Stato: Italia
Regione: Lombardia
Provincia
avia
Coordinate: Latitudine: 45° 3′ 0′′ N
Longitudine: 9° 8′ 0′′ E
Altitudine: 74 m s.l.m.
Superficie: 2,73 km²
Abitanti: 324
Densità: 162 ab./km²
Frazioni: Borgo, Carantano, Dorna, Filiberta, Lottona
Comuni contigui: Casatisma, Casteggio, Castelletto di Branduzzo, Lungavilla, Montebello della Battaglia
CAP: 27053
Prefisso tel: 0383
Codice ISTAT: 018174
Codice catasto: L784
Nome abitanti: verretesi
Santo patrono: San Matteo
Verretto è noto dal XIV secolo, quando apparteneva a Fiorello Beccaria, i cui discendenti furono detti anche Beccaria di Verretto. Faceva parte della squadra o feudo di Montebello, di cui seguì sempre le sorti nei successivi passaggi dai Beccaria (del ramo di Montebello) agli Orozco, Machado e infine Spinola.
IL TERRITORIO
Con i suoi 313 abitanti, 74 metri sul livello del mare, 273 ettari di superficie territoriale, Verretto è situato nel centro nord dell’Oltrepo Pavese, tra il fiume Po e i primi rilievi dell’Appennino ligure – emiliano.
Occupa un territorio completamente pianeggiante, la situazione idrogeologica è caratterizzata da una falda freatica chi si manifesta alla profondità di circa 10 metri con caratteristiche prettamente artesiane.
Il manto argilloso offre un suolo attivo che consente il facile attecchimento delle radici delle sementi; questa peculiarità lo rende infatti ottimale in primo luogo per la coltivazione cerealicola oggi come allora di particolare qualità, e secondariamente per la barbabietola da zucchero e i foraggi.
L’argilla presente nel terreno ha consentito anche lo sviluppo dell’impresa del laterizio, una fonte di reddito affiancabile fino agli anni sessanta-settanta al settore agricolo. Questa attività si fondava sull’estrazione di materiale da esportare verso industrie collocate al di fuori del territorio comunale.
Con il boom economico degli anni sessanta Verretto entrò a far parte di una grande area estrattiva della pianura del nostro Oltrepo da sempre definita con giusta causa “la Rhur del mattone”.
LE ORIGINI DEL NOME
Verretto, nella sua forma dialettale “Vrêt” o “Vrätt”, presenta un’ assonanza con il termine “verro” (in latino “verres”), ossia “maiale”; ciò ha indotto la vecchia erudizione ottocentesca ad elucubrare circa una sua derivazione appunto dall’allevamento del suino in zona.
Mons. Clelio Goggi, che pure lo assegna al ceppo latino, lo vuole invece quale derivazione da “verruca”, dialettalmente “Vrùa”, traente origine dal basso latino “Verruca” o da “verruja” pure della bassa latinità, corrispondente al saliceto, secondo Maragliano.
Si ritiene che l’interpretazione più accettabile sia quella data dal Borselli che, richiamando il latino “Viretum”, nella cui forma esso appare anticamente, ricorda che “Viretum est locus herbarum”, quindi plaga peculiare per coltivazioni erbivore e di piante.
In effetti “virectum” può essere indicazione di luogo verde, erboso.
UN PO' DI STORIA
Le antiche origini di Verretto sembrano risalire all’epoca di Roma antica, poichè si trovano primarie notizie di insediamenti umani nell’agro verrettese in quel periodo, senza tuttavia avere prove tangibili dell’esistenza di un nucleo abitato che possa corrispondere all’attuale Verretto.
E’ certo però che l’attuale territorio di Verretto si trovava in una vasta area di centuriazioni come testimonia la “Tabula Imperii Romani” relativa al territorio lombardo.
Compreso nell’agro clastidiense e nella colonia di Piacenza, ad esso fu data, alla centuriazione, dagli agrimensori romani un’inclinazione di 10° ca da Nord - Est a Sud - Est.
Le prime notizie sicure dell’esistenza del borgo di Verretto risalgono al secolo XIV, notizie indissolubilmente legate alla casa Beccaria. Verretto è registrato nella carta del “Territorio di Pavia, Lodi, Novara, Tortona”, datata al 1595 circa e pubblicata in Amsterdam dallo Janssonius, mutatosi poi in Vereto nelle carte seicentesche e settecentesche di Arnoldo Arnoldi (1620).
GLI EDIFICI
"La Parrocchiale di Verretto"
Posta al centro dell’abitato, presenta una facciata di ispirazione neoclassica ed è affiancata posteriormente dal campanile eretto nel 1766 e dotato di tre campane provenienti dalla Chiesa di S. Rocco in Voghera. L’orologio della torre campanaria, rinnovato negli anni sessanta, è di fabbricazione ligure.
All’interno della chiesa, che ricopre una superficie totale di circa 220 metri, spicca l’altare maggiore in marmi policromi, sormontato da un grande Crocifisso ligneo, opera dell’artigianato sacro della Val Gardena, collocatovi nell’immediato dopoguerra.
Il coro ligneo neoclassico occupa interamente l’abside che ingloba un medaglione con un putto angiolesco, opera del pittore tortonese Domenico Fossati, realizzato nel 1937 circa.
All’interno della Parrocchiale troviamo inoltre un olio su tela di buona scuola settecentesca rap-presentante il santo titolare Matteo sorpreso dalla presenza protettrice ed ispiratrice dell’Angelo celeste mentre si accinge a scrivere il Vangelo.