i costi son ancora alti, ma se è vero tutto ciò, è qui che bisogna investire
http://www.rinnovabili.it/smaltire-i-ri ... -al-plasma
http://www.rinnovabili.it/smaltire-i-ri ... -al-plasma
ma dai.............Bruno147":37bzawyh ha detto:Urka! Questa sembrerebbe eliminare il vaso di Pandora creato da tutto il discorso rifiuti... a partire dal riciclaggio in discariche piene fino a finire alla diossina prodotta dagli impianti di incenerimento...
Non sono riuscito a capire se un impianto del genere, però, possa produrre l'energia al pari di un inceneritore...
Comunque discorso interessante :OK)
Inceneritori: http://it.wikipedia.org/wiki/Incenerimento
Noi in Valle d'Aosta siamo dibattuti sulla creazione di un inceneritore, sopratutto per "colpa" delle caratteristiche fisiche della nostra Regione, dotata di bassa pressione e venti in fondo valle che portano a schiacciare e distribuire i fumi (nocivi). Inoltre avendo abitazioni ed uffici in zone collinari saremmo più soggetti ad intensivo contatto con diossine, nonostante si dica che i nuovi impianti siano eccellenti...
E' di pochi giorni fa la notizia che gli allevamenti nel bresciano producono latte contaminato alla diossina nei pressi dell'inceneritore (il più tecnologico d'Europa) e le classi politiche potrebbero avere la furbizia e la malizia di non preoccuparsi di un aspetto che darà problemi solo quando i loro governi saranno già a "casa"...
sinceramente non dò mai peso a quanto leggo su wikipedia....Bruno147":1oklkuxn ha detto:
2.5. Il gruppo Celtica Ambiente. La CELTICA AMBIENTE SRL è una società costituita a Roma nel maggio del 1990, con capitale di lire 20 milioni - di cui solo sei milioni versati - e sede sociale in via Pisanelli 40/40a. L’oggetto sociale comprende tra l’altro " lo studio, la ricerca e la realizzazione di quelle attività ` tendenti alla eliminazione dell’inquinamento, al riciclaggio dei residui, al recupero delle materie riutilizzabili, alla produzione di energia ". La società , nel novembre 1991, cessa l’attività nella provincia di Roma e si trasferisce a Milano, ove ha tuttora sede in via Ruggiero Settimo n.1; il capitale sociale aumenta a cinquanta milioni, interamente versati dalla CELTICA AMBIENTE S.A.: secondo le analisi finanziarie a disposizione della Commissione, l’azienda milanese presenta una situazione finanziariamente esposta e di scarsa affidabilità . L’amministratore unico, dal febbraio 1994, e` Giulio Bensaja.
La società ha sottoscritto lo scorso mese di luglio un accordo presso il ministero dell’industria per la riconversione dell’area EVC di Brindisi con la realizzazione di un impianto di smaltimento rifiuti, annunciando per il progetto un investimento di 110 miliardi. Dalla pagina Internet della CELTICA AMBIENTE e` possibile inoltre avere un quadro completo delle partecipazioni azionarie, che riguardano essenzialmente impianti di trattamento rifiuti in Campania. Tra le società controllate dalla CELTICA AMBIENTE figura la citata CETAN SRL di Napoli il cui capitale sociale – al 30 maggio 1998 - era detenuto da Giorgio Di Francia, Francesco La Marca e Pietro Gaeta. Il Di Francia, come detto, è stato sino al 30 gennaio 1993 amministratore delegato della SISTEMI AMBIENTALI della Spezia, la società che gestiva la discarica di Pitelli, il cui titolare era Orazio Duvia, rinviato a giudizio per disastro ambientale proprio per le attività di quell’impianto. Si tratta di una vicenda di particolare gravita` , alla quale la Commissione Parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha dedicato uno specifico documento. Sulla base di quanto riportato in atti giudiziari depositati in Commissione, inoltre, lo stesso Giorgio Di Francia, con il Francesco La Marca, era titolare nei primi anni Novanta della società DI.FRA.BI. di Napoli, che gestiva la discarica di Pianura. In tale area vennero smaltiti illecitamente, tra gli altri, rifiuti provenienti dall'Acna di Cengio, nonché" rifiuti solidi urbani provenienti da regioni del Nord Italia e fraudolentemente fatti entrare in Campania.
La CELTICA AMBIENTE S.A. e` una società svizzera, con sede a Melide (Canton Ticino) in via Cantonale 15, fondata nel novembre 1988 con la denominazione di CELTICA S.A. per passare all’attuale denominazione nell'aprile 1990. L’azienda opera nel settore della progettazione e gestione di impianti tecnologici per lo smaltimento dei rifiuti. Il capitale sociale è di 100.000 franchi svizzeri, ma non è nota la titolarità dello stesso; l’amministratore unico dal 24 ottobre 1994 è Gianlorenzo Binaghi che ha sostituito in questa carica Arcasio Camponovo. Secondo le informazioni in possesso della Commissione, la sede svizzera non ha più alcuna attività , ed il gruppo è gestito dalla succursale di Milano, che ha sede in via Tintoretto 5, e della quale è amministratore unico lo stesso Bensaja."
"Devono quindi essere messi in evidenza una serie di elementi: il primo riguarda l’incrocio tra i nominativi delle società citate in questa relazione e la loro presenza o meno in atti giudiziari a disposizione della Commissione. Da questo punto di vista è opportuno segnalare come le maggiori inchieste giudiziarie condotte dalla magistratura e dalle forze dell’ordine in questo campo hanno riguardato società o personaggi qui citati, dall’inchiesta sulla discarica di Pitelli all’operazione Trash , dalle indagini sui compostatori-fantasma a quella sugli appalti del comune di Anzio.
Si tratta pertanto di società e persone coinvolte a vario titolo in una gestione del ciclo dei rifiuti che - per tutti gli anni 80 e buona parte degli anni 90 – aveva assunto le caratteristiche di un settore senza regole, pienamente inserito nel meccanismo poi divenuto noto come " Tangentopoli ". Non solo: si può affermare per molte delle società citate (in particolare la SIR o le società facenti capo a Orazio Duvia) che le stesse agiscono su un doppio binario, quello della legalità e quello dell’imprenditoria deviata.
Dalla lettura del documento, emerge poi in maniera netta che i diversi gruppi imprenditoriali sono al tempo stesso concorrenti e partner, con evidenti ricadute negative sul sistema e sulla trasparenza degli appalti nel settore."
"L’ultimo elemento da mettere in evidenza - per le sue ricadute di scarsa trasparenza - e` la riconducibilita` di molti dei gruppi citati ad aziende svizzere o lussemburghesi. Come si e` visto dalla lettura del documento, infatti, la ripartizione del capitale sociale di queste società estere non e` noto, e non e` pertanto possibile risalire ai reali titolari dei gruppi citati.
Dal punto di vista delle quote di proprietà , un’anomalia è rappresentata dal fatto che in molte occasioni società con un capitale di centinaia di milioni (quando non di miliardi) sono controllate da società con il minimo capitale sociale previsto dalla legge (20 milioni). Ciò si accompagna al cosiddetto meccanismo delle " scatole cinesi " per cui le società si controllano a vicenda, e non è possibile comprendere in definitiva la reale titolarità dell’impresa.
bruno, io sono molto realista, semplicemente... negare il pericolo diossina non e' nemmeno ipotizzabile, e lo sappiamo entrambi, ma esistono valori di tolleranza, esiste una cogne che la diossina ce la sputa addosso da un secolo, ci siamo nati in mezzo alla diossina, eppure siamo qua a raccontarlo... cio' non significa che si debba continuare a giocare col fuoco come si fa per tante altre situazioni, ma esistono delle necessita'...Bruno147":2t1k5k45 ha detto:Attendevo il tuo intervento... ti ricordo che tu stesso mi hai risposto, dopo la mia domanda "ma c'è pericolo che si liberi diossina nell'aria con questo inceneritore?", con un non proprio rasserenante "ma tanto già la mangi" che oltre ad equivalere ad un "sì" mi dice anche che forse sei un po' troppo schierato (verso l'inceneritore), a differenza del sottoscritto, che cerca solo di barcamenarmi per capire cosa possa essere meglio per me, la mia terra ed i prossimi che verranno ad abitarla (tra cui spero ci saranno i nostri figli).
Ammettendo che la diossina quindi ESISTA e sia un problema, non vedo perché non parlare in maniera rilassata delle alternative a questo che comunque è un QUESITO non da poco:
se non raccogliamo i rifiuti diventa improponibile la vita nelle città (Napoli ne è l'esempio calzante),
se le raccogliamo in discarica creiamo crisi di spazio a "lungo andare" (come sta per succedere ad Aosta),
se la bruciamo con l'inceneritore spargiamo diossina nell'aria (come succede a Brescia e come succederà dove verrà edificato un inceneritore, raccogliendone gli effetti dopo 15/20 anni).
I venti in VdA purtroppo non creano l'effetto che dici tu, e comunque anche se SPARGESSERO "tutto" per benino non ne sarei contento nemmeno un po': ti ricordo che l'italianissimo "mal comune mezzo gaudio" può andare bene per altri ma NON per me.
L'esempio tipico delle polveri depositate su Aosta lo vedi benissimo da Quota B.P. (o Riserva di Tsatelet), sono evidenti, anzi E' evidente la NUBE grigia che staziona su tutta l'area urbana, quindi immagina ora un inceneritore che sputa fumo al pari della Cogne (nota industria siderurgica inquinante).
E comunque se non bastassero le piogge acide e sabbiose (al color rosso, colore che è stato visto sputare fuori dalla Cogne NON solo dal sottoscritto), potremmo sempre dire, con la diossina, di non sapere cosa ci possa avere ucciso. In ogni caso sarà troppo tardi, ergo preferisco pormi il dubbio ORA.
Megadeath":2ipj4onh ha detto:[cut...]
dici bene che il "mal comune mezzo gaudio" non ti garba, a nessuno garba... ma quale sarebbe la soluzione a cio'? magari aprire una discarica a morgex cosi' la merda di aosta se ne va a 30 km da noi? aprirne una a issogne (come probabilmente succedera') e la merda di aosta, la tua compresa, me la becco io a 40 metri dall'ufficio perche' la merda nostra non siamo in grado di gestirla in maniera civile e autosufficiente? il "mal comune mezzo gaudio" per essere tollerabile deve diventare "mors tua vita mea"? non e' questa una soluzione, e lo sai... (e sinceramente anche se me l'aprissero davvero come sembra sia in progetto, non me ne fregherebbe piu' di tanto, dato che cambierebbe semplicemente l'odore delle polveri che gia' ogni giorno respiro)
[cut...]
ma cos'e', in germania, patria delle certificazioni ambientali SERIE, patria dell'ecologismo estremo, patria della chimica pulita, son diventati tutti matti abolendo per costituzione ogni genere di discarica eccetto per gli inerti e affidando l'intero ciclo di consumo a raccolta differenziata/riciclaggio e una montagna spaventosa di termovalorizzatori di ultima generazione tanto da importare immondizia da mezza europa?cica":94nazzmm ha detto:Da ultimi esami sugli inceneritori,è emerso che praticamente:SONO DEVASTANTI per la salute......in Francia tutti i medici chiedono una moratoria....negli Usa,non se ne costruiscono più da '95.Solo in Italia sono incentivati dalle nostre bollette (i famosi cip6) e il loro rendimento è in passivo,cioè consumano più energia di quanta ne fanno......da una tonnellata di rifiuti si fa una tonnellata e tre di polveri tossico-nocive.......trecento litri di acqua marcia.........ceneri tossiche da smaltire in discariche speciali e nanopolveri che causano nanopatologie. Voi direte perchè mai li fanno?
Perchè sono incentivati coi nostri soldi. Decine di miliardi di Euro che erano destinati alle rinnovabili (sole vento geotermico idroelettrico) sono andate a queste fabbriche di tumori e i loro protettori...
Per maggiori info,potete andare sul blog del professor Stefano Montanari,maggior esperto in materia di incenerimento e nanopatologie,richiesto come consulente scientifico in tutto il Mondo,e preso per il culo qui da noi tipo come a matrix ieri sera.
E' lo stesso Montanari che si è candidato premier per la lista "per il bene comune" alle scorse elezioni.
Ha dovuto farlo solo per far sapere alla gente che si guardava le trasmissioni politiche,del rischio che si correva con gli inceneritori......ma è stato abilmente scanzato dal sistema che si occupa invece di non far sapere.
E' lo stesso Montanari che ha scoperto le nanoparticelle su un po' tutti gli alimenti che mangiamo,e dato che aveva fatto sapere alle multinazionali che vendevano questi prodotti contaminati,i dirigenti del suo laboratorio gli hanno tolto il microscopio a scansione ambientale per non farlo andare avanti nelle ricerche.....ma ha incontrato un certo Grillo che ha raccolto fondi dei suoi spettacoli,gli ha messo in mano trecentomila euro e si è potuto comprare un nuovo microscopio per portare avanti il lavoro iniziato.
http://www.stefanomontanari.net/
In relazione al dibatto sugli inceneritori cui La Gazzetta Matin ha dedicato ampio spazio mettendo a confronto le posizioni dell’Assessore regionale Alberto Cerise e del Portavoce del Comitato Rifiuti Zero Fabrizio Roscio, il Circolo Valdostano di Legambiente ritiene doveroso precisare quanto segue.
L’Assessore Cerise, come altri intervenuti in passati dibattiti su questo tema, cita impropriamente le posizioni di Legambiente che, come è noto, valuta sempre le singole opere in relazione ai luoghi, ai costi e agli impatti sull'ambiente e sulla salute.
Proprio per uscire da una generalizzazione di posizioni, la nostra Associazione ha prima chiesto ai propri tecnici nazionali una valutazione in merito a questo inceneritore ed ha successivamente espresso in modo chiaro la propria posizione.
Legambiente Valle d'Aosta è contraria all’incenerimento dei pochi rifiuti prodotti in regione e di quella parte della discarica di Brissogne - sicura e ben impermeabilizzata nonostante si affermi il contrario - che nel giro di pochi anni verrebbe ricoperta e chiusa definitivamente, come qualsiasi discarica italiana ben gestita, senza più odori e fastidi per chi passa o risiede nella zona.
Siamo indignati per la faciloneria qualunquista con cui l’Assessore Cerise usa il termine di “ecoterroristi” per definire chi non la pensa come lui, che siano Movimenti politici, Associazioni o Comitati che esprimono civilmente, pacificamente e democraticamente il proprio dissenso. Il termine è di solito riferito a chi mette bombe e provoca vittime e crediamo che un magistrato non potrebbe che sanzionarne l’uso in caso di querela.
Siamo infine colpiti dall’esibizione di certezze scientifiche contenute nella frase riferita all'ing. Carena, direttore della società che gestisce la discarica: “le nanopolveri non esistono”. Esistono al contrario già studi - studi che la comunità scientifica internazionale convalida solo dopo lunghi anni di sperimentazione - e dichiarazioni ufficiali di organismi scientifici che mettono in guardia sui gravissimi rischi per la salute, specie in fase prenatale, neonatale e infantile.
La preoccupazione per la salute dei valdostani – riteniamo – richiederebbe maggiore prudenza e dovrebbe pesare più di altre considerazioni. Le strade per ridurre e gestire le quantità di rifiuti complessivi ci sono, le indichiamo da anni ma evidentemente gli interessi sono di tipo diverso.
Aosta, 6 maggio 2008
L'ufficio Stampa - 0165 32972
rispondo a tono...Bruno147":1rn2m04e ha detto:Mi è arrivata stamattina via mail:
In relazione al dibatto sugli inceneritori cui La Gazzetta Matin ha dedicato ampio spazio mettendo a confronto le posizioni dell’Assessore regionale Alberto Cerise e del Portavoce del Comitato Rifiuti Zero Fabrizio Roscio, il Circolo Valdostano di Legambiente ritiene doveroso precisare quanto segue.
L’Assessore Cerise, come altri intervenuti in passati dibattiti su questo tema, cita impropriamente le posizioni di Legambiente che, come è noto, valuta sempre le singole opere in relazione ai luoghi, ai costi e agli impatti sull'ambiente e sulla salute.
Proprio per uscire da una generalizzazione di posizioni, la nostra Associazione ha prima chiesto ai propri tecnici nazionali una valutazione in merito a questo inceneritore ed ha successivamente espresso in modo chiaro la propria posizione.
Legambiente Valle d'Aosta è contraria all’incenerimento dei pochi rifiuti prodotti in regione e di quella parte della discarica di Brissogne - sicura e ben impermeabilizzata nonostante si affermi il contrario - che nel giro di pochi anni verrebbe ricoperta e chiusa definitivamente, come qualsiasi discarica italiana ben gestita, senza più odori e fastidi per chi passa o risiede nella zona.
Siamo indignati per la faciloneria qualunquista con cui l’Assessore Cerise usa il termine di “ecoterroristi” per definire chi non la pensa come lui, che siano Movimenti politici, Associazioni o Comitati che esprimono civilmente, pacificamente e democraticamente il proprio dissenso. Il termine è di solito riferito a chi mette bombe e provoca vittime e crediamo che un magistrato non potrebbe che sanzionarne l’uso in caso di querela.
Siamo infine colpiti dall’esibizione di certezze scientifiche contenute nella frase riferita all'ing. Carena, direttore della società che gestisce la discarica: “le nanopolveri non esistono”. Esistono al contrario già studi - studi che la comunità scientifica internazionale convalida solo dopo lunghi anni di sperimentazione - e dichiarazioni ufficiali di organismi scientifici che mettono in guardia sui gravissimi rischi per la salute, specie in fase prenatale, neonatale e infantile.
La preoccupazione per la salute dei valdostani – riteniamo – richiederebbe maggiore prudenza e dovrebbe pesare più di altre considerazioni. Le strade per ridurre e gestire le quantità di rifiuti complessivi ci sono, le indichiamo da anni ma evidentemente gli interessi sono di tipo diverso.
Aosta, 6 maggio 2008
L'ufficio Stampa - 0165 32972
Legambiente sostiene che la nostra (in Valle d'Aosta) discarica sia efficiente, come mi era stato riferito tempo addietro per "vendermi" la differenziazione nella raccolta dei rifiuti: meno male.
fftopic) ?
quindi, diciamo... bisogna aspettare di vedere cosa succedera' alla prossima alluvione prima di dire "forse c'e' un problema?"mercoledì 26 marzo 2008
L'ingresso della discarica di Brissogne
«L'argomento richiamato è quanto mai complesso e le problematiche attuative della soluzione prospettata dagli studi promossi dalla Regione non possono essere sicuramente affrontati con un comunicato stampa». Inizia così corposa risposta di Alberto Cerise, assessore regionale al territorio, ambiente ed opere pubbliche in merito alle obiezioni sul termovalorizzatore espresse dal consigliere regionale dell'Arcobaleno Ugo Venturella: «la fattibilità o meno della bonifica delle aree di discarica nel Comune di Brissogne - continua Cerise - è dimostrata dalla corposa documentazione tecnica fornita alla terza Commissione consiliare, di cui il consigliere Venturella è componente, oltreché dagli incontri promossi, anche a livello tecnico, non ultimo quello dello scorso 11 marzo. E' necessario tenere presente che l'orientamento delle nuove disposizioni comunitarie in materia ambientale obbligano ad intervenire su siti problematici non solo nel momento in cui una contaminazione è in atto, ma, a livello preventivo, anche quando vi è il ragionevole dubbio che una contaminazione si possa verificare. Nel caso delle discariche di Brissogne, annesse al centro regionale di trattamento dei rifiuti, le problematiche di contaminazione o di potenziale inquinamento ambientale non sono da ricondurre, in maniera riduttiva, al solo aspetto legato alla contaminazione delle falde sottostanti, di cui si conosce bene da anni l'origine e l'andamento, come più volte specificato, ma ancor più da altri fattori che possono costituire un serio pregiudizio dal punto di vista della tutela igienico-sanitaria e ambientale».
Alberto Cerise, assessore regionale al territorio, ambiente ed opere pubbliche
«Come risulta dalla documentazione tecnica - prosegue Cerise - i rischi generali legati alle discariche, ancorché realizzati con idonei criteri di impermeabilizzazione secondo le tecniche a suo tempo disponibili, sono, come evidenziato anche dall'Arpa, riconducibili alla possibile rottura dei teli posti alla base degli impianti. Ma per quanto concerne, in modo particolare le discariche di Brissogne, i problemi, oltre agli aspetti di vincolo urbanistico, sono riconducibili alle emissioni diffuse, causa degli odori, da anni oggetto di grave disturbo per la popolazione soprattutto del Comune di Quart, ai rischi di cedimento delle scarpate delle discariche che hanno raggiunto ormai altezze importanti, nonché, in considerazione della particolare ubicazione delle stesse, al rischio di importanti danni che possono intervenire a seguito di eventi naturali, quali esondazioni, che possono comportare l'erosione del corpo di discarica, con effetti ambientali e igienico-sanitari devastanti».
I teli della discarica di inerti a Verrayes
Alberto Cerise ha ricordato che fenomeni di danneggiamenti e di erosione completa di discariche presenti sul territorio regionale: «non sono affatto nuovi. Nel corso delle alluvioni che hanno interessato la Valle d?Aosta negli anni ?90 e nel 2000 - aggiunge - ben quattro discariche comunali furono interessate da tale problema, quella di Courmayeur, in località Margherita, a Rhêmes-Saint Georges, in località Pré de Borsa, interamente erose con l'alluvione del 1996, a Fénis, in località Misérègne, ed a Nus, in località Chatelair, fortemente danneggiate ed erose dall'alluvione del 2000. Gli argini a protezione della stessa discarica di Brissogne furono lambiti dall'alluvione del 2000. Tenuto conto dell?enorme volumetria di rifiuti abbancati in tali discariche i danni conseguenti ad una erosione, anche parziale, sarebbero incalcolabili e interesserebbero un vastissimo territorio».
L'assessore regionale al territorio, ambiente ed opere pubbliche ha difeso la scelta dell'Amministrazione regionale: «non è affatto possibile continuare a sostenere che lo scenario di smaltimento, che prevede anche la realizzazione di un termovalorizzatore, si giustifica solo con la bonifica delle discariche di Brissogne - precisa - appare evidente, infatti, che elemento di vera priorità ambientale ed igienico-sanitaria è proprio l'esecuzione di tale bonifica, i cui residui stabilizzati non possono che essere avviati alla termovalorizzazione. Non vi è, fra l'altro, in Regione, la possibilità di realizzare una discarica per accogliere i rifiuti della bonifica, operazione da cui non si può prescindere, discarica che dovrebbe avere la stessa volumetria di quella da bonificare, pregiudicando la possibilità di utilizzare gli eventuali siti per realizzare invece impianti che consentano una corretta gestione dei rifiuti per un tempo congruo, non meno di venticinque anni».
sarei un folle ad essere favorevole a una cosa simile se ci fossero alternative sensate, o per lo meno alternative... ma l'unica alternativa e' una nuova discarica con quella bomba ecologica che non si sa se esplodera' o meno, e, ripeto, non so chi abbia voglia di lavarsi e bere con le acque nere in un non meglio precisato (e non si sa quanto remoto) futuro...La Regione replica al Comitato rifiuti zero in merito al termovalorizzatore in Valle
La regione, in un comunicato stampa diffuso, ha voluto fare alcune precisazioni in merito alle dichiarazione del Comitato rifiuti zero sull?argomento del termovalorizzatore. Va posto in evidenza che nei programmi governativi delle due grandi formazioni politiche che si candidano alla guida del Paese, PD e PDL, è indicato tra i primi punti quello della realizzazione di termovalorizzatori, quali sistemi più efficienti per valorizzare risolvendolo, in sicurezza, il problema dei rifiuti che residuano dalle attività di riciclo dei rifiuti differenziati. Che lo stesso Ministro dell'ambiente ha dichiarato di non essere contrario ai termovalorizzatori e anzi di essere favorevole alla realizzazione di questi impianti se moderni e piccoli; esattamente come quello che si intende realizzare in Valle d'Aosta. La note prosegue: Non si può tacere l'incontro, promosso dalla terza Commissione Consigliare regionale, avvenuto nel salone di palazzo regionale, sabato 1° marzo 2008, al quale era invitata la popolazione e nel quale si è potuta constatare la debolezza delle argomentazioni poste a contrasto della termovalorizzazione e della bonifica della discarica regionale. In conclusione c'è chi, come il Comitato Rifiuti Zero con la menzogna e la cattiva informazione tende a non risolvere il problema, con il fine di condurre la nostra Regione in situazioni di emergenza rifiuti, proponendo soluzioni utopistiche e impraticabili, cercando, fra l'altro, di spostare la discussione dal contesto tecnico e politico, rappresentati dalla Giunta regionale e dal Consiglio regionale e che responsabilmente hanno scelto e sceglieranno la migliore soluzione proponibile per la Valle d?Aosta, ad un contesto nel quale pochi soggetti attraverso un semplice volantino diffamatorio suscitano apprensioni nell'opinione pubblica, con l'intento di paralizzare ogni iniziativa risolutiva. La nota conclude: C'è chi ricorrendo al peggior ecoterrorismo mira a lasciare alle generazioni future un territorio minato da una grande e pericolosa discarica posta al centro di una area fortemente antropizzata. C'è chi per ragioni elettoralistiche cerca di ottenere del consenso facendo leva sulle giuste esigenze di salubrità ambientale, offrendo ai cittadini scenari di inquinamento e insalubrità di moderni e sicuri metodi di smaltimento dei rifiuti.
Bruno, la nostra alluvione nel 2000 c'e' stata e i nostri morti li abbiamo avuti, grazie a quei benpensanti dei verdi/legambiente/ambientalisti/greenpeace e chi piu' ne ha piu' ne metta, che hanno impedito con ogni mezzo di scavare nei letti dei fiumi per evitare la parziale distruzione dell'ecosistema ittico della dora baltea e dei suoi affluenti, causando un disastro di cui tu sei stato testimone tanto quanto me. E le differenze tra un disastro e l'altro sono il numero dei morti, la conta dei danni e l'inversione delle responsabilita', ma il concetto e' esattamente uguale: bisogna aspettare i morti per capire d'essere in pericolo e correre ai ripari quando il danno e' gia' in atto?Bruno147":1xgpa244 ha detto:I politici hanno risposto, chiaramente da politici, ad hoc.
Se leggo tra le righe leggo un pacco di stronzate. Ma nemmeno un bambino di 5 anni potrebbe essere più "lagnoso" di codesti politicanti farneticanti. Inoltre attaccano chiunque non la pensi come loro e lo infamano.
Per evitare RISCHI da una discarica mettiamo CERTA diossina nell'aria. Va bene, ho capito che la direzione che vogliono prendere è quella, ma cribbio, almeno lo dicano chiaro senza troppe allusioni: "la faremo checché ne dica l'opinione pubblica".
Troppo ghiotta l'occasione, assieme all'inceneritore ci sarà un piccolo rilancio economico dovuto a tutto quanto girerà attorno e questi politici sono i primi a volerci mettere le mani sopra... CVA insegna... :handclap)
Comunque non mi sembra proprio il caso di scomodare il Vajont :nono02)