am78_ud":1b4qoh1n ha detto:quella della foto sinceramente mi sembra più una dedra, come quella che ha mio padre... a meno che la dedra non sia derivata dalla thema
levategli il vino!!! :asd)
am78_ud":1b4qoh1n ha detto:quella della foto sinceramente mi sembra più una dedra, come quella che ha mio padre... a meno che la dedra non sia derivata dalla thema
la Thema col 2.4 turbodiesel Sofim con 185 kmh di velocità di punta nel 1984 era la berlina a gasolio più veloce del mondo
Mhuauauauaua :lol: :crepap)ratatuia":gvt1f6ns ha detto:am78_ud":gvt1f6ns ha detto:quella della foto sinceramente mi sembra più una dedra, come quella che ha mio padre... a meno che la dedra non sia derivata dalla thema
levategli il vino!!! :asd)
non so se era uno stato sociale, ma sicuramente si poteva discutere su quale fosse miglore con quelli che compravano la 190.ratatuia":18fu5xn4 ha detto:era un traguardo sociale, dire "ho comprato una thema" era una bella soddisfazione
giangirm":2isfn3im ha detto:non so se era uno stato sociale, ma sicuramente si poteva discutere su quale fosse miglore con quelli che compravano la 190.ratatuia":2isfn3im ha detto:era un traguardo sociale, dire "ho comprato una thema" era una bella soddisfazione
Persino Dedra, Lybra e Thesys erano un po' digeribili...
Oggi Alfa è come Lancia di qualche anno fa.
Crisi Fiat, addio Lancia? Biasion: “Frutto di una serie di scelte incomprensibili”
Il due volte iridato di rally al volante della mitica Hf Integrale analizza la decisione del Lingotto di "ridurre o eliminare" il marchio. "Si pagano gli errori strategici fatti nel passato". E lancia l'idea: "Riprodurre Delta, Fulvia e Stratos con tecnologie avanzate e linee al passo coi tempi. Altro che mancanza di appeal"
di Pierluigi Giordano Cardone | 4 novembre 2012
Questa non è una storia di analisi di mercato e di equilibri di bilancio. Non c’entrano la crisi dell’auto e l’imbuto in cui è finito il made in Italy a quattro ruote. O almeno non solo. E’ il racconto di una scelta “per certi versi incomprensibile” – e di sicuro impopolare – analizzata da chi ha contribuito non poco a far entrare nella storia dei motori un nome che oggi rischia di scomparire. “Il marchio Lancia verrà ridotto o eliminato”: parola dell’ad Fiat Sergio Marchionne, che in una sola frase ha anticipato la fine di 106 anni di eccellenza italiana.
Nata nel 1906, infatti, la Lancia ha rappresentato per anni, insieme a Ferrari e Alfa Romeo, il ‘senso’ del nostro Paese per le auto potenti, sportive ed eleganti. E, specie nel caso di Lancia, grintose. E’ la fine degli anni ’80, il campionato mondiale di rally conosce due soli protagonisti: un bolide e un pilota, Lancia Delta HF Integrale e Miki Biasion. Insieme vincono tutto: un titolo italiano (1983), un titolo europeo (1983) e due mondiali di seguito (’88 e ’89) – ad oggi, Biasion è ancora l’unico italiano ad essersi aggiudicato la massima competizione internazionale delle ruote dentate. All’epoca, inoltre, i successi della coppia hanno ripercussioni mica da ridere sul mercato, tanto che la versione stradale della Delta dominatrice sugli sterrati macina numeri record anche nelle concessionarie d’Italia e d’Europa.
Perché il successo porta notorietà. “E quando un prodotto è fatto bene la gente lo compra” dice Miki Biasion a ilfattoquotidiano.it. Allora il ridimensionamento era semplicemente impensabile, figurarsi la cancellazione. “Ricordo che il dottor Florio dopo i nostri successi nei rally andava dall’avvocato Agnelli e diceva: ‘Dottore, abbiamo vinto il mondiale, abbiamo venduto il 20% in più di Delta, ci deve riconfermare il budget’”. E l’Avvocato sborsava, con fiuto e amore per quella berlinetta che, al pari della Ferrari in pista, rappresentava l’orgoglio italiano nel mondo dei motori. “Come dimenticare – spiega il due volte campione del mondo – La Delta era l’auto del pilota, dello sportivo, ma ad esempio anche dell’avvocato, della moglie dell’avvocato e del figlio dell’avvocato. Era bellissima, costava il giusto e aveva il fascino della vittoria. La Subaru, la Mitsubishi non hanno mai avuto quell’appeal sulla gente. Ancora oggi, del resto, quando organizzo raduni arrivano centinaia di ‘lancisti’ con la loro Delta Integrale: è stata un’auto straordinaria”.
E’ stata, appunto, perché tra qualche anno, quando si nominerà Lancia, si parlerà solo al passato. “E’ facile dirlo ora, ma secondo me ciò che ha detto Marchionne è quasi inevitabile – ha spiegato Biasion – E’ la conseguenza di tutta una lunga serie di scelte incomprensibili”. La spiegazione non arriva solo dal ‘campione Biasion’, ma anche dal ‘rivenditore ufficiale Biasion’, che per dieci anni è stato proprietario di alcune concessionarie Lancia: “All’epoca non c’era solo la Delta, ma anche la Thema: un’auto capace di tener testa alla concorrenza tedesca grazie ad affidabilità, ottimo rapporto qualità-prezzo, alto confort e prestazioni elevatissime. Poi però…” Poi però? “Sono state fatte politiche di mercato sbagliate, perché nei piani alti dell’azienda sono arrivate persone che hanno studiato molto, ma di auto ne capivano davvero poco e non avevano alcuna esperienza ‘sul campo’”.
E’ il periodo della nuova ‘vecchia’ Delta, della Kappa e, più di recente, della Thesis. “Chiedo scusa se lo dico: ma quelle non sono auto, sono dei carciofi con le ruote – è il parere del due volte iridato –. Magari dal punto di vista del confort e delle rifiniture mantenevano ancora l’eccellenza italiana, ma esteticamente parlando erano davvero inguardabili”. La gente se n’è accorta e ha smesso di comprare Lancia. Fino alla nascita della piccola Ypsilon e della nuova Delta. “Ma quest’ultima non si doveva chiamare così – dice Biasion – perché dell’auto entrata nella storia delle competizioni sportive non ha mai avuto davvero nulla”.
Siamo ai giorni nostri: Marchionne fa di necessità virtù e si inventa la Lancia-Chrysler. Rinasce la Thema, previsioni di vendita 4mila esemplari l’anno. Come iniziare una partita di calcio con l’obiettivo dello zero a zero in casa. “Non è stata capita”, sottolinea Biasion. “E’ un’ottima auto, ma è fuori mercato, almeno per l’Italia, dove le super berline non le acquista più nessuno: costano e consumano troppo, non è periodo. Dovevano produrre il modello station wagon, un target molto apprezzato dagli acquirenti, ma evidentemente hanno fatto altre scelte”.
Se ora si pensa a sbaraccare, evidentemente sono state scelte sbagliate. “E infatti i ‘lancisti’ non comprano Chrysler e la gente ‘normale’ non può permettersi determinati modelli”. Come se ne esce? L’addio al marchio è l’unica, vera soluzione? “Fino a un certo punto. Marchionne annuncia di voler puntare su Alfa Romeo e Maserati nel settore eleganza e alta gamma – dice Biasion -, ma a mio avviso è un errore, perché storicamente l’eleganza mista a sportività nel gruppo è stata Lancia e non Alfa, da sempre cuore ‘da corsa’ del Lingotto”. Quindi? “Sono scelte: la mia unica speranza è che ricomincino a costruire auto degne della storia motoristica italiana, macchine dalle altissime rifiniture e al tempo stesso dalle prestazioni importanti. Che spendano qualcosa in più – dice Biasion -, ma che creino modelli che facciano affezionare le persone. Le auto sono come i ristoranti: se ti trovi bene continui ad andarci e, nel caso delle auto, a comprarle. La storia della Volkswagen Golf è lì a dimostrarlo”.
E la tradizione di Lancia come si coniuga con il presente? “Io un’idea ben precisa ce l’avrei”. Eccola. “Fiat potrebbe produrre un restyling in chiave moderna (e di altissimo livello) di alcuni modelli che hanno fatto il successo di Lancia: penso alla Delta HF Integrale, alla Stratos e alla Fulvia“, è la proposta di Biasion. “A mio avviso avrebbero un grande successo commerciale. Un mercato di nicchia, per carità, ma se andasse bene si rilancerebbe il marchio senza spendere una fortuna”. Una scommessa affascinante. Puntare sulla tradizione, sulla competenza. E sul cuore. Come nella storia di Lancia e di Biasion. Troverà posto negli equilibrismi di bilancio al ribasso di chi governa il Lingotto?
Alex Murphy":zq1nbwpw ha detto:Beh...andrò contro corrente ma... ieri nel mio paese ho visto la nuova Thema girare in piazza...Full Optional...cerchi enormi (minimo da 19") tettuccio apribile di colore scuro, spettacolo !!!...come questa :
So bene che di italiano c'è poco e niente....ma la preferisco 10 volte alla Thesys....
classe 70":3lv1eqdd ha detto:vuol dire che ti piacciono le macchine americane, esteticamente intendo
ratatuia":58adjgtt ha detto:ma ve la ricordate la thema? quella vera, non quel carrozzone che spacciano adesso
era un traguardo sociale, dire "ho comprato una thema" era una bella soddisfazione, fatelo adesso e vedete cosa vi diranno
Lancia è stata uccisa per incapacità, per la solita bulimia di marchi che ha sempre avuto fiat.
Succederà anche ad alfa, stiamone certi, non sarà una incomprensibile sportivetta a cambiare la situazione, potrebbe essere un mezzo d'immagine per tirare la gente nei concessionari ma quando entrano gli proponi la mito 2 cilindri? che vergogna.
non entro nel discorso riguardante la Thema attuale.......non piace nemmeno a me il fatto che abbiano ricarrozzato una Chrysler e attaccato il logo Lancia.....mi fa solo sorridere che ho sentito,negli anni,gente elogiare quel carrozzone di Chrisler 300 (perchè davvero di carrozzone stiamo parlando...),con finiture interne da classica americana,degne di una Gpunto in quanto a materiali plastici utilizzati,e pochissime persone parlare bene dell'attuale Thema,che comunque all'interno è un salottino......ratatuia":tau9i0tp ha detto:carrozzone?? prova ad affiancarle!
quanto alla mercedes "altro pianeta" io ricordo la thema con cruscotto rivestito in pelle così come i pannelli, il cielo in alcantara, le bocchette dell'aria illuminate, i poggiatesta posteriori che si alzavano da soli se ti sedevi... insomma era un'ammiraglia paurosa