Marco147 2.0":3d8d29nk ha detto:
Quest'affermazione mi sembra un po' confusa e poco razionale...
La confusione può essere determinata dalla fretta; sull'irrazionalità mi piacerebbe che mi dimostrassi il perché.
Vedo se riesco a chiarirmi meglio:
Come noto la potenza ad un dato regime è data dal prodotto della coppia per la velocità angolare del motore. Quando la coppia è in crescendo (tratto ascendente della curva di coppia) avremo che anche la potenza cresce più che proporzionalmente rispetto all'aumentare dei giri. Al punto di coppia massima abbiamo che è massimizzato il rapporto tra potenza e regime di rotazione. Proseguendo con l'aumento di giri, la curva di coppia comincia a scendere e quindi avremo che la potenza cresce ancora, ma men che proporzionalmente rispetto all'aumento dei giri.
Superato il picco di potenza questa comincia a calare, il che significa che la coppia cala di più di quanto aumentino i giri.
Concettualmente, in un auto di vocazione sportiveggiante, l'ultima marcia dovrebbe consentire di raggiungere la velocità massima in corrispondenza del regime di potenza massima. In questo modo si ottiene la massimizzazione dell'efficienza del complesso motore/trasmissione.
Non di raro accade che con l'ultima marcia corta, la velocità massima si ottenga sfruttando una parte di fuorigiri, cioé l'allungo del motore oltre il regime di potenza massima. Ciò è possibile in particolare nei motori in cui il calo della curva di coppia avviene non troppo repentinamente, con la conseguenza che anche dopo il punto di potenza massima la potenza del pari non cala bruscamente ma si mantiene ad un livello tale da poter ancora contrastare la resistenza all'avanzamento (resistenza aerodinamica, rotolamento pneumatici, attriti al gruppo trasmissione etc.), fino a raggiungere il punto d'equilibrio, ovvero la velocità alla quale tutta la potenza erogata dal motore viene assorbita dalla resistenza all'avanzamento, non residuandone altra per aumentare ulteriormente la velocità.
Anche in un caso del genere l'allungamento dell'ultimo rapporto deve essere valutato con attenzione. Infatti il gruppo cambio/coppia conica funge sostanzialmente da moltiplicatore di coppia (e quindi di potenza) per cui riducendo il rapporto finale di moltiplicazione (cioè allungando l'ultima marcia) avremo due effetti che vanno nella stessa direzione o in direzione contraria: a parità di velocità del veicolo avremo una riduzione della potenza alle ruote; nelle stesse condizioni avremo un calo o un aumento della potenza erogata dal motore a seconda della parte della curva di potenza in cui siamo andati a cadere. Se alla nostra velocità di riferimento, con marcia corta, eravamo ancora ad un regime motore corrispondente al tratto ascendente della curva di potenza, l'allungamento del rapporto comporta un calo di giri motore a parità di velocità con riduzione della potenza erogata. Se invece alla velocità di riferimento eravamo con marcia corta già oltre il regime di potenza massima, bisognerà valutare a che regime (e quindi su quale punto della curva di potenza) ci si viene a trovare con il rapporto allungato (sempre a parità di velocità). Potremmo quindi capitare in un punto di potenza più alto o più basso di prima, il che deve essere valutato con precisione, così come bisogna valutare se capitiamo nel tratto ascendente o discendente della curva di potenza.
Al lato pratico l'allungamento dell'ultimo rapporto consente il raggiungimento di maggiori velocità di punta solo se partendo dalla velocità massima iniziale (ante sostituzione rapporto) avremo ancora una riserva di potenza sufficiente a superare le maggiori resistenze all'avanzamento. E' necessario cioè che l'andamento della curava di potenza sia tale per cui si possa ancora avere un incremento di potenza (all'aumentare dei giri) più che proporzionale rispetto all'aumento della resistenza all'avanzamento.
Questo è il motivo per cui, in ipotesi, è possibile che nonostante sia stata aumentata la potenza del motore, l'allungamento dell'ultimo rapporto porti a non migliorare la velocità finale o addirittura a peggiorarla. Tutto dipende da come e a quali regimi la potenza è maggiore per poi verificare il sopra esposto discorso sull'equilibrio tra incremento di potenza e incremento della resistenza all'avanzamento.
In ciò si comprende la mia affermazione per cui è possibile che sia opportuno che all'allungamento dell'ultimo rapporto si associ uno spostamento (ove possibile) del picco di potenza in modo da farlo possibilmente coincidere con il regime motore alla velocità massima che si calcoli come raggiungibile. In questo modo infatti, avremo che la velocità massima raggiunta prima dell'intervento verrà ora a coincidere con un tratto della curva di potenza sì prossimo al picco ma ancora nel tratto ascendente.