dalla gazzetta dello sport:
La Rai ha trasmesso un video in cui si vede il giocatore (che non aveva dato l'autorizzazione) mentre si inietta il Neoton, un farmaco non proibito
ROMA, 29 aprile 2005 - La camera 712 del Grand Hotel Marriott di Mosca, una squadra che il giorno dopo giocherà la finale della coppa Uefa (vincendola per 3 a 0), il medico Luca Montagna, il massaggiatore Corrado Gatti, alcuni giocatori, anzi soprattutto uno, soltanto uno che non è "schermato": Fabio Cannavaro. È il capitano della Nazionale il protagonista e il regista del video shock trasmesso ieri da "Punto e a capo", la rubrica di Rai 2, dopo una specie di slalom tra diffide legali e tentennamenti politici all’interno degli stessi uffici di viale Mazzini. Il cuore dei quattro minuti e mezzo girati dallo stesso difensore della Juve, allora al Parma, è l’assunzione del Neoton, un farmaco non appartenente alla lista dei prodotti proibiti, con una modalità, quella della flebo, allora consentita, oggi vietata dal codice Wada.
Colpiscono il tono, l’atmosfera, le battute. Il contesto è in bilico fra goliardia e sarcasmo. Ma gli aghi sono veri e le parole pure. Da una parte si ha la sensazione di esser entrati in casa di qualcuno senza chiedere il permesso, dall’altra certi discorsi sono un pugno in faccia a chi guarda anche se l’aria è scherzosa. "È la prova che noi facciamo schifo". Voce fuori campo: "Posso bucarlo io?". Dice il medico: "E’ da depravati filmare". Ancora Cannavaro: "Guardate come siamo ridotti... Ho 25 anni, mi stanno ammazzando... Questa me la vendo, sai quanto becco". E quando la flebo comincia il suo lavoro: "Sì, che bello...ancora...". Sei anni fa non c’era la coscienza di adesso, la legge penale di oggi, tanti dirigenti sportivi facevano più o meno i finti tonti di fronte al problema dell’abuso di farmaci. Tuttavia il maggio ’99 è la fine di una stagione cominciata nell’estate ’98 con le denunce di Zeman, l’inchiesta Guariniello, la chiusura del laboratorio "zoppo".
Lo stesso Parma era stato al centro dell’interesse degli investigatori relativamente agli anomali su e giù dell’ematocrito di alcuni giocatori (la vicenda fu poi archiviata in sede giudiziaria). Non solo: alla vigilia di quella finale l’allenatore del Marsiglia, Roland Courbis, aveva firmato sull’Equipe allusioni poco simpatiche verso Veron: "Se prima assomigliava a Genghini (giocatore degli anni ’80, ndr), ora pare Superman". Con l’argentino a ribattere: "È nervoso e vuol fare casino". Nelle scene c’è una coda di tutto ciò. A un certo punto Cannavaro dice: "Seba, l’allenatore del Marsiglia?". Risposta di Seba: "La sa lunga". Di nuovo Cannavaro: "È la prova che Seba Veron si fa". Ma è il percorso del filmato che è assediato da tanti punti interrogativi.
Come diamine è potuto accadere che da Cannavaro, proprietario — da quanto si capisce — della telecamera e quindi della cassetta, il documento sia finito in chissà quali mani per essere poi inviato, sei anni dopo, all’indirizzo privato di un redattore del programma di Rai 2, Max Parisi, lo scorso 2 aprile? "Noi abbiamo fatto solo il nostro mestiere", ha detto il conduttore Giovanni Masotti rispondendo alla diffida con cui a metà del pomeriggio, Cannavaro negava autorizzazione e disponibilità: "Sono stupefatto nell’osservare come, in questi due giorni, sia stata diffusa la notizia di questo video amatoriale che riprende "un difensore over 30 che gioca in un’importante squadra del Nord Italia ed è un pilastro dell’Italia..." Non è stato affatto difficile identificarmi. Il tardivo invito da Lei cortesemente rivoltomi appare pertanto finalizzato a giustificare da parte sua la messa in onda di un servizio che necessita del mio consenso, che fermamente le nego. Se davvero lei avesse desiderato un dialogo ed un confronto con me altre avrebbero dovuto essere le modalità e tempistiche. In ogni caso trattandosi di un filmato che mostra — secondo quanto appreso dai quotidiani — immagini relative a "trattamenti medici" sulla mia persona, rivolgo formale diffida dal mostrare dette immagini trattandosi di dati sensibili attinenti la mia salute".
Dopo aver ricevuto la diffida, Masotti ha denunciato il rischio di una mancata messa in onda per l’intervento dei "poteri forti". Poi la decisione: "Procederemo alla messa in onda del filmato nel legittimo esercizio del nostro diritto di informazione". Il documento nel primo pomeriggio era stato consegnato ai Nas. Tra le reazioni anche quella dell’ex procuratore antidoping del Coni Giacomo Aiello, che propone: "Niente nazionale per i giocatori implicati in queste vicende". Il successore di Aiello, Giovanni Verde, aprirà un fascicolo nelle prossime ore. Insomma, la vicenda promette altri sviluppi.