Manifestazione composta e silenziosa,ma per colpa dei soliti "Teppisti"è degenerata nel finale sebbene ci fosse stato anche l'appello dei familiari.
ROMA (7 novembre) - «Non può essere la violenza a farci giustizia»: lo hanno detto i familiari di Stefano Cucchi dopo gli incidenti avvenuti oggi durante la manifestazione a Roma, esprimendo «solidarietà» nei confronti della polizia. «Siamo addolorati - dice la sorella Ilaria - per quanto accaduto oggi durante la manifestazione, perchè non può essere la violenza a farci giustizia».
Per chi volesse approfondire,link del Messaggero,quotidiano della capitale.
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Ecco un altro aggiornamento Importante per le Indagini.
Cucchi, la pista dei pm:
fu pestato in tribunale
di ALBERTO CUSTODERO
Cucchi, la pista dei pm: fu pestato in tribunale
Stefano Cucchi con la sorella Ilaria
ROMA - Stefano Cucchi pestato nelle celle del tribunale di Roma, a Piazzale Clodio, prima della direttissima, e subito dopo la sentenza che ne ha disposto la carcerazione. È questa la pista seguita in queste ultime ore dalla procura di Roma. Nel frattempo la sua morte in carcere da vicenda di ordinaria malagiustizia s'è trasformata in caso di ordine pubblico.
Dopo i disordini dell'altro ieri a Roma al corteo dei centri sociali, le forze dell'ordine temono tensioni alla manifestazione del prossimo sabato 14 novembre dei gruppi di ultras delle squadre di calcio di tutta Italia contro la "tessera del tifoso". I primi segnali che le "curve" si stanno mobilitando sulla morte dell'uomo arrestato per venti grammi di hashish ci sono già: alla partita del primo novembre Roma-Bologna è stato esposto uno striscione "Giustizia per Stefano Cucchi" seguito da cori di invettive contro carabinieri e polizia. Analoga scena il giorno prima per la partita di serie B Lecce-Empoli. La preoccupazione di polizia e carabinieri è che i dubbi ancora irrisolti sulle cause del decesso di Cucchi possano ingenerare, sabato prossimo, reazioni violente durante il corteo delle tifoserie.
A questo proposito, le indagini della procura di Roma sono alla stretta finale. Nei prossimi giorni partiranno i primi avvisi di garanzia. L'attenzione dei pm s'è concentrata sulla permanenza di Cucchi in Tribunale, alla direttissima. L'uomo vi arriva alle 9 del 16 ottobre. Fino alle 12 resta nelle celle sotto la sorveglianza della Polizia penitenziaria. Alcuni detenuti hanno già verbalizzato che in questo periodo ci sarebbe stato del "trambusto" seguito dall'intervento "sbrigativo" degli agenti. Quando Cucchi arriva in aula presenta arrossamenti sotto gli occhi (lo notano i familiari), ma si regge sulle gambe. E dà un calcio a un tavolo quando il giudice decide di mandarlo in carcere. Inoltre, riferisce l'Arma, insulta i carabinieri. Ma al padre e all'avvocato d'ufficio non riferisce di botte. Alle 13,30 viene consegnato alla Polpen e portato nelle celle del tribunale in attesa del trasferimento a Regina Coeli. Ma qui succede qualcosa. Cade dalle scale? Viene pestato? Quel che è certo è che alle 14,05 la stessa polizia chiede l'intervento di un medico dell'Asl che referta "lesioni ecchimodiche in regione palpebrale di colore purpureo". E prende atto che Cucchi manifesta "dolore e lesioni alla regione sacrale e agli arti inferiori".