Vedo che ci stiamo avvicinando al discorso......
Allora..... visto che non si vuol vedere le alternative vediamo di rispiegarle facendo un sunto.
Il problema degli stabilimenti italiani di Fiat è che, a dire dell'azienda (fermiamoci al DICHIARATO visto che il "vero dietro" evidentemente non interessa o non lo si vuol/riesce a capire, manco che vivessimo in un mondo dove soprattutto Fiat dichiara VERAMENTE se stessa.....), producono POCO e producono con costi superiori a quello che viene fatto in altri Paesi ed altri stabilimenti.
Quest'ultimo punto è relativo al fatto che questo Paese è, in teoria, non del terzo mondo, quindi i livelli di retribuzione (e i costi relativi per l'azienda) sono, E SARANNO, sempre superiori a quelli di un Paese con costo della vita inferiore e salari inferiori (sinchè dura). Se quindi si vuol produrre 100k Panda quà esse costeranno SEMPRE DI PIU', per la parte "costo della retribuzione", di 100k Panda costruite anche col solito numero di addetti in Polonia o in Serbia.
Ci siamo su questo punto, sì? Bene. Allora la logica dice che stando così le premesse, è + conveniente produrre in un Paese "di primo mondo" dei veicoli con un elevato plusvalore, che significa veicoli in cui la quota di guadagno sia superiore ad altri. Da che mondo è mondo, il plusvalore sale al salire di segmento, perchè se fare una 500 Abarth costa 9500 euro "al costo" a Tichy, è anche vero che una Lounge ne viene 9000. Ma mentre la Lounge è "solo una Fiat", l'altra è una Abarth per la quale vengono chiesti 5000 euro in più che non hanno certamente giustificazione in un "maggior costo" di 5000 euro. E ho parlato dello stesso modello solo in variante diversa, l'una per un certo tipo di clientela ed in un certo segmento, l'altro no. Se quindi si vuol dire che NON E' REDDITIZIO è perchè le scelte aziendali sono state A PRIORI sbagliate. Perchè la Fiat non è presente in modo significativo, nè a volte proprio lo è, nei segmenti di vetture ad elevato controvalore. Questi si chiamano errori strategici aziendali che nulla hanno a che fare con la presenza, o meno, delle pause. Il fatto che stigmatizzo è che in mezzo a dei problemi chiari come il sole di strategia e quindi irrisolvibili con la storia di pause e/o malattina non pagata e via dicendo, si vada a descrivere come LA soluzione appunto questa foglia di fico che copre(ergo risolve) proprio nulla. Perchè oggi viene raccontata così, domani ci si accorgerà come novelli bagonghi che manco così funziona, ed allora si renderà "logico" ridimensionare lo stabilimento. Che è il VERO intendimento, così come lo era nel 2006 ma si pensava a come farlo digerire, perchè dire "Pomigliano chiude" avrebbe significato rivoluzione. Delle due l'una: o Marchionne crede veramente di rendere economicissima la Panda napoletana da vendere nel nord Africa (la manovra sta tutta lì, non certo perchè è un paladino italiano che difende l'occupazione in sto Paese, ma chi ci vuol credere?) ed allora credo che ci siano economisti e finanzieri migliori di lui, o semplicemente (e questa è la presa per il naso in cui cadono le sigle sindacali che appoggiano e credo in buona fede) è la manovra lenta per addivenire ad un ridimensionamento. Che ci sarà. Perchè dopodomani verranno a dire che di Pande se ne devono fare ancora di più.
Non risolvi nulla in questo modo o meglio, devi capire il target quale è. Se il target è il mantenimento di un certo livello di occupazione con uno stabilimento redditizio, bene, non è la strada. La strada ERA, e rimane, quella di assegnare ai plessi italiani delle produzioni di livello medio alto, di qualità (e lì la si finisca per favore di parlare sempre e solo male di maestranze che hanno i loro difetti ma un impianto richiede investimenti, e gli investimenti non li decide la maestranza) che consentano di avere un prezzo di vendita elevato, tale da coprire i costi di produzione in un Paese non da terzo mondo. Ricordiamo inoltre che l'Italia non è l'America, e i conti si devono fare in base al tessuto sociale in cui operi. Perchè l'America? Perchè se realmente vuoi produrre quà in modo redditizio allora non ipotizzi di produrre le Alfa di segmento D nello stabilimento Chrysler di Auburn Hills (che inizialmente avevi dichiarato di voler chiudere, mentre invece ora decidi di tenere aperto per assicurare il lavoro agli americani) dove utilizzerai componentistica ANCHE Chrysler e ti vanti che ti costerà, nolo trasporto incluso, 14800 dollari, prodotto da vendere a 35/40k euro. Quelle vetture, semmai, dovresti produrle quà. Guardando nell'ottica del "farò" di Fiat, che non è discorso da bar, ma semplicemente va saputo, non esiste ALCUN MODELLO NUOVO (intendo di NUOVO SEGMENTO o NUOVA PRESENZA) attualmente destinato a stabilimenti italiani. Al di là quindi della foglia di fico, se vogliamo andare a vedere le ipotesi ed alternative, è chiaro che esse non possono prescindere dall'ASSENZA di prodotti nuovi destinati agli stabilimenti italiani. Allora dove è la pretesa assurda e soprattutto la presa in giro che manda in bestia e che ripeto qualcuno ha visto, qualcun altro no (daltronde lo vediamo anche quà dentro come ci sia chi vede prima o dopo, chiara o scusa la realtà)? E' la pretesa di produrre a costo polacco la Panda a Pomigliano. E non solo, visto che le cose van viste nel loro contesto, è il NON DIRE che Pomigliano ora "ti serve" ma soprattutto "non è così igienico" chiuderlo anche se son ANNI che stai mettendo le mani avanti (leggasi la nuova Pomigliano). Ma se ci vuoi produrre le Panda in prospettiva di un'apertura dei mercati nordafricani, e pretendi di renderla "economica con incidenza del costo del lavoro simile a quello polacco" perdi in partenza, non potrà mai essere così. Difatti Marchionne tira ad "avvicinarvisi" e notiamo che non ci ha portato la "maggior plusvalore" 500, bensì la Panda. Per due motivi: 1. è chiaro che fra 500 e Panda, in Libia, Marocco, dove sia, venderesti meglio delle panda e quindi quella la vai a produrre + vicino e dove ne puoi fare d+. 2. il plusvalore di una 500 è elevato, elevatissimo, e quindi è meglio farla là dove ti ritorna, per il venduto, un guadagno enorme (venderai sempre meno 500 che panda).
Poi si può anche concordare col voler fare dell'Italia una sorta di Cina per favorire chi è stato incapace di produrre vetture remunerative (perchè è incapace: inammissibile guadagnare 8000 euro su una 8c da mezzo miliardo SOLO SE la vettura ha 12500 euro di opzionali, e mi vengono a parlare di redditività questi soggetti quà?) possiamo anche iniziare a demolire il Paese da domani, quello che pare pare. Ma non si venga cortesemente a dire che è l'unica strada e tutto il resto. La strada non è l'unica, è quella che Fiat vuole percorrere nel suo andazzo di destinare il vero lavoro altrove che non quà, tenendo l'Italia un po' per le palle e dicendo "io quà faccio questo, e lo faccio solo se mi conviene, ergo......" Ma non è l'UNICA via. Perchè quello stesso stabilimento, senza andare tanto altrove, ha dimostrato la sua redditività quando produceva un prodotto a elevato plusvalore senza fare chissà che MILIONI di pezzi. Si trattava però di un approccio industriale diverso. Se pretendi di avere SEMPRE E SOLO vetture su cui in tasca, lordo, ti deve venire il doppio, ebbè..... giusto in Cina le puoi fare. Altri hanno scelto altre strade, rimanendo a galla pur in Paesi più cari. E se notiamo, la stessa Fiat su Alfa per l'America non fa nulla di diverso. Chiaro, il target è far lavorare con redditività gli americani.
Per ricapitolare quindi: fare del prodotto di classe (per davvero) tentando di ricuperare gli ANNI persi per micragnosità. Produrlo in Paesi dove il costo del lavoro è elevato, sì da coprire i costi (anche a prezzo di un minor guadagno pro capite - strategia Alfa segmento D USA). Conversione degli impianti a seconda della mission senza pretesa di produrre 1000 pezzi di una vettura di lusso con crismi e criteri di lusso a Pomigliano, da dove semmai puoi tirar fuori sì 1000 auto giorno, ma una + semplice e + tirata via Panda. Mantenimento di un clima azienda di fiducia, di rispetto reciproco, di responsabilizzazione positiva lungo tutta la gerarchia aziendale (e questa, ve lo dico di per certo, manca anche presso la dirigenza di Mirafiori, figurarsi "in basso" presso gli operai).
Sono scelte. Le scelte di Marchionne sono diverse. E il rischio è che a suon di pretendere di "abbassare" l'asticella togliendosi dal mercato e dal modo di fare dei costruttori che "han i soldi e lavorano bene" la Fiat stessa, con Chrysler, senza Chrysler, con gli Elkann, senza gli Elkann, come vi pare, venga poi spazzata via dai costruttori low cost che partono dai Paesi low cost ed hanno DA SEMPRE la strategia del low cost (e prezzi low cost).