Ragazzi ho provato a cercare ma non ho trovato nulla di specifico sulle aziende in Italia di Fiat,e date le novità in vista per alcuni stabilimenti, ne approfitto per aprirne uno dove parlarne :OK)
Fiat: secondo il ministro Scajola è una "follia chiudere Termini Imerese"
Il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, ritiene che sia «folle far morire un polo industriale come Termine Imerese, su cui nel tempo sono stati fatti investimenti importanti e dove tutti mi dicono che la qualità del lavoro è molto buona». Potete vedere il video di TeleVideoHimera qui sopra.
Il ministro, presente alla fiera Big Five, replica così all’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, secondo cui è impossibile mantenere aperti tutti gli stabilimenti italiani.
«Noi chiediamo a Fiat che venga aumentata la produzione industriale in Italia, dove immatricoliamo più auto di quante ne produciamo», prosegue Scajola, precisando che «tutto il settore dell’auto deve essere ristrutturato profondamente, ma questo non significa che in Spagna si possa produrre quasi il doppio delle auto che si producono in Italia».
Questi temi verranno affrontati nell’incontro in programma con Marchionne il primo dicembre, seguito poi da un mini-vertice con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e le parti sociali per esaminare il piano del Lingotto. «Ci stiamo preparando con un insieme di dati comparati con altri paesi, anche sul costo dell’auto», ha spiegato il ministro.
Scajola ha poi precisato che, nel 2010, gli incentivi saranno «inferiori all’anno scorso, gradualmente a rientrare per non distorcere il mercato», dipingendo il quadro del 2009: «Quest’anno gli incentivi sono serviti a chiudere con una diminuzione delle immatricolazioni del 3% mentre a febbraio, marzo eravamo a -35%. Si profilava un disastro».
Il ministro ha poi spiegato che l’Italia deve muoversi in sintonia con gli altri paesi europei, perché se «nell’Ue si ritiene che l’auto è fuori dalla crisi allora anche noi ci fermeremo. Se decidessero di continuare ad incentivare l’auto, faremo altrettanto altrimenti faremmo un danno irreversibile».
[youtube]<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/tRaZaSQY2g8&color1=0xb1b1b1&color2=0xcfcfcf&hl=it_IT&feature=player_embedded&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowScriptAccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/tRaZaSQY2g8&color1=0xb1b1b1&color2=0xcfcfcf&hl=it_IT&feature=player_embedded&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowScriptAccess="always" width="425" height="344"></embed></object>[/youtube]
Fiat: "Così Pomigliano non può andare avanti". In Campania potrebbe arrivare la nuova Panda
“Pomigliano così com’è oggi non regge”. Lo ha detto senza troppi peli sulla lingua Sergio Marchionne, nell’ambito dell’incontro di oggi a Roma tra Fiat e il Governo, in cui il manager sta toccando tutti gli aspetti cruciali dei piani futuri della casa torinese. Dopo avervi parlato del destino di Termini Imerese torniamo subito sul tema degli stabilimenti italiani, perché anche per Pomigliano potrebbero esserci importanti sviluppi.
L’analisi fatta da Marchionne è stata elementare: “Pomigliano non beneficia degli incentivi, perciò è lo stabilimento più penalizzato”. Tenuto conto di questa situazione, sarebbe opportuno secondo l’ad ragionare su novità anche molto importanti per la sede campana: una delle ipotesi di lavoro sarebbe quella di portarvi la produzione della prossima Panda.
Per il resto, la maggiore novità per gli stabilimenti italiani sarà la già nota introduzione della Giulietta a Cassino. Mirafiori e Melfi (riguardo quest’ultima Marchionne ha rilevato che “sta lavorando bene”) manterranno invece le loro linee attuali anche nel prossimo biennio. In conclusione, gli obiettivi a cui mirano gli investimenti per il prossimo biennio sono due: il traguardo di 800.000-1.000.000 auto prodotte in Italia ogni anno (oggi sono 650.000) ed il lancio di 11 nuovi modelli, tra cui le nuove Panda e Ypsilon.
Fiat, in Italia investimenti per 8 miliardi. Niente più auto a Termini Imerese da fine 2011: Marchionne, "possibile riconversione"
Prime notizie dall’incontro odierno a Palazzo Chigi tra Fiat, il Governo e le parti sociali: Sergio Marchionne ha annunciato un piano che prevede per il nostro paese investimenti pari a 8 miliardi di euro. La cifra sarà erogata nel corso del biennio 2010-2011, come ha spiegato l’ad.
Marchionne ha evidenziato come il piano Fiat sia ambizioso “soprattutto per quanto riguarda l’Italia”. Il numero uno di Torino ha puntualizzato che la casa non intende sacrificare completamente “la sua responsabilità sociale” sull’altare del “puro calcolo economico dei costi industriali”, allo scopo di evitare le facilmente immaginabili ripercussioni in termini di occupazione. D’altro canto è anche vero secondo Marchionne, che la sola attenzione alle tematiche sociali “condurrebbe alla scomparsa dell’azienda”.
Il manager ha poi dichiarato che il mercato dell’auto nel 2010 si confermerà sui livelli del 2009 ed ha ribadito la bontà dell’accordo con Chrysler, definito addirittura “fondamentale” per la futura crescita di Fiat. Le cattive notizie sono tutte per Termini Imerese: la fabbrica siciliana non produrrà più auto da fine 2011 perché “lo stabilimento è in perdita e Fiat non può più permettersi di tenerlo aperto”. Marchionne ha infine affermato che la casa è disposta a trattare una riconversione della fabbrica con la Regione Sicilia ed eventuali investitori interessati alla sua acquisizione.
Operai Fiat: "Il piano di rilancio per le fabbriche italiane è un calcio nel sedere"
Insorgono gli operai Fiat contro il piano annunciato da Marchionne: “I piani di conversione sono calci nel sedere agli operai” ha tuonato uno dei tanti dipendenti Fiat che si sono riuniti dinanzi a Palazzo Montecitorio per manifestare contro il piano studiato dai vertici Fiat.
Gli operai, proveniente soprattutto dalla Sicilia e da Pomigliano d’Arco (gli stabilimenti che verranno maggiormente stravolti secondi i nuovi criteri di produzione), hanno manifestato per ore esplodendo in un fragoroso boato all’annuncio ufficiale dello stop alla produzione.
“Sono quarant’anni che facciamo auto, vogliamo continuare a farlo, anche e soprattutto senza Fiat”. “Siamo pronti anche ad occupare lo stabilimento, questo è solo il primo round”. “Abbiamo fatto 30 ore di viaggio per venire qui, ci hanno bloccato, blindati, trattati come ladri, invece veniamo solo a manifestare per il nostro lavoro”. Queste alcune delle dichiarazioni raccolte fra la folla di manifestanti. “Operai vecchi da pensionare – ha affermato uno dei portavoce del gruppo di operai di Termini Imerese - non ce ne sono più. A quelli giovani toccano almeno 30 anni di fatica, e così non si può mantenere una famiglia”.
Tristezza e voglia di certezze anche fra gli operai campani: “Bastano dieci operai per fare la Panda. Il costo del lavoro e il numero di operai necessario a fare la Giulietta è ben diverso” (con il nuovo piano infatti la city-car Fiat verrà prodotta a Pomigliano mentre cesserà la produzione delle auto del biscione). “O ci sono grandissimi ordinativi, oppure andiamo a casa in tanti. – ha detto un delegato sindacale presente di fronte a Palazzo Chigi, proseguendo - Per rimanere lo stesso numero di operai ci vuole il doppio degli ordinativi attuali, ma noi vogliamo lo sviluppo. Abbiamo presentato la richiesta per autoveicoli verdi, da prodursi anche con il sostegno della Regione Campania”.
Ma a protestare ci sono anche i dipendenti dello stabilimento di Avellino, della Fma, che produce motori di cilindrata da 1.600 in su: “Tipologie per cui non abbiamo avuto neanche una lira di incentivi – spiega Domenico, un operaio della fabbrica - è un anno e mezzo che siamo in cassa integrazione, e sul nostro futuro da questo incontro non è uscita nemmeno una parola. Non sappiamo cosa pensare”.
Sono dure le parole che Domenico ha aggiunto prima di lasciare la piazza senza aver ottenuto alcuna risposta: “La cosa che mi fa più impazzire è che il Governo a Marchionne fa i complimenti per l’operazione Chrysler. E invece Marchionne passerà sì alla storia, ma come il manager che ha chiuso gli stabilimenti in Italia”.
Fiat: "Termini Imerese non può chiudere" secondo Scajola. A gennaio un nuovo confronto sul futuro della fabbrica
Il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha annunciato oggi un nuovo tavolo di confronto sul futuro di Termini Imerese con Fiat, Regione Sicilia e sindacati. L’incontro verrà convocato a gennaio, come riportato da Reuters. Scajola ha chiarito che “a favore del polo di Termini Imerese ci sono risorse di Regione e Governo”.
“Termini Imerese non può chiudere. A gennaio convocherò un tavolo di confronto con la Regione Sicilia, la Fiat e le forze sociali perché il polo possa avere un futuro industriale. Mi auguro ancora con l’auto, in modo conveniente”, ha detto il Ministro.
“Ci sono risorse che possono essere messe a disposizione come Governo e come Regione Sicilia, e se non riuscissimo a dare un futuro con l’auto, che comunque è la prima opzione, non lasceremo soli i lavoratori e proporremo soluzioni alternative che possano dare uno sviluppo ed un percorso di crescita a quel territorio”, ha aggiunto Scajola. L’annuncio arriva all’indomani dell’incontro tra Fiat e Governo, in cui Sergio Marchionne ha reso noto che Termini smetterà di produrre auto a fine 2011.
Fiat: secondo il ministro Scajola è una "follia chiudere Termini Imerese"
Il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, ritiene che sia «folle far morire un polo industriale come Termine Imerese, su cui nel tempo sono stati fatti investimenti importanti e dove tutti mi dicono che la qualità del lavoro è molto buona». Potete vedere il video di TeleVideoHimera qui sopra.
Il ministro, presente alla fiera Big Five, replica così all’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, secondo cui è impossibile mantenere aperti tutti gli stabilimenti italiani.
«Noi chiediamo a Fiat che venga aumentata la produzione industriale in Italia, dove immatricoliamo più auto di quante ne produciamo», prosegue Scajola, precisando che «tutto il settore dell’auto deve essere ristrutturato profondamente, ma questo non significa che in Spagna si possa produrre quasi il doppio delle auto che si producono in Italia».
Questi temi verranno affrontati nell’incontro in programma con Marchionne il primo dicembre, seguito poi da un mini-vertice con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e le parti sociali per esaminare il piano del Lingotto. «Ci stiamo preparando con un insieme di dati comparati con altri paesi, anche sul costo dell’auto», ha spiegato il ministro.
Scajola ha poi precisato che, nel 2010, gli incentivi saranno «inferiori all’anno scorso, gradualmente a rientrare per non distorcere il mercato», dipingendo il quadro del 2009: «Quest’anno gli incentivi sono serviti a chiudere con una diminuzione delle immatricolazioni del 3% mentre a febbraio, marzo eravamo a -35%. Si profilava un disastro».
Il ministro ha poi spiegato che l’Italia deve muoversi in sintonia con gli altri paesi europei, perché se «nell’Ue si ritiene che l’auto è fuori dalla crisi allora anche noi ci fermeremo. Se decidessero di continuare ad incentivare l’auto, faremo altrettanto altrimenti faremmo un danno irreversibile».
[youtube]<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/tRaZaSQY2g8&color1=0xb1b1b1&color2=0xcfcfcf&hl=it_IT&feature=player_embedded&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowScriptAccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/tRaZaSQY2g8&color1=0xb1b1b1&color2=0xcfcfcf&hl=it_IT&feature=player_embedded&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowScriptAccess="always" width="425" height="344"></embed></object>[/youtube]
Fiat: "Così Pomigliano non può andare avanti". In Campania potrebbe arrivare la nuova Panda
“Pomigliano così com’è oggi non regge”. Lo ha detto senza troppi peli sulla lingua Sergio Marchionne, nell’ambito dell’incontro di oggi a Roma tra Fiat e il Governo, in cui il manager sta toccando tutti gli aspetti cruciali dei piani futuri della casa torinese. Dopo avervi parlato del destino di Termini Imerese torniamo subito sul tema degli stabilimenti italiani, perché anche per Pomigliano potrebbero esserci importanti sviluppi.
L’analisi fatta da Marchionne è stata elementare: “Pomigliano non beneficia degli incentivi, perciò è lo stabilimento più penalizzato”. Tenuto conto di questa situazione, sarebbe opportuno secondo l’ad ragionare su novità anche molto importanti per la sede campana: una delle ipotesi di lavoro sarebbe quella di portarvi la produzione della prossima Panda.
Per il resto, la maggiore novità per gli stabilimenti italiani sarà la già nota introduzione della Giulietta a Cassino. Mirafiori e Melfi (riguardo quest’ultima Marchionne ha rilevato che “sta lavorando bene”) manterranno invece le loro linee attuali anche nel prossimo biennio. In conclusione, gli obiettivi a cui mirano gli investimenti per il prossimo biennio sono due: il traguardo di 800.000-1.000.000 auto prodotte in Italia ogni anno (oggi sono 650.000) ed il lancio di 11 nuovi modelli, tra cui le nuove Panda e Ypsilon.
Fiat, in Italia investimenti per 8 miliardi. Niente più auto a Termini Imerese da fine 2011: Marchionne, "possibile riconversione"
Prime notizie dall’incontro odierno a Palazzo Chigi tra Fiat, il Governo e le parti sociali: Sergio Marchionne ha annunciato un piano che prevede per il nostro paese investimenti pari a 8 miliardi di euro. La cifra sarà erogata nel corso del biennio 2010-2011, come ha spiegato l’ad.
Marchionne ha evidenziato come il piano Fiat sia ambizioso “soprattutto per quanto riguarda l’Italia”. Il numero uno di Torino ha puntualizzato che la casa non intende sacrificare completamente “la sua responsabilità sociale” sull’altare del “puro calcolo economico dei costi industriali”, allo scopo di evitare le facilmente immaginabili ripercussioni in termini di occupazione. D’altro canto è anche vero secondo Marchionne, che la sola attenzione alle tematiche sociali “condurrebbe alla scomparsa dell’azienda”.
Il manager ha poi dichiarato che il mercato dell’auto nel 2010 si confermerà sui livelli del 2009 ed ha ribadito la bontà dell’accordo con Chrysler, definito addirittura “fondamentale” per la futura crescita di Fiat. Le cattive notizie sono tutte per Termini Imerese: la fabbrica siciliana non produrrà più auto da fine 2011 perché “lo stabilimento è in perdita e Fiat non può più permettersi di tenerlo aperto”. Marchionne ha infine affermato che la casa è disposta a trattare una riconversione della fabbrica con la Regione Sicilia ed eventuali investitori interessati alla sua acquisizione.
Operai Fiat: "Il piano di rilancio per le fabbriche italiane è un calcio nel sedere"
Insorgono gli operai Fiat contro il piano annunciato da Marchionne: “I piani di conversione sono calci nel sedere agli operai” ha tuonato uno dei tanti dipendenti Fiat che si sono riuniti dinanzi a Palazzo Montecitorio per manifestare contro il piano studiato dai vertici Fiat.
Gli operai, proveniente soprattutto dalla Sicilia e da Pomigliano d’Arco (gli stabilimenti che verranno maggiormente stravolti secondi i nuovi criteri di produzione), hanno manifestato per ore esplodendo in un fragoroso boato all’annuncio ufficiale dello stop alla produzione.
“Sono quarant’anni che facciamo auto, vogliamo continuare a farlo, anche e soprattutto senza Fiat”. “Siamo pronti anche ad occupare lo stabilimento, questo è solo il primo round”. “Abbiamo fatto 30 ore di viaggio per venire qui, ci hanno bloccato, blindati, trattati come ladri, invece veniamo solo a manifestare per il nostro lavoro”. Queste alcune delle dichiarazioni raccolte fra la folla di manifestanti. “Operai vecchi da pensionare – ha affermato uno dei portavoce del gruppo di operai di Termini Imerese - non ce ne sono più. A quelli giovani toccano almeno 30 anni di fatica, e così non si può mantenere una famiglia”.
Tristezza e voglia di certezze anche fra gli operai campani: “Bastano dieci operai per fare la Panda. Il costo del lavoro e il numero di operai necessario a fare la Giulietta è ben diverso” (con il nuovo piano infatti la city-car Fiat verrà prodotta a Pomigliano mentre cesserà la produzione delle auto del biscione). “O ci sono grandissimi ordinativi, oppure andiamo a casa in tanti. – ha detto un delegato sindacale presente di fronte a Palazzo Chigi, proseguendo - Per rimanere lo stesso numero di operai ci vuole il doppio degli ordinativi attuali, ma noi vogliamo lo sviluppo. Abbiamo presentato la richiesta per autoveicoli verdi, da prodursi anche con il sostegno della Regione Campania”.
Ma a protestare ci sono anche i dipendenti dello stabilimento di Avellino, della Fma, che produce motori di cilindrata da 1.600 in su: “Tipologie per cui non abbiamo avuto neanche una lira di incentivi – spiega Domenico, un operaio della fabbrica - è un anno e mezzo che siamo in cassa integrazione, e sul nostro futuro da questo incontro non è uscita nemmeno una parola. Non sappiamo cosa pensare”.
Sono dure le parole che Domenico ha aggiunto prima di lasciare la piazza senza aver ottenuto alcuna risposta: “La cosa che mi fa più impazzire è che il Governo a Marchionne fa i complimenti per l’operazione Chrysler. E invece Marchionne passerà sì alla storia, ma come il manager che ha chiuso gli stabilimenti in Italia”.
Fiat: "Termini Imerese non può chiudere" secondo Scajola. A gennaio un nuovo confronto sul futuro della fabbrica
Il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha annunciato oggi un nuovo tavolo di confronto sul futuro di Termini Imerese con Fiat, Regione Sicilia e sindacati. L’incontro verrà convocato a gennaio, come riportato da Reuters. Scajola ha chiarito che “a favore del polo di Termini Imerese ci sono risorse di Regione e Governo”.
“Termini Imerese non può chiudere. A gennaio convocherò un tavolo di confronto con la Regione Sicilia, la Fiat e le forze sociali perché il polo possa avere un futuro industriale. Mi auguro ancora con l’auto, in modo conveniente”, ha detto il Ministro.
“Ci sono risorse che possono essere messe a disposizione come Governo e come Regione Sicilia, e se non riuscissimo a dare un futuro con l’auto, che comunque è la prima opzione, non lasceremo soli i lavoratori e proporremo soluzioni alternative che possano dare uno sviluppo ed un percorso di crescita a quel territorio”, ha aggiunto Scajola. L’annuncio arriva all’indomani dell’incontro tra Fiat e Governo, in cui Sergio Marchionne ha reso noto che Termini smetterà di produrre auto a fine 2011.