Fiat ci riprova: Arese addio, lavoratori "forzati" a Torino

AlfaMatte

Nuovo Alfista
13 Marzo 2009
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Bologna e Trento
Scrivo qui perchè interessa sempre Arese....
Ma ditemi voi la Fiat che cosa sta combinando????
E ancora(mi ripeto) c'è chi la sostiene a spada tratta, io non capisco, vuole annulalre tutto quello che è Arese....Ma si dai trasferiamo tutti da un giorno all'altro come burattini...che schifo!!! Non hanno rispetto di nulla!

http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/2011 ... ddio.shtml
 
Ho spostato il tuo post e in pratica ne ho creato un argomento perchè non c'entrava nulla con il 3d del Museo Alfa Romeo.

Tra l'altro in questo modo chi volesse commentare la notizia che hai postato lo può fare senza avere il rischio di far andare OT la discussione del Museo. :)
 
Grazie mille Denny!
Io son sconcertato da certe mosse di Fiat, e il fatto che la gente ci vada ancora dietro, apprezzi, dica W Marchionne e che lui ci salverà tutti...mah...

Dopo tutto quello che ha detto su Alfa Romeo, ancora non si capisce perchè la gente non veda che a lui interessa Fiat e l'America...per carità ci può stare, ma almeno non diciamo che lui tiene ad Alfa Romeo, basta guardare come tratta anche solo gli ultimi lavoratori di Arese...
Se qualcuno se lo ricorda mesi fa a Ginevra 2010 i lavoratori manifestanti di Arese vennero trattati malisssimo, la Fiat non mi pare si sia sbattuta molto...

http://ilmondoauto.blogfree.net/?t=2351865
 
Bhe ma questa mossa era scontata, dopo aver chiuso Arese o li licenziava o li trasferiva tutti a Mirafiori, in teoria hanno avuto 3 anni di cassa integrazione per organizzarsi il trasferimento...
 
palple":2ow9wtuy ha detto:
Bhe ma questa mossa era scontata, dopo aver chiuso Arese o li licenziava o li trasferiva tutti a Mirafiori, in teoria hanno avuto 3 anni di cassa integrazione per organizzarsi il trasferimento...

:ka)

c'è sempre chi vuole la pappa pronta. da un lato quelli a cui fanno contratti mese per mese e dall'altro quelli che pretendono di lavorare in una fabbrica che stanno chiudendo.
 
lorenzino":2byjrzzr ha detto:
c'è sempre chi vuole la pappa pronta. da un lato quelli a cui fanno contratti mese per mese e dall'altro quelli che pretendono di lavorare in una fabbrica che stanno chiudendo.
sinceramente non capisco questo commento.. si tratta di oltre un centinaio di persone cui, da quel che leggo, era stata assicurato un ricollocamento che non fosse un trasferimento.
Se da un lato capisco la tua perplessità (non so dove Fiat potrebbe ricollocarli nel milanese), dall' altro non capisco la faciloneria del tuo commento.. non si tratta certo di un centinaio di giovani precari
 
giangirm":3jepg1ls ha detto:
lorenzino":3jepg1ls ha detto:
c'è sempre chi vuole la pappa pronta. da un lato quelli a cui fanno contratti mese per mese e dall'altro quelli che pretendono di lavorare in una fabbrica che stanno chiudendo.
sinceramente non capisco questo commento.. si tratta di oltre un centinaio di persone cui, da quel che leggo, era stata assicurato un ricollocamento che non fosse un trasferimento.
Se da un lato capisco la tua perplessità (non so dove Fiat potrebbe ricollocarli nel milanese), dall' altro non capisco la faciloneria del tuo commento.. non si tratta certo di un centinaio di giovani precari

si lamentano proprio perchè non gli sta bene essere ricollocati a torino.
 
giangirm":2uch41oj ha detto:
lorenzino":2uch41oj ha detto:
c'è sempre chi vuole la pappa pronta. da un lato quelli a cui fanno contratti mese per mese e dall'altro quelli che pretendono di lavorare in una fabbrica che stanno chiudendo.
sinceramente non capisco questo commento.. si tratta di oltre un centinaio di persone cui, da quel che leggo, era stata assicurato un ricollocamento che non fosse un trasferimento.
Se da un lato capisco la tua perplessità (non so dove Fiat potrebbe ricollocarli nel milanese), dall' altro non capisco la faciloneria del tuo commento.. non si tratta certo di un centinaio di giovani precari

Il ricollocamento previsto era a Torino, dopo la cassa integrazione ordinaria hanno ottenuto un altro anno di cassa integrazione straordinaria per allontanare il trasferimento, ora o vanno a Torino o si licenziano.
 
guardate, io non so bene come sono andate le cose, da quel poco che capisco del comunicato Fiom, il ricollocamento non era previsto a Torino (questo si chiama solo trasferimento).
In ogni caso eviterei di parlare alla leggera ("c'è sempre chi vuole la pappa pronta") di queste persone (presumibilmente non giovanotti) cui per continuare a lavorare si tenta di imporre un trasferimento, anche se non lontanissmo.
E ve lo dico io che per qualche anno sono andato a 600 km da casa per lavorare
 
però ci deve essere una via di mezzo tra il 'nessun dorma' dei contratti mensili e l'impuntarsi di queste persone alle quali noi stiamo attualmente pagando lo stipendio.

lasciando un attimo perdere la 'malagestione' fiat, cosa deve fare un azienda per chiudere uno stabilimento?

sono 100% a favore di uno stato sociale che prometta protezione ai lavoratori in caso di un repentino licenziamento, fallimento, licenziamenti per ingiusta causa e quant'altro. ma questa degenerazione verso il 'lavoro garantito' proprio no. poi ci lamentiamo che le aziende non assumono... scusa, per forza ora ci pensano su 7 volte prima di assumere qualcuno se questi sono i problemi che poi devono gestire per poter chiudere un ramo.

e, in ogni caso, pure io son 5 anni che vedo la fidanzata solo nei weekend :nod)
 
lorenzino":3q4vo7fm ha detto:
sono 100% a favore di uno stato sociale che prometta protezione ai lavoratori in caso di un repentino licenziamento, fallimento, licenziamenti per ingiusta causa e quant'altro. ma questa degenerazione verso il 'lavoro garantito' proprio no. poi ci lamentiamo che le aziende non assumono... scusa, per forza ora ci pensano su 7 volte prima di assumere qualcuno se questi sono i problemi che poi devono gestire per poter chiudere un ramo.
Perdonami, ma qui però passiamo da un estremo all'altro in questa discussione: dal fatto che l'azienda stia chiudendo uno stabilimento e dica "o mangi questa minestra o salti dalla finestra" al fatto che è 'colpa' (e lo dico con mille virgolette ovviamente) delle 'pretese' (con altre mille virgolette ovviamente) dei lavoratori se le aziende non assumono.
Mi pare che stiamo analizzando i fatti passando un po' troppo da un estremo all'altro, senza vedere in mezzo cosa ci sia. :)
 
Il fatto è che lo stabilimento è stato ormai chiuso, e su questo si può discutere, ma per il resto questi lavoratori sono ormai da tre anni sulle spalle di tutti, e in questi tre anni sapevano che o si spostavano o venivano licenziati; l'anno scorso gli è stato concesso un altro anno di tempo. So che non è facile dover cambiare città, soprattutto ad una certa età, ma non possono pretendere altra cassa integrazione o di essere tutti assorbiti dal museo! Io intorno a me vedo persone che hanno studiato, hanno incarichi di responsabilità, a tempo determinato e lontano da casa, e prendono gli stessi soldi di un cassintegrato... bisognerà assolutamente trovare un punto di incontro tra le due realtà, il migliore possibile per i meno tutelati, ma anche i più tutelati devono adeguarsi alla realtà odierna.
 
e anche se ad una certa età diventa difficile reimpiegarsi, in tre anni una scuola per elettricista o idraulico la si fa. con tutta la richiesta che c'è per certi mestieri 'di una volta' che oggi nessuno vuole più fare.

capisco il dramma, ma qui ci sono persone troppo tutelate e giovani studenti vittime di un sistema dove nessuno può essere più licenziato, da un lato ci lamentiamo dei 'baroni' e della vecchiaia della classe media che bloccano i giovani e dall'altro garantiamo alle persone tre anni di stipendi (pagati con le nostre tasse) per far niente.

almeno che si sforzassero di imparare un mestiere,
è difficile? si.
è giusto? no.

ma hanno almeno fatto un tentativo per reimpiegarsi? questo non ci è dato sapere. quanto meno, non sputino in faccia ad un lavoro certo, anche se lontano da casa.

anche perchè mi girano un po le balle a vedere 500€ al mese prese dalla mia busta dall'imps per coprire anche la loro comodità di lavorare sotto casa.
per dare una prospettiva della cosa:
bonaventura.jpg
 
lorenzino":3rz9j9uv ha detto:
anche perchè mi girano un po le balle a vedere 500€ al mese prese dalla mia busta dall'imps per coprire anche la loro comodità di lavorare sotto casa.

Sono 700€ al mese...
 
In altre zone d'Italia, in particolare nei distretti industriali, centinaia di persone hanno perso il lavoro usufruendo, se va bene, di 12 mesi di cassa.

Mi sembra chiaro che più di qualcuno dovrebbe guardare oltre il proprio back yard.
Io, da artigiano, farei firma per anche soli 6 mesi di cassa, a cui nn ho (chiaramente) diritto. ;)

Le periodiche c.integrazioni della FIAT ci sono costate sin troppo in tutti questi anni visto che, ribadisco, in altre zone del Bel Paese la storia è ben diversa. :nod)
 
il problema vero e unico di base in Italia è la mancanza di alternative. Il posto di lavoro viene visto esclusivamente come un "adesso ho questo posto e devo tenerlo fino alla pensione qualunque cosa succeda è un mio diritto", laddove altri sistemi sociali fan si che vi sia circolazione di lavoratori nel mercato globale. (USA ecc).

Insomma, se chiude Fiat a Milano o Torino ecc, deve esserci un sistema industriale variegato tale da riassorbire naturalmente le relative categorie di lavoratori. O viceversa, con più realtà in concorrenza tra loro, un lavoratore ha più sbocchi possibili, o maggior interesse ad essere opzionato per via della sua esperienza.
Cosa che allo stato attuale sembra non contare nulla, se hai più di 30-35 anni non servi, se hai 20 anni ti prendono al minimo sindacale per lasciarti a casa dopo 1 anno e così via.

insomma proprio a livello generale manca una cultura del lavoro qui, un impegno professionale (far bene le cose e con competenza porta vantaggi, ma ritenuti secondari rispetto al tagliare i costi alla base) e un riconoscimento del valore aggiunto che si può dare negli anni.
 
yugs":2u87bqv4 ha detto:
..............



Tutto giusto.

Ma ti garantisco che l'emorragia di posti di lavoro c'è stata ovunque, soli che in molte zone, specie quì ad est, le ditte son medio piccole e quindi la cosa non fa notizia.
Io personalmente non mi rallegro della situazione, ma non possiamo di certo pagare la c.int. a tutti a tempo indeterminato. :ka)

Io condivido al 100% l'opinione di Lorenzino, e non è la prima volta. :nod)
Li dessero a ME 3 anni di cassa per poter reinventarmi e formarmi, FACCIO FIRMA SUBITO.

Se in così tanto tempo non ti sei mosso ed hai vissuto "sperando", mi spiace, attaccati.
Se hai una famiglia, ancor peggio. Sei da "badilare". :nod)

Per la cronaca, ho passato più di 3 ore su forum e bacheche di annunci di lavoro in NZ ed AUS.
Prospettiva lontana per ora, ma non si sa mai. ;)
 
Siamo così certi che dopo il "reinventarsi" poi trovi?
Emigrare? Fallo a 55 anni con famiglia.
Forse non si ha la visione (io ce l'ho) che un lavoro così come altri aspetti sono basilari per un fine che dovrebbe essere chiaro a tutti: la qualità della vita.
Se i padri fondatori han detto che la Repubblica è fondata sul lavoro non è che erano dei vecchi tromboni sotto i fumi dell'alcool e che facevano della filosofia o della demagogia.
Una società sana GARANTISCE una base (il lavoro è una base) favorendo ANCHE l'alternativa, la libertà di scelta, ovvero di cambiare lavoro, utile anche in casi LIMITATI di crisi. Ovvero quando un settore "non tira" e la richiesta è altrove.
Questo Paese NON garantisce (nè ha mai garantito PER TUTTI INDISTINTAMENTE, non prendiamoci per il sedere, ora è solo divenuto peggio e prassi la precarietà) un lavoro anche rumentoso DI BASE. E pretende di scaricare sotto il nome "flessibilità" la mancanza di un lavoro "certo e fisso" con alternative che non esistono.
Ci si reinventa, si dice. Benissimo, dove? Non credo di scoprire l'acqua calda dicendo che uno di 55 anni non se lo filano in tanti, da assumere, per "n" motivi che vanno da quello fiscale a quello di "convenienza" spicciola (insegno a uno che fra 8 anni mi va in pensione? Magari meglio a uno di 22 anni che può rimanere con me più a lungo).
Non dimentichiamoci poi due cose:
1. non siamo tutti uguali, chi è stato capace di fare libera impresa non creda che tutti siano in grado (come capacità) di farlo
2. non credo di scoprire l'acqua calda dicendo che parecchi che fan la libera impresa, essendo esposti a millemila rischi, lo han fatto non per SCELTA LIBERA avendo l'alternativa del posto fisso o da dipendente (non son mica la stessa identica cosa) ma come scelta obbligata. Io la vedo come una forzatura, poi ognuno la veda come vuole.

A una certa età si ha la necessità di "tirare una riga di totale" e far bilancio della propria vita. Lunga anni, non mesi. Non si tratta di fare del garantismo o dell'assistenzialismo spicciolo ma solo di essere un po' realisti e capire con chi viviamo e che cavolo di Paese siamo.
 
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