + nè - quello che son capaci di fare: una emerita mazza.
Si è voluti essere, nel mondo, sempre meno "sociali" e sempre + "libero mercato". Il risultato è servito, cosa ci si lamenta a fare? Se si diceva che le aziende pubbliche e statali, gestite A MODO (da chi? Dai politicanti che prevedono il merito certo ma "per altri, non per me e i miei amici?), erano una ricchezza per un paese che comunque non aveva chissà che sbocchi, si era tacciati di socialismo o di comunismo. Chissà come è che l'unico grande paese "comunista" rimasto sta tenendo per i coglioni tutta l'economia mondiale, e si chiama Cina. E si ha poco da condannarli per i diritti umani, per lo sfruttamento, per quanto vi pare, inquinamento incluso. Fanno con coerenza nè + nè meno quanto si è propagandato come "Il verbo" per anni: ho i soldi, faccio i cazzi miei.
Non lo ha forse fatto l'America per decenni? Un sistema liberista spinto può essere considerato valido (ma mostra la corda, come l'ha mostrata) in paesi "nati" così o dove una possibile, compatibile, studiata e strutturata evoluzione ha creato le basi perchè questo avvenisse. In Italia no. Non vi sono a mio parere nè basi nè cultura. E tutto il parlare di bei e massimi sistemi, di flessibilità come nel mondo (dove però lavori), di non considerare un plus il posto fisso (come è considerato invece in tutto il mondo dell'accesso al credito, credito necessario oramai non per stralussi ma per cose basilari), serve nè + nè - ai deficienti a poter dire qualcosa (perchè se dovessero dire cose serie, dovrebbero tacere) e chi ne sa di cercare di inculcare nella gente (Goebbels insegna) un po' di terzo mondo.
Perchè dire che oramai siamo alla frutta, che il terzo mondo lo siamo già grazie alla deficienza della classe politica dell'altro ieri (non di trent'anni fa e basta), che la Grecia è vicina e se non lo è la Grecia al massimo potremo essere meno della Serbia, eh si sa, farebbe saltare i nervi a troppe persone. E pur condannando le manifestazioni violente e teppiste che si verificano ai G8, nulla mi leva dalla testa che i nostri cari "dirigenti" l'abbiano ben capita l'aria che tira.
E l'art. 18 e quà e là. Per quale motivo, di grazia? Per far convincere quella piccola impresa a conduzione familiare che può trattare a mo di capra da allevamento il dipendente che fino ad oggi aveva visto come uno di famiglia? Per farci diventare come i serbi, che a 200 euro al mese si devono considerare fortunati (stipendi erogati da imprenditori italiani)? Sarà anche difficile cambiare la spirale, anche perchè ci si doveva pensare molto prima e con intelligenza. Ma non è accompagnando all'eutanasia che si salva il morto.
Perchè di questo si tratta, e ben disse Di Pietro a Ballarò nel suo italiano stentato di cui tutti ridono (mi pare la storia del dito e della luna): operazione ineccepibile, ma il paziente è morto.
Se si è incapaci di raddrizzare la barca, lo si dica. Perchè da mesi sento l'adagio che non siamo la Grecia, ma ne stiamo pantografando le scelte e l'iter, solo a un livello lievemente + alto.
Si dovrebbe avere il coraggio di minacciare l'uscita dall'euro, che farebbe saltare sì la nostra economia residuale, ma farebbe saltare per aria pure la incaponita deficienza tedesca, che in una cosa è sempre stata brava: a far pagare agli altri i cazzi suoi, dalla riunificazione in avanti.
C'è poco da parlare di merito per convincere che "se non lavori è perchè non lo meriti o perchè qualcuno meno meritevole ti prende il posto" (notoriamente si è sempre fatto così nel settore degli edili, dei meccanici, eccome no..........). Andiamo a vedere quanto merito c'è nei ministeri anche quello di Brunetta (cambiato il ministro, siamo sempre coi soliti lacchè, e le "innovazioni" si vedono eccome, tutte stronzate da fumo negli occhi) ma pure nei gruppi privati. Nelle cattedre dell'università. Nei figli dei ministri oggi sul caregone. Il merito sta diventando la SCUSA, la foglia di fico, per non ammettere il fallimento di anni di malagestione di un Paese che, dati i suoi punti di forza, è stato completamente gestito in modo opposto.
Ma lo si dovrebbe dire con chiarezza. E se uno come Tremonti anni fa ha avuto certi discorsi "da socialismo" forse forse è perchè una via la si trova lì, non certo nel suo opposto e nella guerra fra poveri. Che temo si possa risolvere in una guerra civile che se salta in un punto della UE oggi, non è detto che non salti anche domani in altri "n" punti.