Stemma Della Propria Città & Informazioni Varie

BOLOGNA



GEOGRAFIA

Regione: Emilia-Romagna
Provincia: Bologna
Coordinate: Latitudine: 44° 30′ 27′′ N
Longitudine: 11° 21′ 5′′ E [1]

Altitudine: 54 m s.l.m.
Superficie: 140,73 km²
Abitanti: 373.743 2005
Densità: 2.656 ab./km²
Frazioni:
Comuni contigui: Anzola dell'Emilia, Calderara di Reno, Casalecchio di Reno, Castel Maggiore, Castenaso, Granarolo dell'Emilia, Pianoro, San Lazzaro di Savena, Sasso Marconi, Zola Predosa
CAP: 40100
Prefisso tel: 051
Codice ISTAT: 037006
Codice catasto: A944
Nome abitanti: bolognesi
Santo patrono: San Petronio
Giorno festivo: 4 ottobre

CENNI GENERICI

Bologna (Bulåggna in bolognese) è un comune di 374.425 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia (BO) nonché della regione Emilia-Romagna.

Antichissima città universitaria, ancora oggi è meta di moltissimi studenti che le conferiscono una ricchezza culturale e di idee nuove ed alternative, invidiabile per molte città del mondo. Famosa anche per le sue torri ed i suoi portici (oltre 38 Km nel solo centro storico, unica città al mondo con il centro storico interamente servito da portici), fra i quali si annovera quello più lungo al mondo (Portico di San Luca, di complessivi 3.500 m per 666 arcate).

STORIA

La zona di Bologna risulta abitata fin dal IX secolo a.C., come risulta dagli scavi effettuati a partire da metà '800 nella vicina Villanova, frazione di Castenaso. In questo periodo, e fino al VI secolo a.C., l'insediamento appartiene alla fase indicata appunto come villanoviana ed è sparso in vari nuclei. Nel VII-VI secolo a.C. abbiamo testimonianze di un'apertura ai modelli artistici della vicina Etruria: anche la composizione etnica della popolazione cambia, passando dagli umbri agli Etruschi che la battezzarono Felsina.

Successivamente (V-IV secolo a.C.), con la discesa dei Galli nella penisola gli Etruschi vengono progressivamente messi in minoranza, e il dominio gallico sulla zona durerà fino al 196 a.C., anno in cui i Galli Boi vengono scacciati dai Romani. Nel 189 a.C. questi ultimi fondarono sul sito una colonia di diritto latino a cui diedero il nome di Bononia.

Dopo la caduta dell'Impero, fu soggetta ad Odoacre, a Teodorico il Grande (493-526), a Bisanzio e infine, nel 727, ai Longobardi, nella cui ottica era solo un centro militare. Nel 774 la città capitola davanti a Carlomagno, che la consegna al papa Adriano I.

Ripopolatasi nel X secolo, Bologna inizia a nutrire aspirazioni comunali, che riuscirà ad affermare alla morte di Matilde di Canossa, nel 1115, ottenendo l'anno successivo una serie di concessioni giurisdizionali ed economiche dall'imperatore Enrico V. Il comune partecipò alla lotta contro il Barbarossa, conclusasi con la pace di Costanza nel 1183, dopo la quale conobbe una forte espansione, anche edilizia (periodo delle case-torri): fu uno dei principali centri di scambio commerciale grazie a canali che permettevano il transito di grandi quantità di merci. Basti considerare che alla fine del XIII secolo, con i suoi 50.000, forse 60.000 abitanti era la quinta città europea per popolazione (dopo Cordoba, Parigi, Venezia e Firenze), al pari con Milano ed era il maggior centro industriale tessile d'Italia.

Il complesso sistema di approvvigionamento idrico di cui era dotata la città, mediante una sviluppata rete di canali tra le più avanzate in Europa, si riforniva d'acqua dai torrenti Savena e Aposa e dal fiume Reno (come il Canale Navile ed il Canale di Savena). Questa energia idraulica serviva ad alimentare numerosi mulini per la fiorentissima industria tessile serica e per il trasporto di merci. Dei canali di Bologna (ora quasi tutti interrati) rimangono oggi tracce nella toponomastica.

Nel 1088 fu fondata a Bologna quella che è riconosciuta come la prima università del mondo occidentale (Alma mater studiorum).

Nel XIII secolo, Bologna fu coinvolta nelle lotte tra guelfi e ghibellini, con alterne fortune. Ad esempio: se, nel 1249, i bolognesi riuscirono addirittura a catturare Re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II del Sacro Romano Impero; nel 1275, invece, dopo un tentativo, fallito, della guelfa Bologna di attaccare la ghibellina Forlì, le truppe ghibelline di Guido da Montefeltro, di Maghinardo Pagani e di Teodorico degli Ordelaffi, misero in fuga i bolognesi presso il fiume Senio, al ponte di San Procolo. La rotta fu tanto grave che il carroccio dei bolognesi venne portato in trionfo a Forlì.

Nel 1256 il Primo Capitano del Popolo (Giordano Lucino) promulga la "Legge del Paradiso" che riscatta i servi della gleba.

Nel 1337 ha inizio la signoria dei Pepoli, definita da alcuni studiosi una "criptosignoria" perché la famiglia cerca di governare ponendosi come primi tra pari piuttosto che come veri e propri signori della città. La signoria presenta forti elementi di continuità col passato, e resisterà fino al 28 marzo 1401 quando diventeranno signori di Bologna i Bentivoglio.

Nel 1500 passa allo Stato Pontificio fino al 1796 quando arrivano a Bologna le truppe francesi ma, dopo il Congresso di Vienna (1815) la città ritorna alla Chiesa. Vi si stabiliranno gli Austriaci, per essere poi annessa al Regno d'Italia nel 1860.

Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, protagonista nella resistenza, dal dopoguerra la città è stata sempre un baluardo e fiore all'occhiello delle amministrazioni di sinistra (da cui l'appellativo Bologna la rossa).

Durante l'amministrazione di Renato Zangheri, il 2 agosto 1980 alle ore 10.25 una bomba esplose alla stazione centrale di Bologna causando 85 morti, per quella che passerà alla storia come Strage di Bologna.

Nel 1999, con grande sorpresa, il centro sinistra perse le elezioni comunali a favore della coalizione di Giorgio Guazzaloca, ma dal 2004 il governo della città è di nuovo nelle mani del centro sinistra con Sergio Cofferati.

Bologna è stata fra le prime a sperimentare il concetto di trasporto pubblico gratuito e a istituire una rete civica con la fornitura di connessione Internet gratuita per i cittadini.
Nell'ottica di questa tradizione di avanguardia per le politiche cittadine, l'amministrazione Cofferati ha annunciato, nel 2006, di voler introdurre, per prima in Italia, un sistema di road pricing (cioè un ticket d'ingresso per entrare nel centro della città).


Maggiori info: http://it.wikipedia.org/wiki/Bologna#Geografia
 
SASSO MARCONI

Regione: Emilia-Romagna
Provincia: Bologna
Coordinate: Latitudine: 44° 24′ 0′′ N
Longitudine: 11° 15′ 0′′ E [1]

Altitudine: 128 m s.l.m.
Superficie: 96 km²
Abitanti: 13.781
Densità: 144 ab./km²
Frazioni: Borgonuovo, Pontecchio Marconi, Fontana, Capoluogo, Tignano-Roma, Rasiglio-Scopeto, Iano, Lagune, Cinque Cerri
Comuni contigui: Bologna, Casalecchio di Reno, Marzabotto, Monte San Pietro, Monzuno, Pianoro, Zola Predosa
CAP: 40037
Prefisso tel: 051
Codice ISTAT: 037057
Codice catasto: G972
Nome abitanti: sassesi


Sasso Marconi è un comune di 13.781 abitanti in provincia di Bologna, il cui territorio occupa la prima zona collinare dell'Appennino bolognese compresa tra la bassa valle del fiume Reno, la porzione inferiore della valle del Setta a sud-est e parte del bacino idrografico del fiume Lavino a ovest.

Geografia
Il territorio comunale è collegato con la città di Bologna, distante 17 km dal capoluogo, dalla rete ferroviaria locale Bologna-Pistoia, la cui fondazione risale al 1864, e da un servizio di autobus. Ben tre sono le fermate ferroviarie presenti nel territorio comunale: Borgonuovo, Pontecchio Marconi e Sasso Marconi. Altra importante arteria del traffico è l´autostrada A1 Milano-Roma, che serve il territorio comunale con il casello di Sasso Marconi.

I centri principali sono situati per lo più lungo la strada statale Porrettana, importante arteria di comunicazione locale fra la pianura padana e la Toscana, e a ridosso dell´omonima linea ferroviaria che corre parallela alla strada statale. È uno degli otto comuni membri della Comunità montana delle cinque valli bolognesi.

Storia
Il paese prende il nome dal Sasso della Glosina, una Rupe del Contrafforte pliocenico che domina in confluenza dei fiumi Setta e Reno, e da Guglielmo Marconi, il noto scienziato. Precendente i toponimi che identificavano la zona erano Praduro e Sasso.
 
Daemon":3002xh8c ha detto:
sanmarinostemmaxk0.png


ke bello questo stemma!! :OK)
 
Daemon":12235kgj ha detto:
Le tre torri al centro sono le rocche presenti in cima al monte Titano, si chiamano Rocca o Guaita (I torre), Cesta o Fratta (II torre), e Montale (III torre).

:OK) :OK)


interessante....

qnd ero + pikkolo i miei mi portavano tutti gli anni a fare un giro a san marino, ma non sapevo come si chiamavano le torri!
 
Cagliari (sono originaria di questa città)

Cagliari.gif


Scudo ovale con inquartate nella prima e nella quarta metà la croce bianca su fondo rosso; nella seconda e terza metà il castello a tre torri (di cui la centrale più alta), aperto e fenestrato, fondato su uno scoglio uscente dal mare. Lo scudo, ornato di palme, era sostenuto da due tritoni e sormontato da una corona marchionale (4 fioroni alternati a tre coppie di perle).

L'origine del nome della città di Cagliari è ancora oggi molto dibattuta tra gli studiosi.

La radice del nome si fa risalire al suffisso "Kar", cui si attribuisce il significato di pietra o roccia, oppure "Kal", inteso come cala o insenatura, di derivazione fenicia o, secondo alcuni, protosarda. La città in antichità era vista, quindi, come una grande pietraia o insenatura.

I cartaginesi la chiamarono Krly, che diventò in seguito Karaly.

Nelle fonti romane si trova spesso il termine Caralis. Diversi grammatici, tra cui Probo (I secolo d. C.), usavano il termine Carales, al plurale ed al femminile. Nei miliari romani il nome è indicato sempre al plurale, ma con la K iniziale: Karales.

L'utilizzo del plurale in antichità era molto frequente nei toponimi di importanti località di mare (ne sono un esempio Athenae, Syracusae, Pisae, Cumae), perché le più grandi città, come nel caso di Carales, erano formate da tanti piccoli agglomerati che, uniti assieme, costituivano un'unica città.

Col passare dei secoli il nome da Caralis o Carales, divenne Calaris o Calares, ed anche Callares, con l'acquisizione della doppia "l".

Al tempo della dominazione pisana subì l'influsso della parlata toscana con la ripetizione della "l", con la conseguente trasformazione in Càllari.

Con gli spagnoli divenne, poi, definitivamente, Cagliari, secondo il modulo di Castilla che pronuncia la doppia "l", "gli".

Per tutti i sardi Cagliari, è semplicemente Casteddu, estendendo all'intera città il nome che in realtà appartiene al quartiere storico di Castello, fondato dai pisani agli albori del XIII secolo dopo Cristo.
 
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