adaide47gta":1s8xnsfq ha detto:
ciaouu, di seguito qualche precisazione del piastrellista
cat147":1s8xnsfq ha detto:
Due curiosità:
Il Busso nasce anche per un moto d'orgoglio del suo progettista.
Sul finire degli anni '60 l'ing. Busso ebbe modo di scontrarsi con l'allora direttore degli acquisti Alfa, il quale gli rimproverò di aver maturato una buona esperienza solo sui 4 in linea bialbero ma nulla di più. Siccome l'accusa gli venne rivolta più di una volta, l'ing. Busso s'incazzò e in tempi record progettò e mandò al banco un 4 in linea monoalbero in testa (quello che poi venne utilizzato per sperimentare i sistemi d'iniezione).
balle. i sistemi di iniezione furono sperimentati da ben prima, persino sulle vetture da competizione (gta, per esempio; e poi, il V8 della 33).
per quanto concerne il CEM, venne sperimentato sia sul 4 cilindri bialbero, sia sul V6 (in questa configurazione, si sperimentò pure un motore modulare con una delle due bancate ad alta compressione e l'altra sovralimentata) tutto fallì poi con i netti ricatti della bosch. i motori monoalbero erano quelli dell'alfasud, ma lo erano per problemi differenti
cat147":1s8xnsfq ha detto:
Quando emerse l'esigenza di introdurre un 6 cilindri diverso dall'ormai obsoleto 2.600 in linea, Busso riciclò l'idea mettendo a V due blocchi del 4 in linea monoalbero levando un cilindro per ogni bancata. Infatti il disegno della testa e dello schema della distribuzione era lo stesso del 4 cilindri monoalbero nato dall'orgoglio.
balle. il v6 nacque, in cilindrata 2200 per una vettura alto di gamma (che sarebbe poi stata la 119)
Ovviamente sorvolo sull'eleganza di chi invece di relazionarsi cordialmente con gli altri utenti e appassionati, con molta saccenza e poca cortesia, bolla come "balle" le loro affermazioni senza peraltro citare le fonti.
Io invece cito le fonti e sono pronto ad ammettere l'errore se mi vengono citate fonti più autorevoli:
"Il V6 verrà montato nel 1980 sulla vettura GTV 6 2,5: questo 6 cilindri a V di 2500 cc, che il coupé Alfetta ereditava dall'Alfa 6 con la sola novità dell'iniezione elettronica Bosch Jetronic al posto dei carburatori, ha una storia molto strana che merita di essere narrata. All'inizio degli anni '60 l'ingegner Vigo, allora direttori degli acquisti, accusò Busso di conoscere a fondo solo il motore bialbero (che veniva utilizzato sulle Alfa Romeo già da diversi anni) e poichè quell'accusa gli fu rivolta diverse volte, Busso dimostrò a tutti il contrario realizzando un 4 cilindri in linea monoalbero, che venne poi utilizzato per provare l'iniezione elettronica della Bosch, Quando anni dopo in Alfa Romeo si resero conto delle eccessive dimensioni del 6 cilindri in linea della 2600, nacque l'idea di un 6 cilindri a V che doveva avere una cilindrata superiore a 2000 cc., risultare più compatto del 8V ed avere un solo albero a camme in testa per comandare sia le valvole di aspirazione che di scarico.
Busso si ricordò così del suo vecchio esperimento con il 4 cilindri monoalbero e, praticamente, approntò un V6 che nacque dall'unione di due 4 cilindri sperimentali, a cui era stato tolto un cilindro per ogni bancata". Fabrizio Ferrari: Alfa Romeo Alfetta GT e GTV, Giorgio Nada Editore, pp. 20-21.
Quanto alle iniezioni, il motore 2 litri V8 della 33 (progetto 105.33) cominciò a girare al banco nel febbraio 1966 e venne impiegata un'iniezione indiretta meccanica Lucas. Viceversa, sul V8 2600 della Montreal venne impiegata un'iniezione indiretta Spica a otto pompanti in linea, così come erano Spica gli impianti di iniezione impiegati sulle Alfa destinate al mercato statunitense.
L'iniezione elettronica applicata sul Busso della GTV6 2.5 era una Bosch L-Jetronic con misuratore di massa a farfalla fluttuante, probabilmente il sistema di iniezione elettronica Bosch più avanzato dell'epoca, visto che il prodotto di tale casa ancora maggiormente utilizzato era il sistema KE-Jetronic a bilancia fluidica, ovvero la versione elettronicamente integrata del K-Jetronic.