Oggi mentre pranzavo in un bar mi sono messo a leggere il quotidiano che c'era sul tavolino e, senza entrare nel merito dello schieramento o meno del quotidiano (Il Giornale), ci ho trovato un articolo interessante che vi sottopongo:
http://www.ilgiornale.it/lp_n.pic1?PAGE=12087
L'articolo a dx "L'Italia non rischia rivolte..."
Per chi non volesse scaricarselo, ne ho fatto un copia e incolla, non formattato:
«E ora l’Italia non commetta
gli stessi errori della Francia».
Sihem Habchi parla con toni accorati.
Lei conosce come pochi altri il
mondo dei quartieri difficili, perché
in quei quartieri combatte ogni
giorno una battaglia difficile e rischiosa.
È la vicepresidente di Ni
putes ni soumises (né puttane né
sottomesse), l'associazione creata
nel 2002 da Fadela Amara, la «Gandhi
delle periferie» che è riuscita a
mobilitare 30mila persone nella lotta
contro la violenza e l'oscurantismo
in quei quartieri. Sihem, cittadina
francese, musulmana, tiene i
contatti con partiti e organizzazioni
all'estero.
Conosce bene la nostra
realtà per questo, mentre
il governo Villepin si
preoccupa del tracollo
dell'immagine della
Francia all'estero, lei
pensa soprattutto a evitare
che altri Paesi cadano
nella stessa spirale.
«La rivolta in Francia
nasce da scelte fatte
trent'anni fa. Allora lo
Statoammassònei quartieri
alle porte delle
grandi città gli immigrati,
i francesi di seconda
generazione e quelli
«bianchi» con problemi
sociali - dice, ricevendo
il Giornale -. Anno dopo
anno si è creato un ghetto:
la disoccupazione ha
continuato ad aumentare, i ragazzi
erano costretti, per legge, a frequentare
la scuola del quartiere dove
trovavano gente con i loro stessi
problemi. Alla fine questo mondo si
è ripiegato su se stesso finché è
esploso. Oggi la Francia è costretta
a rompere i ghetti, ma non sa come
farlo, l'Italia, invece, dove l'immigrazione
è solo agli inizi può fare
tesoro della nostra esperienza».
La Habchi ha le idee molto chiare
su come si debba procedere. «Primo,
non ammassate gli immigrati
negli stessi rioni: se lo fate la legge
dei clan presto subentra a quella
dello Stato. Secondo, aiutate gli immigrati
mischiandoli socialmente
con gente di altre classi sociali, a
scuola, sul lavoro e nella vita di tutti
i giorni: in questo modo i valori
della Repubblica italiana vengono
assorbiti più facilmente e si scoraggiano
le rivendicazioni comunitarie.
Terzo, lo Stato deve inviare un
messaggio forte, deve dimostrare
che questo è un problema che gli
sta a cuore; non fate come le nostre
autorità che a lungo hanno voltato
la testa dall'altra parte». Facile a
dirsi,ma concretamente che significa?
«Per esempio creando un'Authority
contro ogni forma di discriminazione,
madeve essere indipendente
dalla politica: se cambia il governo
l'ente resta. Un ente che deve
essere a stretto contatto con la
società civile, sia a livello nazionale
sia nella vita rionale. Non deve essere
un'entità astratta».
L'associazione Né puttane né sottomesse
» insiste su un punto: la
questione è molto importante e deve
essere sottratta alle strumentalizzazioni
della politica. «Bisogna
uscire dagli stereotipi destra-sinistra
e dalle guerre di posizione:
producono solo
guai. Io non dimentico
la lezione della Repubblica
di Weimar, quando
destra e sinistra contribuirono
a creare uno
Stato totalitario. Il dibattito
su questi argomenti
è positivo, ma prima i
partiti devono accordarsi
sull'orientamento di
fondo e sui principi sui
quali non bisogna transigere:
la democrazia e
una concezione laica
dello stato di diritto».
Proprio la Habchi dà
l'esempio: dialoga sia
con il gruppo liberale all'
Europarlamento sia
con i comunisti di Cossutta.
I paletti sono ben
visibili: nessuna concessione
ai fondamentalisti islamici.
La religione deve restare un fatto
privato non può sostituirsi allo Stato.
«La Chiesa può giocare un ruolo
importante, dimostrando agli integralisti
che la separazione Stato-
Chiesa funziona. E guardi che lo dice
una musulmana».
Sihem non condivide gli allarmismi
di Prodi: «Non rischiate rivolte
a breve termine,ma tra una decina
d'anni sì». Infine avverte: «Curarsi
degli immigrati è giusto,manon dovete
trascurare gli italiani che appartengono
alle classi più disagiate.
Se lo Stato li dimentica saranno i
primi a ribellarsi».