La Leggenda del Buon Cibo Italiano

FlorianoL

Nuovo Alfista
20 Ottobre 2004
743
0
16
Milano
www.florianolippolis.it
Ragazzi vi consiglio la lettura di questo libro, personalmente ne ho letto dei pozzi e penso che ne acquisterò sicuramente uno!!
Conosco l'autore (Paolo C. Conti) e posso assicurarvi che se ha scritto quello che ha scritto è perchè la realtà è proprio questa... mangiamo schifezze tutti i giorni e non ci facciamo nemmeno piu caso!! Leggete ad esempio com'è fatto il nostro "prosciutto cotto" o i nostri amati "wurstel" <img src="http://www.belliweb.com/public/blog/images/-_-41_2953-_-vomito2.gif"> ...penso che rivedrò la mia alimentazione dalla A alla Z dopo aver terminato questa interessantissima lettura!!

<b>La Leggenda del Buon Cibo Italiano - e altri miti alimentari contemporanei</b>

<img src="http://www.paoloconti.net/scritte%20laterali/immagini/librosito.jpg">

Lo trovate in vendita nelle migliori librerie ma anche in alcuni centri commerciali come il carrefour.

<b>Ecco di cosa parla il libro :</b>


Due anni fa, quando ho cominciato a lavorarci, mi sono posto l'obiettivo di fare un po' più di luce su quello che è - ne sono tuttora convinto - uno dei più grandi misteri della nostra epoca. E le cose che ho scoperto non sono un gran chè consolanti.

Il cibo italiano non è così buono, sano e genuino come siamo portati a credere. E' al contrario sempre più simile a quello che si mangia nei paesi europei più tecnologicizzati e perfino negli Stati Uniti. Viviamo in una specie di illusione permanente e ci raccontiamo che il nostro cibo è migliore di altri. Ma non è così.


<b>Qui di seguito trovate un estratto della quarta di copertina.</b>


Questo libro raccoglie i risultati di un’inchiesta giornalistica durata due anni. Con un rigoroso approccio di stampo anglosassone, Paolo C. Conti ha indagato sulla natura nascosta di ciò che finisce nei nostri piatti, scoprendo che raramente quello che mangiamo è davvero ciò che sembra. La tecnologia estrema, la logica del profitto e le regole del mercato stanno cambiando nel profondo l’industria alimentare italiana, che è ormai sempre più incline a mascherare i propri prodotti sotto un’ingannevole immagine di naturalità.

Gli alimenti vengono modificati, scomposti, ricostruiti e inscatolati con l’aiuto della chimica, della genetica, di tecniche alimentari sempre più sofisticate. Il risultato sono cibi che sembrano qualcosa, ma che in realtà sono qualcos’altro.

Grazie a centinaia di interviste e indagini sul campo, in Italia e all’estero, l’autore analizza i rischi a cui ci esponiamo sedendoci a tavola e le strategie per combatterli, ma anche i nuovi poteri che condizionano uno degli elementi determinanti per la nostra sopravvivenza in questo secolo. Oggi infatti è più che mai è in atto una guerra planetaria fra tecnocibo ed ecocibo: due modi diametralmente opposti e antagonisti di considerare l’alimentazione umana e la nostra stessa salute. Una guerra dall’esito ancora incerto, nella quale i consumatori avranno un ruolo determinante. Solo se impareremo ad andare “oltre l’etichetta” potremo far sì che il buon cibo italiano ritorni a essere tale.


Qui invece, alcune cose che scoprirete leggendo il libro:

- Gran parte delle uova che compriamo al supermercato ha il tuorlo giallo solo perché le galline che le producono sono alimentate con un colorante.
- La metà di un prosciutto cotto di qualità scadente è composto da acqua e additivi alimentari. I prosciutti di buona qualità ne contengono comunque il 25 per cento.
- Mangiare una scatoletta di tonno alla settimana può mettere a serio rischio la salute di un bambino.
- Anche se viene chiamato naturale, non è affatto detto che l’aroma usato per dare a uno yogurt il gusto di fragola provenga effettivamente da una fragola.
- L’85 per cento degli alimenti importati in Italia non subisce controlli alla frontiera.
- Per molti cibi non esiste un sistema efficace per scoprire la presenza degli ogm.
- Lo stato sta riducendo i controlli sulla qualità di ciò che mangiamo, delegando questo lavoro a società private.
- Le crisi alimentari sono destinate ad aumentare nel prossimo futuro.

<b>Costo : 15€ (scontato lo si trova a 12€)</b>
 
uhm beh dalla descrizione mi pare un po' sul banale

voglio dire... che i cibi industriali in italia "sempre più simile a quello che si mangia nei paesi europei più tecnologicizzati e perfino negli Stati Uniti" non mi sembra ci voglia una scienza...
le multinazionali son quelle, e non e' che noi siamo nella valle felice degli orti o siamo una regione del nepal.
mi pare siamo anche noi uno dei paesi tecnologizzati, o no?

che gli "aromi naturali" non siano naturali anche quello, così come coloranti e conservanti chissa' che sono

le crisi alimentari del futuro, beh facile a dirlo, gia' ora non e' che nel mondo ridono per acqua e cibo eh


insomma non credo che il consumatore si aspetti che sia tutto come nella pubblicita', quando poi le grandi ditte sono internazionali poi

la differenza tra prodotti molto industriali e prodotti genuini artigianali la vedi subito, e soprattutto nel costo che hanno....
la domanda interessante sarebbe: quanto sei disposto a pagare per i pomodori fatti "sani" ?
 
Hai ragione tante cose le sappiamo e le diamo per scontate, ma quando ho letto di alcuni cibi che mangio diciamo quotidianamente, di come essi siano gonfiati e manipolati all'inverosimile mi è venuta una certa sensazione di schifo... caspita parliamo di alimenti banali come anche le uova!! ...non sò voi ma a me fa riflettere.

Non giustifico poi il fatto che tutto sia manipolato solo perchè non siamo una nazione del terzo mondo e quindi siamo "all'avanguardia"... è così e basta, le multinazionali fanno i loro interessi e noi ci facciamo andare bene tutto per molti motivi, ma pensandoci su forse sbgliamo.

Riguardo al prezzo del pomodoro non saprei risponderti, stò ancora riflettendo... certo che vedere sempre piu amici, parenti, conoscenti che muoiono a 40 anni di tumore... forse direi che vale la pena spendere qualcosina in piu anche per il pomodoro no?
 
Mia nonna ha 94 anni, suo marito era cuoco e lei non ha mai imparato a farsi nulla da mangiare, da quando è vedova (1980) non si è mai sbattuta alla ricerca del cibo sano, e per comodità adesso usa un sacco di cose già pronte all'uso, tipo le minestre in busta ecc.

Mangia le uova, il prosciutto cotto in casa sua non manca mai, frutta e verdura anche fuori stagione, gli yogurt che "mantengono giovani", come si sente in TV, ecc...

Io per arrivare a 94 anni metterei adesso la firma, e se quei cibi facessero davvero tanto male credo che una persona più che anziana ne risentirebbe abbastanza in fretta.

Dal mio punto di vista ci si lascia condizionare troppo quando si leggono certe cose, il fatto che i tuorli risultino colorati o che il gusto di fragola non venga dalla fragola poco mi importa, sarebbe più interessante sapere se fanno male, che dice il libro su questo?
 
Il punto è proprio questo... dai un occhio anche a questo articolo <a href="http://www.fazieditore.it/pdf/conti-ttl.pdf"> APRI ARTICOLO</a>

...noi consumatori non sappiamo nulla di quello che c'è nel cibo che ingeriamo tutti i giorni!! :ka)

...fortunata tua nonna, mi auguro che campi tantissimi anni ancora e altrettanta fortuna a tutte le persone, anche io ho 3 nonni su 4 che sono in salute, fortunatamente, ma ho molti piu amici, parenti e conoscenti che sono morti "giovani" per tumori e altre malattie del genere...
 
Non compro cibi in scatola, cibi surgelati, pizze pronte, scatolamente vario (solo tonno), wurstel e simili meno che mai, salsette di vario genere, insaccati il meno possbile....

La frutta solo di stagione (anche se...), carne solo di allevamenti certificati (anche se...)

Comq sia, l'autore del libro ha scoperto l'acqua calda.
Tutto è industrializzato e non si puo' credere assolutamente il contrario, del resto come si puo' dar da mangiare a 50.000.000 (solo italia)
di persone con l'orticello di casa?
 
FlorianoL":1ryrb1ik ha detto:
Il punto è proprio questo... dai un occhio anche a questo articolo <a href="http://www.fazieditore.it/pdf/conti-ttl.pdf"> APRI ARTICOLO</a>
Sì, ma sembra allarmismo inutile, poco mi interessa, come ho già detto, che cosa c'è dentro, se è buono e non fa male posso anche mangiarmi quell'insetto dell'Alabama, forse non ci sono un sacco di persone di altri continenti che mangiano cose che solo a pensarci a noi fa ribrezzo?

Allora il problema non è come danno i gusti o l'aspetto ai cibi, certo, per vendere un libro è fantastico creare questa sorta di scoperta/preoccupazione, invece di insinuare sospetti come fanno anche nell'articolo, se si vuole portare alla luce un problema (ammesso che ci sia), che facciano una ricerca seria.

Parlano dell'aroma del vino, che è presente e naturale, invece l'insetto non è naturale?

E poi vogliamo parlare dei salami o dei formaggi che vengono fatti in montagna? Buoni, non c'è che dire, ma l'igiene dove sta?
Quindi è facile parlare in quel modo per fare sensazione, ma ritengo appunto che oltre quello non si vada.

Non ho letto il libro, ma tu che l'hai fatto non hai parlato di prove reali della pericolosità delle sostanze usate.
Poi, per carità, c'è anche chi decide di non acquistare più certi prodotti perchè è infastidito solo dall'idea che vengano manipolati, come io non mangio carne di cavallo, le lumache mi fan senso ecc, mentre c'è chi ne va matto.
 
alk147":3f9oynwq ha detto:
FlorianoL":3f9oynwq ha detto:
Il punto è proprio questo... dai un occhio anche a questo articolo <a href="http://www.fazieditore.it/pdf/conti-ttl.pdf"> APRI ARTICOLO</a>
Sì, ma sembra allarmismo inutile, poco mi interessa, come ho già detto, che cosa c'è dentro, se è buono e non fa male posso anche mangiarmi quell'insetto dell'Alabama, forse non ci sono un sacco di persone di altri continenti che mangiano cose che solo a pensarci a noi fa ribrezzo?

Allora il problema non è come danno i gusti o l'aspetto ai cibi, certo, per vendere un libro è fantastico creare questa sorta di scoperta/preoccupazione, invece di insinuare sospetti come fanno anche nell'articolo, se si vuole portare alla luce un problema (ammesso che ci sia), che facciano una ricerca seria.

Parlano dell'aroma del vino, che è presente e naturale, invece l'insetto non è naturale?

E poi vogliamo parlare dei salami o dei formaggi che vengono fatti in montagna? Buoni, non c'è che dire, ma l'igiene dove sta?
Quindi è facile parlare in quel modo per fare sensazione, ma ritengo appunto che oltre quello non si vada.

Non ho letto il libro, ma tu che l'hai fatto non hai parlato di prove reali della pericolosità delle sostanze usate.
Poi, per carità, c'è anche chi decide di non acquistare più certi prodotti perchè è infastidito solo dall'idea che vengano manipolati, come io non mangio carne di cavallo, le lumache mi fan senso ecc, mentre c'è chi ne va matto.

....io non l'ho letto il libro, sopra ho scritto che "personalmente ne ho letto dei pezzi e penso che ne acquisterò sicuramente uno" quindi non tutto.. e non è detto che leggendolo tutto non vada più nello specifico e magari risponda anche alle tue domande... ;)
Ribadisco che per quel poco che ho letto sono rimasto abbastanza schifato; ho letto cose che pur sapendo che erano così (in via teorica, non sapevo per filo e per segno come avvenivano) mi hanno fatto una certa impressione.. e non penso che sia allarmismo, ma solo informazione.
Se poi vuoi qualche info in piu, qui c'è il suo blog http://cibo.paoloconti.net/ penso che risponderebbe volentieri a qualche domandina ;)
 
FlorianoL":azy8xueo ha detto:
....io non l'ho letto il libro, sopra ho scritto che "personalmente ne ho letto dei pezzi e penso che ne acquisterò sicuramente uno"
Hai ragione, ed era pure la premessa a tutto quanto... :p :hail)
 
comunque quanto sono "schifezze" certe cose le vedi subito... innanzitutto dagli ingredienti e da cosa sono

voglio dire, un vasetto di quelle creme gusto banana mela con panna o roba simile, se guardi gli ingredienti ti accorgi che è ben diverso da un vasetto "yogurt naturale"

insomma meno ca.. e mazzi si trovano in elenco, meglio va
tutto qui



non è "il cibo italiano" ad essere buono, è la dieta mediterranea

da dove esce l'idea che comprare un prodotto industriale in italia sia diverso da comprarlo in altri paesi dell'europa? paesi "più tecnologicamente avanzati"??? ma da dove arriva questo?
se vai al supermercato in francia o in germania non è che trovi la roba di marte eh... sempre quello è
 
be in parte si sa che cio che si compra spesso è alterato ora come dice alk sta a vedere quanto male fa...

certamente x quel che so di sicuro non è n gran che comprare prodotti fuori stagione xche sono spesso molto trattati, inoltre il top sarebbe aver un piccolo orticello dove coltivare la verdura x il prorpio consumo :elio) :culo)


la cosa piu classica che fanno molti coltivatori è nn rispettare i tempi di caduta dell'effetto dei prodotti antigrittogramici :(
 
aspettativa di vita nel 1953:
maschi 63,9 anni - femmine 67,9 anni

aspettativa di vita nel 2003:
maschi 76,8 anni - femmine 82,9 anni

Fonte: 41esimo Congresso dalla Società di Igiene, Medicina Preventiva e Salute Pubblica Genova Ottobre 2004

passando dai cibi "sani" e dall'"aria pulita" di una volta ai "cibi contaminati" e all'"aria inquinata" di oggi in mezzo secolo abbiamo guadagnato 15 anni di vita. :nod)

può essere utile questo libro? :asd)
http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?shop=1&c=MNRJXUAFZNBUE
 
...io ho parlato di morti per tumori.

Se vogliamo parlare di statistiche penso che ce ne siano a centinaia sparse per la rete..

Dal mio piccolo quello che ho notato è che i tumori sono sempre più diffusi anche fra i giovanissimi :cry:

Eccotene una presa dal "Ministreo della Salute"

<b>Mortalità per cancro: una triste finestra sul mondo</b>


Nel quinquennio 1993-1998 è diminuito, nel nostro Paese, il numero dei morti a causa della "malattia del secolo". Sono i dati incoraggianti dell'ultimo rapporto dell'AIRT (Associazione Italiana Registri Tumori) e della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), "Il cancro in Italia".
Ma qual è la situazione nel resto del mondo? Tra i diversi dati a disposizione, nel grafico che segue sono state riportate le stime 2000 relative alla mortalità per cancro in sedici diversi Paesi "rappresentativi"del globo, così come fornite dalla World Health Organization nel rapporto GLOBOCAN 2000. In dettaglio, si tratta del numero dei morti per cancro (in tutte le sue forme, escluse quelle che interessano la pelle) osservati, in un anno, su 100.000 persone "a rischio", così classificabili in base a diversi fattori (primo fra tutti la classe di età).


<img src="http://www.ministerosalute.it/imgs/C_17_primopiano_5_approfondimenti_approfondimento3_paragrafi_paragrafo1_immagine.gif">


A colpo d'occhio, spicca il triste primato che contraddistingue il nostro Paese: in Italia si è registrato, nell'anno 2000, il maggior numero di uomini morti per cancro (328,69 maschi per 100.000 persone a rischio). Seguono a ruota, sempre considerando gli uomini, la Francia (321,34 morti per 100.000), la Repubblica Ceca (317,94 per 100.000), la Spagna (298,30).
La mortalità inferiore si registra in India (53,64 morti per 100.000 persone a rischio). Segno, questo, di come fattori quali stili di vita o ambiente, tanto per fare un esempio, possano incidere sulla mortalità per cancro.

Le donne, spesso vittime di particolari tipologie di cancro tipicamente riferibili al loro sesso, sembrano, stando ai dati WHO, morire meno rispetto agli uomini del loro stesso Paese; questo risulta abbastanza evidente se si osserva il grafico sopra riportato.

Con riferimento all'Italia, le donne morte nell'anno 2000 a causa del cancro si stima essere state 220,47 su 100.000 a rischio. Si tratta di un dato "importante", anche se in altri Paesi tale numero è stato ampiamente superato: il maggior numero di femmine morte si è registrato nel Regno Unito (256,89 per 100.000), seguito da Germania (255,55) e Repubblica Ceca (237,11). Quest'ultimo risulta dunque uno dei Paesi a più alta mortalità per cancro.

La zona che invece presenta i dati più incoraggianti, in quanto ha fatto registrare nel 2000 il minor numero di donne morte per 100.000 a rischio, è la Turchia (47,22 per 100.000), seguita dall'India (53,62). Questi due Paesi, dunque, anche in considerazione delle osservazioni fatte in precedenza, sono fra quelli a minor tasso di mortalità per cancro.

Per ottenere curiosità interessanti da un punto di vista statistico, si può osservare come il numero dei maschi morti in Italia sia superiore di ben sei volte al numero di deceduti registrati in India; per le donne, i decessi osservati nel Regno Unito superano di quasi cinque volte e mezza quelli registrati in Turchia.

Link alla fonte ufficiale <a href="http://www.ministerosalute.it/dettaglio/pdPrimoPiano.jsp?id=5&sub=3&lang=it">QUI</a>
 
probabilmente le morti per tumore sono più numerose in paesi dove l' aspettativa di vita è più lunga...
In Turchia e India, credo che sia più facile morire (prima) di qualcos' altro.

Comunque se ci mettiamo a pensare a quello che si respira non viviamo più :(
 
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