La mia GT ha raggiunto la soglia dei 50000 Km. Adesso posso dire che insieme abbiamo fatto un po’ di strada. Se sommo tutti o quasi (la mia memoria non è formidabile) i km percorsi a bordo delle vetture che si sono susseguite nella mia vita di “patentato” ho coperto sedendo sul seggiolino del guidatore qualcosa come 270000 km, ancora pochini dai.
Un po’ tutte le auto mi hanno però lasciato qualcosa, la vecchia Panda 30 di famiglia è stata la mia prima vera guida per circa 6 mesi.
La 75 di mio padre, la prima e purtroppo unica, magnifica sensazione che una derapata controllata di potenza è in grado di regalare, oltre ad avergli già attribuito in precedenti post, le “colpe” della mia passione per i motori, ma che ci volete fare, ero solo un innocente bambino che credeva ancora al fondo scala dei tachimetri .
La Ford Ka, la prima traversata dello stivale in solitaria “senza scalo”, le prime prestazioni “dignitose” ed i primi “azzardi” al volante.
La 146 la maturazione verso uno stile di guida più consapevole dei propri limiti (e di quelli della vettura).
La GT la gioia della guida. Da quell’assolato pomeriggio di marzo del 2009 la mia vita da guidatore “medio” è veramente svoltata.
Lei era una Km0 con tutte le sue cosine a posto ed in cerca di affetto. Io ero uno squattrinato appassionato in cerca di quelle sensazioni di guida lette solamente sulle riviste specializzate in vetture sportive.
L’idea di acquistarne una mi venne una sera in treno durante il ritorno da un viaggio di lavoro.
Da li a poco passai alle ricerche su internet, visitando anche i siti delle più sperdute concessionarie della provincia lombarda ed i primi depliant cominciarono a gironzolare per casa mia e ad impossessarsi del posto sul divano davanti alla televisione. Su quelle foto memorizzai palmo a palmo i dettagli del design della sua carrozzeria.
Feci pure incetta di vecchissime prove delle varie versioni della coupè che trovai in rete all’epoca della sua uscita e tra i tanti pareri trovati conobbi pure voi del “Virtual”.
Dal momento in cui la GT è entrata nella mia vita non ho solo ritrovato parte delle sensazioni di guida che provai alla guida della 75, mi riferisco allo sterzo ed a quella sensazione di “arma carica” tra le mani pronta a sparare.
La sua sensazione di controllo con quel suo assetto con poco rollio, poco sottosterzo, la coda che aiuta a chiudere le curve, l’erogazione della coppia “maschia” e la permissiva rete di controlli elettronici. Tutte caratteristiche che sommate alla bellezza senza tempo della sua linea, interna ed esterna, mi hanno spinto a percorrere la Route Napoleon per raggiungere Marsiglia, una sparata di andata e ritorno da Nizza in giornata solo per gustare una paella dopo aver percorso come antipasto il tracciato di F1 a Montecarlo. A scoprire le bellezze dell’Austria a Natale e l’incantevole scenario della Strada Romantica a giugno. A percorrere centinaia di Km in giornata solo per addentare una fiorentina o per incontrare degli amici di passaggio dall’altra parte della dossale appenninica. A guardare i prezzi dei voli aerei nei periodi “caldi” e dire chi se ne frega vado in macchina. Ad abbandonare i tracciati autostradali al primo accenno di coda e scoprire incantevoli percorsi nelle campagne italiane.
Parcheggiare tra Jaguar, Bentley e compagnia varia e constatare che accanto a loro non spiccavamo come una cagata di gabbiano su un cofano nero.
Ma oltre al puro piacere di viaggiare abbracciati dai sedili profilati, sospinti dal soffio della turbina come una barca a vela col vento in poppa ed “informati” dalle sensazioni tattili del volante, da quando la possiedo ho notato che quest’auto, ormai fuori produzione, non sufficientemente diffusa quanto meritava ma comunque vista in giro, oggi come allora è in grado di stuzzicare la curiosità e l’ammirazione anche da parte di gente da sempre distante al mondo dei motori.
Mi è capitato di sentirgli attribuire appellativi come “super macchina”, di vedere lo stupore negli occhi di amici e conoscenti (sia di sesso maschile che femminile). Mi è capitato di dover parlare di lei con persone da sempre interessate più alle serie tv che alle auto nelle condizioni dove magari serviva un atteggiamento più distaccato alle cose terrene come il funerale di un giovanissimo collega.
Ma la GT è così, la vedi incedere elegante e sicura per le strade di tutti i giorni, ti interroghi sulla sua coda, ti accomodi dentro riflettendo sulla plancia uguale a quella della 147 e una volta messa in movimento sei completamente cotto di lei.
In questi giorni, un giovane “guaglione” della generazione “i-Pqualcosa” mi ha chiesto di aiutarlo a desistere dall’acquisto di una Giulietta, che rappresenterà la sua prima vettura personale a 25 anni.
Io, calzato il cappellino del provocatore come richiestomi, mossi le solite perplessità ormai note a tutti. Le sue risposte sono state quelle degli innamorati, si affida alla speranza che fino alla data di stipula del contratto i difetti noti verranno risolti in fase di produzione e che avendola provata di persona, è in grado di assicurarmi sulle sensazioni di guida veramente stupende che la vettura è i grado di trasmettere.
Veloce, scattante, consuma poco, e con il manettino in Dynamic si salvi chi può al suo passaggio.
Riconoscendo il sacro ardore della passione, ho messo giù il cappello del provocatore e sono giunto al compromesso con lui che qualsiasi sia il livello di guida della Giulietta (io non ho avuto occasione di guidarla) sarà per lui una buona occasione di partenza per affinare questa sua nuova passione.
Per aiutarlo ad uscire dalla convinzione che spendere i soldi per uno stereo di qualità superiore per ascoltare solo musica in formato Mp3 non ne valesse la pena, gli ho proposto una prova del Bose della GT.
Avvicinandoci alla vettura per la prova audio, il futuro Alfista, che nella sua ancora acerba passione legge il forum sbagliato, ha avuto un primo momento di stupore quando ha aperto le portiere senza cornice: “Ua’ belle le portiere così”. Accomodatosi al posto di guida comincia a guardare su, giù a toccare con mano tutti i dettagli come in preda ad un attacco epilettico ed alla fine esclama “Perché per la Giulietta non hanno fatto pure così” ?
Si vedeva chiaramente che avesse letto qualcosa in giro, perché con le mani accarezzava la plastica morbida della plancia superiore ed inferiore, i pannelli delle portiere, che per sua disgrazia sulla mia GT sono anche in pelle, l’imperiale del tetto e dei montanti, la maniglia cromata dello sportello porta oggetti e apprezzava la stretta laterale dei sedili.
Lo stereo già nella modalità radio gli ha fatto declassare la sua opinione da “convinzione” ad “alibi che non regge più” solo per risparmiare qualche soldino.
Il giovane guaglione ci ha tenuto a sottolineare che il volante della GT secondo lui era di gran lunga più bello della Giulietta (ma mio personalissimo parere, non credo proprio, forse è solo più classico).
Per farla breve dalla prova audio siamo passati alla prova su strada. Io mi ero ben guardato da proporgli un tale esperimento, data la diversità delle auto.
Non ritenevo che confrontare una GT con una Giulietta avrebbe fornito informazioni utili al suo acquisto, ed inoltre, la mia età più matura mi suggeriva di evitare, se possibile, confronti con persone giovani poco “sensibili” a certe sottigliezze perché ancora acerbi.
Inoltre la mia GT dopo 50000 km deve avermi dato forse un po’ di assuefazione alle sue prestazioni, complice magari lo stato delle gomme ormai prossime alla loro sostituzione (Pzero rosso di primo equipaggiamento).
Comunque senza incitarlo più di tanto, alla sua cortese richiesta ho incrociato le dita (non più per i timori del confronto ma per allontanare scaramanticamente possibili incidenti) ed ho acconsentito alla prova
Il promesso Alfista familiarizza con il pedale del freno, secondo lui è fantastico, ma io gli confido che personalmente l’avrei preferito più “pronto” ad inizio corsa.
Ci inerpichiamo sulla rampa di uscita. Lui fa volutamente scendere i giri del motore in seconda per vedere come se la cava, io non resisto a tale barbarie e gli intimo che o la guida seriamente o lo faccio scendere.
Ci capiamo al volo, usciamo dal parcheggio e sfruttiamo una serie di rotonde per familiarizzare con la tenuta e gli allunghi. All’approssimarsi del primo rondò mi chiede se può fidarsi o deve stare attendo a qualcosa, io lo rassicuro che può stare tranquillo ed appena entra sul punto di corda un suono lungo tipo ululato si propaga per l’abitacolo, non erano però le gomme che stridevano ma la sua espressione di sorpresa e di piacere: “Uuuuuuuu cavolo come tiene”. Poi giù con un po’ di acceleratore verso la seconda rotonda, poi qualche breve curva in successione, qualche scalata e un’altra sua considerazione sul cambio: “Ma non da per niente problemi, le marce entrano che è un piacere”, io dopo aver assunto la seconda posizione dello scaramantico (si proprio quella con le mani al caldo) comincio ad interrogarmi su quale Giulietta gli abbiano mai fatto provare fino ad oggi.
Alla fine parcheggiamo e mi chiede la misura delle gomme montate: “Sono da 17 vero” ?
Io rispondo che sono da 16 e orgoglioso aggiungo anche che con un telaio così buono ed un assetto così equilibrato non è necessario montare delle gomme più grandi. Lui non ci crede e appena scende vuole verificare con i suoi occhi la misura stampata sulla spalla.
Per finire, a proposito delle finiture degli interni curati, gli mostro con orgoglio il bagagliaio con la sua ampiezza e le maniglie cromate dei pozzetti laterali. Mi confessa che da quello che aveva letto in giro, da Pomigliano si aspettava qualcosa di approssimativo e pieno di pecche. Mi chiede quindi quali problemi avessi sino adesso incontrato ed io orgogliosamente rispondo “Nessuno”.
Ci avviamo verso l’ufficio lui è ancora elettrizzato, si gira a guardarla, e come quasi per riprendere il controllo di se e le sue originali posizioni dice che la GT gli è piaciuta moltissimo, che rispetto alla Giulietta sembra più “sorniona” e che però l’unica cosa sulla quale ha da ridire è il disegno della coda che secondo lui è poco personale.
Io rispondo che l’indole sorniona probabilmente è dovuta all’assetto più controllato, al volante più “solido” e ad un maggiore turbo-lag che rende più divertente l’erogazione della coppia. Per quanto riguarda la coda, invece concordo con lui che può piacere o non piacere, ma dopo averlo sfidato a trovare una coda simile su altre auto, dopo il suo imbarazzato silenzio concludiamo che forse visto l’esclusività del suo disegno, non imitato da nessuno e che non prende spunto da nessun’altra vettura già esistente, il termine “impersonale” non è sicuramente quello giusto.
Che aggiungere, dopo abbiamo visionato per l’ennesima volta i depliant ed i preventivi della sua prossima Giulietta con forse meno entusiasmo di prima della prova e la mia GT a 50000 Km ha ricevuto ancora una volta uno dei migliori ed inattesi complimenti.
Un po’ tutte le auto mi hanno però lasciato qualcosa, la vecchia Panda 30 di famiglia è stata la mia prima vera guida per circa 6 mesi.
La 75 di mio padre, la prima e purtroppo unica, magnifica sensazione che una derapata controllata di potenza è in grado di regalare, oltre ad avergli già attribuito in precedenti post, le “colpe” della mia passione per i motori, ma che ci volete fare, ero solo un innocente bambino che credeva ancora al fondo scala dei tachimetri .
La Ford Ka, la prima traversata dello stivale in solitaria “senza scalo”, le prime prestazioni “dignitose” ed i primi “azzardi” al volante.
La 146 la maturazione verso uno stile di guida più consapevole dei propri limiti (e di quelli della vettura).
La GT la gioia della guida. Da quell’assolato pomeriggio di marzo del 2009 la mia vita da guidatore “medio” è veramente svoltata.
Lei era una Km0 con tutte le sue cosine a posto ed in cerca di affetto. Io ero uno squattrinato appassionato in cerca di quelle sensazioni di guida lette solamente sulle riviste specializzate in vetture sportive.
L’idea di acquistarne una mi venne una sera in treno durante il ritorno da un viaggio di lavoro.
Da li a poco passai alle ricerche su internet, visitando anche i siti delle più sperdute concessionarie della provincia lombarda ed i primi depliant cominciarono a gironzolare per casa mia e ad impossessarsi del posto sul divano davanti alla televisione. Su quelle foto memorizzai palmo a palmo i dettagli del design della sua carrozzeria.
Feci pure incetta di vecchissime prove delle varie versioni della coupè che trovai in rete all’epoca della sua uscita e tra i tanti pareri trovati conobbi pure voi del “Virtual”.
Dal momento in cui la GT è entrata nella mia vita non ho solo ritrovato parte delle sensazioni di guida che provai alla guida della 75, mi riferisco allo sterzo ed a quella sensazione di “arma carica” tra le mani pronta a sparare.
La sua sensazione di controllo con quel suo assetto con poco rollio, poco sottosterzo, la coda che aiuta a chiudere le curve, l’erogazione della coppia “maschia” e la permissiva rete di controlli elettronici. Tutte caratteristiche che sommate alla bellezza senza tempo della sua linea, interna ed esterna, mi hanno spinto a percorrere la Route Napoleon per raggiungere Marsiglia, una sparata di andata e ritorno da Nizza in giornata solo per gustare una paella dopo aver percorso come antipasto il tracciato di F1 a Montecarlo. A scoprire le bellezze dell’Austria a Natale e l’incantevole scenario della Strada Romantica a giugno. A percorrere centinaia di Km in giornata solo per addentare una fiorentina o per incontrare degli amici di passaggio dall’altra parte della dossale appenninica. A guardare i prezzi dei voli aerei nei periodi “caldi” e dire chi se ne frega vado in macchina. Ad abbandonare i tracciati autostradali al primo accenno di coda e scoprire incantevoli percorsi nelle campagne italiane.
Parcheggiare tra Jaguar, Bentley e compagnia varia e constatare che accanto a loro non spiccavamo come una cagata di gabbiano su un cofano nero.
Ma oltre al puro piacere di viaggiare abbracciati dai sedili profilati, sospinti dal soffio della turbina come una barca a vela col vento in poppa ed “informati” dalle sensazioni tattili del volante, da quando la possiedo ho notato che quest’auto, ormai fuori produzione, non sufficientemente diffusa quanto meritava ma comunque vista in giro, oggi come allora è in grado di stuzzicare la curiosità e l’ammirazione anche da parte di gente da sempre distante al mondo dei motori.
Mi è capitato di sentirgli attribuire appellativi come “super macchina”, di vedere lo stupore negli occhi di amici e conoscenti (sia di sesso maschile che femminile). Mi è capitato di dover parlare di lei con persone da sempre interessate più alle serie tv che alle auto nelle condizioni dove magari serviva un atteggiamento più distaccato alle cose terrene come il funerale di un giovanissimo collega.
Ma la GT è così, la vedi incedere elegante e sicura per le strade di tutti i giorni, ti interroghi sulla sua coda, ti accomodi dentro riflettendo sulla plancia uguale a quella della 147 e una volta messa in movimento sei completamente cotto di lei.
In questi giorni, un giovane “guaglione” della generazione “i-Pqualcosa” mi ha chiesto di aiutarlo a desistere dall’acquisto di una Giulietta, che rappresenterà la sua prima vettura personale a 25 anni.
Io, calzato il cappellino del provocatore come richiestomi, mossi le solite perplessità ormai note a tutti. Le sue risposte sono state quelle degli innamorati, si affida alla speranza che fino alla data di stipula del contratto i difetti noti verranno risolti in fase di produzione e che avendola provata di persona, è in grado di assicurarmi sulle sensazioni di guida veramente stupende che la vettura è i grado di trasmettere.
Veloce, scattante, consuma poco, e con il manettino in Dynamic si salvi chi può al suo passaggio.
Riconoscendo il sacro ardore della passione, ho messo giù il cappello del provocatore e sono giunto al compromesso con lui che qualsiasi sia il livello di guida della Giulietta (io non ho avuto occasione di guidarla) sarà per lui una buona occasione di partenza per affinare questa sua nuova passione.
Per aiutarlo ad uscire dalla convinzione che spendere i soldi per uno stereo di qualità superiore per ascoltare solo musica in formato Mp3 non ne valesse la pena, gli ho proposto una prova del Bose della GT.
Avvicinandoci alla vettura per la prova audio, il futuro Alfista, che nella sua ancora acerba passione legge il forum sbagliato, ha avuto un primo momento di stupore quando ha aperto le portiere senza cornice: “Ua’ belle le portiere così”. Accomodatosi al posto di guida comincia a guardare su, giù a toccare con mano tutti i dettagli come in preda ad un attacco epilettico ed alla fine esclama “Perché per la Giulietta non hanno fatto pure così” ?
Si vedeva chiaramente che avesse letto qualcosa in giro, perché con le mani accarezzava la plastica morbida della plancia superiore ed inferiore, i pannelli delle portiere, che per sua disgrazia sulla mia GT sono anche in pelle, l’imperiale del tetto e dei montanti, la maniglia cromata dello sportello porta oggetti e apprezzava la stretta laterale dei sedili.
Lo stereo già nella modalità radio gli ha fatto declassare la sua opinione da “convinzione” ad “alibi che non regge più” solo per risparmiare qualche soldino.
Il giovane guaglione ci ha tenuto a sottolineare che il volante della GT secondo lui era di gran lunga più bello della Giulietta (ma mio personalissimo parere, non credo proprio, forse è solo più classico).
Per farla breve dalla prova audio siamo passati alla prova su strada. Io mi ero ben guardato da proporgli un tale esperimento, data la diversità delle auto.
Non ritenevo che confrontare una GT con una Giulietta avrebbe fornito informazioni utili al suo acquisto, ed inoltre, la mia età più matura mi suggeriva di evitare, se possibile, confronti con persone giovani poco “sensibili” a certe sottigliezze perché ancora acerbi.
Inoltre la mia GT dopo 50000 km deve avermi dato forse un po’ di assuefazione alle sue prestazioni, complice magari lo stato delle gomme ormai prossime alla loro sostituzione (Pzero rosso di primo equipaggiamento).
Comunque senza incitarlo più di tanto, alla sua cortese richiesta ho incrociato le dita (non più per i timori del confronto ma per allontanare scaramanticamente possibili incidenti) ed ho acconsentito alla prova
Il promesso Alfista familiarizza con il pedale del freno, secondo lui è fantastico, ma io gli confido che personalmente l’avrei preferito più “pronto” ad inizio corsa.
Ci inerpichiamo sulla rampa di uscita. Lui fa volutamente scendere i giri del motore in seconda per vedere come se la cava, io non resisto a tale barbarie e gli intimo che o la guida seriamente o lo faccio scendere.
Ci capiamo al volo, usciamo dal parcheggio e sfruttiamo una serie di rotonde per familiarizzare con la tenuta e gli allunghi. All’approssimarsi del primo rondò mi chiede se può fidarsi o deve stare attendo a qualcosa, io lo rassicuro che può stare tranquillo ed appena entra sul punto di corda un suono lungo tipo ululato si propaga per l’abitacolo, non erano però le gomme che stridevano ma la sua espressione di sorpresa e di piacere: “Uuuuuuuu cavolo come tiene”. Poi giù con un po’ di acceleratore verso la seconda rotonda, poi qualche breve curva in successione, qualche scalata e un’altra sua considerazione sul cambio: “Ma non da per niente problemi, le marce entrano che è un piacere”, io dopo aver assunto la seconda posizione dello scaramantico (si proprio quella con le mani al caldo) comincio ad interrogarmi su quale Giulietta gli abbiano mai fatto provare fino ad oggi.
Alla fine parcheggiamo e mi chiede la misura delle gomme montate: “Sono da 17 vero” ?
Io rispondo che sono da 16 e orgoglioso aggiungo anche che con un telaio così buono ed un assetto così equilibrato non è necessario montare delle gomme più grandi. Lui non ci crede e appena scende vuole verificare con i suoi occhi la misura stampata sulla spalla.
Per finire, a proposito delle finiture degli interni curati, gli mostro con orgoglio il bagagliaio con la sua ampiezza e le maniglie cromate dei pozzetti laterali. Mi confessa che da quello che aveva letto in giro, da Pomigliano si aspettava qualcosa di approssimativo e pieno di pecche. Mi chiede quindi quali problemi avessi sino adesso incontrato ed io orgogliosamente rispondo “Nessuno”.
Ci avviamo verso l’ufficio lui è ancora elettrizzato, si gira a guardarla, e come quasi per riprendere il controllo di se e le sue originali posizioni dice che la GT gli è piaciuta moltissimo, che rispetto alla Giulietta sembra più “sorniona” e che però l’unica cosa sulla quale ha da ridire è il disegno della coda che secondo lui è poco personale.
Io rispondo che l’indole sorniona probabilmente è dovuta all’assetto più controllato, al volante più “solido” e ad un maggiore turbo-lag che rende più divertente l’erogazione della coppia. Per quanto riguarda la coda, invece concordo con lui che può piacere o non piacere, ma dopo averlo sfidato a trovare una coda simile su altre auto, dopo il suo imbarazzato silenzio concludiamo che forse visto l’esclusività del suo disegno, non imitato da nessuno e che non prende spunto da nessun’altra vettura già esistente, il termine “impersonale” non è sicuramente quello giusto.
Che aggiungere, dopo abbiamo visionato per l’ennesima volta i depliant ed i preventivi della sua prossima Giulietta con forse meno entusiasmo di prima della prova e la mia GT a 50000 Km ha ricevuto ancora una volta uno dei migliori ed inattesi complimenti.