Ed ora, dopo tanti commenti personali, vorrei farvi leggere un articolo tratto da un autorevole giornale (Il Sole 24 Ore) che spiega molto chiaramente le previsioni degli analisti finanziari sui possibili sviluppi della questione convertendo, escludendo i risvolti apocalittici che qualcuno ha menzionato...
L'incontro al vertice tra Fiat e le banche del convertendo da 3 miliardi si terrà martedì (oggi tutto lo staff del Sanpaolo è impegnato in un convegno a Napoli). Nessun commento ufficiale sull'appuntamento che sarà il primo ad alto livello nel " semestre bianco" che precede il termine fissato per la conversione e che è rilevante per determinarne il prezzo. L'accordo siglato da otto gruppi bancari (Intesa, UniCredit, Capitalia, Sanpaolo Imi, Bnl, Mps, Bnp Paribas e Abn Amro) prevede infatti che il prezzo di conversione sia pari alla media tra 14,4 euro (la rettifica dei 15,5 euro originari, per tener conto dell'ultimo aumento di capitale effettuato da Fiat) e la media dei prezzi di Borsa nei sei mesi precedenti la conversione, un periodo che potrebbe risultare turbolento per il titolo del Lingotto (se ne sono già avute le avvisaglie) in assenza di un chiarimento sullo scenario del futuro prossimo. Nonostante le cautele, è presumibile che sia questo il vero motivo alla base del rinvio dell'assemblea che sarà convocata dal cda del 10 maggio per poi svolgersi 30 45 giorni dopo.
Ma non è stata tanto la notizia del prossimo incontro con le banche a risollevare Fiat in Piazza Affari — ieri in recupero del 5,03% a 4,761 euro tra scambi che hanno interessato il 5,3% del capitale ordinario — e neppure la notizia degli acquisti di due concessionari torinesi che sul titolo hanno puntato 1,2 milioni di euro, quanto piuttosto i sondaggi informali effettuati su una possibile operazione di sbocco che hanno avuto l'effetto di stoppare la speculazione. In sostanza alcuni investitori istituzionali sono stati contattati da banche d'affari per capire che livello di gradimento avrebbe un eventuale bond a dieci anni convertibile in azioni Fiat, strike price 10 euro, prezzo di emissione 80 rispetto al valore di rimborso di 100 e cedola del 7%. Dossier di una banca d'affari in cerca di clienti, oppure qualcosa di più? Non è dato saperlo, ma sul mercato la voce si è diffusa rapidamente e gli operatori, ragionandoci sopra, hanno pensato che il bond del sondaggio potesse essere una delle soluzioni ipotizzate per ammortizzare l'impatto sulle banche del prestito convertendo sottoscritto nel luglio 2002 che, allo stato, pare di automatica conversione, salvo accordo tra le parti e approvazione delle relative modifiche da parte di un'assemblea straordinaria Fiat. L'ipotesi prefigurata dagli operatori è cioè che le banche in procinto di diventare socie Fiat utilizzino le azioni a servizio di un bond convertibile ad alto rendimento, emesso dalle stesse banche che così rientrerebbero in parte dell'esborso, limitando i danni se le quotazioni della casa torinese dovessero tornare a 10 euro nell'arco della vita del prestito.
Se un'ipotesi del genere dovesse concretizzarsi, ciò significherebbe per Fiat comunque l'aumento del patrimonio e l'abbattimento dei debiti, a fronte di un ingresso in forze, ma temporaneo, delle banche nel capitale. Se la conversione avvenisse oggi, le banche tutte insieme disporrebbero di una quota compresa tra il 26% e il 28% del capitale ordinario, Ifil scenderebbe dall'attuale 30% a circa il 22 per cento.