Marchionne vs Pomigliano (e gli aiuti di stato...)

simo__87":1tvfgmta ha detto:
non sto dicendo che gli operai non hanno colpe, ma sicuramente c'è anche altro che non va...purtroppo non conosco la situazione di Pomigliano quindi spero che qualcuno più informato di me (e di noi tutti che siamo intervenuti) mi/ci spieghi meglio la situazione

non voglio tirare in ballo la politica, ma dire che uno stabilimento va chiuso perchè va male a causa SOLO degli operai napoletani che (per luogo comune) sono scansa fatiche e incompetenti mi fa venire in mente movimenti separatisti padani :ka)
quoto
e rimango sempre amareggiato quando leggo argomentazioni sparate con una certa facinoleria...
 
Adesso ricominciamo con 'sti filmati che nn provano nulla?
ci siamo già scannati abbastanza nell'altro topic no? :KO)
Quando un qualsiasi lavoratore è in pausa, ha il diritto di fare quello che caxxo gli pare, basta che non arrechi danno al prossimo, non vedo che ci sia di male nel dormire o fare uno scherzo innocente ad un collega, con questo chiudo, non ho intenzione di fare una polemica (ulteriore) sull'argomento ;)
 
Quadrifoglio_oro":ktwukv96 ha detto:
Adesso ricominciamo con 'sti filmati che nn provano nulla?
ci siamo già scannati abbastanza nell'altro topic no? :KO)
Quando un qualsiasi lavoratore è in pausa, ha il diritto di fare quello che caxxo gli pare, basta che non arrechi danno al prossimo, non vedo che ci sia di male nel dormire o fare uno scherzo innocente ad un collega, con questo chiudo, non ho intenzione di fare una polemica (ulteriore) sull'argomento ;)

cosa??? a casa sua FORSE può fare quello che gli pare...NON certo in una fabbrica che NON E' SUA e dove lavora e viene pagato per questo.
anche nel periodo di pausa non può certo fare quello che gli pare...
se io assumo una segretaria anche se le do mezz'ora di spacco per pranzo...e lei quella mezz'ora la trascorre nel MIO ufficio col cavolo che fa quello che le pare...vada FUORI se può e se voglio a fare quello che vuole...non certo nel mio ufficio...

ma che dite...bah....
 
mancio83":3umwd1bt ha detto:
Quadrifoglio_oro":3umwd1bt ha detto:
Adesso ricominciamo con 'sti filmati che nn provano nulla?
ci siamo già scannati abbastanza nell'altro topic no? :KO)
Quando un qualsiasi lavoratore è in pausa, ha il diritto di fare quello che caxxo gli pare, basta che non arrechi danno al prossimo, non vedo che ci sia di male nel dormire o fare uno scherzo innocente ad un collega, con questo chiudo, non ho intenzione di fare una polemica (ulteriore) sull'argomento ;)

cosa??? a casa sua FORSE può fare quello che gli pare...NON certo in una fabbrica che NON E' SUA e dove lavora e viene pagato per questo.

Il periodo di pausa pranzo non è considerato lavorativo o affine al lavoro, quindi (nei limiti) si può quello che si vuole.........anche dormire!
 
la qualità di Pomigliano è un problema molto serio.....se dipende solo dagli operai ( ovviamente io non lo so ) dovrebbero mettersi in riga perchè rischiano il posto!!!!
in Polonia ( per esempio ) c'è moltoa gente che avendo conosciuto la miseria della disoccupazione da molto vicino, lavora seriamente per tenersi stretto il posto!!
 
sul forum di Aroc ho trovato riportato questo testo (integralmente reperibile al link dei cobas di pomigliano).... un punto di vista diverso e interessante: http://www.slaicobas.it/view_fodarticle ... 08&lang=en

Con una recente sceneggiata su stampa e TV l’amministratore delegato Marchionne ha cercato di scaricare le note magagne aziendali sui lavoratori. Le tragicomiche sceneggiate sui reparti del nuovo direttore di stabilimento hanno lo stesso scopo: salvarsi la faccia -e la carriera- proseguendo nelle devastanti politiche che hanno prima portato alla chiusura dell’Alfanord ed oggi stanno accelerando il premeditato ‘confezionamento’ di uno stato di irreversibile sfascio impiantistico ed occupazionale all’Alfasud. E’ inqualificabile la pretesa aziendale di ulteriore aumento dei ritmi -già oggi insostenibili- e del sabato lavorativo fisso sui due turni. Gli RLS di tutti i sindacati coprono l’intera operazione col ‘patto di solidarietà’ in appoggio al nuovo direttore, firmato lo scorso giovedì, nonostante i gravi infortuni avvenuti in 147 e 159.

Non è un caso che la fabbrica (già compromessa dalle logiche speculative del ‘prendi i soldi e fuggi’ -e clientelari- delle terziarizzazioni) oggi cade letteralmente a pezzi sui lavoratori, grazie anche alle scelte di azzeramento dei servizi tecnici e dei necessari interventi di manutenzione ordinaria e strutturale nonché di non riammodernamento impiantistico E’ grazie a questi ‘signori’ (ed alle coperture della concertazione politica e sindacale di cui godono) che oggi si delibera appena il 10% delle scarse 700 vetture (147 e 159) prodotte al giorno: il 90% è scartato per i noti difetti di lastratura, verniciatura e stampaggio (lo stampaggio è stato dimezzato dalla terziarizzata che ha arraffato e portato fuori intere linee di presse prima di restituire gli impianti alla Fiat: nel reparto non si riesce ad aggiustare gli stampi e molti pezzi sono prodotti altrove), oppure per i cronici ritardi di fornitura dei particolari da montare da parte delle aziende dell’indotto. (.....)
 
giangirm":vfdn1ftv ha detto:
E’ inqualificabile la pretesa aziendale di ulteriore aumento dei ritmi -già oggi insostenibili- e del sabato lavorativo fisso sui due turni.
Poverini...Voglia di lavorare saltami addosso eh?! :sic)

necessari interventi di manutenzione ordinaria e strutturale nonché di non riammodernamento impiantistico E’ grazie a questi ‘signori’ (ed alle coperture della concertazione politica e sindacale di cui godono) che oggi si delibera appena il 10% delle scarse 700 vetture (147 e 159) prodotte al giorno: il 90% è scartato per i noti difetti di lastratura, verniciatura e stampaggio (lo stampaggio è stato dimezzato dalla terziarizzata che ha arraffato e portato fuori intere linee di presse prima di restituire gli impianti alla Fiat: nel reparto non si riesce ad aggiustare gli stampi e molti pezzi sono prodotti altrove), oppure per i cronici ritardi di fornitura dei particolari da montare da parte delle aziende dell’indotto. (.....)
Questa parte, in linea di massima, invece la posso anche quotare. E come ho sempre detto fa parte della famosa "parte di colpa" della parte "alta" dell'azienda. ;)
 
giangirm":3jwj317f ha detto:
sul forum di Aroc ho trovato riportato questo testo (integralmente reperibile al link dei cobas di pomigliano).... un punto di vista diverso e interessante: http://www.slaicobas.it/view_fodarticle ... 08&lang=en

Con una recente sceneggiata su stampa e TV l’amministratore delegato Marchionne ha cercato di scaricare le note magagne aziendali sui lavoratori. Le tragicomiche sceneggiate sui reparti del nuovo direttore di stabilimento hanno lo stesso scopo: salvarsi la faccia -e la carriera- proseguendo nelle devastanti politiche che hanno prima portato alla chiusura dell’Alfanord ed oggi stanno accelerando il premeditato ‘confezionamento’ di uno stato di irreversibile sfascio impiantistico ed occupazionale all’Alfasud. E’ inqualificabile la pretesa aziendale di ulteriore aumento dei ritmi -già oggi insostenibili- e del sabato lavorativo fisso sui due turni. Gli RLS di tutti i sindacati coprono l’intera operazione col ‘patto di solidarietà’ in appoggio al nuovo direttore, firmato lo scorso giovedì, nonostante i gravi infortuni avvenuti in 147 e 159.

Non è un caso che la fabbrica (già compromessa dalle logiche speculative del ‘prendi i soldi e fuggi’ -e clientelari- delle terziarizzazioni) oggi cade letteralmente a pezzi sui lavoratori, grazie anche alle scelte di azzeramento dei servizi tecnici e dei necessari interventi di manutenzione ordinaria e strutturale nonché di non riammodernamento impiantistico E’ grazie a questi ‘signori’ (ed alle coperture della concertazione politica e sindacale di cui godono) che oggi si delibera appena il 10% delle scarse 700 vetture (147 e 159) prodotte al giorno: il 90% è scartato per i noti difetti di lastratura, verniciatura e stampaggio (lo stampaggio è stato dimezzato dalla terziarizzata che ha arraffato e portato fuori intere linee di presse prima di restituire gli impianti alla Fiat: nel reparto non si riesce ad aggiustare gli stampi e molti pezzi sono prodotti altrove), oppure per i cronici ritardi di fornitura dei particolari da montare da parte delle aziende dell’indotto. (.....)

grazie del contributo giangirm :OK)
ho letto tutto l'articolo...e sinceramente...non ci posso credere :?: ma è vero ciò che riportano?!
non c'è nessuno di pomigliano che ci legge e che potrebbe fare chiarezza?
 
Pomigliano non va chiuso definitivamente, va chiuso e perfezionato.
Quando sarà in grado di competere allora andrà riaperto.
Dubito che la colpa sia solo degli operai. Lavorano a catena, potranno fare qualche errore ma non paragonabile a una attrezzatura da terzo mondo.
Questo governo che aveva un libro di promesse, e finanziamenti per il mezzogiorno che aiuti lo stabilimento di pomigliano in maniera di renderlo importante.
E se un operaio sgarra lo si lascia a casa a pedate ;)
 
fratz147":1wuku6rw ha detto:
M-jetnasona2":1wuku6rw ha detto:
Questo governo che aveva un libro di promesse
Come tutti i governi, quei libri vengono cestinati immediatamente dopo le elezioni
ok sono daccordo,però in questo caso il governo attuale sulla carta era governo amico della fiat e del mezzogiorno ;)
 
M-jetnasona2":kadwhzg4 ha detto:
ok sono daccordo,però in questo caso il governo attuale sulla carta era governo amico della fiat e del mezzogiorno ;)
Peggio ancora!Non esisterà mai un governo amico! :sarcastic)
 
mancio83":3702afks ha detto:
minkiux":3702afks ha detto:
Voglio solo sperare non facciano atti di ritorsione assamblando a ca*** le 159 attuali!

ma certo che li fanno....
è per questo che spero che quello stabilimento venga chiuso o peggio bruciato al + presto (magari con tutti dentro... :rotolo) )

è uno schifo assoluto il comportamento-modus operandi-modo di pensare di quello stabilimento.... :nono02)

Non degni di risposta.
 
sempre meglio
Da "Il MAttino" di ieri 27/10/2007

Raid all’Alfa, danneggiate quaranta auto
Nei documenti aziendali l’analisi sui gap competitivi Marchionne lanciò l’allarme «Basta con la conflittualità»

Pomigliano, le vetture erano pronte per il mercato. Scatta l’indagine dei carabinieri: sentiti alcuni dipendenti

DALL’INVIATO GIGI DI FIORE Pomigliano. Erano quasi pronte per il trasporto nelle concessionarie di tutt’Italia. Una quarantina di auto Alfa 159 nuove di zecca. Appena uscite dalla catena di montaggio dello storico stabilimento Fiat campano. Ma alla verifica finale, la sorpresa: nella notte, o chissà quando, qualcuno ha strisciato con un punteruolo le fiancate di tutte quelle auto. Sabotaggio, vandalismo, dispetto, difetto nel montaggio? Obbligata la strada scelta dall’azienda: l’immediata denuncia alla compagnia di carabinieri di Castello di Cisterna. E immediata anche la presa di posizione della Fim-Cisl con la Rsu, che hanno subito diffuso un loro comunicato. Contiene la «condanna per il sabotaggio di alcune vetture». Ma soprattutto una lettura storica dell’episodio, inquadrato in un periodo di «difficile e complessa vertenza, legato alle prospettive industriali ed occupazionali della realtà di Pomigliano». Per ora, i carabinieri non si sbilanciano. Lavorano su due ipotesi: il danneggiamento doloso, o un difetto produttivo nella catena di montaggio. Di certo, saranno sentiti tutti i presenti in azienda da giovedì sera all’ora in cui è stata fatta la scoperta sulle 40 auto. Ma l’episodio alimenta un clima di tensione interna già esistente in uno stabilimento che una trentina di anni fa fu al centro di conflittualità esasperate. Si chiede la Fim-Cisl: «Quale strategia si nasconde? Perché proprio ora?» Interrogativi giustificati dall’assenza, nell’ultimo anno, di denunce per atti di vandalismo nello stabilimento. Nella geografia della Fiat group, lo stabilimento di Pomigliano viene considerato una realtà da tenere sotto osservazione. Poco prima dell’estate scese a Napoli Sergio Marchionne, amministratore delegato. A dirigenti aziendali e leader sindacali lanciò l’invito a «mettere fine alla microconflittualità interna, che danneggia la competitività». Ma il fuoco ha continuato a covare sotto la cenere. L’annuncio aziendale dello spostamento della produzione dell’Alfa 147 da Pomigliano a Cassino non contribuisce a migliorare le relazioni tra sindacati, soprattutto le sigle Cobas, e Azienda. La recente sonora bocciatura dell’accordo sul welfare (il 92 per cento, pari a 1874 voti, ha detto no, opposto a soli 199 sì) è stata una spia dell’aria che tira a Pomigliano. In alcuni documenti aziendali, circolano analisi sul «gap competitivo rispetto ad altri impianti di cui soffre la fabbrica napoletana», oppure sulla «piaga dell’assenteismo», nonché sulla presenza di «forti frange politicizzate che si riconoscono in sigle dell’estrema sinistra». Una realtà delicata. E un anno e mezzo fa, nello spirito del turn over dei direttori degli stabilimenti Fiat, venne deciso un ritorno: quello di Sebastiano Garofalo, siciliano, a Pomigliano già una decina di anni fa. Dopo Mirafiori e Termini Imerese, Garofalo è stato rispedito in provincia di Napoli proprio perché profondo conoscitore di quella realtà aziendale in cui aveva già lavorato. E si è trovato a fronteggiare tensioni all’ordine del giorno. Per martedì, i Cobas hanno convocato un’assemblea alla sala Gemito a Napoli. Mentre sono continue le denunce con comunicati dello Slai-Cobas. Vi si parla, ad esempio, di «scarto del 94 per cento per difetti o mancanza di particolari ogni 100 vetture prodotte», per impianti vecchi e da aggiornare. Poi, gli episodi di conflittualità quotidiana. Nove giorni fa, alle quattro del pomeriggio, sempre i Cobas denunciarono che una scocca era precipitata in un’area della catena di montaggio, sfiorando un operaio, C.V., addetto al cablaggio-pianali. «Per un pelo non ci è scappato il morto», si legge nel comunicato sindacale. A luglio, uno sciopero spontaneo di quattro lavoratori del reparto «ute 4» contro un quadro aziendale che li aveva rimproverati. Insomma, una realtà complessa, dove le divisioni sindacali sono frequenti. A complicare le cose, l’annuncio del trasferimento di produzioni a Cassino, che potrebbero ridurre i circa 5000 dipendenti di Pomigliano. Per questo, il danneggiamento alle 40 auto nuove non viene sottovalutato. Per ora, l’azienda tace. Ma la sua denuncia ai carabinieri parla chiaro..
 
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