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Storia del marchio Alfa Romeo


“Quando nel 1910 viene fondata l’Alfa, i dirigenti della società scelgono come Marchio due noti emblemi del capoluogo lombardo: la croce rossa dello stendardo comunale e il Biscione visconteo. Sono simboli distanti tra loro per significato e tradizione che si incontrano e diventano uno solo, dando così vita ad uno degli stemmi più famosi nel mondo automobilistico. Un Marchio destinato, salvo piccole modifiche, a restare immutato per novant’anni.


Il primo scudetto appartiene al periodo che va dal 1910 al 1915. Di forma circolare, è diviso in due parti: nella metà sinistra porta una croce rossa su fondo bianco; in quella destra, il serpente-drago dei Visconti che divora un nemico. A separare le parole Alfa e Milano, due nodi Savoia. La croce ricorda il fregio del battaglione lombardo partito per la Prima Crociata nel 1095. A capo dell’esercito, diretto in Terra Santa, c’era Ottone Visconti, signore di Invorio e di Oleggio Castello, antenato di quei Visconti che, trecento anni più tardi, sarebbero diventati signori di Milano. Cinque anni dopo, al ritorno in patria dei crociati lombardi, la città adotta la stessa croce come insegna del comune, a riconoscimento del valore militare dimostrato in battaglia dai suoi cavalieri.

Più curiosa ancora la storia del Biscione. Il simbolo, che rinvia alla forza, alla sagacia e alla potenza, appartiene alla tradizione dei Longobardi, presso i quali il serpente in campo azzurro era considerato un portafortuna e utilizzato sulle bandiere di guerra. Nel 1295 Matteo Visconti - diventato signore di Milano - chiede agli scrittori di corte di creare una “saga dei Visconti” che nobiliti un passato non particolarmente brillante. La scelta cade sul retaggio longobardo e il serpente diventa l’emblema dello stemma trecentesco.

Per rafforzare ancora più il fantasioso legame tra la famiglia dei Visconti e l’antica popolazione, nasce la leggenda del longobardo Uberto, antenato di Matteo, che liberò le campagne circostanti uccidendo un terribile drago. A questo punto gli araldisti di corte creano il Biscione: il corpo è del serpente longobardo, la testa del drago.

Lo scudetto originale dell’Alfa Romeo subisce una prima modifica nel 1913, quando le lettere di ottone diventano bianche con contorno dorato e di maggior spessore. Inoltre i due nodi sabaudi vengono irrobustiti e il Biscione semplificato. Nel 1915 Nicola Romeo rileva la società e tre anni dopo, a conclusione del primo conflitto mondiale, alla parola ALFA (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) viene sostituita la dizione “Alfa Romeo”. Il marchio, quindi, resta invariato fino al 1925, quando - dopo la conquista del primo Campionato del mondo - ai simboli precedenti si aggiunge una corona d’alloro in metallo argentato che percorre l’intera circonferenza. Cambiano anche il colore del contorno, delle lettere e dei nodi, che diventano anch’essi argentati. Una curiosità: nel 1932 sulle vetture destinate alla Francia, appare l’insolita scritta “Alfa Romeo Paris”.

Nel 1946, con la proclamazione della Repubblica italiana, i due nodi sabaudi scompaiono dallo scudetto circolare, rimpiazzati da linee ondulate. Dal 1946 al 1950, inoltre, alcuni modelli hanno un Marchio con nuova veste grafica e scritte e figure in rilievo su fondo rosso.

Bisognerà attendere il 1971, quando viene inaugurato lo stabilimento di Pomigliano d’Arco (Napoli), per vedere l’ultima modifica. Lo scudetto prende uno stile più moderno, il disegno del Biscione diviene fortemente stilizzato e scompare il trattino fra Alfa e Romeo. Inoltre, la perdita del carattere esclusivamente lombardo della marca, suggerisce in questa occasione l’abolizione della parola “Milano”.”
 
giangirm":397ev12b ha detto:
in generale eviterei di citare come "fonte" (soprattutto se si intende "autorevole e certa") quel che si legge su wikipedia, una delle "enciclopedia" + inaffidabili del mondo imho

E poi andate qui :) : https://forum.alfavirtualclub.it/viewtopic.php?t=453

OT: Mi ricordo di aver letto un articolo che confrontava Wikipedia con la famosa Enciclopedia Britannica. Beh, su molte voci a confronto era scaturito che quella della britannica erano molto più "orientate" rispetto a quelle di Wikipedia... http://www.news.com/2100-1038_3-5997332.html
 
leggenda sullo stemma del biscione

http://digilander.libero.it/leggendeitaliane/nord.htm
(cliccate su "lombardia" e poi "stemma di milano") cmq vi copio l'articolo:

Gli Stemmi Di Milano

Sono molte le leggende intorno alle origini di Milano. C'è chi sostiene che il vero fondatore fosse un mitologico Belloveso, capo di una tribù di Galli, il quale, durante un'incursione al di qua delle Alpi, fu attratto dalla bellezza del luogo e decise di fermarsi. Siamo intorno al 600 a.C.I Galli incaricarono i sacerdoti di interpellare gli dei circa la località più propizia e il nome da imporre alla nuova città, che sarebbe diventata la capitale della regione conquistata.Gli dei risposero di cercare una località dove pascolasse una scrofa col dorso coperto per metà di lana; da qui il nome della nuova città: Mediolanum (in medio lanae).Questa è la leggenda più comune, consacrata anche dal primo stemma della città, la scrofa lanigera, come si vede tuttora scolpito nel secondo arco del Palazzo della Ragione, in piazza Mercanti.Dopo la scrofa semilanuta apparve sugli stendardi della città la famosa biscia. La sua prima apparizione risale agli inizi dell'XI secolo. In quell'epoca Ottone III incaricò l'Arcivescovo Arnolfo di recarsi alla corte di Bisanzio per trattare le sue nozze con una principessa di quella corte.Arnolfo portò dall'Oriente, oltre alla sposa, altre due meraviglie: una statua che mediante un ingegnoso congegno riusciva a formulare alcune parole predicendo il futuro e un prezioso serpente di bronzo risalente all'epoca di Mosè.Ma appena sbarcato a Bari con la sposa, l'Arcivescovo fu raggiunto dalla notizia dell'improvvisa morte dell'imperatore Ottone, proprio come aveva già predetto la statua parlante. La principessa bizantina tornò in Oriente portando con sé la statua e l'Arcivescovo rientrò a Milano recando invece il serpente di bronzo. Lo si vede tuttora collocato su una colonna di porfido nell'interno della chiesa di Sant'Ambrogio, a metà della navata centrale, e le donne gli attribuiscono virtù miracolose contro alcuni mali dei bambini. Da allora il serpente divenne il simbolo della città e apparve sui suoi stendardi.C'è anche un'altra leggenda secondo la quale la biscia comparve, per la prima volta, sullo stemma degli antichi Visconti. Secondo questa leggenda un guerriero appartenente alla famiglia dei Visconti, di nome Azzone, si trovava a combattere contro i Fiorentini, a Pisa (1323). Un giorno, stanco di una lunga marcia, scese da cavallo, si levò l'elmo e si addormentò a ridosso di un albero. Una biscia entrò nel copricapo e vi si accovacciò. Quando Azzone si svegliò e si rimise l'elmo, ne fuoriuscì la biscia aprendo le fauci minacciosa. I soldati che stavano intorno si spaventarono, ma non Azzone che la lasciò andare via senza ucciderla. Anzi la prese come insegna e siccome la serpe era stata innocua la volle raffigurare con un bambino nelle fauci a cui però non fa del male.
 
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