Sergio Marchionne: per il 2009 difficile fare previsioni
"Il modo in cui la crisi finanziaria si è manifestata e ha colpito i mercati mondiali negli ultimi mesi del 2008 è stato qualcosa d'incredibile e inaspettato sia per la rapidità del contagio sia per le dimensioni che ha assunto". Con un'inevitabile considerazione sulla crisi finanziaria globale, il presidente del Gruppo Fiat, Luca di Montezemolo, ha aperto oggi l'assemblea degli azionisti (presenti in 144) al Lingotto di Torino.
Una situazione preoccupante, che comunque non ha impedito al Gruppo di chiudere il 2008 con il migliore risultato della gestione ordinaria mai raggiunto in più di un secolo di storia. "Malgrado il deterioramento delle condizioni di mercato nel quarto trimestre, tutti i settori hanno dato prova di grande capacità di reazione e di adattamento e Fiat Group Automobiles ha migliorato la penetrazione in tutti i principali mercati di riferimento", ha aggiunto Montezemolo.
Ha preso poi la parola l'amministratore delegato di Fiat Group, Sergio Marchionne, che ha parlato di "anno a due facce", riferendosi ai risultati record dei primi nove mesi del 2008, penalizzati dall'ultimo trimestre. Ecco quali sono state le sue considerazioni in merito ai temi principali inerenti al presente e al futuro del Gruppo.
Crisi del mondo dell'auto e previsioni per il 2009
"Il significativo e diffuso deterioramento delle condizioni di mercato in gran parte dei business e delle aree geografiche in cui opera il gruppo Fiat, cui si è unita una severa stretta creditizia, ha reso ancora più difficile formulare previsioni accurate sull'andamento delle nostre attività nel 2009. Per tutti questi motivi abbiamo scelto di aggiornare i mercati finanziari sulla performance attesa per il 2009 su base trimestrale. Siamo convinti che, a livello economico e mondiale, stiamo ormai toccando i punti più bassi della crisi. Ma per uscirne bisogna risolvere il vero problema del settore, che è quello della sovracapacità produttiva. L'industria dell'auto necessita di una seria ristrutturazione (solo negli Usa e in Canada negli ultimi 12 mesi sono state chiuse 24 fabbriche) se vogliamo portarla a un livello di sostenibilità economica. I primi indizi di un processo di risanamento sono comunque già visibili in tutte le principali economie del mondo, anche se i primi veri segnali concreti si vedranno solo nella seconda metà dell'anno. Nonostante le difficoltà, comunque, confidiamo di poter raggiungere il target annunciato per il Gruppo per l'intero 2009, superiore a un miliardo di euro di trading profit".
Aiuti governativi
"Innanzitutto bisogna dire che ci sono stati due ben distinti tipi di azioni dei decisori pubblici di fronte alla crisi: una diretta a stimolare la domanda attraverso varie forme di incentivi ai consumatori, l'altra indirizzata a sostenere direttamente alcuni costruttori nazionali. Mentre nel primo caso si è trattato una vera boccata d'ossigeno per il comparto, come per gli ecoincentivi in Italia che hanno sbloccato il mercato, nel secondo si è trattato di decisioni unilaterali molto pericolose. Mi riferisco alle linee di crediti da circa sette miliardi per Psa e Renault in Francia, ai 2,6 miliardi di euro di finanziamenti che la Svezia ha concesso a Volvo e Saab, alla garanzia statale sui prestiti per investimenti a favore dei costruttori del Regno Unito e al prestito ancora in discussione per la Opel in Germania. Muoversi in modo non omogeneo, come si sta facendo in questa fase, comporta il rischio di falsare l'equilibrio dei mercati, violando i principi della concorrenza, e questo è qualcosa di assurdo. I valori e i principi su cui si regge il mercato unico europeo non possono e non devono essere messi in discussione; il rischio sarebbe enorme".
Alleanza con Chrysler
"Come ho già avuto più volte occasione di precisare, l'accordo in discussione non comporta alcuna assunzione del debito da parte del gruppo Fiat. Il punto cruciale dell'operazione è lo scambio di know how fra i due Gruppi, che dovrebbe portare solo benefici sotto diversi punti di vista, a cominciare, chiaramente, dalle sinergie sui costi di produzione. Non dimentichiamo, comunque, che l'accordo è ancora subordinato all'approvazione del prestito finanziario che il ministero del Tesoro Usa sta valutando se concedere alla Chrysler".
Task force Usa
"A questo proposito, colgo l'occasione per rispondere a un articolo pubblicato ieri sul 'Wall Street Journal' che, prestando ascolto ad alcune indiscrezioni, ha accusato Fiat di aver criticato il lavoro della task force dell'amministrazione Obama. Non è assolutamente vero. Per quello che è la mia esperienza, davvero in casi rarissimi ho visto un gruppo di persone lavorare con un così forte spirito di abnegazione per raggiungere nel più breve tempo possibile un obiettivo così difficile. È davvero encomiabile l'impegno profuso nel tentativo di risanare un'azienda fondamentale per l'economia americana. Quindi, non solo smentisco quanto affermato dal 'Wall Street Journal', ma anzi faccio loro i complimenti per tutto quello che stanno facendo".
Ecologia: le future strategie del Gruppo
"Qualora l'accordo con Chrysler dovesse andare in porto, saranno senz'altro presi in considerazione progetti di sviluppo di veicoli elettrici. D'altra parte, Chrysler ha investito molto nel passato nelle auto elettriche e, con General Motors e Ford, fa parte di un consorzio per lo sviluppo di tecnologie alternative, comprese quelle ibride. E questo know how sarà comunque a disposizione del Gruppo Fiat. Vorrei ribadire un concetto fondamentale: noi siamo convinti che, ancora per i prossimi due-tre anni, non si creeranno spazi di mercato tali da giustificare un impegno forte in questo ambito. Ciò detto, non bisogna dimenticare che Fiat possiede la gamma più ecologica d'Europa e continuerà con sempre maggiore impegno in questa direzione".
Fonte 4ruote