FIAT/LANCIA: azienda,news (pag.2 Piano Industriale 2010-14)

cuoresportivo86

Nuovo Alfista
9 Febbraio 2005
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Taranto
Ragazzi ho provato a cercare ma non ho trovato nulla di specifico sulle aziende in Italia di Fiat,e date le novità in vista per alcuni stabilimenti, ne approfitto per aprirne uno dove parlarne :OK)

Fiat: secondo il ministro Scajola è una "follia chiudere Termini Imerese"

Il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, ritiene che sia «folle far morire un polo industriale come Termine Imerese, su cui nel tempo sono stati fatti investimenti importanti e dove tutti mi dicono che la qualità del lavoro è molto buona». Potete vedere il video di TeleVideoHimera qui sopra.
Il ministro, presente alla fiera Big Five, replica così all’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, secondo cui è impossibile mantenere aperti tutti gli stabilimenti italiani.
«Noi chiediamo a Fiat che venga aumentata la produzione industriale in Italia, dove immatricoliamo più auto di quante ne produciamo», prosegue Scajola, precisando che «tutto il settore dell’auto deve essere ristrutturato profondamente, ma questo non significa che in Spagna si possa produrre quasi il doppio delle auto che si producono in Italia».
Questi temi verranno affrontati nell’incontro in programma con Marchionne il primo dicembre, seguito poi da un mini-vertice con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e le parti sociali per esaminare il piano del Lingotto. «Ci stiamo preparando con un insieme di dati comparati con altri paesi, anche sul costo dell’auto», ha spiegato il ministro.
Scajola ha poi precisato che, nel 2010, gli incentivi saranno «inferiori all’anno scorso, gradualmente a rientrare per non distorcere il mercato», dipingendo il quadro del 2009: «Quest’anno gli incentivi sono serviti a chiudere con una diminuzione delle immatricolazioni del 3% mentre a febbraio, marzo eravamo a -35%. Si profilava un disastro».
Il ministro ha poi spiegato che l’Italia deve muoversi in sintonia con gli altri paesi europei, perché se «nell’Ue si ritiene che l’auto è fuori dalla crisi allora anche noi ci fermeremo. Se decidessero di continuare ad incentivare l’auto, faremo altrettanto altrimenti faremmo un danno irreversibile».


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Fiat: "Così Pomigliano non può andare avanti". In Campania potrebbe arrivare la nuova Panda

“Pomigliano così com’è oggi non regge”. Lo ha detto senza troppi peli sulla lingua Sergio Marchionne, nell’ambito dell’incontro di oggi a Roma tra Fiat e il Governo, in cui il manager sta toccando tutti gli aspetti cruciali dei piani futuri della casa torinese. Dopo avervi parlato del destino di Termini Imerese torniamo subito sul tema degli stabilimenti italiani, perché anche per Pomigliano potrebbero esserci importanti sviluppi.
L’analisi fatta da Marchionne è stata elementare: “Pomigliano non beneficia degli incentivi, perciò è lo stabilimento più penalizzato”. Tenuto conto di questa situazione, sarebbe opportuno secondo l’ad ragionare su novità anche molto importanti per la sede campana: una delle ipotesi di lavoro sarebbe quella di portarvi la produzione della prossima Panda.
Per il resto, la maggiore novità per gli stabilimenti italiani sarà la già nota introduzione della Giulietta a Cassino. Mirafiori e Melfi (riguardo quest’ultima Marchionne ha rilevato che “sta lavorando bene”) manterranno invece le loro linee attuali anche nel prossimo biennio. In conclusione, gli obiettivi a cui mirano gli investimenti per il prossimo biennio sono due: il traguardo di 800.000-1.000.000 auto prodotte in Italia ogni anno (oggi sono 650.000) ed il lancio di 11 nuovi modelli, tra cui le nuove Panda e Ypsilon.


Fiat, in Italia investimenti per 8 miliardi. Niente più auto a Termini Imerese da fine 2011: Marchionne, "possibile riconversione"

Prime notizie dall’incontro odierno a Palazzo Chigi tra Fiat, il Governo e le parti sociali: Sergio Marchionne ha annunciato un piano che prevede per il nostro paese investimenti pari a 8 miliardi di euro. La cifra sarà erogata nel corso del biennio 2010-2011, come ha spiegato l’ad.
Marchionne ha evidenziato come il piano Fiat sia ambizioso “soprattutto per quanto riguarda l’Italia”. Il numero uno di Torino ha puntualizzato che la casa non intende sacrificare completamente “la sua responsabilità sociale” sull’altare del “puro calcolo economico dei costi industriali”, allo scopo di evitare le facilmente immaginabili ripercussioni in termini di occupazione. D’altro canto è anche vero secondo Marchionne, che la sola attenzione alle tematiche sociali “condurrebbe alla scomparsa dell’azienda”.
Il manager ha poi dichiarato che il mercato dell’auto nel 2010 si confermerà sui livelli del 2009 ed ha ribadito la bontà dell’accordo con Chrysler, definito addirittura “fondamentale” per la futura crescita di Fiat. Le cattive notizie sono tutte per Termini Imerese: la fabbrica siciliana non produrrà più auto da fine 2011 perché “lo stabilimento è in perdita e Fiat non può più permettersi di tenerlo aperto”. Marchionne ha infine affermato che la casa è disposta a trattare una riconversione della fabbrica con la Regione Sicilia ed eventuali investitori interessati alla sua acquisizione.


Operai Fiat: "Il piano di rilancio per le fabbriche italiane è un calcio nel sedere"

Insorgono gli operai Fiat contro il piano annunciato da Marchionne: “I piani di conversione sono calci nel sedere agli operai” ha tuonato uno dei tanti dipendenti Fiat che si sono riuniti dinanzi a Palazzo Montecitorio per manifestare contro il piano studiato dai vertici Fiat.
Gli operai, proveniente soprattutto dalla Sicilia e da Pomigliano d’Arco (gli stabilimenti che verranno maggiormente stravolti secondi i nuovi criteri di produzione), hanno manifestato per ore esplodendo in un fragoroso boato all’annuncio ufficiale dello stop alla produzione.
“Sono quarant’anni che facciamo auto, vogliamo continuare a farlo, anche e soprattutto senza Fiat”. “Siamo pronti anche ad occupare lo stabilimento, questo è solo il primo round”. “Abbiamo fatto 30 ore di viaggio per venire qui, ci hanno bloccato, blindati, trattati come ladri, invece veniamo solo a manifestare per il nostro lavoro”. Queste alcune delle dichiarazioni raccolte fra la folla di manifestanti. “Operai vecchi da pensionare – ha affermato uno dei portavoce del gruppo di operai di Termini Imerese - non ce ne sono più. A quelli giovani toccano almeno 30 anni di fatica, e così non si può mantenere una famiglia”.
Tristezza e voglia di certezze anche fra gli operai campani: “Bastano dieci operai per fare la Panda. Il costo del lavoro e il numero di operai necessario a fare la Giulietta è ben diverso” (con il nuovo piano infatti la city-car Fiat verrà prodotta a Pomigliano mentre cesserà la produzione delle auto del biscione). “O ci sono grandissimi ordinativi, oppure andiamo a casa in tanti. – ha detto un delegato sindacale presente di fronte a Palazzo Chigi, proseguendo - Per rimanere lo stesso numero di operai ci vuole il doppio degli ordinativi attuali, ma noi vogliamo lo sviluppo. Abbiamo presentato la richiesta per autoveicoli verdi, da prodursi anche con il sostegno della Regione Campania”.
Ma a protestare ci sono anche i dipendenti dello stabilimento di Avellino, della Fma, che produce motori di cilindrata da 1.600 in su: “Tipologie per cui non abbiamo avuto neanche una lira di incentivi – spiega Domenico, un operaio della fabbrica - è un anno e mezzo che siamo in cassa integrazione, e sul nostro futuro da questo incontro non è uscita nemmeno una parola. Non sappiamo cosa pensare”.
Sono dure le parole che Domenico ha aggiunto prima di lasciare la piazza senza aver ottenuto alcuna risposta: “La cosa che mi fa più impazzire è che il Governo a Marchionne fa i complimenti per l’operazione Chrysler. E invece Marchionne passerà sì alla storia, ma come il manager che ha chiuso gli stabilimenti in Italia”.


Fiat: "Termini Imerese non può chiudere" secondo Scajola. A gennaio un nuovo confronto sul futuro della fabbrica

Il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha annunciato oggi un nuovo tavolo di confronto sul futuro di Termini Imerese con Fiat, Regione Sicilia e sindacati. L’incontro verrà convocato a gennaio, come riportato da Reuters. Scajola ha chiarito che “a favore del polo di Termini Imerese ci sono risorse di Regione e Governo”.
“Termini Imerese non può chiudere. A gennaio convocherò un tavolo di confronto con la Regione Sicilia, la Fiat e le forze sociali perché il polo possa avere un futuro industriale. Mi auguro ancora con l’auto, in modo conveniente”, ha detto il Ministro.
“Ci sono risorse che possono essere messe a disposizione come Governo e come Regione Sicilia, e se non riuscissimo a dare un futuro con l’auto, che comunque è la prima opzione, non lasceremo soli i lavoratori e proporremo soluzioni alternative che possano dare uno sviluppo ed un percorso di crescita a quel territorio”, ha aggiunto Scajola. L’annuncio arriva all’indomani dell’incontro tra Fiat e Governo, in cui Sergio Marchionne ha reso noto che Termini smetterà di produrre auto a fine 2011.
 
DR: nessun interesse per la fabbrica di Termini Imerese

La DR non è interessata ad acquisire la fabbrica siciliana di Termini Imerese. La notizia, comunicata nella giornata odierna dal costruttore molisano, costituisce una smentita ufficiale alle recenti voci secondo cui Massimo Di Risio avrebbe potuto rilevare lo stabilimento che -come annunciato ieri da Sergio Marchionne-, cesserà di produrre auto a fine 2011.
DR si dichiara dunque estranea ad ogni tipo di trattativa con Fiat: l’acquisizione di Termini non si concilierebbe in alcun modo con l’attuale modello produttivo, né con i piani futuri della casa. Il management DR, che pure è stato contattato dalla Regione Sicilia, ha risposto di non aver alcun interesse nei confronti dello stabilimento.
 
acquisire termini imerese?? .... :muaha)

a Smarchionne gli' gli va' bene se riesce a regalarla a qualcuno !
 
Termini Imerese: una cordata italiana per produrre auto elettriche

Una cordata di imprenditori italiani potrebbe risollevare le sorti della fabbrica siciliana di Termini Imerese. Dopo l’annuncio da parte di Sergio Marchionne della fine della produzione automobilistica Fiat nel 2011 e le polemiche con il ministro Scajola, è giunta infatti notizia che l’imprenditore e finanziere siciliano Simone Cimino, presidente della societa’ di private equity Cape, sarebbe pronto a guidare una cordata di imprenditori per dare un futuro al polo industriale.
L’operazione prevede l’investimento di 200 milioni di Euro per trasformare Termini Imerese in un centro di assemblaggio per auto ecologiche con propulsione elettrica con batterie al litio o fotovoltaica, pensate per l’uso nei centri abitati ed anche da utilizzare nell’ambito delle iniziative turistiche dell’isola. L’operazione è subordinata anche alla future decisioni in merito agli incentivi da destinare all’acquisto di auto di questo genere, un argomento che sicuramente sarà al centro dell’attenzione molto presto dal momento che molte case costruttrici internazionali stanno investendo nel settore.
 
Fiat: gli indiani di Reva al fianco di Simone Cimino per comprare Termini Imerese

Secondo una notizia riportata da il Giornale, nel tentativo di acquisire Termini Imerese da Fiat ad opera di Simone Cimino e del suo fondo di private equity Cape Natixis sarebbe coinvolto anche Reva, costruttore indiano sconosciuto ai più, ma noto nell’ambiente per la sua produzione di piccole auto elettriche.
L’anticipazione per ora non ha ottenuto riscontri ufficiali, ma sembra proprio che gli indiani desiderino effettivamente unirsi a Cimino e a Gianni Lettieri, imprenditore intenzionato a portare in Campania una produzione di batterie agli ioni di litio.
La proposta di Cimino, come dichiarato ieri dall’imprenditore stesso, ha l’ambizioso obiettivo di superare -se possibile-, anche gli attuali livelli occupazionali garantiti dalla fabbrica Fiat.


Fiat: sciopero generale CGIL contro la chiusura di Termini Imerese


La CGIL ha annunciato lo sciopero generale nazionale per contestare il piano industriale Fiat che prevede lo stop della produzione di auto a Termini Imerese a partire dal 2012. Ancora non è stata presa una decisione definitiva sulla data della giornata di protesta, ma il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini, ha parlato comunque di tempi rapidi, probabilmente entro un mese.
Giovedì prossimo le tre sigle Fiom, Fim e Uilm si riuniranno per definire le modalità della protesta, ma a quanto pare si tratterà di uno sciopero di 8 ore. Rinaldini ha parlato della chiusura di Termini Imerese come di una decisione “inaccettabile” e di “un problema nazionale”.
La Fiom ha anche bocciato l’ipotesi Cimino, presentata dall’imprenditore di origini siciliane che aveva annunciato la sua volontà di acquisire lo stabilimento per produrvi auto ecologiche. La cordata suddetta è stata bocciata anche dall’UGL Metalmeccanici che, come dichiarato dal segretario nazionale Giovanni Centrella preferisce “tentare tutte le strade possibili per convincere il Lingotto a continuare a produrre auto a Termini prima di sondare ipotesi alternative”.


Non capisco perchè bocciano la richiesta dell'imprenditore............assurdo :sgrat) :sgrat)
 
in Italia non si vuole produrre e si continua (come in altri paesi) a non investire più in loco e a produrre in paesi poveri.
Mi chiedo: man mano che qui non ci saranno più lavoratori che comprano, cosa venderanno? Di sicuro non venderanno qui.
 
giangirm":2qmaa0fz ha detto:
in Italia non si vuole produrre e si continua (come in altri paesi) a non investire più in loco e a produrre in paesi poveri.
Mi chiedo: man mano che qui non ci saranno più lavoratori che comprano, cosa venderanno? Di sicuro non venderanno qui.

Quoto.......fanno davvero schifo :KO) :KO) :KO) :KO) :KO) Tanto basta che si mettono miliardi in tasca ogni mese :KO) :KO) :KO) :KO)
 
Fiat: Simone Cimino annuncia il memorandum d'intesa con Reva per acquisire Termini Imerese

Simone Cimino, imprenditore interessato all’acquisizione di Termini Imerese ha confermato oggi che presto sarà reso pubblico un protocollo d’intesa con l’indiana Reva per presentare un’offerta congiunta per lo stabilimento Fiat: la firma del memorandum avverrà “entro il 29 gennaio”, come ha precisato Cimino, intervistato da Dow Jones Newswires.
Il progetto di Cimino e del suo partner indiano è quello di portare la produzione delle piccole auto elettriche di Reva nella fabbrica siciliana. Cimino si è detto ottimista sulla possibilità di firmare il memorandum prima dell’incontro convocato per il 29 gennaio dal Ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola per discutere con le parti sociali il destino dello stabilimento.
Tutto pronto dunque? Non esattamente. Il vicepresidente di Reva Chetah Maini ha dichiarato che l’azienda indiana non ha nessun piano per acquisire l’impianto Fiat sottolineato come con Cimino “non c’è nessuna lettera d’intenti formale” ma solo dei colloqui preliminari. Il manager ha comunque confermato che Reva punta a portare una parte della sua produzione in Europa.
 
Fiat blocca la produzione per 14 giorni: ordinativi in netto calo

Fiat Auto ha deciso di fermare la produzione di veicoli per 14 giorni, dal 22 Febbraio al 7 Marzo. Saranno coinvolti i siti produttivi di Mirafiori, Termini Imerese, Sevel, Melfi, Cassino e Pomigliano e la cassa integrazione interesserà circa 30.000 dipendenti: la causa è da ricercarsi nel calo vistoso degli ordinativi nel mese di Gennaio e nel previsto calo della domanda per i primi mesi dell’anno 2010, dopo la buona chiusura del 2009 grazie allo slancio degli incentivi statali.
 
Fiat: con 750.000 immatricolazioni, il Brasile diventa il primo mercato

Il 2009 verrà ricordato dal gruppo Fiat come l’anno del grande sorpasso. Brasile batte Italia 750.000 a 722.000 (unità). Per la prima volta in 111 anni di storia, infatti, il Lingotto ha registrato risultati migliori nel mercato sud-americano piuttosto che nel Bel Paese, dove le immatricolazioni hanno accusato una contrazione dello 0.5% rispetto al +12.6% osservato nell’effervescente Brasile. Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, ha ammesso di non aspettare il contro sorpasso nell’anno corrente.
Semplicemente perché non vi sono i presupposti, calcolando il nuovo e gradito aumento (+2/3%) nel mercato brasiliano alla luce di una flessione prevista in Italia compresa fra i 5 ed i 20 punti percentuali, a seconda della proroga o meno degli incentivi. Il gruppo Fiat con questa continua crescita ha consolidato il primo assoluto di vendite respingendo gli assalti sferrati daVolkswagen (695,395 vetture) e General Motors (610,836).
 

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Fiat: acquistato il restante 50% dello stabilimento di Bielsko Biala

Fiat e Fiat Powetrain Tecnologies (FPT) hanno comunicato di voler rompere l’ultimo vincolo industriale ancora in essere con il gruppo General Motors, formulando un’offerta per acquisire la totalità dello stabilimento polacco di Bielsko Biala. Fiat e GM detengono infatti il 100% della quota azionaria, divisa in maniera salomonica (50% ad entrambe) al momento di siglare nel 2005 l’accordo di separazione, nel 2005.
Nel sito produttivo, a circa 350 chilometri di Varsavia, viene prodotto il motore 1.3 Small Diesel Engine nelle sue denominazioni Multijet (per Fiat) e CDTI (per Opel), che verrà presto affiancato dal bicilindrico SGE. General Motors e Fiat Powetrain Tecnologies hanno siglato un accordo negli scorsi per prorogare la fornitura dei propulsori 1.3 e 1.9 a gasolio, di cui GM manterrà i diritti intellettuali. La cessione dello stabilimento dovrebbe concretizzarsi nel prossimo mese di marzo.
 
angelo81":21ydej0g ha detto:
ve4do che scrivi da solo in questa discussione :asd) non potevi fare un unico post riassuntivo? :sedia)

Le notizie escono in giorni diversi.......perchè dovrei fare un unico post? Uno posta e basta, non pensa magari a modificare ecc ecc.............evidentemente della Fiat non gliene frega niente a nessuno :asd) :asd) :asd)
 
I piani di Fiat e Lancia per il biennio 2011-2012

Automotive News ha elencato i modelli Fiat e Lancia che debutteranno nel corso del biennio 2011-2012. Innanzitutto, il Lingotto sarebbe orientato a far scomparire Chrysler e Dodge dall’Europa a partire dal 2011. Alcuni modelli dei due brand americani verranno però commercializzati con i badge delle due Case torinesi. Già quest’anno arriverà la Dodge Nitro restyling che verrà venduta nel Vecchio Continente come la nuova SUV di Fiat.
Nel 2011, oltre alla terza generazione della Lancia Ypsilon, debutterà anche la nuova Fiat Panda. Sempre per l’anno prossimo, sono attese tre novità di Fiat, tutte della categoria MPV. La Ulysse sarà sostituita dalla Dodge Journey che, in occasione del restyling di metà carriera, adotterà gli stilemi di Fiat, soprattutto nella parte frontale. Inoltre, arriveranno le inedite monovolumi compatte a 5 e 7 posti che andranno a sostituire le attuali Idea e Multipla.
Il 2012, invece, sarà dedicato al rilancio del brand Lancia, soprattutto nell’alto di gamma. Il vuoto lasciato da Lybra e Thesis verrà colmato da due nuove berline di segmento D ed E che deriveranno, rispettivamente, dalle nuove Chrysler Sebring e 300C. In più, la nuova vettura media della Casa di Chivasso sarà disponibile anche nella variante cabriolet con tetto ripiegabile in metallo. Infine, la Chrysler Grand Voyager adotterà la calandra Lancia e verrà commercializzata come la nuova Phedra.
Se il futuro di Fiat e Lancia è più o meno disegnato, molte incertezze aleggiano sul destino di Alfa Romeo. Con una telefonata effettuata durante la conferenza degli analisti di Fiat, Sergio Marchionne ha confermato che le Alfa 159, GT, Brera e Spider non verranno sostituite perché il loro sviluppo è costato troppo e non ci sono stati effettivi ritorni economici. Sulla Casa del Biscione si saprà qualcosa di più certo solo a metà aprile, quando verrà presentato il piano industriale di Fiat per il restante triennio 2012-2014. Solo allora si capirà se le tre proposte stilistiche di Pininfarina, Bertone e Giugiaro per Alfa che verranno esposte all’imminente Salone di Ginevra rimarranno allo stadio di concept car o verrà dato loro il disco verde per la produzione.


Come al solito le Fiat escono che è una bellezza :D ................quindi niente nuova 159, Brera, Spider e GT: Marchionne sei il manager dei manager :spin) :spin) :spin)
:spin)

Ma quand'è che lo sbattono viaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2) :mecry2)
 
Fiat: ecco il piano Cimino-Reva per salvare Termini Imerese

Il Giornale ha svelato i piani di Simone Cimino e degli indiani di Reva per rilevare la fabbrica Fiat di Termini Imerese, destinata alla chiusura a fine 2011. Il consorzio italo-indiano sarebbe pronto ad investire 930 milioni di euro, che andrebbero a sommarsi a 480 milioni erogati dallo Stato e ad altri 280 dalla Regione Sicilia.
La cordata Cimino-Reva promette non solo di salvaguardare i 1400 lavoratori attuali, ma anche di creare 2000 ulteriori posti di lavoro grazie alla rete di infrastrutture che dovrebbe nascere nell’isola. Gli obiettivi industriali sono ambiziosi: si parla di decine di migliaia di auto elettriche prodotte ogni anno.
Reva pensa ad una commercializzazione che abbia il suo baricentro nel bacino del Mediterraneo -Nordafrica e Turchia inclusi- e nel Sud Europa, con un occhio alle esigenze di mobilità dei piccoli arcipelaghi. Ad oggi, quella di Cimino è l’unica offerta nota ai non addetti ai lavori, ma secondo il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola i candidati (i cui nomi saranno resi noti venerdì 5, quando Scajola incontrerà di nuovo Fiat e sindacati) sarebbero in totale 5 o 6.
Tra di essi ci sarebbe il nome di Gian Mario Rossignolo, quello di un fondo cinese, di uno legato a General Electric e addirittura quello dell’architetto Massimiliano Fuksas, apparentemente interessato a trasformare i capannoni di Termini in una cittadella del cinema.
Tornando a Cimino, la sua iniziativa prevede anche la realizzazione di una rete per la produzione di energia rinnovabile. Non solo: se il piano-Termini dovesse fallire, sarebbe pronto un “piano B” che porterebbe la produzione nel distretto dell’elettronica di Catania.
L’iniziativa Cimino-Reva porterà alla nascita di tre società distinte: Cape Reva Azienda Automobilistica (che darà lavoro a 1000 dipendenti ex-Fiat), Sunny Car Mobility Solutions Company (la società che si occuperà di energia solare darà lavoro agli altri 400 ex-Fiat) e Charging Infrastructure Company che costruirà in Sicilia 2000 punti di ricarica alimentati ad energia solare e creerà 2000 nuovi posti di lavoro.
Cimino, che a quanto pare potrebbe vendere le sue auto prive di batterie, prevedendo per queste forme di commercializzazione alternative (come molti grandi costruttori progettano di fare) sarà pronto ad avviare la produzione a Termini già nel corso del 2011.


Fiat: oggi sciopero di quattro ore in tutte le fabbriche. Si contesta la chiusura di Termini Imerese

Oggi i metalmeccanici Fiat hanno protestato contro la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese -in programma per la fine del 2011- con uno sciopero di quattro ore che ha coinvolto tutte le fabbriche italiane del gruppo.
I sindacati di settore che hanno organizzato la mobilitazione, parlano di percentuali di adesione vicine all’80% a Termini e tra il 50 e il 70% negli altri stabilimenti. Secondo l’azienda le adesioni si sono attestate invece al 14%. Il leader della FIOM Gianni Rinaldini ha dichiarato: “Termini non può chiudere: in Italia non esiste sovracapacità, anzi il nostro Paese è l’unico in Europa Occidentale a comprare più auto di quante non ne produca”.
Rinaldini ha inoltre contestato gli atteggiamenti contraddittori di Sergio Marchionne: “Fino a qualche mese fa prevedeva investimenti e nuova occupazione a Termini Imerese, poi dopo l’accordo con Chrysler ha deciso che la fabbrica deve chiudere, ma non esiste un motivo reale se non quello che l’azienda sta spostando il suo business agli Stati Uniti”. Rinaldini ha infine chiosato definendo “arroganti” alcune recenti dichiarazioni dell’ad sulla fabbrica siciliana.
Anche il Ministro Scajola ha affermato che secondo il governo nei piani Fiat “c’è spazio anche per Termini Imerese”. In caso di allontanamento della Fiat, ha ribadito il Ministro, si studierà comunque come mantenere attivo il polo industriale: tra le 5 o 6 possibilità menzionate da Scajola giorni fa, la più accreditata sembra quella di Simone Cimino e Reva.


Ormai è chiaro che Marchionne pensa piu a Chrysler che all'italia e i suoi marchi :KO) :KO) :KO)

Quante figuracce che sta collezzionando :KO) :KO) :KO) , spero lo tolgano presto dal trono :member) :member)
 
Fiat: per Montezemolo, "con me alla guida mai ricevuto un euro dallo Stato"

“Da quando ci siamo noi, Fiat non ha ricevuto un solo euro dallo Stato”. Luca Cordero di Montezemolo, presidente del gruppo torinese, ha voluto replicare alle parole (“Stop alle elargizioni statali nei confronti di un’azienda già ampiamente sovvenzionata”) di Renato Schifani, presidente del Senato, precisando come “Fiat e governo vivano un rapporto molto chiaro e molto positivo, di dialogo e confronto, come è giusto che sia”. Il manager 62enne, nell’annosa querelle legata al futuro di Termini Imerese, precisa poi che «le politiche industriali necessarie per mantenere competitiva un’azienda non potranno essere disgiunte dal problema di farsi carico delle famiglie e delle persone”.
“Da quando siamo noi al Lingotto”, prosegue Montezemolo, “Fiat non ha ricevuto un euro dallo Stato. Ho visto alcune stime secondo cui gli incentivi, che sono dati non alle aziende ma ai consumatori, siano andati per il 70 per cento alle aziende straniere, e solo per il 30 per cento alla Fiat. Quindi credo che dobbiamo uscire da un approccio demagogico e guardare alla realtà così com’è”.
“Fiat è e resterà italiana. Non solo perché è l’unica azienda il cui nome è Fabbrica Italiana Automobili Torino”, conclude l’ex presidente Confindustria, “ma anche perché da quando sono presidente e Marchionne è amministratore delegato, cioè dalla metà del 2004, abbiamo investito nel mondo 25 miliardi di euro e in Italia oltre 16. Intendiamo andare avanti su questa strada”.

Corriere
 
Scajola: abbiamo ricevuto 8-10 offerte per Termini Imerese

Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico, ha ammesso che sono pervenute “8-9-10 offerte” per lo stabilimento palermitano di Termini Imerese. “Stiamo compiendo le opportune valutazioni”, puntualizza Scajola nel corso della trasmissione televisiva Mattino 5, “che presenteremo il prossimo 5 marzo al tavolo dell’auto per valutare qual è quella che può garantire i posti di lavoro: abbiamo tempo un anno e mezzo”. “Con la Fiat il discorso su Termini è chiuso, ma il gruppo concorda che agevolerà e non ostacolerà un’opzione diversa”, precisa il ministro. “La dirigenza Fiat ha dichiarato di voler chiudere lo stabilimento. Prendiamo atto della decisione, ma abbiamo chiesto che la produzione in Italia aumentasse da 650 mila a 900 mila pezzi, quindi una grande crescita di produzione e di lavoro”. “Abbiamo chiesto alla Fiat che si impegni insieme a noi a trovare una soluzione industriale”, conclude il ministro.
Lo stabilimento di Pomigliano d’Arco vive invece una congiuntura meno penalizzante, sebbene stia soffrendo per l’attuale “crisi di produzione dell’Alfa Romeo”. Tuttavia, Scajola ha ribadito che “nell’accordo con la Fiat si prevede lo sviluppo di Pomigliano, portando lì la Panda che è il modello di punta delle vendite. Per Pomigliano c’è un percorso di crescita”.
Scajola conclude il proprio intervento con una battuta sugli incentivi, invitando a placare le polemiche. “La Fiat ha avuto, come molti, aiuti sullo sviluppo: i 270 milioni sono per ricerca e investimenti che hanno permesso alla Fiat di avere prodotti innovativi”. Aiuti che “non dovranno essere restituiti, ma c’è l’impegno per sviluppare l’italianità. Non c’è dubbio che in passato Fiat ha dato prova di poca attenzione all’auto, ma da quando c’è Marchionne, la Fiat ha investito sull’auto. “Basta polemiche”, invita il ministro, “ma la Fiat si ricordi che l’Italia e gli italiani hanno dato a Fiat come Fiat ha dato agli italiani”
 
Fiat: formalizzata una joint venture con la russa Sollers per la produzione di 500mila veicoli all'anno

La dirigenza del gruppo Fiat ed il management Sollers sigleranno nella giornata di oggi un accordo di collaborazione che darà vita al secondo gruppo in Russia nella produzione di automobili. La joint venture, patrocinata dal presidente russo Vladimir Putin, darà origine a 500.000 vetture ogni anno e prevede un investimento congiunto pari a 2.4 miliardi di euro. Secondo indiscrezioni non ancora confermate, dallo stabilimento di Naberezhnye Chelny verranno realizzati nove modelli realizzate su piattaforme Fiat/Chrysler, fra cui la Fiat Linea. La nascita di questi modelli comporterà la dismissione delle linee produttive ora utilizzate dalla SsangYong.
 
Termini Imerese: secondo DR la fabbrica "è destinata a chiudere"

Secondo quanto dichiarato oggi da Roberto Risi, amministratore delegato DR con un lungo passato nel top management Fiat, “Termini Imerese è un investimento destinato a fallire”. Questo è quanto affermato nel corso di un’intervista rilasciata ad ADNKronos.
Risi ha parlato di “elevato rischio di fallimento sul medio e lungo periodo a causa degli elevati costi logistici”, problema difficilmente superabile che è in ultima analisi il motivo profondo per cui la produzione di auto nel polo industriale siciliano non è, né può essere competitiva.
E per quanto riguarda la prospettiva di realizzare auto elettriche a Termini? Si tratta di una soluzione che “potrebbe consentire allo stabilimento di sopravvivere per cinque anni giocando sul prezzo” secondo il manager, ma poi “il problema strutturale” di cui sopra emergerebbe comunque, “rischiando di mettere in ginocchio qualunque attività”.
Lo scetticismo di Risi vale a maggior ragione per le auto dotate di motorizzazioni tradizionali: “se si pensa di produrre a Termini una vettura compatta che deve avere un prezzo molto competitivo, non avendo in Sicilia tutte le fasi produttive, a partire dallo stampaggio, diventa un’impresa improba dal punto di vista economico”.
A contribuire agli elevati costi logistici è anche l’assenza di un parco fornitori che non c’è “perché i volumi dello stabilimento non erano sufficienti a giustificare gli investimenti necessari per crearlo”. Inguaribile pessimismo o visione crudamente realistica della situazione?
 
Fiat: partita oggi la cassa integrazione di due settimane per le fabbriche italiane

Gli stabilimenti di Fiat Automobiles si sono fermati oggi per le due settimane di stop alla produzione annunciate dalla casa lo scorso 26 gennaio. I dipendenti di tutte le fabbriche italiane, circa 30.000 in totale sono dunque da oggi in cassa integrazione e vi rimarranno fino al prossimo 5 marzo.
Fiat aveva spiegato contestualmente all’annuncio che il provvedimento sarebbe stato necessario per adeguare i livelli produttivi al pesante tonfo della domanda sul nostro mercato in questo inizio di 2010. Secondo i dati dell’UNRAE, l’associazione dei costruttori stranieri, la raccolta ordini in Italia ha subito a gennaio e nei primi dieci giorni di febbraio un calo di oltre il 50% rispetto al quarto trimestre 2009, l’ultimo periodo nel quale erano in vigore gli incentivi.
 
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