presentazione brera a balocco

Alfa Brera coupé da sogno




Presentato in questi giorni ai media di tutto il mondo al Palazzo Reale di Torino, sarà in vendita da gennaio.

Quando mise mano al progetto Brera, Giorgio Giugiaro, mostro sacro del design automobilistico (e non solo), non pensava che un giorno quel coupé sarebbe entrato in produzione.
«Nel 2002, quando presentammo a Ginevra quella che definii "una sportiva Alfa Romeo molto sexy" - racconta - avevo solo la certezza che, con piccoli ritocchi, avrebbe potuto essere costruita in serie". Oggi la "dream car" nata per stupire il pubblico dei saloni si è trasformata in un prodotto industriale. Se ne costruiranno 20 mila l’anno (un terzo nella versione spider, attesa per la primavera), con un investimento complessivo di 200 milioni di euro. A gennaio le prime consegne. I prezzi - da 34 a 45 mila euro - per una "instant classic" destinata a sedurre non soltanto l’Europa ma, in futuro, anche Paesi lontani come l’Australia e il Giappone, sono molto competitivi.
I giornalisti di tutto il mondo, che in questi giorni hanno seguito il debutto della Brera a Torino, nel Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale, e l’hanno provata sulle piste del Centro Sperimentale di Balocco, ne sono entusiasti.
Ma Alfa Brera è molto più di un affascinante nuovo modello. Dopo la 159 segna il secondo atto della rinascita del Marchio, come ha ricordato Karl Heinz Kalbfell, responsabile del polo sportivo Alfa-Maserati: «Brera è la portabandiera di una nuova filosofia e di nuove strategie. La divisione che guido dimostra che l’azienda vuole aumentare la propria presenza in un settore di mercato in crescita, caratterizzato da una popolazione benestante, alla quale ci rivolgiamo anche con Maserati, cioè con due marchi che sono l’anima e lo stile dell’auto sportiva italiana. Alfa Romeo ha iniziato a pianificare il nuovo schema industriale anni fa: i primi risultati si vedono con la 159 e la Brera».
Ma perché un coupé quando esiste già la GT?
La risposta è decisa: perché l’Alfa ha sempre prodotto coupé di successo, auto per essere usate. «Le sportive stradali - ha spiegato Antonio Baravalle, responsabile del brand Alfa – rappresentano il nostro top. Pensate a modelli come la 8c 2900 B Coupé, la 6c 2500 Villa d’Este, la 1900 SS, la 2600 Sprint, l’Alfetta GT». Baravalle parla di un mercato europeo più che raddoppiato dal ’96 ad oggi e che adesso vale il 2,7 per cento: significa che Brera si rivolge a un bacino di 600 mila potenziali clienti in Europa. Una fetta di torta che fa gola e che questa 2+2 figlia dell’innovazione ha tutte le carte in regola per conquistare.
«Alfa Brera – ha evidenziato Harald Wester, che guida l’Engineering e il Design di Fiat Auto – è il frutto di un patrimonio di competenze unico: Giugiaro l’ha disegnata, Pininfarina l’ha industrializzata e la produrrà a San Giorgio Canadese».
Rispetto alla concept-car disegnata da Giugiaro, la vettura in produzione presenta poche modifiche. La più importante: rinuncia alle porte che si aprivano verso l’alto per quelle tradizionali. Meno affascinanti, forse, ma più pratiche nell’uso di tutti i giorni. Cambiano, ovviamente, anche i parametri meccanici.
Il prototipo presentato a Ginevra nascondeva sotto il cofano un motore 8 cilindri di 4000 cc da 400 cavalli. La Brera di oggi, invece, offre due motori a benzina JTS: il sei cilindri a V di 3,2 litri da 260 cavalli e il quattro cilindri 2.2 da 185.
Entrambi propongono soluzioni tecniche d’avanguardia: il meglio del tradizionale cuore sportivo. Per l’appassionato, una carrozzeria originale ed elegante, infatti, non basta. Una vera Alfa è, soprattutto, una "bella meccanica".
Concetto un po’ difficile da spiegare, perché vuol dire non solo avere sotto il cofano un considerevole numero di cavalli, ma anche contenuti tecnologici innovativi e originali. Il tutto unito ad un certo gusto estetico. Perché come diceva Ettore Bugatti, che di automobili se ne intendeva, ogni singolo pezzo della meccanica, anche quello più nascosto, dev’essere bello.
Sul piano della sicurezza all’Alfa Brera non manca nulla. Dispone, infatti, di sette o otto airbag e di ogni tipo di assistenza elettronica: controllo di stabilità Vdc con antislittamento Asr e Msr, l’Hba per le frenate d’emergenza, l’Hill Holder per le partenze in salita.
Quanto allo stile poco da dire: il prototipo ha ricevuto tantissimi riconoscimenti internazionali e la Brera in commercio non passerà certo inosservata. Vale la pena, invece, soffermarsi sulla duttilità, non comune per un coupé.
Le dimensioni generose (la lunghezza è di oltre quattro metri e 40 centimetri), hanno permesso ai progettisti di ricavare un’abitacolo molto spazioso per un’auto di questa categoria. Il volume del bagagliaio può passare da 300 a 610 litri di capacità ribaltando i sedili posteriori e ospitare oggetti ingombranti come le mazze da golf. Come si conviene a un’auto sportiva, il posto di guida è particolarmente curato. I sedili prevedono ogni possibile regolazione e, a richiesta, possono avere comandi elettrici con memoria.
Una volta le auto sportive erano per definizione scomode: tolte le prestazioni, il resto non contava. E così un viaggio di 300 chilometri poteva essere piuttosto faticoso al volante di blasonate granturismo con sospensioni dure come il granito, lo sterzo pesante come il piombo, un impianto di climatizzazione insufficiente. Oggi le cose sono completamente diverse.
E l’Alfa Brera dimostra come sia possibile realizzare una vera auto sportiva, senza compromessi sul piano delle performance e della tenuta di strada, con le stesse caratteristiche di comfort di una berlina di lusso.
Le sospensioni, a quadrilatero "alto" per le ruote anteriori e multilink per quelle posteriori, assicurano eccellenti prestazioni dinamiche e, allo stesso tempo, un buon assorbimento delle asperità.
L’impianto di climatizzazione è di tipo bi-zona, a controllo automatico. Fra le dotazioni spiccano l’impianto Hi-Fi Sound System Bose e i più avanzati sistemi di intrattenimento e infomobilità, oltre ai sensori di pioggia per il controllo automatico dei tergicristalli, al sensore crepuscolare per l’accensione dei fari, ai sensori di parcheggio e al cruise control, disponibile su alcune versioni. La vettura, infine, può essere munita di un sistema integrato di dispositivi di protezione contro i furti.
 
Alfa Brera coupé da sogno




Presentato in questi giorni ai media di tutto il mondo al Palazzo Reale di Torino, sarà in vendita da gennaio.

Quando mise mano al progetto Brera, Giorgio Giugiaro, mostro sacro del design automobilistico (e non solo), non pensava che un giorno quel coupé sarebbe entrato in produzione.
«Nel 2002, quando presentammo a Ginevra quella che definii "una sportiva Alfa Romeo molto sexy" - racconta - avevo solo la certezza che, con piccoli ritocchi, avrebbe potuto essere costruita in serie". Oggi la "dream car" nata per stupire il pubblico dei saloni si è trasformata in un prodotto industriale. Se ne costruiranno 20 mila l’anno (un terzo nella versione spider, attesa per la primavera), con un investimento complessivo di 200 milioni di euro. A gennaio le prime consegne. I prezzi - da 34 a 45 mila euro - per una "instant classic" destinata a sedurre non soltanto l’Europa ma, in futuro, anche Paesi lontani come l’Australia e il Giappone, sono molto competitivi.
I giornalisti di tutto il mondo, che in questi giorni hanno seguito il debutto della Brera a Torino, nel Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale, e l’hanno provata sulle piste del Centro Sperimentale di Balocco, ne sono entusiasti.
Ma Alfa Brera è molto più di un affascinante nuovo modello. Dopo la 159 segna il secondo atto della rinascita del Marchio, come ha ricordato Karl Heinz Kalbfell, responsabile del polo sportivo Alfa-Maserati: «Brera è la portabandiera di una nuova filosofia e di nuove strategie. La divisione che guido dimostra che l’azienda vuole aumentare la propria presenza in un settore di mercato in crescita, caratterizzato da una popolazione benestante, alla quale ci rivolgiamo anche con Maserati, cioè con due marchi che sono l’anima e lo stile dell’auto sportiva italiana. Alfa Romeo ha iniziato a pianificare il nuovo schema industriale anni fa: i primi risultati si vedono con la 159 e la Brera».
Ma perché un coupé quando esiste già la GT?
La risposta è decisa: perché l’Alfa ha sempre prodotto coupé di successo, auto per essere usate. «Le sportive stradali - ha spiegato Antonio Baravalle, responsabile del brand Alfa – rappresentano il nostro top. Pensate a modelli come la 8c 2900 B Coupé, la 6c 2500 Villa d’Este, la 1900 SS, la 2600 Sprint, l’Alfetta GT». Baravalle parla di un mercato europeo più che raddoppiato dal ’96 ad oggi e che adesso vale il 2,7 per cento: significa che Brera si rivolge a un bacino di 600 mila potenziali clienti in Europa. Una fetta di torta che fa gola e che questa 2+2 figlia dell’innovazione ha tutte le carte in regola per conquistare.
«Alfa Brera – ha evidenziato Harald Wester, che guida l’Engineering e il Design di Fiat Auto – è il frutto di un patrimonio di competenze unico: Giugiaro l’ha disegnata, Pininfarina l’ha industrializzata e la produrrà a San Giorgio Canadese».
Rispetto alla concept-car disegnata da Giugiaro, la vettura in produzione presenta poche modifiche. La più importante: rinuncia alle porte che si aprivano verso l’alto per quelle tradizionali. Meno affascinanti, forse, ma più pratiche nell’uso di tutti i giorni. Cambiano, ovviamente, anche i parametri meccanici.
Il prototipo presentato a Ginevra nascondeva sotto il cofano un motore 8 cilindri di 4000 cc da 400 cavalli. La Brera di oggi, invece, offre due motori a benzina JTS: il sei cilindri a V di 3,2 litri da 260 cavalli e il quattro cilindri 2.2 da 185.
Entrambi propongono soluzioni tecniche d’avanguardia: il meglio del tradizionale cuore sportivo. Per l’appassionato, una carrozzeria originale ed elegante, infatti, non basta. Una vera Alfa è, soprattutto, una "bella meccanica".
Concetto un po’ difficile da spiegare, perché vuol dire non solo avere sotto il cofano un considerevole numero di cavalli, ma anche contenuti tecnologici innovativi e originali. Il tutto unito ad un certo gusto estetico. Perché come diceva Ettore Bugatti, che di automobili se ne intendeva, ogni singolo pezzo della meccanica, anche quello più nascosto, dev’essere bello.
Sul piano della sicurezza all’Alfa Brera non manca nulla. Dispone, infatti, di sette o otto airbag e di ogni tipo di assistenza elettronica: controllo di stabilità Vdc con antislittamento Asr e Msr, l’Hba per le frenate d’emergenza, l’Hill Holder per le partenze in salita.
Quanto allo stile poco da dire: il prototipo ha ricevuto tantissimi riconoscimenti internazionali e la Brera in commercio non passerà certo inosservata. Vale la pena, invece, soffermarsi sulla duttilità, non comune per un coupé.
Le dimensioni generose (la lunghezza è di oltre quattro metri e 40 centimetri), hanno permesso ai progettisti di ricavare un’abitacolo molto spazioso per un’auto di questa categoria. Il volume del bagagliaio può passare da 300 a 610 litri di capacità ribaltando i sedili posteriori e ospitare oggetti ingombranti come le mazze da golf. Come si conviene a un’auto sportiva, il posto di guida è particolarmente curato. I sedili prevedono ogni possibile regolazione e, a richiesta, possono avere comandi elettrici con memoria.
Una volta le auto sportive erano per definizione scomode: tolte le prestazioni, il resto non contava. E così un viaggio di 300 chilometri poteva essere piuttosto faticoso al volante di blasonate granturismo con sospensioni dure come il granito, lo sterzo pesante come il piombo, un impianto di climatizzazione insufficiente. Oggi le cose sono completamente diverse.
E l’Alfa Brera dimostra come sia possibile realizzare una vera auto sportiva, senza compromessi sul piano delle performance e della tenuta di strada, con le stesse caratteristiche di comfort di una berlina di lusso.
Le sospensioni, a quadrilatero "alto" per le ruote anteriori e multilink per quelle posteriori, assicurano eccellenti prestazioni dinamiche e, allo stesso tempo, un buon assorbimento delle asperità.
L’impianto di climatizzazione è di tipo bi-zona, a controllo automatico. Fra le dotazioni spiccano l’impianto Hi-Fi Sound System Bose e i più avanzati sistemi di intrattenimento e infomobilità, oltre ai sensori di pioggia per il controllo automatico dei tergicristalli, al sensore crepuscolare per l’accensione dei fari, ai sensori di parcheggio e al cruise control, disponibile su alcune versioni. La vettura, infine, può essere munita di un sistema integrato di dispositivi di protezione contro i furti.
 
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