Alfa Romeo: ottime aspettative per il 2009

cerchiamo di non andare troppo OT
 
Chiudo "velocemente" :) l'OT dicendo che:
nel mio box o dovunque io abbia roba, in bella mostra ci sono le scatole arancioni perchè le altre a parte che fanno "freddo e anonimo", ma poi non danno l'effetto di "magazzino di alfa romeo". Non colleziono nè fiat, nè lancia.
le scatole sono sicuro al mille per mille essere come le ho descritte, e le uniche differenze stanno nella tonalità più o meno accesa dell'arancio. Solo gli accessori (ed in epoca fiat) sono rosse e bianche (come anche i cataloghi, mentre il tariffario ricambi cartaceo è sempre arancio e bianco).

Il tipo di scatola "autoctona" STA nel discorso che faceva 75turboamerica, perchè le cose ben fatte si iniziano alla A e finiscono alla Z. Per cui invece di pensare a "cosa possiamo levare" dalla A alla Z (dalle scatole al prodotto), si dovrebbe pensare a dare SIA le scatole SIA il prodotto.
Concordo che alla fiat degli alfisti han capito molto poco..... e non è che "in mancanza d'altro" ci si è attaccati al portachiavi, altrimenti le costose felpe Alfa o similia andrebbero a ruba presso i "vecchi appassionati" che invece, di norma, le sfanculano perchè ritenute legate a un prodotto incoerente con Alfa, e quindi incoerenti anche i gadgets eccetera. Mi preme ricordare che un ex dirigente Alfa da poche settimane in pensione si è sempre battuto perchè le scatole rimanessero quelle che erano, sì come non ha mai gradito che da stabilimento arrivassero i sigilli sulle portiere con i tre marchi.
 
Mi rendo perfettamente conto che per chi non ha vissuto quell'ALFA comprendere quello che diciamo e' tremendamente difficile,anche se sono convinto che la maggior parte le vorrebbero come auto storiche e vorrebbero l'alfa di nuovo protagonista e tecnologicamente non inferiore a nessuna....ma capire che se si vuole questo le scelte sinora fatte non la porteranno dove si vorrebbe.
naturalmente quello che diciamo non cambieranno le scelte di chi dovrebbe farlo...non e' stato fatto quando si poteva e non verra' mai fatto finche' il destino dell'Alfa verra deciso a Torino...purtroppo ricordo tutte le promesse mai realizzate e quello di cui oggi si discute e si fa.........e' tutta roba vecchia.
 
Sergio Marchionne: per il 2009 difficile fare previsioni

"Il modo in cui la crisi finanziaria si è manifestata e ha colpito i mercati mondiali negli ultimi mesi del 2008 è stato qualcosa d'incredibile e inaspettato sia per la rapidità del contagio sia per le dimensioni che ha assunto". Con un'inevitabile considerazione sulla crisi finanziaria globale, il presidente del Gruppo Fiat, Luca di Montezemolo, ha aperto oggi l'assemblea degli azionisti (presenti in 144) al Lingotto di Torino.
Una situazione preoccupante, che comunque non ha impedito al Gruppo di chiudere il 2008 con il migliore risultato della gestione ordinaria mai raggiunto in più di un secolo di storia. "Malgrado il deterioramento delle condizioni di mercato nel quarto trimestre, tutti i settori hanno dato prova di grande capacità di reazione e di adattamento e Fiat Group Automobiles ha migliorato la penetrazione in tutti i principali mercati di riferimento", ha aggiunto Montezemolo.
Ha preso poi la parola l'amministratore delegato di Fiat Group, Sergio Marchionne, che ha parlato di "anno a due facce", riferendosi ai risultati record dei primi nove mesi del 2008, penalizzati dall'ultimo trimestre. Ecco quali sono state le sue considerazioni in merito ai temi principali inerenti al presente e al futuro del Gruppo.


Crisi del mondo dell'auto e previsioni per il 2009
"Il significativo e diffuso deterioramento delle condizioni di mercato in gran parte dei business e delle aree geografiche in cui opera il gruppo Fiat, cui si è unita una severa stretta creditizia, ha reso ancora più difficile formulare previsioni accurate sull'andamento delle nostre attività nel 2009. Per tutti questi motivi abbiamo scelto di aggiornare i mercati finanziari sulla performance attesa per il 2009 su base trimestrale. Siamo convinti che, a livello economico e mondiale, stiamo ormai toccando i punti più bassi della crisi. Ma per uscirne bisogna risolvere il vero problema del settore, che è quello della sovracapacità produttiva. L'industria dell'auto necessita di una seria ristrutturazione (solo negli Usa e in Canada negli ultimi 12 mesi sono state chiuse 24 fabbriche) se vogliamo portarla a un livello di sostenibilità economica. I primi indizi di un processo di risanamento sono comunque già visibili in tutte le principali economie del mondo, anche se i primi veri segnali concreti si vedranno solo nella seconda metà dell'anno. Nonostante le difficoltà, comunque, confidiamo di poter raggiungere il target annunciato per il Gruppo per l'intero 2009, superiore a un miliardo di euro di trading profit".

Aiuti governativi
"Innanzitutto bisogna dire che ci sono stati due ben distinti tipi di azioni dei decisori pubblici di fronte alla crisi: una diretta a stimolare la domanda attraverso varie forme di incentivi ai consumatori, l'altra indirizzata a sostenere direttamente alcuni costruttori nazionali. Mentre nel primo caso si è trattato una vera boccata d'ossigeno per il comparto, come per gli ecoincentivi in Italia che hanno sbloccato il mercato, nel secondo si è trattato di decisioni unilaterali molto pericolose. Mi riferisco alle linee di crediti da circa sette miliardi per Psa e Renault in Francia, ai 2,6 miliardi di euro di finanziamenti che la Svezia ha concesso a Volvo e Saab, alla garanzia statale sui prestiti per investimenti a favore dei costruttori del Regno Unito e al prestito ancora in discussione per la Opel in Germania. Muoversi in modo non omogeneo, come si sta facendo in questa fase, comporta il rischio di falsare l'equilibrio dei mercati, violando i principi della concorrenza, e questo è qualcosa di assurdo. I valori e i principi su cui si regge il mercato unico europeo non possono e non devono essere messi in discussione; il rischio sarebbe enorme".

Alleanza con Chrysler
"Come ho già avuto più volte occasione di precisare, l'accordo in discussione non comporta alcuna assunzione del debito da parte del gruppo Fiat. Il punto cruciale dell'operazione è lo scambio di know how fra i due Gruppi, che dovrebbe portare solo benefici sotto diversi punti di vista, a cominciare, chiaramente, dalle sinergie sui costi di produzione. Non dimentichiamo, comunque, che l'accordo è ancora subordinato all'approvazione del prestito finanziario che il ministero del Tesoro Usa sta valutando se concedere alla Chrysler".

Task force Usa
"A questo proposito, colgo l'occasione per rispondere a un articolo pubblicato ieri sul 'Wall Street Journal' che, prestando ascolto ad alcune indiscrezioni, ha accusato Fiat di aver criticato il lavoro della task force dell'amministrazione Obama. Non è assolutamente vero. Per quello che è la mia esperienza, davvero in casi rarissimi ho visto un gruppo di persone lavorare con un così forte spirito di abnegazione per raggiungere nel più breve tempo possibile un obiettivo così difficile. È davvero encomiabile l'impegno profuso nel tentativo di risanare un'azienda fondamentale per l'economia americana. Quindi, non solo smentisco quanto affermato dal 'Wall Street Journal', ma anzi faccio loro i complimenti per tutto quello che stanno facendo".

Ecologia: le future strategie del Gruppo
"Qualora l'accordo con Chrysler dovesse andare in porto, saranno senz'altro presi in considerazione progetti di sviluppo di veicoli elettrici. D'altra parte, Chrysler ha investito molto nel passato nelle auto elettriche e, con General Motors e Ford, fa parte di un consorzio per lo sviluppo di tecnologie alternative, comprese quelle ibride. E questo know how sarà comunque a disposizione del Gruppo Fiat. Vorrei ribadire un concetto fondamentale: noi siamo convinti che, ancora per i prossimi due-tre anni, non si creeranno spazi di mercato tali da giustificare un impegno forte in questo ambito. Ciò detto, non bisogna dimenticare che Fiat possiede la gamma più ecologica d'Europa e continuerà con sempre maggiore impegno in questa direzione".

Fonte 4ruote
 
Marchionne: crisi? La tempesta è passata

Le nubi della crisi si stanno diradando secondo l’ad Fiat Sergio Marchionne: “È partito il processo di risanamento. Il peggio della crisi è passato a livello economico e globale, poi ci sono le conseguenze. Passata la tempesta, bisogna ripulire. Prima cercavamo di individuare la ferita. Ora l’abbiamo trovata”. In ogni caso c’è ancora da attendere qualche mese: “Nella seconda metà del 2009 si comincerà a vedere qualcosa negli Usa. Poi in Asia e infine in Europa ma non prima di fine 2009» ha affermato Marchionne.
Il grande capo torna anche a parlare della “questione Cina” specificando che la casa italiana sta valutando bene l’andamento di quel mercato e la sua stabilizzazione. Per quanto riguarda il nuovo partner cinese Marchionne ha ribadito che non c’è ancora nulla di definito.
L’ad ha inoltre evidenziato come nel corso del mese le vendite abbiano registrato “un miglioramento sostanziale per quota e volumi rispetto a febbraio ma anche rispetto al marzo 2007”; tutto merito degli incentivi: “Sapevamo che avrebbero spronato la domanda e ora cominciamo a vedere i risultati”.

Fonte Motori24


La questione Cina è qui: viewtopic.php?f=15&t=101436
 
Top