Il metano e l'aumento del prezzo: la formazione del prezzo causa del problema
Premessa: evitieremo di trarre conclusioni. Per rassegnazione, rinuncia; rabbia, anche: quella non manca mai. Il prezzo del metano ha iniziato a galoppare, tanto da ridurre – in poco più di due mesi – la propria forbice di convenienza rispetto al gasolio.
A luglio, quando la valutazione del greggio era prossima ai 150 dollari per barile (147,04 il suo apice), il prezzo del diesel era poco superiore all’euro e mezzo (1,528 €); il metano, invece, era stazionario a 0,905 Euro. Oggi, a distanza di soli quattro mesi, lo scarto si è ridotto dal 40% “estivo” al 19%: 1,149 Euro per il gasolio, 0,930 per l’idrocarburo.
Le ipotesi per giustificare una simile galoppata sono molteplici (aumento della pressione fiscale o mancanza di regole, senza dimenticare l’immancabile speculazione), anche se Dante Natali, presidente di Federmetano, si difende chiamando in causa la formazione del prezzo.
“Nel nostro paese – spiega Natali –, quando il costo del petrolio cala i principali carburanti si adeguano progressivamente. Quello del metano, invece, viene calcolato sulla media dei prezzi di alcuni derivati dei prodotti petroliferi”. “Tale sistema – prosegue – era stato adottato proprio al fine di evitare le oscillazioni, ed è per questo motivo che oggi ci stiamo interrogando sulle reale validità”. Infine, l’immancabile promessa: “Fra poco tempo i prezzi scenderanno”. C’è da credergli?
Fonte 4ruote