Scritto in origine da motociclismo.it
Borgo Panigale 3 gennaio 2008 – I manager della Ducati annunciano le dimissioni rassegnate responsabile del design, il sudafricano Pierre Terblanche (nella foto). Questi sarebbe in disaccordo sulla continuità stilistica adottata dalla casa di Borgo Panigale, con le ultime 1098, 848 e Monster 696. Secondo Terblanche, che punta sulla totale innovazione stilistica, l’interpretazione in chiave moderna di linee note, non rappresenta una soluzione efficace. In effetti, la nuova politica progettuale Ducati è ben visibile nel restyling della Monster, aggiornata ma non stravolta.
ALLE ORIGNI Il sudafricano si è formato nell’industria automobilistica, dove aveva lavorato prima per conto della Rolls Royce e successivamente per la Volkswagen. Approdò al mondo delle due ruote nel 1989, collaborando con Massimo Tamburini all’ideazione stilistica della 916, quando la Ducati era ancora sotto il controllo Cagiva, di proprietà dei fratelli Castiglioni. La nuova supersportiva divenne un’icona della Rossa bolognese. Tra il 1992 ed il 1994 Terblanche disegnò il prototipo della Supermono e la Cagiva 900 Canyon.
CARRIERA In seguito ai problemi finanziari della Cagiva, nel 1996 la Ducati fu venduta ad fondo d’investimento americano gestito dalla Texas Pacific Group e Terblanche fu nominato direttore del centro stile, al posto di Tamburini. Dalla sua matita nacquero il nuovo vestito della Supersport 900 (199 e la MHe 900 Evoluzione, una moto realizzata in serie limitata, a partire dal prototipo. Questo era caratterizzato dalla telecamera posizionata sul codino che riprendeva la strada proiettava le immagini, come in uno su di un display contenuto nel cupolino.
STILE AZZARDATO Motivato dal successo ottenuto, Terblanche decise di sperimentare il proprio uno stile innovatore: mise così mano al design della Multistrada, nel 2001, e della 999, nel 2002. La Multistrada, appena arrivata, fece molto discutere; le sorti della 999, che doveva essere l’erede gloriosa delle precedenti 916, 996, 998, non furono migliori. La sfida per Ducati doveva essere convince re il pubblico con una moto che coniugasse le prestazioni ad un design stupefacente, fondamentale per una motocicletta di produzione italiana. La 999 ebbe un successo limitato: il doppio faro lenticolare anteriore e la linea spigolosa non convinsero gli appassionati della Rossa di Borgo Panigale. Un colpo forte per Ducati, che puntava molto tenere sempre il desiderio dei clienti al centro dell’attenzione.
RITORNO AL PASSATO Nel 2003 Terblanche sfornò la gamma Sport Classic, una serie di moto in stile rètrò, per gli amatori. Le linee fecero colpo, perché, presentata al Salone di Tokyo, la Sport Classic piacque molto. Tuttavia il successo commerciale fu, ancora una volta limitato. Terblanche continuò sulla sua strada, convinto di colpire i clienti Ducati con modelli dal design rivoluzionario, prodotti “studio”, molto ricercati nel loro insieme.
ESPERIMENTO RIUSCITO Nel 2005 il designer presentò al Salone di Milano la Hypermotard, entrata in produzione nel 2007. Questa volta colpì nel segno, perché la Hypermotard piacque molto ed oggi è uno dei modelli su cui punta la Ducati. Nonostante lasci in eredità il successo di questa supermotard, Terblanche non ha accolto bene la notizia della sua esclusione dal progetto della 1098, “Moto dell’anno 2007”, e della 848. Questa potrebbe essere la ragione che lo ha spinto a rassegnare le dimissioni.
FUTURO Pierre Terblanche resta convinto del proprio ideale di design rivoluzionario e ha dichiarato: “Mi auguro di fare delle belle cose. Mi apro un mio studio – di design n.d.r. – ed anche se disegnerò ancora moto, sarò felice di dedicarmi ad altri mondi, forse quello delle barche”.
Non era comunque l'ultimo arrivato!