(...)Trapattoni, ct in quella sfortunata spedizione: «Stupito dall'arresto di Moreno? Neanche tanto». Chiude Panucci: «Moreno era un incapace, ma la colpa è stata della Fifa che si era affidata ad uno come lui per far passare la Corea. Quello era il suo compito e a lui non si può dire niente, la colpa è stata della Fifa».
L'arresto. Intanto si delineano i particolari dell'arresto. È andato a colpo sicuro Carlos Soto, l'agente speciale del servizio immigrazione e dogane Usa che, alle 23.50 di lunedì, all'aeroporto JFK di New York, ha bloccato l'ex arbitro, proveniente con un volo di linea da Guayaquil. «Dopo aver ricevuto una informazione confidenziale», scrive infatti l'agente nel suo rapporto alla Corte di Brooklyn, per specificare che già si sapeva che Moreno sarebbe arrivato «per introdurre consapevolmente eroina negli Stati Uniti». Tant'è che, alle prime domande di un ispettore, Byron Moreno «ha mostrato evidenti segni di nervosismo». E non poteva essere altrimenti, visto che gli hanno trovato addosso ben dieci buste di plastica - appiccicate allo stomaco, alle gambe e alle spalle - contenenti «una polvere color caffè». Per un totale di «6.205 grammi di eroina», conclude Soto. Insomma sei chili. «Di buona qualità e per un valore di 400.000 dollari», gli ha fatto eco, da Quito, il capo dell'antinarcotici Marcelo Tobar.
Rischia 10 anni di carcere. L'ex arbitro, in pratica, ha tentato il colpo grosso. Tanto che, anche se l'ha chiesto, la Corte Usa gli ha negato il diritto di cauzione, lo ha incriminato e fatto incarcerare. «Rischia 10 anni», ha specificato il procuratore antinarcotici di Quito, Jorge Solorzano. Avvertendo però che «Moreno può sempre collaborare». In pratica, far sapere chi gli ha fornito l'eroina.(...)