Il sistema Bose della 147 funziona secondo lo stesso principio dei sistemi home Bose Acousticmass, cioè secondo il principio di estrazione e somma dei bassi.
All'amplificatore Bose (che in realtà è anche un processore digitale) arrivano i segnali analogici dei quattro canali. Tali segnali vengono elaborati in digitale e ne viene estratta la parte più bassa (dovrebbe essere la parte fino a 120 Hz) che trasformata in mono viene inviata al trasduttore del sub (molto piccolo: solo 13 cm).
Agli altoparlanti anteriori e posteriori (coassiali a 2 vie da 16 cm) viene quindi inviato il segnale nella banda superiore alla frequanza di taglio. Il sistema gestisce inoltre in automatico l'equalizzazione del segnale e i ritardi per ricondurre ad armonia il tutto.
Il segreto del Bose si basa quindi sull'artefazione elettronica del segnale assieme alla struttura piuttosto elaborata del modulo sub. Infatti l'altoparlante da 13 cm difficilmente riesce a riprodurre con la necessaria enfasi le bassissime frequenze, per cui viene utilizzato un condotto di Helmutz (spero di ricordare bene il nome) che funge da risonatore e abbassa la frequenza udibile riprodotta a frequenza maggiore dall'altoparlante (è lo stesso principio in base al quale, negli strumenti a fiato, dalla frequenza piuttosto alta della lamella messa in vibrazione dal fiato umano si ottiene tutta una gamma di suoni a frequenza inferiore). Il processore gestisce quindi il segnale che arriva all'altoparlante del sub sapendo che il risultato acustico sarà un tono decisamente più basso.
In altre parole il basso che esce da un sub Bose non è esattamente quello registrato nella traccia ma una sua ricostruzione in parte per via elettronica e in parte per via acustica.