Da Gazzetta.it
Gli operatori Rai sono in agitazione: salta lo slalom gigante maschile con 28 paesi collegati. Responsabile un sindacato minore. Domani il recupero.
BORMIO (So), 8 febbraio 2005 - Tutti al rifugio, oggi non si gareggia. Eppure c'è il sole, tanta neve, condizioni ideali e il programma ufficiale dice che questa mattina sarebbe dovuto andare in pista il gigante degli uomini. Con Max Blardone che sognava il podio, magari per salirci e mantenere la promessa di sventolare da lassù la sua bandiera del Toro. Persino il parroco del suo paese aveva rinviato un funerale per essere a bordo pista ad applaudire il suo parrocchiano più celebre. Così come migliaia di tifosi e appassionti che hanno scollinato dalla Svizzera e dall'Austria, come oltre 900 bambini e ragazzini delle scuole di Tirano. E così come idealmente erano lì milioni di telespettatori che attendevano la diretta in 28 paesi. Invece non se ne è fatto nulla, domani, casomai. Oggi niente sci, si sta al caldo, c'è sciopero. No, nessuna rivendicazione da parte degli sciatori, non si sono messi in testa di imitare i colleghi dell'hockey ghiaccio americano. A scioperare sono stati i tecnici della tv. E senza tv non ci può essere Mondiale, se non va in televisione lo sport non esiste.
Sono stati gli operatori di un piccolo sindacato Rai, con la loro agitazione, a far saltare tutto. A rimandare a casa migliaia di tifosi, molti dei quali imbufaliti, tanto da costringere la polizia a presidiare la sede operativa della tv di stato a Bormio. Libersind, questa la sigla autonoma, ha proclamato lo sciopero, al quale secondo il suo segretario territoriale per la Lombardia, Walter Di Marino, hanno poi aderito anche molti lavoratori iscritti ad altre organizzazioni. Tanto da rendere impossibile la messa in onda della telecronaca diretta, così almeno secondo la Fis, federazione internazionale e la Ebu (European Broadcasting Union) che avrebbe sborsato 77 milioni di euro per i diritti. Con un comunicato la Rai ha fatto sapere che la telecronaca sarebbe comunque stata possibile, si parla di 16 telecamere sulle 21 previste, anche se la regista Anna Giustiniani ha parlato di "garanzie precise richieste dalla Fis che con questa situazione non potevamo dare..". Per riuscirci sarebbero stati anche chiamati in tutta fretta operatori Rai non lombardi di stanza a Santa Caterina.
Inviperiti, come è facile da immaginare, gli organizzatori che in una nota hanno scritto: "L'atteggiamento irresponsabile dell'ente radiotelevisivo danneggia gravemente l'immagine del nostro paese. Proprio nel momento di massima visibilità, quando gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull'Alta Valtellina, sulla Lombardia, sull'Italia, la decisione di indire uno
sciopero appare del tutto incomprensibile e suscita profondo sconcerto
nell'opinione pubblica". Così come sconcertato è il presidente della Fis Gian Franco Kasper che ha parlato di "sciopero illegale" e ha ricordato un precedente dell'altro Mondiale organizzato in Valtellina, nel 1985, quando uno sciopero Rai si limitò a minacciare la regolarità delle competizioni. La stessa Fis ha poi fissato a domani, giornata originariamente destinata al riposo, il recupero del gigante maschile, con la Libersind che minaccia ancora, ma anche con una squadra di operatori stranieri (svizzeri, austriaci e tedeschi) messi in allerta dalla Fis. Resta il fatto che non ci sono precedenti nella storia dello sport mondiale. La tv che tanto condiziona programmazione, calendari e orari dello sport ha in un certo senso raggiunto il paradosso di chiudere lo sport. E resta, dolorosamente, una figuraccia colossale. Nel giorno che inaugura il conto alla rovescia a un anno esatto da Torino 2006.
Gli operatori Rai sono in agitazione: salta lo slalom gigante maschile con 28 paesi collegati. Responsabile un sindacato minore. Domani il recupero.
BORMIO (So), 8 febbraio 2005 - Tutti al rifugio, oggi non si gareggia. Eppure c'è il sole, tanta neve, condizioni ideali e il programma ufficiale dice che questa mattina sarebbe dovuto andare in pista il gigante degli uomini. Con Max Blardone che sognava il podio, magari per salirci e mantenere la promessa di sventolare da lassù la sua bandiera del Toro. Persino il parroco del suo paese aveva rinviato un funerale per essere a bordo pista ad applaudire il suo parrocchiano più celebre. Così come migliaia di tifosi e appassionti che hanno scollinato dalla Svizzera e dall'Austria, come oltre 900 bambini e ragazzini delle scuole di Tirano. E così come idealmente erano lì milioni di telespettatori che attendevano la diretta in 28 paesi. Invece non se ne è fatto nulla, domani, casomai. Oggi niente sci, si sta al caldo, c'è sciopero. No, nessuna rivendicazione da parte degli sciatori, non si sono messi in testa di imitare i colleghi dell'hockey ghiaccio americano. A scioperare sono stati i tecnici della tv. E senza tv non ci può essere Mondiale, se non va in televisione lo sport non esiste.
Sono stati gli operatori di un piccolo sindacato Rai, con la loro agitazione, a far saltare tutto. A rimandare a casa migliaia di tifosi, molti dei quali imbufaliti, tanto da costringere la polizia a presidiare la sede operativa della tv di stato a Bormio. Libersind, questa la sigla autonoma, ha proclamato lo sciopero, al quale secondo il suo segretario territoriale per la Lombardia, Walter Di Marino, hanno poi aderito anche molti lavoratori iscritti ad altre organizzazioni. Tanto da rendere impossibile la messa in onda della telecronaca diretta, così almeno secondo la Fis, federazione internazionale e la Ebu (European Broadcasting Union) che avrebbe sborsato 77 milioni di euro per i diritti. Con un comunicato la Rai ha fatto sapere che la telecronaca sarebbe comunque stata possibile, si parla di 16 telecamere sulle 21 previste, anche se la regista Anna Giustiniani ha parlato di "garanzie precise richieste dalla Fis che con questa situazione non potevamo dare..". Per riuscirci sarebbero stati anche chiamati in tutta fretta operatori Rai non lombardi di stanza a Santa Caterina.
Inviperiti, come è facile da immaginare, gli organizzatori che in una nota hanno scritto: "L'atteggiamento irresponsabile dell'ente radiotelevisivo danneggia gravemente l'immagine del nostro paese. Proprio nel momento di massima visibilità, quando gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull'Alta Valtellina, sulla Lombardia, sull'Italia, la decisione di indire uno
sciopero appare del tutto incomprensibile e suscita profondo sconcerto
nell'opinione pubblica". Così come sconcertato è il presidente della Fis Gian Franco Kasper che ha parlato di "sciopero illegale" e ha ricordato un precedente dell'altro Mondiale organizzato in Valtellina, nel 1985, quando uno sciopero Rai si limitò a minacciare la regolarità delle competizioni. La stessa Fis ha poi fissato a domani, giornata originariamente destinata al riposo, il recupero del gigante maschile, con la Libersind che minaccia ancora, ma anche con una squadra di operatori stranieri (svizzeri, austriaci e tedeschi) messi in allerta dalla Fis. Resta il fatto che non ci sono precedenti nella storia dello sport mondiale. La tv che tanto condiziona programmazione, calendari e orari dello sport ha in un certo senso raggiunto il paradosso di chiudere lo sport. E resta, dolorosamente, una figuraccia colossale. Nel giorno che inaugura il conto alla rovescia a un anno esatto da Torino 2006.