La rivale della MiTO…non è la GPA!
Ieri pomeriggio ho finalmente avuto il piacere di provare la MiTo 1.4 155 CV TB. Sono stato fortunato! Era la più accessoriata: allestimento Distinctive con i pack premium e sport, colore Nero Etna, interni tessuto sport a contrasto rosso-nero, con plancia competizione rossa, cerchi in lega da 17", disegno elegante. In una parola: STUPENDA. E' doverosa una premessa. Sarà una recensione preliminare, frutto di un’accozzaglia di impressioni-sensazioni provate al volante della MiTo, in condizioni, come vedrete, non proprio adatte ad una prova reale. Il vero test-drive, infatti, è rimandato a sabato pomeriggio, quando, con la complicità del giovane consulente alle vendite, mi auguro di poterla strapazzare un po' in autostrada... nell'attesa, il concessionario Alfa, poco distante dalla mia città, mi ha concesso, facendo uno strappo alla regola (“i test li facciamo solo la mattina" , ha sentenziato), di provarla nel perimetro che circondava tutt’intorno la concessionaria, effettuando in totale “la bellezza” di 5 "giri di piazzale" Questo è quanto: Sono all’interno della concessionaria, attendo ansioso, in “sala d’aspetto” l’ingresso nel piazzale della MiTo, ingannando l’attesa buttando l’occhio qua e là sulle auto in esposizioni, quand’ecco che il mio “girovagare senza meta” viene bruscamente interrotto da un rumore sordo di auto impazzita…alzo lo sguardo…vedo la MiTo piombare a razzo sul piazzale, alla guida un ragazzino in tuta Alfa, felicissimo della sua prodezza, ma inconsapevole di ciò che gli sarebbe capitato di lì a poco… dopo aver assistito a tale ingresso trionfale dalla vetrata del concessionario con il mio sguardo miopico, gli vado incontro, mi presento, mi porge le chiavi, dopo aver ottenuto il beneplacito del “principale”, andiamo. Prima di salire a bordo, do una rapida occhiata alla linea esterna dell'auto, dopo un’iniziale riluttanza, sono convinto, mi piace davvero, mi ispira solidità, in parole povere, mi sa di "macchina macchina". Mi decido ad aprire lo sportello, subito resto affascinato dalla mancanza della cornice, resa ancora più evidente dall’abbassamento totale del finestrino, sembra lo sportello di una coupè, straordinario! mi accomodo sul sedile, collocato bello infossato, come piace a me, trovo la posizione più consona, non oso, però, spostare il blocchetto del volante, il ragazzo accanto mi trasmette un certo stato ansioso, giustamente ha fretta di andare a casa, è quasi ora di chiusura. Sta di fatto, inserisco la chiave, davvero curata, (forse po’ grandicella ma nulla a che vedere con quelle del gruppo fiat, come la mia!, pressoché identiche) nel blocchetto che è ben in vista di fronte al guidatore, (a differenza della GPA in cui è un po' nascosto, va scovato con una torsione del busto ), ruoto la chiave, toh.., le lancette del quadro strumenti mi “fanno ciao”...che figata.. Finalmente metto in moto, per la felicità del ragazzetto.. resto un po' deluso dal sound allo scarico, eppure avevo il finestrino aperto, l’ho trovato fin troppo educato (c'è da dire, a onor del vero, che ha bisogno di macinare km per esprimere la sua vera voce, per cui bisognerà attendere; anche la mia ha subito un trapianto di corde vocali con il percorrere dei km, ora sì che borbotta ben bene!). Inizio ad accelerare un pochino da fermo, proprio per sentire la voce, è piacevole, sembra avere un “non so che” di grintoso. Ho bisogno di fare manovra per via dell’intelligente parcheggio effettuato dal ragazzetto, per cui metto in folle pronto ad innestare la retro quand’ecco che il ragazzetto, con voce da maschio, inizia a spiegarmi la corretta procedura, al che, senza fargli terminare la frase, subito innesto la retro, rassicurandolo che è la stessa procedura della mia! A questo punto, noto un primo pregio: l’innesto della retro avviene mediante una sorta di ghieretta davvero ben celata, (a differenza della ghierona ben visibile sulla GPA) che, quindi, non rovina "la bella linea" del cambio, ben fatto con la piastrina "simil argento" che "fa molto chic"... abbasso il freno a mano, finalmente sollevo la frizione, è identica alla mia, leggera, molto modulabile, con stacco non troppo in basso e corsa non eccessivamente lunga. Dopo aver effettuato la manovra di retromarcia, pigio il pedale del freno, noto che per modulabilità è identico alla mia, il che fa presagire staccate da urlo (per il passeggero si intende)... molto bene... prima di innestare la prima, il ragazzo armeggia con il DNA per impostare la modalità Dynamic, ma non mantiene il pulsantino in avanti il tempo necessario affinché il sistema si attivi, per cui dopo aver martoriato il manettino, al terzo tentativo, riesce nell’impresa di inserire la “D”, (eppure qualche buon’anima doveva pur spiegargli il funzionamento, io non ho osato farlo, “meglio non infierire”, ho pensato). Comunque, vedo comparire il messaggio nel display con la "D" stilizzata con sotto il manometro digitale, per me, non una novità, uno strumento bello ed utile. Sta di fatto che parto con garbo in prima, accelero leggermente, il giusto, per innestare la seconda, noto che il cambio se usato con "mano vellutata" ha innesti precisi, sembra bello solido da manovrare, addirittura un tantino più preciso di quello della GPA, (eppure è lo stesso, M32 6 marce; sulla Gpa è come si avvertissero nella fase finale di innesto della marcia, gli ingranaggi sotto la mano, non so se ho reso l'idea!), è bello morbido, quindi, piacevole da manovrare, toh, mi sbilancio, sembra quello di un'auto di categoria C, e ho detto tutto... innestata la seconda affondo il piede sull'acceleratore, si sente la spinta ma non posso osare tanto perché devo fare i conti con la sbarra che minacciosamente in posizione orizzontale ostruisce il mio “giro di piazzale”, nell’attesa che la sbarra si sollevi, noto con una certa preoccupazione la presenza, proprio a ridosso della sbarra, di una serie di piccolissimi dossi (penso tra me, “me ne devo ricordare, altrimenti al prossimo giro sfascio tutto!”), passo sotto la sbarra, faccio una curva ad angolo retto, tiro la seconda, (non chiedetemi a che giri ho cambiato, perché non ve lo so dire, stavo attento a non urtare le tantissime alfa che riposavano lì, in attesa di essere consegnate, in mezzo alle quali stavo scorazzando, diciamo pure pericolosamente!), inserisco "a volo" la terza con un passaggio più secco, il cambio non fa una piega, la marcia entra senza contrasto, ottimo, quindi. Appena inserita, sono costretto a scalare rapidamente, causa curva a 90° con un bel muro di cinta, per cui torno ad una guida rilassata, ricurvo a 90°, quand’ecco in lontananza, (stavolta, avevo gli occhiali, quindi, niente sguardo miopico) scorgo la sbarra ancora in posizione verticale, in atteggiamento di sfida “ce la fai a passare prima che mi chiuda?!”, deciso ad accogliere la sfida, cerco di nascondere il mio pazzo proposito al ragazzino distraendolo con l’esposizione delle mie sensazioni, non appena effettuo un ulteriore svolta a 90°, schiaccio senza ritegno l’acceleratore, tirando, ancor più del giro di “warm up” iniziale, la seconda, ce l’ho fatta, ho vinto la sfida ma… ho rischiato di fare danni alle sospensioni per via dei piccoli dossicini di cui, in preda all’adrenalina pura, mi era dimenticato.. dopo lo scampato pericolo decido di provare l’handling, per cui faccio un ulteriore giro lanciato, riesco ad innestare a metà rettilineo anche la terza dopodiché mi porto a destra per prepararmi ad eseguire un'inversione ad "U" straccia patente, scalo, terza-seconda, giro velocemente e completamente il volante a sinistra, (l'ideale sarebbe stato tirare il freno a mano,ma non era il caso!) noto un raggio di sterzata un po' corto (è stata una sensazione, non so se corrisponde alla realtà), una grande stabilità ma un’inaspettata mancanza di agilità, ho avuto l’impressione che fosse troppo “pesante” boh... la mia nella medesima situazione è molto più agile, d’altronde sono auto diverse. Ed il ragazzino…. Ebbene dopo aver effettuato un altro giro di piazzale in Dynamic, vedendo che il ragazzo era visibilmente spaventato (non sapeva più a che santo votarsi) con un colorito bianco pallido o se preferite bianco gardenia, ho preferito effettuare qualche altro giretto in souplesse in "n". E mentre lui si riprendeva, notavo una minore vivacità del motore soprattutto a basso numero di giri, che mi ricordava la mia GPA senza lo sport booster. Nel descrivervi il pazzo giro di piazzale, stavo quasi per dimenticarmi… molto ben calibrata la servo assistenza in modalità “D”: il volante presenta un carico maggiore, utile quando si vuole andare forte, rispetto alla modalità “N”, in cui è molto più “cittadino”, ma mi dispiace dirlo, siamo lontani dal carico quasi da corsa che presenta il volante della GPA nella modalità Sport Booster, sembra di ruotare una pietra circolare tale è la pesantezza, ottimo per l’uso in pista!.
In conclusione, ecco svelato il titolo, quello che ho potuto constatare (posso anche ricredermi su alcune opinioni quando effettuerò il vero test-drive), è che volendo azzardare un confronto con la cuginetta GPA, la MiTo risulta in maniera indiscutibile un'auto di categoria superiore, per la maggiore cura del dettaglio sia esterno che interno, per la sensazione di solidità, per il confort offerto, insomma, come detto, è una "macchina macchina", dotata di un motore sicuramente prestazionale, cattivo in "D" a partire dall’ingresso del turbo, ma con un feeling di guida nettamente inferiore alla GPA che si configura come uno straordinario giocattolino con scelte volutamente estreme in termini di prestazioni assolute. Per questo, mi permetto di affermare che la vera rivale della MiTo, non è la corsaiola GPA ma la fashion Mini che, a dirla tutta, troneggia su entrambe le italiane per l’insuperabile “go-kart feeling”.