Lamborghini Sesto Elemento

Centoquarantasette

Nuovo Alfista
27 Gennaio 2008
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Sicilia
Mi preme molto aprire questo topic su questa meravigliosa auto presentata al Salone di Parigi, io credo che qui ci sia un esempio concreto (certo applicato esasperatamente su una supersportiva quindi dai costi spropositati in questo caso) della linea da seguire nella costruzione delle automobili da qui in avanti IMHO, ovvero, poco peso POCO PESO...basta con ste macchine sempre più grandi e pesanti che poi hanno bisogno dello start e caz... del filtro antimi.... per consumare e inquinare meno.. oltre al fatto che si guadagna in tutto

L'articolo è preso da http://www.omniauto.it/magazine/13612/l ... o-elemento per le foto se qualcuno le carica perchè io non so farlo :p :)

Il suo nome si ispira alla tavola periodica degli elementi, il genoma di tutta la materia fino a oggi conosciuta. All’interno di questo fondamentale elenco, il carbonio rappresenta il sesto "mattoncino", l’elemento con numero atomico 6, materiale tra i più “eclettici” in natura (tra le sue forme, una delle più morbide è la grafite, una delle più dure è il diamante). L’utilizzo del carbonio nel settore automobilistico è una delle frontiere degli ultimi tempi. Resistente e leggero, è una delle vie più gradite ai costruttori per ottenere maggiori prestazioni, maggiore guidabilità, minori consumi e minori emissioni. La Lamborghini Sesto Elemento è un compendio dei primi risultati operativi della sua sfida nella sperimentazione delle materie plastiche rinforzate in fibra di carbonio (CFRP). Lamborghini sviluppa queste tecnologie nei suoi due centri di ricerca, l’ACRC (Advanced Composites Research Center) di Sant’Agata Bolognese e l’ACSL (Advanced Composite Structure Laboratory) di Seattle, dove coopera con l’Università di Washington e The Boeing Company.

IL FUTURO E' GIA' QUI
“Tutte le future Lamborghini saranno ispirate dal Sesto Elemento”. Sono le sibilline parole di Stephan Winkelmann, numero uno di Sant’Agata, mentore di una nuova filosofia produttiva che vedrà il Toro rinforzare il suo ruolo a scapito delle concorrenti. Si parte da una monoscocca in fibra di carbonio (come la Ferrari Enzo, come la McLaren Mp4-12c, come la Porsche Carrera GT), realizzata con l’innovativa tecnologia Forged Composite (i materiali con fibre di carbonio corte sono ottenuti in uno stampo riscaldato. Il processo agevola la realizzazione di strutture complesse), con funzione di elemento strutturale principale e cellula di sopravvivenza. A questa sono agganciante le sospensioni (i bracci sono in fibra di carbonio). Anche l’albero di trasmissione (prodotto con tecnologia “Wrappping”), la carrozzeria, gli spoiler, il fondoscocca e i cerchi sono prodotti in questo materiale. Nel computo dei metalli, questi sono utilizzati per sospensioni, telaietto ausiliario di sostegno del motore (alluminio) e serraggio (titanio). I terminali di scarico sono realizzati in Pyrosic, un nuovo materiale composito di vetro a matrice ceramica, che è in grado di tollerare temperature molto elevate, fino a 900 gradi. L’impianto frenante si avvale di dischi in carboceramica.

"COFANGO", VOLANTE E PEDALIERA REGOLABILI
Sfruttando l’opportunità di poter integrare strutture complesse di fibra di carbonio in unico pezzo, la vettura si presenta estremamente “semplice” nel mero calcolo dei componenti. Così la parte anteriore e posteriore della scocca sono realizzate ciascuna in un unico pezzo. Gli ingegneri Lamborghini l’hanno denominato "cofango", parola creata dalla combinazione di "cofano" e "parafango". L’uso estensivo di tecnologia traspare anche nelle scelte “estetiche”: per i componenti in carbonio viene utilizzata una finitura speciale appositamente creata e brevettata per l’occasione. Si tratta di una vernice trasparente opaca che sfrutta componenti ceramici nano tecnologici e che vede l’aggiunta di micro cristalli riflettenti di colore rosso. La filosofia della leggerezza traspare anche negli interni (la monoscocca definisce l’intero abitacolo) dove l’unica nota ergonomica è data dalla regolazione (in altezza e assialmente) del volante e nella possibilità di registrare la pedaliera. Per il resto, Lamborghini ha rinunciato alla classica struttura del sedile. A livello visivo domina l’SMC, un materiale strutturale presente nel pavimento e nel tunnel centrale, e il materiale composito a vista sul tetto della monoscocca, sulle portiere nonché sulla plancia. Anche le centraline elettroniche sono visibili e montate con una speciale estetica hi-tech.

1,75 kg/CV
Sotto le forme sinuose e iper-spigolose di questa sorta di mini-Reventon, si cela la meccanica della Gallardo LP570-4 Superleggera: V10, 570 CV, trazione integrale permanente, cambio semiautomatico. Tuttavia, tenendo conto che il Sesto Elemento, grazie al carbonio, pesa appena 999 chili, contro i 1.340 della Superleggera (tuttavia Zagato dichiara che la sua Alfa TZ3 su base Alfa 8C Competizione da 450 CV pesa 900 chili tondi), si ottiene un rapporto peso/potenza di appena 1,75 Kg/CV (la Ferrari Scuderia offre “solo” 2,45 Kg/CV). In termini puramente “rettilinei” ciò significa che l’accelerazione da 0 a 100 avviene in soli 2,5 secondi e che la punta massima velocistica è ben superiore a 300 orari. Certamente, però, dal punto di vista dinamico (handling, tenuta in curva, frenata) il Sesto Elemento raggiunge livelli di eccellenza che potrebbero far gridare al miracolo.
 
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