Un cordiale saluto a tutti.
Innanzitutto mi scuso per aver scritto questa discussione nella sessione riservata alla 147, ma ho preferito optare per questa soluzione giacchè stamattina (ma anche durante le scorse giornate) ci sono state diverse discussioni che riconducevano vari difetti riscontrati sulle 147 al lavoro, o meglio, all’incompetenza degli operai che assemblano questa vettura.
Veniamo al dunque. Qualche mio concittadino che lavora in Fiat mi diceva: “è un lavoro molto stressante e massacrante”.
Io ero scettico su questa frase fino a quando, a fine luglio dell’anno scorso, in occasione della commercializzazione della Grande Punto, la Magneti Marelli cercava urgentemente molte persone che si occupassero di telecaricamento sulle nuove vetture (è un lavoro semplice e poco gravoso che si svolge collegando il pc portatile alla presa EOBD delle vetture, ma non sulle catene di montaggio).
Approfittando di una fase di stasi della mia attività (che non ha nulla a che vedere con le fabbriche), ho spedito la domanda e mi hanno chiamato a lavorare in Fiat quì a Melfi per 1,5 mesi.
Stando nello stabilimento quasi ogni giorno dalle 8 alle 17, ho potuto osservare attentamente come si lavora sulle linee in diversi reparti (lastratura, verniciatura, ecc).
Ho visto ciò che non avrei mai voluto vedere: i tecnici sulle linee (queste chiamano UTE, cioè unità tecnica elementare) impegnati nell’assemblaggio non mi parevano esseri umani ma robot; i ritmi con cui montavano i pezzi erano molto forsennati, compivano sempre gli stessi rapidissimi movimenti e non avevano nemmeno 10 secondi di tempo per soffiarsi il naso, dato che questo stabilimento deve produrre all’incirca 1300 auto al giorno. Dato che ci sono tre turni (mattina, pomeriggio, notte), in un turno di 8 ore passano davanti ad un operaio ben 433 auto da assemblare. E c’erano anche diverse ragazze sulle linee. A ciò si deve aggiungere anche il peso del turno di notte.
In queste disumane condizioni, anche le operazioni più banali possono indurre all’errore; da qui derivano, a mio parere, la stragrande maggioranza dei difetti che affliggono le auto.
Con questo messaggio non voglio assolutamente affermare che i difetti riscontrati dai vari acquirenti delle 147 siano normali, non dovrebbero capitare al giorno d’oggi.
Ho semplicemente raccontato la mia breve esperienza in un grande stabilimento automobilistico.
Innanzitutto mi scuso per aver scritto questa discussione nella sessione riservata alla 147, ma ho preferito optare per questa soluzione giacchè stamattina (ma anche durante le scorse giornate) ci sono state diverse discussioni che riconducevano vari difetti riscontrati sulle 147 al lavoro, o meglio, all’incompetenza degli operai che assemblano questa vettura.
Veniamo al dunque. Qualche mio concittadino che lavora in Fiat mi diceva: “è un lavoro molto stressante e massacrante”.
Io ero scettico su questa frase fino a quando, a fine luglio dell’anno scorso, in occasione della commercializzazione della Grande Punto, la Magneti Marelli cercava urgentemente molte persone che si occupassero di telecaricamento sulle nuove vetture (è un lavoro semplice e poco gravoso che si svolge collegando il pc portatile alla presa EOBD delle vetture, ma non sulle catene di montaggio).
Approfittando di una fase di stasi della mia attività (che non ha nulla a che vedere con le fabbriche), ho spedito la domanda e mi hanno chiamato a lavorare in Fiat quì a Melfi per 1,5 mesi.
Stando nello stabilimento quasi ogni giorno dalle 8 alle 17, ho potuto osservare attentamente come si lavora sulle linee in diversi reparti (lastratura, verniciatura, ecc).
Ho visto ciò che non avrei mai voluto vedere: i tecnici sulle linee (queste chiamano UTE, cioè unità tecnica elementare) impegnati nell’assemblaggio non mi parevano esseri umani ma robot; i ritmi con cui montavano i pezzi erano molto forsennati, compivano sempre gli stessi rapidissimi movimenti e non avevano nemmeno 10 secondi di tempo per soffiarsi il naso, dato che questo stabilimento deve produrre all’incirca 1300 auto al giorno. Dato che ci sono tre turni (mattina, pomeriggio, notte), in un turno di 8 ore passano davanti ad un operaio ben 433 auto da assemblare. E c’erano anche diverse ragazze sulle linee. A ciò si deve aggiungere anche il peso del turno di notte.
In queste disumane condizioni, anche le operazioni più banali possono indurre all’errore; da qui derivano, a mio parere, la stragrande maggioranza dei difetti che affliggono le auto.
Con questo messaggio non voglio assolutamente affermare che i difetti riscontrati dai vari acquirenti delle 147 siano normali, non dovrebbero capitare al giorno d’oggi.
Ho semplicemente raccontato la mia breve esperienza in un grande stabilimento automobilistico.