Quattrocentosette chilometri orari. Non è uno scherzo. A tanto è arrivata una "normale" auto di serie, la Bugatti Veyron, che la Volkswagen si appresta a lanciare sul mercato a partire dal prossimo settembre. Ad abbattere il muro dei 400 Km/h ci ha pensato proprio la GT pronta per l'omologazione, sul circuito di prova Volkswagen Ehra-Lessien, sotto la supervisione del TüV Süddeutschl. Il dato è quindi ufficiale, perché è stato raccolto facendo la media su più passaggi in diverse direzioni, proprio secondo la complicata procedura di omologazione tedesca.
Questa Bugatti diventa così di colpo la macchina di serie più veloce del globo avendo polverizzato il precedente record della Koenigsegg CCR (387.9 km/h), una macchina peraltro venduta in meno di 10 unità.
La Bugatti Veyron (a proposito, il nome è quello di Pierre Veyron, pilota della squadra Bugatti, vincitore della 24 Ore di Le Mans nel 1939) invece sarà prodotta in 300 esemplari, di cui 50 entro il 2006, nell'impianto alsaziano di Molsheim, cittadina nei pressi di Strasburgo sede storica della Bugatti. E venduta alla cifra record di un milione di euro. D'accordo, Ettore Bugatti sosteneva che "Niente è troppo bello, niente è troppo caro". Ma siamo sicuri che questa specie di siluro sia poi così bello? E che il fascino della velocità oggi sia ancora integro in un mondo dove anche una Punto può arrivare a 200 all'ora e dove esistono limiti di velocità piuttosto severi?
Alla Volkswagen pensano proprio di si perché oltre ad avere disegnato in casa questo mostro (è tutto frutto del centro stile interno) ormai portano avanti il progetto - con pervicacia e cocciutaggine tutta tedesca - da molti anni. L'idea di far risorgere il marchio Bugatti infatti è dell'ex boss Ferdinand Piech che al salone di Francoforte del 1999 presenta il prototipo EB 318 Chiron, per poi lanciare successivamente la EB 18/4, antesignana della Veyron pronta per la folle produzione.
"Folle" perché per dare in mano al signor Rossi una belva da 407 Km/h è stata ideata una tecnologia complicatissima, che ha tormentato fino a oggi i tecnici tedeschi: trazione integrale permanente, motore 8000 16 cilindri a W quadri-turbo da 1001 Cv a 6000 giri al minuto e 1250 Nm di coppia massima fra 2200 e 5500 giri, cambio sequenziale a 7 marce è troppo perfino per gli ingegneri del Gruppo Volkswagen che possono, di fatto, disporre di una specie di Pozzo di San Patrizio della tecnologia.
Così alla piccola Veyron (è lunga 4,47 metri, larga due e alta 1,2) è successo di tutto: prendeva fuoco, tendeva al decollo alle alte velocità, non voleva sapere di accendersi in determinate condizioni, frullava cambi e differenziali come fossero burro. Inoltre scaldava come in un fornetto a micronde i "poveri" (si fa per dire) pilota e passeggero.
Di ritardo in ritardo è successo l'inferno. La macchina doveva essere pronta nel luglio del 2003, poi nell'aprile del 2004, quindi a inizio del 2005. Alla Volkswagen sono iniziate ad arrivare diverse prenotazioni, ovviamente di clienti che di solito non amano aspettare... Così diversi presidenti Bugatti sono stati defenestrati, e nessuno sa cosa abbia fatto (e pagato) la Vw per tenere a bada l'inferocita clientela. Che probabilmente dispone di una pista privata, e naturalmente di gusto del brivido.
Rimarrà memorabile, la scenetta avvenuta al Salone di Ginevra del 2003 quando l'allora addetto stampa Bugatti stava spiegando ad un piccolo gruppo di giornalisti i veri problemi della Veyron. Si avvicinò un distinto signore e iniziò ad ascoltare in silenzio. La spiegazione intanto proseguiva: "Troppo veloce, forse uscirà un modello meno potente, non sappiamo quando potremmo consegnarla, non c'è una data certa di commercializzazione...". Il nuovo arrivato non ce la fece più e sbottò presentandosi: "Sono mounsier xxyy (un nome arabo che nessuno degli astanti capì, n.d.r.) e rappresento sua eccellenza xxyy (altro nome arabo che nessuno capì, ad eccezione dell'addetto stampa Bugatti che nel frattempo sbiancò in volto, n.d.r.). Abbiamo comprato due Veyron versando già un anticipo di 750 mila dollari, ma tutte queste cose nessuno ce le ha mai dette, anzi...". E partì una discussione terrificante. Lasciammo - nell'imbarazzo più totale - il povero rappresentante della Bugatti lì sullo stand, nelle fauci dell'intermediario arabo.
http://www.repubblica.it/2005/e/motori/ ... ti400.html