Il Topic del Cittadino Libero, Laico ed Informato

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Deepboy

Nuovo Alfista
26 Maggio 2006
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Apro un topic per chi come me vuole avere una visiona laica ed alternativa, nonchè COSTRUTTIVA (per quel poco di buono che c'è), del nostro paese.

Un topic per chi non ha paura di alzare la voce, e difendere i valori democratici e antirazzisti della nostra amata Repubblica.

Notizie, curiosità, approfondimenti sui piccoli grandi abusi che al TG non vi fanno vedere, ma che purtroppo dicono molto, e sono spesso il sale quotidiano nella vita di ogni cittadino.

Marco
 
Questo è capitato settimana scorsa


La Repubblica


ROMA - Tre ragazzi feriti, due auto dei carabinieri danneggiate, un militare contuso. Questo il bilancio della notte di paura vissuta al termine di un concerto della Banda Bassotti nel parco di Villa Ada, a Roma. Una spedizione punitiva, compiuta da militanti - circa 150, raccontano i testimoni - del movimento di estrema destra "Forza Nuova", che si sono presentati in colonna gridando "Duce! Duce!", con i capi coperti da caschi, armati di bastoni, catene e coltelli. A farne le spese sono stati tre ragazzi. Fra questi, uno è stato colpito da un'arma da taglio, l'altro ferito al capo. Numerose le persone sotto shock: nel parco c'erano anche famiglie con bambini. La Banda Bassotti, storica formazione del "combat rock" romano, è nota per l'impegno sociale e la sua militanza politica di sinistra.

A raccontare la dinamica dell'accaduto, a Repubblica Tv, è Luca Bracci, direttore artistico di "Roma incontra il mondo", manifestazione dell'Estate Romana nell'ambito della quale si è svolto il concerto della Banda Bassotti. "Il concerto era finito, quattrocento persone se n'erano già andate, quando mi hanno chiamato i membri della band, che stavano salendo in macchina su via Salaria. Mi hanno detto che stava arrivando una colonna di fascisti, alcuni con il coltello in mano".

"Ci siamo sbrigati, siamo riusciti appena in tempo a chiudere il cancello interno - spiega Bracci - ma quelli, arrivati all'ingresso, hanno cominciato a lanciare petardi e bombe carta, inneggiando al Duce e gridando slogan fascisti. All'interno si è creato il panico, l'area non è grande, c'erano ancora circa mille persone".

Poi, la squadra si è allontanata, i cancelli sono stati riaperti e qualcuno ha iniziato a uscire. A a quel punto gli aggressori sono passati all'attacco, che è andato avanti per almeno mezzora. I carabinieri sono intervenuti immediatamente ma hanno faticato per riportare la calma. "Erano agguerriti, è chiaro - spiega ancora Bracci - che si è trattato di un'aggressione organizzata, in una zona dove sono presenti numerosi covi di estrema destra: già in passato sono comparse scritte antisemite sui negozi di Viale Libia e Viale Somalia".

La manifestazione "Roma incontra il mondo" è iniziata da dieci giorni, "e già tre volte - racconta l'organizzatore - erano state gravemente danneggiate le macchine degli spettatori, vetri rotti, gomme bucate. tant'è vero che proprio ieri sera erano venuti due ispettori della polizia per cercare di capire come mettere riparo alla situazione. Poi, visto che era tutto tranquillo, verso mezzanotte se n'erano andati".

Quanto accaduto è di "incredibile gravità", ha detto il sindaco di Roma, Walter Veltroni: "Gruppi di teppisti armati di spranghe e bombe-carta, nascosti nell'ombra all'uscita e al grido di 'Viva il Duce' hanno premeditatamente aggredito ragazze e ragazzi. Fatti del genere non debbono accadere in questa città. Va evitato in ogni modo che chiunque accenda spirali di violenza". Veltroni si augura che "le forze dell'ordine riescano a individuare i colpevoli dell'aggressione e ad assicurarli immediatamente alla giustizia, e che "da parte di tutte le forze politiche giunga subito una nettissima e inequivocabile condanna verso queste forme di delinquenza e violenza".

"Ferma condanna" dal presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, che sottolinea "il dovere di isolare chi vuole riportare a un passato che i romani hanno superato da anni". Di "sconcerto" parla il presidente della federazione romana di Alleanza nazionale, Gianni Alemanno: "Un fatto preoccupante, che rischia di rinnescare una spirale di violenza tra i giovani. Dobbiamo fare il possibile per evitare che questi episodi delinquenziali assumano valenza politica".
 
E questo è ciò che succede nella città di Lucca da 5 anni a questa parte...


novembre 2002
il Comune autorizza in piazza S. Frediano un'iniziativa di Forza Nuova contro l'immigrazione, i muri della città vengono imbrattati con scritte xenofobe, razziste e inneggianti al fascismo. In via Beccheria accanto alla vetrina di un negozio compare la scritta "gay raus" preceduta dal nome del titolare dell'esercizio e una croce celtica. Poco dopo il negozio chiude.

In concomitanza con la nascita dell'associazione "Altro Volto - Lucca gay e lesbica" due studentesse che vi partecipano sono circondate da simpatizzanti di Forza Nuova, vengono spintonate, minacciate e fatte oggetto di pesanti insulti



gennaio 2003
l'associazione "Altro Volto - Lucca gay e lesbica" partecipa a un'assemblea organizzata dagli studenti del Liceo Classico in autogestione. Vicino al portone d'ingresso compare la scritta "froci razza inferiore"



4 aprile 2003
manifesti e scritte dal contenuto inneggiante al fascismo e al nazismo appaiono presso la sede della CGIL in via Fillungo. Negli stessi giorni viene danneggiata la moschea del centro cittadino. Una svastica compare sul portone del Museo della Liberazione, curato dalla Sig.ra Hoffman, ebrea polacca deportata e sopravvissuta ai campi di sterminio



11 aprile 2003
Don Vitaliano Della Sala, presente a Lucca per un’iniziativa, viene offeso e minacciato all’interno di un ristorante da un giovane che dichiara di appartenere a Forza Nuova



21 aprile 2003
il segretario della Sinistra Giovanile di Lucca viene aggredito da estremisti di destra mentre distribuisce volantini in centro città



30 giugno 2003
sulla vetrina della libreria Baroni, dove era stato presentato un libro dall'associazione "Altro Volto - Lucca gay e lesbica", compaiono una croce celtica e la scritta "gay raus"



luglio 2003
atti di vandalismo, croci celtiche, svastiche e minacce alla festa di Rifondazione Comunista a Montecarlo



27 agosto 2003
infranta a sprangate la vetrina della libreria Baroni in via S. Paolino, scritte naziste e di discriminazione contro gli omosessuali



2 settembre 2003
volantino che incita all’odio contro i Rom e i giostrai firmato “skinheads Lucca”.



27 settembre 2003
l'Amministrazione Comunale e le forze dell'ordine autorizzano Forza Nuova a tenere a Lucca il proprio raduno nazionale



ottobre 2003
in centro un giovane viene aggredito e picchiato da un gruppo di "ignoti" a volto coperto. Motivo: aver partecipato ad una manifestazione contro la discriminazione e l'intolleranza



dicembre 2003
la prima discoteca gay di Lucca è fatta oggetto di intimidazioni e minacce



31 dicembre 2003
aggrediti due giovani minorenni durante una festa da un gruppo di estremisti di destra



8 aprile 2004
nella discoteca KuKu di Antraccoli viene aggredito un giovane appartenente al Collettivo Studentesco per il Diritto allo Studio. Riporta la frattura del setto nasale ed altre ferite alla testa



18 aprile 2004
viene stuprata a scopo dichiaratamente punitivo una ragazza lesbica da parte di due sconosciuti



15 agosto 2004
nei pressi di via Garibaldi viene aggredito e picchiato da cinque individui un partecipante all’Assemblea Spazi Autogestiti. Il giovane riporta lesioni gravissime. Subisce un’operazione maxillofacciale per la riduzione delle fratture e l’applicazione di una placca metallica al padiglione orbitale. Il processo contro noti estremisti di destra è tuttora in corso. Alcune settimane dopo l'aggressione, uno degli imputati colpisce con un pugno al volto, all'esterno di un pub, un giovane identificato come amico della persona aggredita

24 settembre 2005
quattro giovani vengono offesi, minacciati e, infine, aggrediti da una dozzina di estremisti di destra vicino alla gelateria Veneta in pieno centro. Un ragazzo viene colpito ad un occhio con un calcio

15 novembre 2005
tre ragazzi vengono riconosciuti e seguiti all'uscita di un pub da una quindicina di estremisti di destra. Presso il parcheggio in cui avevano lasciato l'auto vengono aggrediti con calci, pugni e cinture. I tre riescono a salire in macchina e a fuggire a stento, riportando lievi contusioni. L'auto viene ripetutamente colpita, viene rotto un finestrino e danneggiata la carrozzeria



29 ottobre 2005
nel pomeriggio un folto gruppo di estremisti di destra si presentano davanti al centro giovanile Sankara di S. Anna. I cinque ragazzi presenti si chiudono all’interno e sono costretti a chiamare la polizia che si presenta solo dopo 45 minuti, quando ormai il gruppo di aggressori si è dileguato



10 dicembre 2005
intorno alla mezzanotte viene lanciato un mattone contro la finestra del centro giovanile Sankara mentre si sta svolgendo una festa. Il vetro si infrange e i frammenti colpiscono alcune persone lì vicino. Poche ore dopo, in piena notte, vengono lanciate due bottiglie molotov nel tentativo di incendiare lo stabile



febbraio 2006
al carnevale di Viareggio un giovane lucchese viene riconosciuto da due estremisti di destra. Uno dei due lo aggredisce con un tirapugni. Il giovane riporta una ferita alla fronte



26 agosto 2006
nel pomeriggio in piazza Aldo Moro a S. Concordio si svolge una festa tradizionale senegalese per l'inaugurazione d un torneo di calcio interetnico. Intorno alle 18 si presenta, strappando i manifesti dell'iniziativa e rompendo bottiglie sui muri, un gruppo di circa 25 estremisti di destra. Si schierano di fronte ai partecipanti con in mano catene, cinture e bottiglie rotte, dicono di voler impedire con la forza l'iniziativa e minacciano apertamente di morte alcuni dei presenti. Dopo una ventina di minuti, chiamata dagli organizzatori della festa, giunge sul posto un'auto delle forze dell'ordine che si frappone tra i due gruppi. Gli estremisti di destra si allontanano indisturbati. Successivamente in un'aiuola vengono rinvenute due spranghe, due moschettoni, numerosi colli di bottiglia e un coltello



8 dicembre 2006
nella notte alcuni sconosciuti sfondano il finestrino dell’auto di uno dei giovani che aveva partecipato alla festa ed aveva ricevuto minacce. L’auto è parcheggiata sotto la sua abitazione. Viene appiccato il fuoco e incendiata l’auto



18 dicembre 2006
all’interno dell’ospedale di Lucca lo stesso giovane viene prima minacciato e poi aggredito da un appartenente all’area di estrema destra



30 dicembre 2006
viene danneggiata l’auto di una giovane parcheggiata sotto la sua abitazione



12 gennaio 2007
intorno alle due di notte l'auto di un giovane viene affiancata da un'altra. Gli aggressori tentano di colpire il ragazzo con un pugno sferrato attraverso il finestrino e gli lanciano contro una bottiglia. Poi lo inseguono per 5 km sulla circonvallazione



15 gennaio 2007
la mattina si presentano all'entrata del Liceo Artistico quattro giovani di estrema destra cercano di introdursi nella scuola. I professori sbarrano il portone che viene ripetutamente colpito dai quattro. Si allontanano dopo circa 20 minuti, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine



23 gennaio 2007
intorno alle 21 due ragazzi a bordo di un'auto che percorre la circonvallazione si vedono affiancare da un'auto il cui occupante, noto esponente di estrema destra, sporge il braccio dal finestrino con un coltello in mano.

http://luccantifascista.altervista.org/
http://www.ecn.org/antifa/article/332/- ... e-fascista
 
Metto immediatamente le mani avanti. Niente politica, niente flame e solo buonsenso. Chi non ha intenzione di seguire queste direttive, o chi non si sente in grado di farlo stia alla larga dal topic. Se vedo un solo accenno di lite la discussione è già storia con buona pace di vorrebbe parlare in modo costruttivo. In passato mi avete dimostrato di essere ampiamente in grado di discutere civilmente rispettando le altrui differenti vedute. Confermate la capacità please!! :OK)
 
Da Repubblica, finalmente le prime ammissioni dei poliziotti su quanto successo al G8 di Genova


http://www.repubblica.it/2007/06/sezion ... enova.html


Genova, la testimonianza del vicequestore, uno dei 28 poliziotti
imputati per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz

G8, Fournier: "Sembrava una macelleria"

"Non dissi nulla per spirito di appartenenza"

La Diaz dopo il blitz

GENOVA - "Sembrava una macelleria messicana": è con queste parole che Michelangelo Fournier, all'epoca del G8 del 2001 a Genova vicequestore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma, descrive quello che vide al momento dell'irruzione nella scuola Diaz. Una descrizione ben diversa da quella che Fournier, uno dei 28 poliziotti imputati per la vicenda, fornì inizialmente. "Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza", ha confessato oggi in aula a Genova, rispondendo alle domande del pm Francesco Cardona Albini.

Nelle dichiarazioni rese inizialmente da Fournier ai pubblici ministeri Zucca e Cardona Albini, il poliziotto aveva raccontato di aver trovato a terra persone già ferite e non pestaggi ancora in atto.

"Arrivato al primo piano dell'istituto - ha detto - ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana".

"Sono rimasto terrorizzato e basito - ha spiegato - quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: 'basta basta' e cacciai via i poliziotti che picchiavano", ha raccontato ancora Fournier.

Sollecitato dalle domande del Pm Cardona Albini, ha aggiunto: "Intorno alla ragazza per terra c'erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze".

Fournier ha poi raccontato di aver assistito la ragazza ferita fino all'arrivo dei militi con l'aiuto di un'altra manifestante che aveva con sè una cassetta di pronto soccorso. "Ho invitato però la giovane - ha raccontato - a non muovere la ragazza ferita perché per me la ragazza stava morendo".

Fournier però ha anche cercato di ridimensionare in parte le responsabilità dei poliziotti: "Sicuramente nella scuola c'erano persone che hanno fatto resistenza, issato barricate, per cui non mi sento di dare la patente di santità a tutti gli occupanti dell'istituto". "Non posso escludere in modo assoluto che qualche agente del mio reparto abbia picchiato", ha detto ancora.

In merito poi all'episodio del vice questore Troiani, il poliziotto che avrebbe portato le due bottiglie molotov nella scuola, come prova a carico dei 93 no global, poi arrestati, Fournier ha raccontato di aver visto il collega vicino alla camionetta con addosso il casco del Reparto Mobile di Roma. "Casco e cinturone del nostro reparto - ha spiegato - erano stati distribuiti in occasione del G8 anche ad altri reparti mobili".
 
Resnick":gh5n5v33 ha detto:
MAD147":gh5n5v33 ha detto:
Niente politica, niente flame e solo buonsenso.

Mi sa che hai sbagliato thread.. :asd)
Che palle ragazzi.. andate su forum di politica :ka)

Federico, c'è un topic qui in off-topic (che per altro è una lega...chissà perchè non stà nella sezione leghe... ) dove ogni giorno se ne leggono di cotte e di crude.

Cmqe, io posto notizie da media nazionali, agenzie di stampa etc, ognuno ne fa l'uso che vuole, io non ho intenzione di discutere o flammare, mi son già preso 15gg di sospensione, non ne voglio altri.

M.
 
Deepboy":daqxhp4o ha detto:
Cmqe, io posto notizie da media nazionali, agenzie di stampa etc, ognuno ne fa l'uso che vuole, io non ho intenzione di discutere o flammare, mi son già preso 15gg di sospensione, non ne voglio altri.

M.

Dai Marco non prendiamoci in giro. Sappiamo benissimo lo scopo del tuo thread e anche l'orientamento che gli hai dato e gli darai.
Francamente non se ne sente il bisogno :ka)
(poi del fatto che si senta il bisogno dell'altro ne possiamo parlare..)
 
La vicenda di Federico Aldrovandi può essere ampiamente reperita ed analizzata sul web.

Questi gli ultimi sviluppi

Da repubblica: http://www.repubblica.it/2007/06/sezion ... invio.html



Caso Aldrovandi, svolta nel processo

Quattro agenti rinviati a giudizio

Federico Aldrovandi
FERRARA - Sono stati rinviati a giudizio i quattro poliziotti indagati per la morte di Federico Aldrovandi, il 17enne deceduto due anni fa durante un controllo di polizia troppo violento. Sono i quattro agenti, scrive La Nuova Ferrara, (tre uomini e una donna) che la notte del 25 settembre 2005 effettuarono l'intervento nei pressi dell'Ippodromo a Ferrara.

L'accusa per tutti è quella di 'eccesso colposo': di aver cioé ecceduto "i limiti dell'adempimento di un dovere". Un eccesso colposo che ha "cagionato o comunque concorso a cagionare il decesso di Federico Aldrovandi" e che ha portato la Procura a richiedere per gli agenti il processo. Un reato per cui, come recita il capo di imputazione, è prevista la stessa pena dell'omicidio colposo (da sei mesi a cinque anni).

La decisione di oggi segna una svolta in una vicenda che, da subito, presentò lati poco chiari. Federico Aldrovandi venne bloccato, il 25 settembre 2005, in mezzo alla strada da una pattuglia di polizia. Un intervento che ,si rese necessario per le ripetute chiamate al 113 che segnalavano la presenza di un giovane in preda ad una crisi di autolesionismo e in stato di agitazione, nei pressi dell'Ippodromo".

Un intervento che finì tragicamente con la morte del ragazzo. La consulenza della procura parlò di una asfissia dovuta ad una concausa legata all'assunzione di droghe e alcool, mentre per i tecnici della famiglia la morte sarebbe stata provocata da una "asfissia posturale", causata dalla compressione toracica cui fu sottoposto dai poliziotti che, praticamente, gli salirono sopra per bloccarlo mentre era steso a terra o contro un'auto. Fu così che la madre di Federico diede via ad una campagna per non far spegnere i riflettori sulla morte del figlio. Aprì un blog. Voleva capire, la donna, il perché delle contusioni rilevate sul corpo del figlio, il motivo della ferita alla testa, del sangue sui vestiti.

E adesso alcune risposte stanno arrivando. Secondo la Procura l'intervento di polizia per immobilizzare il diciottenne è da considerarsi "imprudente", per aver "ingaggiato una colluttazione" con Aldrovandi "eccedendo i limiti del legittimo intervento". E per aver colpevolmente ****Edit da STAFF: alla prossima account sospeso! la chiamata al 118.

La questione rimase a lungo ferma. Poi la svolta. Alla fine di maggio, da una cassaforte della questura saltò fuori il brogliaccio delle chiamate di quel giorno al 113. Ed è stata subito aperta un'inchiesta bis per capire come mai il documento redatto dagli operatori della sala operativa della Questura, la mattina del 25 settembre fu corretto proprio nello spazio in cui venivano riportati i dati dell'intervento eseguito dai quattro agenti delle due pattuglie, oggi accusati dell'eccesso colposo che ha cagionato la morte del ragazzo.

(20 giugno 2007)
 
Resnick":2la8x14c ha detto:
Dai Marco non prendiamoci in giro. Sappiamo benissimo lo scopo del tuo thread e anche l'orientamento che gli hai dato e gli darai.
Francamente non se ne sente il bisogno :ka)
(poi del fatto che si senta il bisogno dell'altro ne possiamo parlare..)

Non sei obbligato a leggere Fede, così come io nn mi sento obbligato a leggere altri topic, ogni tanto do un'occhiata per curiosità, ma non posto o mi metto a far polemica, è giusto che ognuno si interessi delle proprie cose.

Cmqe ripeto, non ho NESSUNA intenzione di flammare, ne di discutere se non in modo limitato e del tutto pacifico, i miei giorni di sospensione me li son presi e mi son ampiamente bastati :nod)

M.
 
vexator":2n5q3klm ha detto:
Giugio":2n5q3klm ha detto:
...a me sembra il topic del cittadino rosso :sic) :sic)

e staquoto

Invitiamo Santoro, Biagi e Luttazzi?

Biagi e Luttazzi perchè no, sono persone intelligenti, Santoro invece no, è troppo fazioso anche per i miei gusti, mi rimane abbastanza indigesto, ed oggettivamente è pure una persona parecchio antipatica :nod)

M.
 
Deepboy":19dhm0p0 ha detto:
vexator":19dhm0p0 ha detto:
Giugio":19dhm0p0 ha detto:
...a me sembra il topic del cittadino rosso :sic) :sic)

e staquoto

Invitiamo Santoro, Biagi e Luttazzi?

Biagi e Luttazzi perchè no, sono persone intelligenti, Santoro invece no, è troppo fazioso anche per i miei gusti, mi rimane abbastanza indigesto, ed oggettivamente è pure una persona parecchio antipatica :nod)

M.

in questo sono d'accordo :OK)
 
Deepboy":2a97knvo ha detto:
Non sei obbligato a leggere Fede

No, ma facendo un analogia un po' fantasiosa con l'altro thread delle canne, con i thread polemici (droga) rubi tempo (soldi) ai moderatori (sistema sanitario :asd) )
Ergo, mi sento danneggiato.

:crepap) :crepap) :crepap)
 
Bravo Deep, ottimo post..
Fornisco anch'io i miei contributi:

STRAGE DI BOLOGNA, CIAVARDINI E’ INNOCENTE

Non è per partito preso, ma per diretta, approfondita, conoscenza di tutte le carte processuali relative alla strage del 2 agosto 1980, che affermiamo, dire con assoluta certezza, che Luigi Ciavardini è innocente!
La sentenza soddisfa le esigenze di ricostruzione “storica” degli ambienti organici all’ex PCI che, con a cuore i futuri libri di storia piuttosto che la verità, ha lavorato, fin dal giorno stesso del crimine (vedi parole di Cossiga il 2 agosto 1980), per arrivare alla condanna di “fascisti”.
La verità è tutt’altra.
La condanna, in via definitiva, di vertici militari, masso-pidduisti e mafiosi per depistaggio e calunnia relativi alla strage ci dà la pista fondamentale per arrivare agli ambienti che hanno progettato e posto in opera il misfatto. E’ assodato, infatti, che la P2 e i servizi segreti militari hanno attivamente cospirato (insieme a soggetti stranieri e già mesi prima della strage) per depistare le indagini addossare le colpe a Giorgio Vale, Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore. E’ pienamente assodato, ma le indagini non hanno voluto approfondire la questione, che gli attori del depistaggio erano stati contattati prima della strage ed era stato approntato, già da giugno, un esplosivo militare identico a quello poi usato il 2 agosto a Bologna
Inoltre va ricordato che la strage di Bologna fu la prima di una serie di stragi che sconvolsero l’ Europa nell’estate dell’80 colpendo l’ Italia, la Francia , la Germania e lambendo l’ Inghilterra. Dietro queste stragi, si può oggi dire con tranquillità, c’era il MOSSAD (servizi segreti israeliani) che voleva scuotere l’ Europa agitando lo spettro del terrorismo fascista, rilanciando grandi processi mediatici contro ex-nazisti e riattualizzare le polemiche relative al secondo conflitto mondiale.Inoltre risulta in modo inequivocabile dalla testimonianza del colonnello di questo servizio Victor Ostrowski, che il Mossad e la P2 erano collegate operativamente nel 1980.
La strage di Bologna non è solo stato il più grande crimine del dopoguerra italiano ma ha segnato in maniera indelebile il destino di più generazioni di militanti patriottici; pertanto, noi perseguiremo la verità su quell’orrore usque ad mortem.
 
ATTENTATO A MILANO

ROMA 11 aprile. Il segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore ha dichiarato: “Il gravissimo attentato dinamitardo contro il circolo “Cuori Neri” di Milano, ai membri del quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà, insieme alle scritte intimidatorie contro le gerarchie ecclesiastiche apparse a Genova e Torino, confermano la nostra analisi all’indomani della scoperta del nucleo brigatista veneto-lombardo.
E’ conclamata la natura di una sinistra che usa la violenza come sistematico metodo di lotta politica e gode di appoggi, ai più alti livelli istituzionali, come dimostrato dall’articolo di “Liberazione”, organo del PRC che esplicitamente minacciava una “risposta forte” all’apertura di Cuori Neri.
La nostra inchiesta “PATTO ORGANICO BR-SERVIZI SEGRETI” ha evidenziato le connivenze tra gli ambienti del potere e il neo-brigatismo che rimane intoccabile, soprattutto nelle sue colonne romane.
I danni materiali alle sedi di Forza Nuova di Roma e Padova, seguiti dalle odierne distruzioni milanesi, si inquadrano nella scoperta di piani omicidi contro ben quattro esponenti forzanovisti veneti e lombardi.
Invitiamo quei settori puliti dello Stato che sinceramente non vogliono il ritorno agli anni dell’odio, a perseguire in fretta le colonne brigatiste rimaste in vita, perchè, qualora oltre ai danni alle cose si dovessero registrare danni alle persone, si aprirebbero scenari imprevedibili e incontrollabili.”
 
Di Maurizio Blondet

Sventolano le bandiere rosse in via Paolo Sarpi dopo gli scontri

MILANO - E così, anche Milano ha la sua Secondigliano: il quartiere dove le pattuglie che vanno ad arrestare un pregiudicato sono circondate da folle urlanti, che sottraggono il ricercato alla legge e ai suoi tutori con lancio di oggetti dai balconi, violenze varie e magari revolverate.
Solo che la Secondigliano milanese è un quartiere centrale: via Paolo Sarpi e le vie limitrofe, il cosiddetto quartiere cinese.
Qui sono scoppiati disordini per una multa.
Una donna cinese, multata dai vigili, è stata soccorsa dai cinesi che lì hanno negozi e magazzini, laboratori e clandestini in numero enorme.
Uno scontro violentissimo, con percosse, distruzioni di auto e sventolio di bandiere rosse con la stella comunista di Pechino, che non si è calmato mentre scrivo: vigilantes cinesi non fanno avvicinare i poliziotti.
Zona vietata.
Roba loro.
Chi non è di Milano può non sapere: quella zona è a due passi dal Castello Sforzesco, un quartiere che potrebbe essere di lusso se non l'avessero accaparrato i cinesi con le loro attività essenzialmente illegali e lucrose.
Hanno mandato via gli abitanti, vecchi pensionati milanesi per lo più.
Minacciano e intimidiscono quei pochi che resistono.
Ma hanno pagato case e negozi: in contanti, contanti in grosse valige.
Tutto governato dalle Triadi, una mafia che la nostra mafia, al confronto, è una filodrammatica di paese.
Ultrasegreta, sfruttatrice e spietata.
Sono le Triadi che portano qui i clandestini, e li sfruttano per decenni, taglieggiando i loro guadagni.
Ritirano loro i passaporti.
I passaporti dei morti vengono rivenduti ai taglieggiati vivi, un furto continuo di identità, una totale illegalità totalmente impunita.
Tutto questo è noto da sempre, ma naturalmente le (cosiddette) autorità fanno finta di nulla, perché i cinesi sono «tranquilli».
Salvo che è scoppiata «l'emergenza».
Un'altra emergenza italiota.

I cinesi sono lesti a capire che qui le leggi non valgono, che l'arroganza e la massa hanno sempre la meglio.
Vedono anche loro la TV, capiscono benissimo l'italiano (anche se fanno finta del contrario), ed hanno capito subito che qui l'esempio da seguire è Mastella, Tronchetti Provera, o il senatore a vita Emilio Colombo, che manda le Fiamme Gialle della sua scorta a comprare la coca.
Gli impuniti, l'impunità, la vacuità della legge inapplicata, le mani legate della sedicente forza pubblica, sono fatti che ogni immigrato capisce al volo.
Qui può malfare impunito, per di più con un'assistenza sanitaria gratuita che in Cina non si sogna nemmeno nel delirio dell'oppio, e incredibili agevolazioni per il mutuo-casa negati ai cittadini italiani, e gli assegni familiari.
In più, naturalmente, il pietismo italiota: «Ricordiamoci che anche noi eravamo un popolo di emigranti».
Appunto, ci ricordiamo: i nostri emigranti in USA e nelle miniere del Belgio, mica trovavano le ASL gratuite e le case a prezzo basso sottratte agli abitanti locali.
Dovevano sgobbare, mantenersi sani e dormire in baracche e nei retrobottega.
Naturalmente, la brava gente italiana, tartassata da Visco, ora si allarma.
E dice: visto che quelli sventolano la bandiera della Cina, allora espelliamoli in Cina, è il loro Paese.
Errore: i cinesi hanno quasi tutti la cittadinanza italiana.
L'hanno avuta con facilità, perché noi siamo buoni, e perché ci sono i corrotti nelle amministrazioni, e inoltre la Caritas aiuta e assiste nelle pratiche.
Privare della cittadinanza gli sbandieratori, i neo-patrioti di Pechino, sarebbe una mera giustizia: ma da noi non vige la giustizia, vige il diritto «positivo» e la manica larga.
E loro l'hanno capito benissimo.
A Pechino, sarebbero già tutti passibili di fucilazione per quello che hanno fatto; da noi, lo sanno, si può fare tutto.
Specialmente se si è in tanti e prepotenti.
Ebbene: in questo, sono del tutto italiani.
Perfettamente integrati alla illegalità generale.
E' vero che hanno chiamato in loro aiuto il console cinese (pensate se degli australiani d'origine italiana chiamassero, dopo una rivolta, il console italiano in piazza con loro), ma anche questo è possibile in Italia a cittadini italiani per tornaconto, ma non per volontà.
Anzi solo qui.

Ebbene, vi dirò: hanno ragione loro.
Il Comune di Milano commina multe erosissime; un divieto di sosta costa un decimo di un magro stipendio «normale» a Milano.
Evidentemente i vigili hanno provato ad applicare il taglieggio anche ai cinesi, ed è successo quel che è successo.
Il guaio è che noi italiani nati e vissuti qui, quando siamo multati, non abbiamo la solidarietà armata del vicinato.
Noi siamo soli.
Isolati.
Circondati da un vicinato indifferente, se non ostile.
Che non ha solidarietà per un membro del popolo che viene taglieggiato dalle burocrazie spoliatrici. Che non si sente offeso in massa dall'offesa o dall'ingiustizia fatta ad uno di noi.
Noi, solo noi, non abbiamo attorno una nazione pronta a difenderci, a solidarizzare, a condividere la resistenza contro l'oppressore.
Perciò noi siamo sur-tassati.
Nè abbiamo agevolazioni per la prima casa.
Noi dobbiamo condividere le affollate sale d'aspetto delle ASL e dei pronto-soccorsi con miriadi di emigrati pieni di figli a carico del sistema - un sistema sanitario che noi abbiamo pagato da una vita e continuiamo a pagare, e loro no.
Per noi niente sconti, niente solidarietà per le nostre povertà, nessun aiuto della Caritas e dei «mediatori culturali» per farci avere il posto in ospedale o il sussidio per la badante della mamma con l'Alzheimer.
Quelle cose, prima, agli immigrati; e poi anche a noi, se resta qualcosa.
Non resta mai nulla.
I veri stranieri siamo noi.

Siamo noi gli estranei senza cittadinanza, per i poteri burocratici che ci sgovernano.
Noi cittadini ligi alle norme, e alla buona educazione.
Noi che non saltiamo le file, che non minacciamo, che paghiamo le multe che ci portano via un decimo della pensione e del salario.
Noi ligi veniamo dopo tutti.
Davanti a un magistrato, la nostra parola vale quella del pregiudicato che ci ha truffato o derubato o rapinato; anzi la sua vale di più, perché il giudice già lo conosce e conosce il suo avvocato.
Davanti all'ufficio-tasse, siamo per principio sospetti di evasione.
Noi che ci mettiamo in fila, che non cerchiamo o non abbiamo raccomandazioni, siamo gli ultimi ad essere serviti dal «servizio pubblico».
Prima i pregiudicati, prima i negri, prima gli zingari rumeni.
Prima i cinesi.
Abbiamo sbagliato tutto.
Dovremmo diventare anche noi cinesi, o almeno camorristi: unirci, far paura, pretendere con arroganza l'impunità.
Solo che non abbiamo una bandiera da sventolare.
E nemmeno un console straniero che scenda in piazza a proteggere la nostra insubordinazione.
Ma quale?
Noi non siamo insubordinati.
Noi obbediamo.
Per questo siamo stranieri in Italia.
Per questo siamo immigrati appena sbarcati nel Paese in cui siamo nati, e che manteniamo con il lavoro e le tasse.
 
Correva l’anno 1956, era il 23 Ottobre, il luogo è l’Ungheria. Inizia la rivolta contro l’Urss, ma l’armata rossa dopo pochi giorni invade il Paese e viene sedata nel sangue, morirono 25.000 ungheresi, 7.000 soldati sovietici e 250.000 magiari dovettero fuggire in occidente. La “rivolta d’Ungheria” era finita. Rimarrà nell’area d’influenza sovietica fino al 1989, anno della caduta della cortina di ferro, dopo che vi fu annessa alla fine della seconda guerra mondiale. Ma deve far riflettere la presa di posizione di alcuni esponenti comunisti di allora. Palmiro Togliatti disse: «mia opinione che una protesta contro l’Unione Sovietica avrebbe dovuto farsi se essa non fosse intervenuta, nel nome della solidarietà che deve unire nella difesa della civiltà tutti i popoli». Giorgio Napolitano attuale Presidente della Repubblica (nel 1956 nel Comitato Centrale del PCI) condannò come controrivoluzionari gli insorti ungheresi, su l’Unità si arrivò persino a definire gli operai insorti “teppisti” e “spregevoli provocatori”. Nell’anniversario di quell’evento l’Ungheria ha invitato i vari capi di Stato tra cui proprio Napolitano in rappresentanza dell’Italia, ma i reduci del ‘56 hanno fortemente osteggiato la presenza del “nostro” Presidente. E’ come se per commemorare la shoah Israele invitasse un ex capo nazista, l’”ex” è riferito al “capo” e non al “nazista” perché Napolitano non ha mai rinnegato o condannato il suo passato comunista.
Oggi l’Italia, quantomeno nei confronti dei Paesi dell’Est, si trova nelle stesse scomode condizioni con un Presidente “non presentabile”
Lo stesso Napolitano parlò di «revisionismi fuori tempo massimo» quando si parlava delle Foibe ed ebbe il coraggio di dire che «gli italiani dall’Istria se ne sono andati di propria spontanea volontà» in una lettera aperta mandata a Liberazione e al Manifesto nel 2004. Quindi, 10.000 persone vengono sterminate e altre 350.000 lasciano case e averi di “spontanea volontà” e giunti in Italia vengono accolti con ostilità dai “compagni”, rei di aver lasciato la meravigliosa terra di Tito, e tutto questo viene definito “revisionismo fuori tempo massimo”.
Ma di tutto questo quanti giornali hanno scritto o in quali televisioni se ne è parlato? In pochi, e non certo perché sia una cosa secondaria, non meno della passeggiata di D’Alema in Libano.
Dire che Napolitano rappresenta l’Italia e l’unità del Paese è un mero eufemismo. Dovrebbe servire da contrappeso alle decisioni del governo e invece funge da stampella. Chiederne le dimissioni è e dovrà essere un dovere morale non solo per noi italiani ma anche per quello che ha rappresentato e difeso negli anni della militanza e di cui non accetta un giusto revisionismo storico.
 
L’America è comunemente conosciuta come la patria della libertà, come la nazione che più di ogni altra ha contribuito all’affermazione della democrazia nel mondo.

Il suo modello di società è considerato dai suoi estimatori come l’unico in grado di assicurare al mondo intero pace e benessere e di stabilire un nuovo ordine mondiale basato sulla concordia e la fratellanza.

Ma è proprio così? Siamo proprio sicuri che questo quadro sia reale e non semplicemente dipinto ad arte?

Sin dalla sua origine, l'America nasce da un rifiuto dell'Europa: nel nuovo mondo venivano spediti, direttamente dalle carceri, i delinquenti di ogni risma, gli ergastolani, gli emarginati e gli avventurieri pronti a tutto. Puritani fanatici e vogliosi di rinverdire i fasti della Santa Inquisizione, cattolici perseguitati dai protestanti, ebrei vittime dei pogrom, affamati, asociali e spostati di ogni sorta, da tutto ciò nasce la "civiltà" americana.

Ha mosso i primi passi massacrando 10milioni di pellerossa per sottrarre loro la terra, lasciandoli morire di fame dopo averli ristretti in riserve sempre più piccole e prive di pascoli, unica loro fonte di sostentamento, alcolizzandoli e arrivando a fornigli coperte infettate dal virus del vaiolo (prime prove ufficiali di guerra batteriologica!).

E’ diventata ricca e potente con il lavoro di 14milioni di schiavi africani strappati con la forza alla loro terra e trattati alla stregua di animali domestici su cui esercitare diritto di vita e di morte (mentre l’Europa Cattolica, vera culla di civiltà, aveva cancellato per sempre la schiavitù). Si è dovuta attendere la fine degli anni '60 per porre fine alla segregazione razziale in vigore in molti Stati USA.

Durante il secondo conflitto mondiale, il cui ingresso è stato fortemente voluto dall’influente apparato industriale americano per superare la crisi economica che si protraeva da dieci anni - dal fatidico venerdì nero di Wall Street – l’America ha massacrato milioni di civili inermi nei bombardamenti a tappeto delle città tedesche e italiane. Ad Amburgo come a Dresda perirono, bruciati vivi dagli ordigni incendiari o mitragliati dal volo radente dei caccia, oltre duecentomila civili, per poi completare l’opera con le bombe atomiche gettate su due delle più popolose città del Giappone, oramai prossimo alla capitolazione, che fecero altrettante vittime innocenti (lo scopo era quello di mostrare i muscoli al mondo intero ed in particolare all'alleato sovietico e, nel contempo, di "sperimentare sul campo" le due versioni della bomba termonucleare...tanto a morire erano civili giapponesi).

I giovanissimi soldati tedeschi della Wermach, ragazzi di 15 e 16 anni, rinchiusi nei campi di concentramento americani e inglesi venivano volutamente lasciati morire di fame, di malattie e di stenti. Costretti a scavarsi con le mani delle buche dove ripararsi dal freddo, sotto lo sguardo indifferente dei carcerieri alleati.

A guerra finita i “liberatori” si girarono dall’altra parte quando i partigiani comunisti massacravano i fascisti o presunti tali, familiari compresi. Quando riempivano le fosse comuni con i corpi straziati dei giovani soldati della Repubblica Sociale Italiana arresisi dopo il 25 aprile. Quando icomunisti massacravano le elites intellettuali e sociali e il clero dei paesi dell’Est Europa assegnati alla ferocia di Stalin dall’accordo di Yalta sulla spartizione dell’Europa.

Nel dopoguerra, dopo averci distrutto le città con i bombardamenti terroristici del ‘44, l’America, con il piano Marshall, ha investito in Italia grandi capitali per farci diventare una sua docile e redditizia colonia (cambiano i tempi, mutano gli scenari ma la logica statunitense è sempre la stessa: distruggere per poi gestire il business della ricostruzione come sta avvenendo in Iraq e Afganistan). Al riguardo si parla tanto degli aiuti americani, ma si dimenticano gli enormi contributi, veramente disinteressati, provenienti dall’Argentina. Ogni giorno navi stracolme di ogni cosa hanno fatto la spola tra il Paese di Evita Peron e l’Italia, ma di questo nessuno ne parla.

Durante la guerra del Vietnam per stanare i vietcong gli americani non esitarono a bruciare con le bombe al napalm interi villaggi, con le persone dentro. Tali operazioni venivano cinicamente chiamate “disinfestazioni”.

Negli anni settanta e ottanta l'America ha sostenuto le più sanguinose dittature militari sia in Sud America, dove la CIA ha organizzato e finanziato i più cruenti colpi di stato, sia in Grecia e in Turchia con i regimi dei colonnelli. Salvo poi disconoscerli dopo che ebbero fatto il lavoro sporco o essere diventati poco utili ai suoi disegni geopolitici.

L’Iraq, per giungere ai giorni nostri, era uno Stato sovrano, retto da una dittatura non tanto diversa da quella che possiamo trovare nei Paesi islamici amici del’?America come l’Arabia Saudita e gli Emirati arabi e sicuramente meno feroce di quella cinese con la quale l’amministrazione Bush e l’Italia intrattengono ottimi rapporti d'affari. Le varie etnie e religioni coesistevano pacificamente (l’ex vice di Saddam, Tarek Aziz, è cristiano) anche grazie al pugno di ferro del Rais. Con gli americani non c’è più un edificio in piedi, neppure i luoghi di culto sono risparmiati e lo spettro della guerra civile è alle porte. Per non parlare dell’economia divenuta totalmente dipendente dall’America dopo che questa si è impadronita del petrolio iracheno.

Sotto le macerie delle loro abitazioni, distrutte dalle bombe a stelle e strisce, sono morte 162mila persone e almeno 30mila bambini; un’intera città, Falluja, è stata bombardata giorno e notte con armi al fosforo che hanno bruciato vivi e corroso migliaia di uomini, donne, vecchi, e bambini; ai posti di blocco i soldatini di Bush dal grilletto facile uccidono decine di persone al giorno (come è successo al nostro povero Calipari). Nelle carceri americane in Iraq e a Guantamano la tortura è la regola!.

In Afganistan, per rimanere nel campo delle guerre preventive, con l’occupazione americana è ripresa con vigore la produzione di oppio.

L’America conserva un poco invidiabile primato, quello di essere la prima produttrice e utilizzatrice al mondo di armi di distruzione di massa, una vera e propria democrazia a mano armata: dalle bombe atomiche gettate sul Giappone, che ancora oggi mietono vittime a causa delle radiazioni, alle armi chimiche utilizzate in Vietnam e Iraq e per finire agli ordigni all’uranio impoverito utilizzati nei Balcani, causa primaria delle morti per cancro tra la popolazione e tra gli stessi soldati, molti dei quali italiani.

Il bussines degli armamenti rappresenta una voce primaria del bilancio USA: le armi americane sono esportate in tutto il mondo, ovunque vi siano focolai di guerra. Nei paesi poveri scarseggiano il cibo e le medicine ma non le pallottole made in Usa. Non è un caso che negli ultimi vent’anni la fame del mondo invece di diminuire è aumentata ed è tutt’ora in costantemente crescita.

La cultura e lo stile di vita americani sono intrisi di violenza: un’arma non si nega a nessuno, neppure agli adolescenti. Nei sobborghi delle città americane, all’ombra degli sfavillanti grattacieli, l’emarginazione, la violenza, la droga,l’alcolismo sono di casa. La stessa cinematografia è imperniata sui gangsters, sui cow boys che uccidono gli indiani e sulla forza bruta del potere.

Non è un caso che l’America è oggi l’unico paese del mondo occidentale a praticare la pena di morte. Come nei tanto osteggiati Paesi islamici e nelle peggiore dittature comuniste e militari.

Venuta meno la minaccia sovietica ci saremmo aspettati un progressivo disimpegno militare americano in Europa, invece la Nato (leggi America) ha mantenuto sul nostro suolo il suo enorme apparato bellico fatto di 113 basi militari - mantenute con i nostri soldi - alcune delle quali nucleari (alla faccio del referendum che lo ha bandito). A quale scopo? Per difenderci dalla Svizzera o per rimarcare, anche militarmente, il nostro stato di impotenza e di dipendenza dagli USA?

L’America è sicuramente un grande Paese, sotto il profilo economico e, soprattutto, militare, ma dal punto di vista umano e civile non ha proprio nulla da insegnarci. E rattrista vedere i nostri politici e intellettuali, di destra ma anche di sinistra, guardare con simpatia e ammirazione all’America, come se noi europei, maestri di cultura e civiltà, noi europei, che abbiamo insegnato al mondo a camminare, non fossimo in grado sviluppare un nostro modello di società, ancorato ai nostri valori di umanità e di giustizia sociale, oltre il capitalismo e distante dal marxismo.
 
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