- 21 Luglio 2006
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- Auto
- Alfa Romeo 147 2.000 Twin Spark Selespeed Super Body
Propongo questo articolo per non dimenticare un onorevole passato :worship)
:OK) http://www.automoto.it/prove/5-lustri-f ... 80-b3.html :OK)
Mettiamo a confronto oggi due vetture che erano non solo note, ma per certi versi un riferimento sulle strade europee sino a 25 anni addietro, più o meno. Classiche berline tre volumi, non certo simili a quanto in voga nel 2017, sia per estetica sia per motorizzazione. In quel periodo d’inizio anni Novanta, le vendite nazionali di auto non avevano subito scossoni assoluti, ma cambiava la composizione di mercato con il sorpasso delle straniere sulle italiane, per poco, grazie ad alcuni nuovi modelli di cui parleremo prossimamente. Intanto venivano scontate per il classico italiano medio con famiglia, le oggi iconiche Alfa 75 (versioni ie o TS) ultime di una serie che ripeteva lo schema classico per il Biscione, in quanto a motore, trasmissione e trazione; come anche le tedesche Audi 80, che in quel periodo aggiornavano il proprio modello (da B3 a B4) senza però sconvolgersi nell’immagine e nel nome. Auto europee concepite nella prima metà degli anni Ottanta, oggi forse simili per qualcuno, vedendole come “vecchie berline Euro0”, ma ben diverse per l’automobilista di allora. Pensiamo a due versioni di buon livello, tra le ultime proposte prima di fine produzione, relativamente gratificanti per chi le poteva acquistare anche in prestazione, come: Alfa Romeo 75 2.0 Twin Spark e Audi 80 2.0 E 16V.
In sintesi:
La sommatoria delle valutazioni qui considerate, porta a un vantaggio per la nostrana dal cuore sportivo. Difficile non cederle, da italiani o da amatori oggi: è l’ultima Alfa Romeo di una stirpe, oltre che di una gestione. Dopo averla in uso quale singola auto per qualche settimana però, paragonandola alla meno emotiva tedesca, si può scoprire che anche l’Audi 80 aveva i suoi pregi al tempo, meno esposti ma sensibili. In termini di guida la 75 era una vera Alfa, quindi leggermente più impegnativa, leggermente più rischiosa (su fondi difficili, non da tutti per andarci forte come spesso si voleva pensare associando il Biscione e la grinta di questa macchina a un conducente cui piacevano certe sensazioni, da pedaliera e sterzo). In termini di affaticamento e comfort viaggio, l’italiana paga qualcosa alla tedesca, però la prestazione la vede avvantaggiata. Chi non voleva certi fragori e non ambiva a correre, trovava in Audi 80 una berlina più equilibrata e meno critica, per viaggiarci, più apprezzabile nel medio termine. A questo link, le due schede modello affiancate sullo strumento di Confronto Automoto.it.
:OK) http://www.automoto.it/prove/5-lustri-f ... 80-b3.html :OK)
Mettiamo a confronto oggi due vetture che erano non solo note, ma per certi versi un riferimento sulle strade europee sino a 25 anni addietro, più o meno. Classiche berline tre volumi, non certo simili a quanto in voga nel 2017, sia per estetica sia per motorizzazione. In quel periodo d’inizio anni Novanta, le vendite nazionali di auto non avevano subito scossoni assoluti, ma cambiava la composizione di mercato con il sorpasso delle straniere sulle italiane, per poco, grazie ad alcuni nuovi modelli di cui parleremo prossimamente. Intanto venivano scontate per il classico italiano medio con famiglia, le oggi iconiche Alfa 75 (versioni ie o TS) ultime di una serie che ripeteva lo schema classico per il Biscione, in quanto a motore, trasmissione e trazione; come anche le tedesche Audi 80, che in quel periodo aggiornavano il proprio modello (da B3 a B4) senza però sconvolgersi nell’immagine e nel nome. Auto europee concepite nella prima metà degli anni Ottanta, oggi forse simili per qualcuno, vedendole come “vecchie berline Euro0”, ma ben diverse per l’automobilista di allora. Pensiamo a due versioni di buon livello, tra le ultime proposte prima di fine produzione, relativamente gratificanti per chi le poteva acquistare anche in prestazione, come: Alfa Romeo 75 2.0 Twin Spark e Audi 80 2.0 E 16V.
In sintesi:
La sommatoria delle valutazioni qui considerate, porta a un vantaggio per la nostrana dal cuore sportivo. Difficile non cederle, da italiani o da amatori oggi: è l’ultima Alfa Romeo di una stirpe, oltre che di una gestione. Dopo averla in uso quale singola auto per qualche settimana però, paragonandola alla meno emotiva tedesca, si può scoprire che anche l’Audi 80 aveva i suoi pregi al tempo, meno esposti ma sensibili. In termini di guida la 75 era una vera Alfa, quindi leggermente più impegnativa, leggermente più rischiosa (su fondi difficili, non da tutti per andarci forte come spesso si voleva pensare associando il Biscione e la grinta di questa macchina a un conducente cui piacevano certe sensazioni, da pedaliera e sterzo). In termini di affaticamento e comfort viaggio, l’italiana paga qualcosa alla tedesca, però la prestazione la vede avvantaggiata. Chi non voleva certi fragori e non ambiva a correre, trovava in Audi 80 una berlina più equilibrata e meno critica, per viaggiarci, più apprezzabile nel medio termine. A questo link, le due schede modello affiancate sullo strumento di Confronto Automoto.it.