In genere non mi piace molto in questa sede entrare nelle discussioni che non riguardano direttamente la 147, ma consentitemi un'eccezione per il caso MG-Rover, che ricorda quello del Gruppo Fiat e quindi anche la nostra amata Alfa Romeo (oddio, amata... quando la porto dal meccanico per far riparare ora la frizione ora l'alternatore ecc. non è che l'ami molto, comunque...)
Per la MG-Rover sembrava che almeno per un po' i guai fossero alle spalle, grazie all'alleanza con la cinese SAIC. Peccato che il governo laburista britannico si sia tirato indietro rifiutandosi di concedere un prestito al quale la Compagnia cinese aveva subordinato il proprio intervento.
Ora di fronte alla prospettiva del fallimento sembra che il governo Blair stia facendo marcia indietro, ma intanto i cinesi vogliono ritirarsi e a rischiare sono 6.000 dipendenti, più circa 20.000 lavoratori dell'indotto.
Di fronte a questa crisi mi sembra che ci siano due considerazioni da fare:
1) Per salvaguardare industrie di importanza nazionale, i Paesi europei devono poter ricorrere ai cosiddetti "aiuti di Stato".
E' ora di finirla coi pregiudizi ideologici nei confronti dell'intervento pubblico per risolvere situazioni difficili di industrie che hanno rilevanza sociale ed economica strategica. Anche perché questo è quello che è già avvenuto in altri Paesi europei, come in Germania dove il Land Bassa Sassonia è entrato in Volkswagen, o in Francia dove lo Stato ha sostenuto l'industria aeronautica. E proprio questi due casi dimostrano come gli eventuali divieti dell'Unione Europea siano aggirabili (o, meglio, negoziabili) e che la fantomatica "Euroburocrazia" non sia altro che un alibi per mascherare fallimenti interni.
Capisco che in Italia ci sia, come dire, una lunga tradizione di legami poco trasparenti tra mercato e potere politico - per restare al caso Fiat si ricordino gli stretti legami tra Valletta e il fascismo o tra Agnelli e la DC e Bankitalia - secondo la ben nota pratica di privatizzare i profitti e nazionalizzare le perdite. Però fortunatamente mi sembra che recentemente anche in Italia sia maggioranza che opposizione siano tornati a considerare con attenzione gli aiuti alla Fiat senza veti preconcetti. Anche perché questo governo aiuti pubblici, contrari alle direttive di Bruxelles, ne ha già elargiti a piene mani al mondo del calcio e faccio fatica a pensare che la Lazio possa avere interesse strategico maggiore della Fiat.
E' d'altra parte chiaro che gli aiuti di Stato sono inutili, anzi dannosi, se manca un piano industriale degno di questo nome (e questo rende ancora più assurda la decisione del governo inglese, dal momento che il piano, e con esso i soldi cinesi, c'era). E qui veniamo al secondo punto.
2) Le case automobilistiche devono ri-imparare a costruire automobili.
Detta così sembra un'ovvietà, ma basta guardare al caso Fiat per capire che non è così, visto che negli anni Novanta Fiat è entrata in un vasto panorama di mercati, dall'assicurativo al chimico, con la parola d'ordine della "diversificazione", col risultato di non impegnarsi più nell'automobile. Il settore auto era considerato non strategico e buono al massimo per motorizzare i cosiddetti "Paesi emergenti" come Polonia, India o Brasile. I risultati di questa politica mi sembra si commentino da soli (vendita del Common Rail alla Bosch, dismissione di Arese, mancato interesse nell'auto ecologica, ecc.). E nel caso MG-Rover chi mi ha preceduto ha già detto tutto sulla qualità del parco vetture attuale...
Purtroppo ancora non è chiaro ancora oggi quale importanza Fiat voglia dare al proprio settore auto.