location:
nordest, citta' senza nome.
le undici di sera di una torrida serata estiva.
d'improvviso il tuono, un lampo squarcia il cielo sopra noi.
Passi.
Passi affrettati.
Una donna corre in strada, illuminata a tratti da un lempione che certo in vita sua ha funzionato meglio di cosi'.
Dove corre? e perche'?
E' solo il rumore del temporale?
Paura ehhh???
La donna indossa una gonna che porta poco sopra al ginocchio, una camicetta bianca leggermente sbottonata.. si direbbe un'impiegata o forse è la segretaria del notaio Vanillon.. forse, ma questa è un'altra storia.
torniamo a lei.. corre.. sta iniziando a piovere e d'istinto si copre il capo con la carpetta...
lei sta correndo... ma perche' corre?
forse la pioggia improvvisa, e il vestito leggero, magari e' la paura di buscarsi qualche cosa... gia', e chi lo sente poi quel vecchio gufo del Vanillon, se arrivo in ufficio con la febbre... o peggio, se sto a casa... gia' me lo immagino, con la sua vocetta stridula: "signorina, mi meraviglio di lei, ammalarsi a luglio..."
o no?
ma se e' tutto qui, perche' si guarda dietro, preoccupata?
e non stava forse correndo gia' prima che iniziasse a piovere?
intanto, sul marciapiede opposto, un uomo la osserva passare, riparandosi sotto alla fermata del bus...
ma questa, forse, e' un'altra storia..
...corre ma cura con una cadenza maniacale il passo, si cura di non prendere una buca.. una pozzanghera.. maniacale forse come quando cura la contabilità del notaio Vanillon.. corre e l'uomo che l'osserva anche se uomo di strada e dunque apparentemente distratto, nota la sua gentilezza nei passi, la sinuosità nel flettere le ginocchia.. il fascino non passa inosservato e Gabrille Manfroni lo sapeva benissimo.. e forse per questo continuava a correre.. scappare ... ma da chi....??
Il freddo disegnava sulla sua camicetta il turgido dei suoi capezzoli.. ma lei non si curava di ciò..
la sua mente era presa solo dalla preoccupazione di riuscire a mettere un piede davanti all'altro, un pensiero ossessivo le rimbombava in testa: on cadere, Gabrielle, tutto, ma non cadere ...
... non si curava di se, non si curava del suo aspetto... solo qualche flash, immediatamente rimosso... aveva l'orlo della gonna scucito, ma quando era successo? forse quella stupida sedia in ufficio? certo, Vanillon e' troopo tirchio per farla riparare, quante volte glielo aveva detto...
... e quel tipo, perche' continua a fissarmi ...
una sirena, lontana, impone il suo lamento sullo scrosciare della pioggia, tutto attorno...
... tanto che lei, per un interminabile attimo, quasi si ferma, per poi riprendere la sua elegante corsa...
verso dove?
.. ricordò improvvisamente di aver dimenticado sulla scrivania del dott. Vanillon i suoi occhiali, occhiali eleganti di quelli che normalmente si vedono portare alle segretarie nei film perbenisti americani..
erano flash ripetuti.. forse la sua mente cercava di ricomporre un mosaico..
l'orlo scucito.. gli occhiali.. quell'amaro in bocca.. cosa le stava succedendo.. Gabrielle non pensava più a nulla eppure immagini si susseguivano nella sua mente.. una gran confusione e suoni in lontananza si mischiavano al rumore della pioggia che oramai cadeva incessante...
Gabrielle guardò ancora una volta l'uomo che la fissava.. prima di vederlo scomaparire nell'oscurità...
... batte' alcune volte le palpebre, rallentando inconsapevolmente il passo ...
eppure quell'uomo era li', alla fermata del bus, fino ad un attimo fa, non se l'era certo sognato... e la guardava...
dov'era finito, adesso? ma non riusciva a pensare, una serie di flash le attraversavano la mente... gli occhiali, certo, sulla scrivania... ma come aveva fatto a dimenticarseli? dove avevo la testa, stasera? uffa, dovrei tornare a prenderli...
e una voce, dentro, che le diceva di andare avanti, altro che ufficio, al diavolo Vanillon e gli occhiali nuovi, quelli che l afacevano sembrare proprio la tipica segretari che si vede nei fil perbenisti americani, che qualche volta guardava alla tv...
poi un flash piu' vivido degli altri, Vanillon che le diceva una cosa... ma cosa?
non riusciva a ricordare...
..Vanillon, notaio stimato e conosciutissimo in zona era amico di famiglia dei Manfroni, da moltissimi anni da quando per l'esattezza il padre di Gabrielle il sig. Teo Manfroni vendette una sua casa al Dott. Vanillon per fare il suo lussuoso studio notarile..
Gabrielle finiti gli studi in legge venne assunta per tirocinio quasi in modo naturale dal notaio.. perchè egli era considerato uno di famiglia.. e poi era pur sempre conveniente sistemare una figlia presso un notaio stimato..
... o almeno, questo e' quello che pensavo il signor Manfroni ...
Sarebbe stato da stupidi rinunciare ad un occasione simile, ed anche Gabrielle ne era convinta...
Certo, Vanillon non brillava certo per simpatia e gentilezza, ma queli in fondo era dettagli di minore importanza...
oppure no?
... la mente persa, nello sforzo di non cadere, di mettere chiarezza nei ricordi che affioravano all'improvviso... cosa le stava dicendo Vanillon? inutile, piu' si sforzava, piu' le parole del notaio si perdevano...
e quell'uomo all'altro lato della strada, che fine aveva fatto?
quando, d'un tratto, qualcosa le urta la spalla ...
.. ferma la sua corsa.. qualcosa?? O qualcuno??
Era un uomo.. alto di grossa corporatura, a prima vista ben curato e ben vestito.. aveva una giacca e un pantalone di tessuto leggero.. forse Lino penso in un istante Gabrielle.. ma dopo non si curò poù di questo inutile dettaglio.. a volte si stupiva di come nelle situazioni più complicate lei riuscisse sempre a cercare i dettagli più insignificanti..
Doveva correre ed invece stava lì ferma dopo che un uomo l'aveva appena fermata forse involontariamente o forse no
Alzò lo sguardo e non conobbe nei suoi occhi scuri un volto familiare.. nulla poteva legare lei a quell'uomo forte.. eppure da quel momento Gabrielle lego' il suo destino ed il suo segreto a quell'uomo venuto dal nulla..
"signorina, tutto bene?"
furono queste, rassicuranti nella loro sconcertante banalita', le parole con cui "lui" entro' nella vita di Gabrielle Manfroni.
"si, grazie, mi scusi"
furono queste le parole con cui Gabrielle stabili' con lui un contatto che avrebbe cambiato per sempre le loro vite...
lei lo guardo', poi di nuovo si guardo' alle spalle... correre, doveva correre, e poi la pioggia, le luci tremolanti della citta' senza nome.. non poteva certo fermarsia palare con un perfetto sconosciuto dai pantaloni di lino... oddio gabrielle, perche' sempre sui dettagli?
fa per ripartire, farfugli aqualche parola, ma lui la afferra saldamente per un braccio, e la costringe a voltarsi...
..Ci sono dei momenti nella vita dove l'irrazionalità dei gesti annulla ogni reazione del corpo.. anche quella più ovvia..
La presa dell'uomo era decisa eppure invece di urlare dimenarsi, scappare, fuggire.. Gabriella lasciò che l'uomo allentasse la presa, forse nella speranza di sentire una spiegazione al gesto inaspettato, erano gli occhi dell'uomo stranamente sconosciuti quanto rassicuranti che fecero sparire dalla mente della ragazza ogni ragione che fino ad un'istante prima la spingevano a correre...
Ma qualche istante prima lei stava correndo e non sapeva perchè.. forse l'uomo poteva sapere.. forse l'uomo che le teneva adesso il braccio poteva spiegare.. lei aspettava una sua parola...
... ma quella parola non venne, non subito almeno ...
mentre lei lo osservava, ansiosa, implorante quasi una spiegazione lui guardo' veloce nella direzione da cui lei stava arrivando...
un rumore, forse, aveva attirato la sua attenzione... e fissava torvo qualche cosa che solo lui sembrava in grado di vedere...
non certo Gabrielle, scossa, turbata, in affanno, per la corsa e per la presnza di lui ...oddio gabrielle, nemmeno sai come si chiama, ma che stai facendo...
... poi quella parola venne, ma invece che gettare luce su quello che le stava capitando, getto' un ulteriore velo di buio nella notte ...
... una parola, un nome ...
... "Giulia" ...
e la trascino' con se in un vicolo buio della citta' senza nome, in una serata di pioggia.
..Il mattino seguente fuori c'èra una giornata bellissima, l'orologio al muro segnava le nove e mezza.. dalla finestra in fondo si poteva vedere il cielo azzurro..
Tutto era chiaro in quella mattina.. tutto anche le cose appena viste, quelle che solitamente al risveglio appaiono sfocate e dai contorni indefiniti..
Gabrielle si svegliò in quella stanza sconosciuta ma con la consapevolezza di essere stata salvata da qualcosa o da qualcuno.. forse aveva avuto un malore la sera precedente.. forse era svenuta dalla paura.. sicuramente non aveva un graffio, diede un'occhiata sommaria alle braccia e alle gambe, indossva ancora la gonna blu e la camicetta bianca...
... e a mente lucida cominciavano a riemergere i ricordi ...
ieri sera stava correndo, verso casa, pioveva...
... perche' correva? certa per la pioggia... poi il volto di Vanillon... oddio, le nove e mezza! devo andare al lavoro! oddio oddio oddio...
Gabrielle si alzo' dal letto sfatto, accarezzandolo languidamente con una mano... quel letto che sentiva esserle stato un'ancora di salvezza in una notte piovosa...
Devo andare in ufficio, si ripeteva, devo cercare di ricordare... poi devo riprendermi gli occhiali, e devo capire cos'e' successo ...
improvvisamente, a troncare di netto tutte le trame dei suoi pensieri, la porta si apre... entra lui, la guarda, sorride...
"Buongiorno Giulia, hai dormito bene?"
..Giulia, ancora questo nome, e fu subito luce nella sua mente.. era stata l'ultima parola sentita la sera precedente poi il nulla.. la chiave di tutto stava in quel nome..
Ma perchè mai una ragazza di buona famiglia, colta ed impiegata presso un'importante studio notarile si trovava in quella situazione..
le nove e mezza, non era a lavoro.. non era a casa.. chissà i suoi cosa avrebbero pensato..
guardò il cellulare ma nulla era spento privo di ogni minimo segnale di vita, intanto lui l'uomo che l'aveva rapita per bene o per male le stava difronte dopo averla salutata con quel nome..
Questi pensieri durarono una frazione di secondo ma la mente umana è capace di elaborare migliaia di pensieri in pochissimo tempo.. e Gabrielle ragazza dalla mente vispa quella mattina ne elaborò tantissimi di pensieri..
"mi scusi cosa ci faccio qui.. chi è lei" " ho bisogno di avvertire i miei la prego"...
una citta' senza nome del NordEst, il famodo NordEst che produce...
un altroquando...
una signore con un abito viola sta litigando furiosamente con un edicolante, attirando l'attenzione dei passanti...
Ma com'e' possibile, urla lei, le avevo chiesto di conservarmene una copia, che sarei passata oggi...
l'uomo, quasi barricato dietro una pila di quotidiani, balbetta delle parole di scusa... ma sa signora, ma vede signora, ma capisce signora...
ma la signora evidentemente non sa, non vede o non capisce, e continua nella sua scenata.
UN uomo con un impermeabile giallo la osserva, sorpreso e incuriosito da quello scoppio di vita vera in una citta' tanto monotona...
"... la prego, mi faccia chiamare casa... vorrei avvisare i miei genitori..."
"ma che dici Giulia, i tuoi sono morti da anni... e da quando che mi dai del lei, poi, tesoro?"
Il panico oramai era diventato insopportabile.. aveva sentito parlare di mondi paralleli sono nella fantascienza.. anzi ricordava di quella serie televisiva anni '80 che gurdava con piacere quando era ancora una bimba..
Dimensione Alfa.. così si chimava.. i soliti dettagli che Gabrielle amava citare nei suoi pensieri...
"ti prego portami dell'acqua.. ho bisogno di calmarmi.. poi mi racconterai tutto di me.. io non ricordo"..
Gabrielle (o Giulia) si affidava all'unico essere umano che aveva difronte e che sembrava essere amorevole come uno di famiglia... come un marito.. ma lei non ricordava assolutamente nulla di se!
"... mi sembri sconvolta... va bene, ti prendo dell'acqua, aspettami qui ..."
Gabrielle, rimasta sola nella camera che non conosceva, comincio' a tremare...
Dove sono, chi e' quest'uomo, perche' mi conosce...
... chi sono ...
un nome, voleva un nome a cui aggrapparsi... chi diavolo era questa giulia che entrava tanto prepotentemente nella sua vita, tanto prepotentemente da volergliela portare via?
devo riuscire a chiamare i miei, deve essere tutto uno scherzo...
d'un tratto un rumore.
sembra venire da fuori... dalla finestra...
oddio, che scema sono, la finestra... almeno capiro' dove sono...
Giulia si alza, e si avvicina alla finestra.
e guarda fuori.
niente.
nulla di quello che vede le e' familiare...
"ecco l'acqua, tesoro..."
.. bevve lentamente l'acqua.. insapore più che mai, e chiese subito: "allora chi sei tu.. dove mi trovo.. perchè mi hai rapita.. perch...."
"calma giulia calma.. una cosa alla volta.. sei sconvolta ed io più di te.. non so cosa ti sia successo ma ti hanno portata qui a casa ieri sera eri svenuta mi hanno solo detto che t'hanno vista cadere.. " e ridendo l'uomo disse " cmq se dobbiamo ricominciare tutto da capo io sono Andrea tuo marito e quelli davanti alla porta sono Marta ed Elena le tue figlie.. almeno quelle le ricorderai??"..
Figlie?? Marito?? fece buon viso a cattivo gioco.. era furba e si era sempre ritenuta tale.. alle medie ricordava che l'insegnante di geografia la chiamava volpe per la sua astuzia..
Da quei giorni delle medie erano passati circa 15 anni e ancora Gabrielle si vantava di ciò..
Ma un particolare non le tornava.. Andrea aveva appena detto che l'avevano accompagnata a casa la sera prima.. ma com'è possibile se l'ultimo volto che lei vide era proprio dell'uomo che aveva difronte..
Troppe domande.. continuo' a bere mentre le due bambine si avvicinavono chimandola mamma...
qualcosa non andava nel vero giusto...
... no, Andrea era l'uomo che aveva visto nel vicolo la sera prima...
... perche' ora le raccontava quella strana storia?
E quelle due bambina che si avvicinavano, non potevano certo essere figlie sue...
ma andiamo, e' impossibile, pensava dentro di se... ho 27 anni, la piu' grande (come sta bene in quel vestitino blu, pero') ne avra' almeno 6... non ho certo avuto figlie a 21 anni...
cosa sta succedendo...
"...Andrea, scusa, davvero... sono confusa, non ricordo..."
"mamma, mamma" urlavano le bimbe mentre la abbracciavano...
incerta, non sapeva se respingere o accettare l'abbraccio delle due piccole sconosciute, giulia guardava stupita il marito...
All'improvviso, il campanello.
citta' senza nome, un altroquando.
un uomo con un impermeabile giallo, che fino ad un attimo prima aveva fissato una donna vestita di viola litigare con un edicolante, si guarda attorno sconsolato...
"possibile che non ci sia un bar aperto in questa citta'?"
qualcosa non andava nel vero giusto...
... no, Andrea era l'uomo che aveva visto nel vicolo la sera prima...
... perche' ora le raccontava quella strana storia?
E quelle due bambina che si avvicinavano, non potevano certo essere figlie sue...
ma andiamo, e' impossibile, pensava dentro di se... ho 27 anni, la piu' grande (come sta bene in quel vestitino blu, pero') ne avra' almeno 6... non ho certo avuto figlie a 21 anni...
cosa sta succedendo...
"...Andrea, scusa, davvero... sono confusa, non ricordo..."
"mamma, mamma" urlavano le bimbe mentre la abbracciavano...
incerta, non sapeva se respingere o accettare l'abbraccio delle due piccole sconosciute, giulia guardava stupita il marito...
All'improvviso, il campanello.
citta' senza nome, un altroquando.
un uomo con un impermeabile giallo, che fino ad un attimo prima aveva fissato una donna vestita di viola litigare con un edicolante, si guarda attorno sconsolato...
"possibile che non ci sia un bar aperto in questa citta'?"
.."pronto dott. De Nardi??"
- "si.. con chi parlo??"
- "Sono Andrea Fantinel, mi spiace disturbarla alle dieci del mattino, mia moglie Giulia si è svegliata dopo aver dormito tranquillamente tutta la notte..."
-"come prevedevo Sig. Fantinel, non disturba affatto ieri sera quando l'ho vista in quelle condizioni per un'attimo ho pensato di farla ricoverare ma poi ho optato per un sedativo.. sa una notte di riposo puo' far tanto.."
-"Giulia è sveglia dottore.. è di là con le bambine ma sembra avere dei vuoti di memoria.."
-"beh farò un salto da lei dopo pranzo.. le stia vicino e non la agiti.. non è chiaro dopotutto cosa le sia successo.. prescriverò degli esami.. comunque sig. Fantinel ci vediamo dopo mi aspetti."
-"grazie dott. De Nardi.. l'aspetto dopo pranzo."
Giulia guardava le bambine giocare sul tappeto della camera da letto.. l'innnocenza delle piccole non poteva nascondere una immensa menzogna.. Lei stava male.. forse lei era mamma e moglie di quell'uomo..
Si ricordò subito di aver letto da qualche parte di casi di perdita di memoria.. ma stranamente anche questo era un ricordo, era un particolare che poteva benissimo sfuggire alla mente sofferente di chi perde la memoria.. eppure lei ricordava..
-"mamma ma perche hai dormito vestita??" chiese una delle bambine..
-" mamma stava male.." rispose lei con naturalezza.. e si sorprese di ciò.
Aprì l'armadio per cercare nei cassetti in basso l'intimo e qualcosa per poter iniziare il nuovo e strano giorno con indumenti nuovi..
Trovo a caso nel secondo cassetto un completino semplice nero senza tanti fronzoli.. tutto corrispondeva ai suoi gusti.. era quello che avrebbe indossato lei in una mattina qualunque sotto uno dei suoi vestiti..
..Giulia si rilassò in un caldo bagno, immerse la testa nell'acqua e chiuse gli occhi coccolata dal bagno schiuma in abbondanza..
Giulia Fantinel.. doveva chimarsi così secondo la realtà che la circondava.. ma la memoria riportava la mente alla sera prima.. a quando correva, disperata, agli ultimi momenti passati allo studio del Dott. Vanillon.. e poi quell'uomo.. e poi nulla!
La mano scivolava leggera sulla pelle e stendeva la schiuma.. quando ad un tratto sentì qualcosa in rilievo poco sotto la spalla sinistra..
cercò di capire cosa fosse quel segno.. ma non riusciva a vedere, poteva essere un graffio.. ma la curiosità la spinse a gurdarsi allo specchio.. non era facile dovette voltarsi forzatamente con il collo..
Erano tre numer incisi.. si tre numeri incisi sulla sua pelle..
non era facile leggerli.. erano piccoli.. ma vide con un piccolo sforzo un "tre" un "cinque" e un "sette"...
357.. rabbrividì al pensiero di essere stata marchiata... un numero sulla sua pelle.. cosa significava..
voleva gridare ed in ginocchio difronte allo specchio del bagno si disperava per la situazione surreale.. stava impazzendo.. una crisi d'identità.. e anche la cosa piu' logica da fare cioè chiedere spiegazioni a chi le era piu' vicino le sembrava una soluzione irrealizzabile...
Quel numero aveva un significato ben preciso, era un marchio carico di mistero.. in quel piccolo codice c'era il futuro di Giulia.. e il passato di Gabrielle...
..L'angoscia soffoca la mente e forse per questo Giulia reagì col classico istinto di sopravvivenza che accomuna ogni essere vivente del pianeta..
Asciugò il suo corpo ancora bagnato.. si guardò allo specchio e si vide comunque bella, come lo era per lei fino al giorno prima Gabrielle Manfroni.. indosso con calma l'intimo.. mise l'accappatoio per uscire dal bagno e andò a vestirsi in camera da letto..
"Giulia.. amore stai meglio adesso??" esclamò Andrea sulla soglia della porta..
"si.. si.. Andrea..".. con cura lei indossò una camicetta e una gonna.. lo fece quasi istintivamente perchè era abituata all'eleganza anche se quella mattina doveva rimanere tra le mura domestiche, visto che non esisteva apparentemente un lavoro per lei.. ma solo quella famiglia e un medico che stava per arrivare..
"Giulia Amore non so cosa ti stia succedendo.. sono preoccupato per te.. sei assente".. l'uomo fece per prendergli la mano..
"Lasciami.. non mi toccare.. " fu la sua reazione...
"ma Giulia che ti prende.. " siamo sposati da sette anni..
"Senti a me sembra d'impazzire io non so chi sei.. non conosco nulla di ciò che mi circonda.. cerca di capirmi.. se questa è una malatia.. allora io sono molto malata.."
"amore mio il dott. De Nardi ti aspetta in soggiorno per visitarti.. dai vieni di là in soggiorno cosi' cercheremo di chiarire e in caso trovare con il suo aiuto la soluzione a questo problema che angoscia tutti.. non solo te"..
Giulia non parlò ad andrea del numero inciso sotto la spalla.. ma probabilmente il dottore l'avrebbe visto visitandola..
"..Buongiorno dottore" fu la prima frase di Giulia alla vista del dott. De Nardi.
Chissà perchè lo immaginava vecchio e grasso ed invece era giovane ed atletico.. non sembrava neanche un dottore.. assomigliava più ad un agente immobiliare con quel suo vestito e quella cravatta dal nodo grosso..
Pensò che sarebbe stato perfetto per fare l'attore in quella famosa serie televisiva americana di medici in prima linea..
"buongiorno Signora Fantinel, ieri sera suo marito mi ha chiamato allarmato quando alcune persone l'hanno accompagnata a casa semisvenuta.. volevamo ricoverarla ma le sue condizioni generali erano abbastanza soddisfacenti a parte un leggero calo della pressione, nessun livido.. e poi le persone che hanno assistito alla scena l'hanno vista prima appoggiarsi al muro di una casa in via Diaz quindi le sono venuti subito in soccorso e non le hanno dato il tempo di cadere rovinosamente a terra..
"dottore io non ricordo nulla.. se proprio lo vuole sapere io non ricordo neanche di chiamarmi GiUlia Fantinel.. ma non ho un vuoto di memoria... io ricordo benissimo un'altro passato"..
Intanto il marito aveva lasciato soli i due per la privacy della visita medica..
"capisco signora.. una visita generica non risolverà i dubbi.. avremo bisogno di specialisti.. intanto tolga la camicetta.. sentiamo il respiro e misuriamo la pressione..
Ecco il momento.. era arrivato.. qualcuno avrebbe visto quel numero e avrebbe chiesto...
tolse la camicetta il dott. De Nardi poggiò lo strumento freddo sulla schiena.. non poteva non vedere il numero.. era li' se lo sentiva marchiato... passo' anche con le dita sopra il "357" come ad accertarsi che fosse proprio lui..
Giulia gelo'.. il cuore inizio' a battere all'impazzata.. cosa significava.. chi era quell'uomo..
le aveva visto il numero, si girò di scatto e lo guiardò negli occhi, lo sguardo un po' di sfida e un po' implorante...
"si rivesta signora".. le condizioni generali appaiono buone.. solo un po' provata dalla notte.. cmq dovrà ricoversi presso una clinica ci vogliono esami complessi per capire la natura del suo malessere...
"Chi sei.. dimmi chi sei" disse giulia spaventata..
"entri puresig. Fantinel.. " Il dott. e giulia si guardarono negli occhi... le veniva imposto con lo sguardo il silenzio per un segreto troppo grande.. si sottomise a ciò.. e le uniche parole che seguirono furono..
-"Pronto sono De Nardi, mi passi il colonello Laus.!"
-"si.. attenda"..
_"pronto??"
-"pronto colonello Laus.. sono De Nardi.. l'ho trovata, l'ho vista qualche ora fa. Dobbiamo vederci per discutere il dafarsi.."
-"mi raggiunga per le 15:00 all'hotel Baglioni.. si prepari dott. denardi.. presto avrà bisogno di una nuova identità.. lasci tutto come si trova adesso e prenda l'indispensabile... l'aspetto alle 15:00"
"a dopo colonello"
Il dott. De Nardi prese l'indispensabile.. a dire il vero era quasi tutto pronto, si aspettava da un momento all'altro questo momento, l'ultima cosa che prese furono le chiavi della sua Mini del '75..
Mille pensieri affollavano la mente del Dott. De nardi doveva a breve incontrare il colonello Laus e preparare un piano per il rapimento di "Giulia".. pensò ancora qualche istante.. ma poi trovò piu' piacevole rilassarsi in fondo il colonello conosceva la situazione e immaginava che dovesse avere anche lui un piano per questa storia...
Giulia! amore vieni qui' un'attimo per favore?
Andrea chiamava amorevolmente Giulia quella donna che sentiva sua da sempre.. Giulia sempre piu' angosciata rispose timidamnete al richiamo..
-si.. aspetta arrivo..
era titubante Giulia dopo l'incontro con il dottoore aveva capito di essere parte di una storia forse piu' grande di lei.. si sentiva incapace di gestire anche la piu' banale situazione casalinga...
-Amore finalmente.. da questa mattina mi sfuggi.. capisco che stai male.. ma non abbiamo mai un attimo per noi...
-cosa vuoi dire??
- voglio dire che tra le bambine e gli impegni di casa ci stiamo dimenticando dei piaceri della vita..
mentre lo diceva aveva il sorriso malizioso che lasciava chiaramente intendere le sue intenzioni predatorie ..
-Sai come mi sento.. sai il mio stato confusionale.. non riesco a pensare a quello adesso Andrea ti prego cerca di capirmi.. io.. io...
Andrea si fece scuro in faccia.. poi furtivamente la sua mano s'insinuo tra le gambe semichiuse di lei..
-fermo!!! lasciami!!
Con un balzo usci' dalla stanza..
Non era la classica scusa del mal di testa tipico delle casalinghe insoddisfatte da una vita sessuale piatta.. ma era l'aver sentito le mani di un perfetto sconosciuto insunuarsi tra le gambe cercando di arrivare lì dove una donna se fosse presa e innamorata si lascerebbe rapire da ogni tipo di piacere.
Una conferma in più.. Giulia si chiuse nel bagno.. adesso pensava solo a fuggire!
nordest, citta' senza nome.
le undici di sera di una torrida serata estiva.
d'improvviso il tuono, un lampo squarcia il cielo sopra noi.
Passi.
Passi affrettati.
Una donna corre in strada, illuminata a tratti da un lempione che certo in vita sua ha funzionato meglio di cosi'.
Dove corre? e perche'?
E' solo il rumore del temporale?
Paura ehhh???
La donna indossa una gonna che porta poco sopra al ginocchio, una camicetta bianca leggermente sbottonata.. si direbbe un'impiegata o forse è la segretaria del notaio Vanillon.. forse, ma questa è un'altra storia.
torniamo a lei.. corre.. sta iniziando a piovere e d'istinto si copre il capo con la carpetta...
lei sta correndo... ma perche' corre?
forse la pioggia improvvisa, e il vestito leggero, magari e' la paura di buscarsi qualche cosa... gia', e chi lo sente poi quel vecchio gufo del Vanillon, se arrivo in ufficio con la febbre... o peggio, se sto a casa... gia' me lo immagino, con la sua vocetta stridula: "signorina, mi meraviglio di lei, ammalarsi a luglio..."
o no?
ma se e' tutto qui, perche' si guarda dietro, preoccupata?
e non stava forse correndo gia' prima che iniziasse a piovere?
intanto, sul marciapiede opposto, un uomo la osserva passare, riparandosi sotto alla fermata del bus...
ma questa, forse, e' un'altra storia..
...corre ma cura con una cadenza maniacale il passo, si cura di non prendere una buca.. una pozzanghera.. maniacale forse come quando cura la contabilità del notaio Vanillon.. corre e l'uomo che l'osserva anche se uomo di strada e dunque apparentemente distratto, nota la sua gentilezza nei passi, la sinuosità nel flettere le ginocchia.. il fascino non passa inosservato e Gabrille Manfroni lo sapeva benissimo.. e forse per questo continuava a correre.. scappare ... ma da chi....??
Il freddo disegnava sulla sua camicetta il turgido dei suoi capezzoli.. ma lei non si curava di ciò..
la sua mente era presa solo dalla preoccupazione di riuscire a mettere un piede davanti all'altro, un pensiero ossessivo le rimbombava in testa: on cadere, Gabrielle, tutto, ma non cadere ...
... non si curava di se, non si curava del suo aspetto... solo qualche flash, immediatamente rimosso... aveva l'orlo della gonna scucito, ma quando era successo? forse quella stupida sedia in ufficio? certo, Vanillon e' troopo tirchio per farla riparare, quante volte glielo aveva detto...
... e quel tipo, perche' continua a fissarmi ...
una sirena, lontana, impone il suo lamento sullo scrosciare della pioggia, tutto attorno...
... tanto che lei, per un interminabile attimo, quasi si ferma, per poi riprendere la sua elegante corsa...
verso dove?
.. ricordò improvvisamente di aver dimenticado sulla scrivania del dott. Vanillon i suoi occhiali, occhiali eleganti di quelli che normalmente si vedono portare alle segretarie nei film perbenisti americani..
erano flash ripetuti.. forse la sua mente cercava di ricomporre un mosaico..
l'orlo scucito.. gli occhiali.. quell'amaro in bocca.. cosa le stava succedendo.. Gabrielle non pensava più a nulla eppure immagini si susseguivano nella sua mente.. una gran confusione e suoni in lontananza si mischiavano al rumore della pioggia che oramai cadeva incessante...
Gabrielle guardò ancora una volta l'uomo che la fissava.. prima di vederlo scomaparire nell'oscurità...
... batte' alcune volte le palpebre, rallentando inconsapevolmente il passo ...
eppure quell'uomo era li', alla fermata del bus, fino ad un attimo fa, non se l'era certo sognato... e la guardava...
dov'era finito, adesso? ma non riusciva a pensare, una serie di flash le attraversavano la mente... gli occhiali, certo, sulla scrivania... ma come aveva fatto a dimenticarseli? dove avevo la testa, stasera? uffa, dovrei tornare a prenderli...
e una voce, dentro, che le diceva di andare avanti, altro che ufficio, al diavolo Vanillon e gli occhiali nuovi, quelli che l afacevano sembrare proprio la tipica segretari che si vede nei fil perbenisti americani, che qualche volta guardava alla tv...
poi un flash piu' vivido degli altri, Vanillon che le diceva una cosa... ma cosa?
non riusciva a ricordare...
..Vanillon, notaio stimato e conosciutissimo in zona era amico di famiglia dei Manfroni, da moltissimi anni da quando per l'esattezza il padre di Gabrielle il sig. Teo Manfroni vendette una sua casa al Dott. Vanillon per fare il suo lussuoso studio notarile..
Gabrielle finiti gli studi in legge venne assunta per tirocinio quasi in modo naturale dal notaio.. perchè egli era considerato uno di famiglia.. e poi era pur sempre conveniente sistemare una figlia presso un notaio stimato..
... o almeno, questo e' quello che pensavo il signor Manfroni ...
Sarebbe stato da stupidi rinunciare ad un occasione simile, ed anche Gabrielle ne era convinta...
Certo, Vanillon non brillava certo per simpatia e gentilezza, ma queli in fondo era dettagli di minore importanza...
oppure no?
... la mente persa, nello sforzo di non cadere, di mettere chiarezza nei ricordi che affioravano all'improvviso... cosa le stava dicendo Vanillon? inutile, piu' si sforzava, piu' le parole del notaio si perdevano...
e quell'uomo all'altro lato della strada, che fine aveva fatto?
quando, d'un tratto, qualcosa le urta la spalla ...
.. ferma la sua corsa.. qualcosa?? O qualcuno??
Era un uomo.. alto di grossa corporatura, a prima vista ben curato e ben vestito.. aveva una giacca e un pantalone di tessuto leggero.. forse Lino penso in un istante Gabrielle.. ma dopo non si curò poù di questo inutile dettaglio.. a volte si stupiva di come nelle situazioni più complicate lei riuscisse sempre a cercare i dettagli più insignificanti..
Doveva correre ed invece stava lì ferma dopo che un uomo l'aveva appena fermata forse involontariamente o forse no
Alzò lo sguardo e non conobbe nei suoi occhi scuri un volto familiare.. nulla poteva legare lei a quell'uomo forte.. eppure da quel momento Gabrielle lego' il suo destino ed il suo segreto a quell'uomo venuto dal nulla..
"signorina, tutto bene?"
furono queste, rassicuranti nella loro sconcertante banalita', le parole con cui "lui" entro' nella vita di Gabrielle Manfroni.
"si, grazie, mi scusi"
furono queste le parole con cui Gabrielle stabili' con lui un contatto che avrebbe cambiato per sempre le loro vite...
lei lo guardo', poi di nuovo si guardo' alle spalle... correre, doveva correre, e poi la pioggia, le luci tremolanti della citta' senza nome.. non poteva certo fermarsia palare con un perfetto sconosciuto dai pantaloni di lino... oddio gabrielle, perche' sempre sui dettagli?
fa per ripartire, farfugli aqualche parola, ma lui la afferra saldamente per un braccio, e la costringe a voltarsi...
..Ci sono dei momenti nella vita dove l'irrazionalità dei gesti annulla ogni reazione del corpo.. anche quella più ovvia..
La presa dell'uomo era decisa eppure invece di urlare dimenarsi, scappare, fuggire.. Gabriella lasciò che l'uomo allentasse la presa, forse nella speranza di sentire una spiegazione al gesto inaspettato, erano gli occhi dell'uomo stranamente sconosciuti quanto rassicuranti che fecero sparire dalla mente della ragazza ogni ragione che fino ad un'istante prima la spingevano a correre...
Ma qualche istante prima lei stava correndo e non sapeva perchè.. forse l'uomo poteva sapere.. forse l'uomo che le teneva adesso il braccio poteva spiegare.. lei aspettava una sua parola...
... ma quella parola non venne, non subito almeno ...
mentre lei lo osservava, ansiosa, implorante quasi una spiegazione lui guardo' veloce nella direzione da cui lei stava arrivando...
un rumore, forse, aveva attirato la sua attenzione... e fissava torvo qualche cosa che solo lui sembrava in grado di vedere...
non certo Gabrielle, scossa, turbata, in affanno, per la corsa e per la presnza di lui ...oddio gabrielle, nemmeno sai come si chiama, ma che stai facendo...
... poi quella parola venne, ma invece che gettare luce su quello che le stava capitando, getto' un ulteriore velo di buio nella notte ...
... una parola, un nome ...
... "Giulia" ...
e la trascino' con se in un vicolo buio della citta' senza nome, in una serata di pioggia.
..Il mattino seguente fuori c'èra una giornata bellissima, l'orologio al muro segnava le nove e mezza.. dalla finestra in fondo si poteva vedere il cielo azzurro..
Tutto era chiaro in quella mattina.. tutto anche le cose appena viste, quelle che solitamente al risveglio appaiono sfocate e dai contorni indefiniti..
Gabrielle si svegliò in quella stanza sconosciuta ma con la consapevolezza di essere stata salvata da qualcosa o da qualcuno.. forse aveva avuto un malore la sera precedente.. forse era svenuta dalla paura.. sicuramente non aveva un graffio, diede un'occhiata sommaria alle braccia e alle gambe, indossva ancora la gonna blu e la camicetta bianca...
... e a mente lucida cominciavano a riemergere i ricordi ...
ieri sera stava correndo, verso casa, pioveva...
... perche' correva? certa per la pioggia... poi il volto di Vanillon... oddio, le nove e mezza! devo andare al lavoro! oddio oddio oddio...
Gabrielle si alzo' dal letto sfatto, accarezzandolo languidamente con una mano... quel letto che sentiva esserle stato un'ancora di salvezza in una notte piovosa...
Devo andare in ufficio, si ripeteva, devo cercare di ricordare... poi devo riprendermi gli occhiali, e devo capire cos'e' successo ...
improvvisamente, a troncare di netto tutte le trame dei suoi pensieri, la porta si apre... entra lui, la guarda, sorride...
"Buongiorno Giulia, hai dormito bene?"
..Giulia, ancora questo nome, e fu subito luce nella sua mente.. era stata l'ultima parola sentita la sera precedente poi il nulla.. la chiave di tutto stava in quel nome..
Ma perchè mai una ragazza di buona famiglia, colta ed impiegata presso un'importante studio notarile si trovava in quella situazione..
le nove e mezza, non era a lavoro.. non era a casa.. chissà i suoi cosa avrebbero pensato..
guardò il cellulare ma nulla era spento privo di ogni minimo segnale di vita, intanto lui l'uomo che l'aveva rapita per bene o per male le stava difronte dopo averla salutata con quel nome..
Questi pensieri durarono una frazione di secondo ma la mente umana è capace di elaborare migliaia di pensieri in pochissimo tempo.. e Gabrielle ragazza dalla mente vispa quella mattina ne elaborò tantissimi di pensieri..
"mi scusi cosa ci faccio qui.. chi è lei" " ho bisogno di avvertire i miei la prego"...
una citta' senza nome del NordEst, il famodo NordEst che produce...
un altroquando...
una signore con un abito viola sta litigando furiosamente con un edicolante, attirando l'attenzione dei passanti...
Ma com'e' possibile, urla lei, le avevo chiesto di conservarmene una copia, che sarei passata oggi...
l'uomo, quasi barricato dietro una pila di quotidiani, balbetta delle parole di scusa... ma sa signora, ma vede signora, ma capisce signora...
ma la signora evidentemente non sa, non vede o non capisce, e continua nella sua scenata.
UN uomo con un impermeabile giallo la osserva, sorpreso e incuriosito da quello scoppio di vita vera in una citta' tanto monotona...
"... la prego, mi faccia chiamare casa... vorrei avvisare i miei genitori..."
"ma che dici Giulia, i tuoi sono morti da anni... e da quando che mi dai del lei, poi, tesoro?"
Il panico oramai era diventato insopportabile.. aveva sentito parlare di mondi paralleli sono nella fantascienza.. anzi ricordava di quella serie televisiva anni '80 che gurdava con piacere quando era ancora una bimba..
Dimensione Alfa.. così si chimava.. i soliti dettagli che Gabrielle amava citare nei suoi pensieri...
"ti prego portami dell'acqua.. ho bisogno di calmarmi.. poi mi racconterai tutto di me.. io non ricordo"..
Gabrielle (o Giulia) si affidava all'unico essere umano che aveva difronte e che sembrava essere amorevole come uno di famiglia... come un marito.. ma lei non ricordava assolutamente nulla di se!
"... mi sembri sconvolta... va bene, ti prendo dell'acqua, aspettami qui ..."
Gabrielle, rimasta sola nella camera che non conosceva, comincio' a tremare...
Dove sono, chi e' quest'uomo, perche' mi conosce...
... chi sono ...
un nome, voleva un nome a cui aggrapparsi... chi diavolo era questa giulia che entrava tanto prepotentemente nella sua vita, tanto prepotentemente da volergliela portare via?
devo riuscire a chiamare i miei, deve essere tutto uno scherzo...
d'un tratto un rumore.
sembra venire da fuori... dalla finestra...
oddio, che scema sono, la finestra... almeno capiro' dove sono...
Giulia si alza, e si avvicina alla finestra.
e guarda fuori.
niente.
nulla di quello che vede le e' familiare...
"ecco l'acqua, tesoro..."
.. bevve lentamente l'acqua.. insapore più che mai, e chiese subito: "allora chi sei tu.. dove mi trovo.. perchè mi hai rapita.. perch...."
"calma giulia calma.. una cosa alla volta.. sei sconvolta ed io più di te.. non so cosa ti sia successo ma ti hanno portata qui a casa ieri sera eri svenuta mi hanno solo detto che t'hanno vista cadere.. " e ridendo l'uomo disse " cmq se dobbiamo ricominciare tutto da capo io sono Andrea tuo marito e quelli davanti alla porta sono Marta ed Elena le tue figlie.. almeno quelle le ricorderai??"..
Figlie?? Marito?? fece buon viso a cattivo gioco.. era furba e si era sempre ritenuta tale.. alle medie ricordava che l'insegnante di geografia la chiamava volpe per la sua astuzia..
Da quei giorni delle medie erano passati circa 15 anni e ancora Gabrielle si vantava di ciò..
Ma un particolare non le tornava.. Andrea aveva appena detto che l'avevano accompagnata a casa la sera prima.. ma com'è possibile se l'ultimo volto che lei vide era proprio dell'uomo che aveva difronte..
Troppe domande.. continuo' a bere mentre le due bambine si avvicinavono chimandola mamma...
qualcosa non andava nel vero giusto...
... no, Andrea era l'uomo che aveva visto nel vicolo la sera prima...
... perche' ora le raccontava quella strana storia?
E quelle due bambina che si avvicinavano, non potevano certo essere figlie sue...
ma andiamo, e' impossibile, pensava dentro di se... ho 27 anni, la piu' grande (come sta bene in quel vestitino blu, pero') ne avra' almeno 6... non ho certo avuto figlie a 21 anni...
cosa sta succedendo...
"...Andrea, scusa, davvero... sono confusa, non ricordo..."
"mamma, mamma" urlavano le bimbe mentre la abbracciavano...
incerta, non sapeva se respingere o accettare l'abbraccio delle due piccole sconosciute, giulia guardava stupita il marito...
All'improvviso, il campanello.
citta' senza nome, un altroquando.
un uomo con un impermeabile giallo, che fino ad un attimo prima aveva fissato una donna vestita di viola litigare con un edicolante, si guarda attorno sconsolato...
"possibile che non ci sia un bar aperto in questa citta'?"
qualcosa non andava nel vero giusto...
... no, Andrea era l'uomo che aveva visto nel vicolo la sera prima...
... perche' ora le raccontava quella strana storia?
E quelle due bambina che si avvicinavano, non potevano certo essere figlie sue...
ma andiamo, e' impossibile, pensava dentro di se... ho 27 anni, la piu' grande (come sta bene in quel vestitino blu, pero') ne avra' almeno 6... non ho certo avuto figlie a 21 anni...
cosa sta succedendo...
"...Andrea, scusa, davvero... sono confusa, non ricordo..."
"mamma, mamma" urlavano le bimbe mentre la abbracciavano...
incerta, non sapeva se respingere o accettare l'abbraccio delle due piccole sconosciute, giulia guardava stupita il marito...
All'improvviso, il campanello.
citta' senza nome, un altroquando.
un uomo con un impermeabile giallo, che fino ad un attimo prima aveva fissato una donna vestita di viola litigare con un edicolante, si guarda attorno sconsolato...
"possibile che non ci sia un bar aperto in questa citta'?"
.."pronto dott. De Nardi??"
- "si.. con chi parlo??"
- "Sono Andrea Fantinel, mi spiace disturbarla alle dieci del mattino, mia moglie Giulia si è svegliata dopo aver dormito tranquillamente tutta la notte..."
-"come prevedevo Sig. Fantinel, non disturba affatto ieri sera quando l'ho vista in quelle condizioni per un'attimo ho pensato di farla ricoverare ma poi ho optato per un sedativo.. sa una notte di riposo puo' far tanto.."
-"Giulia è sveglia dottore.. è di là con le bambine ma sembra avere dei vuoti di memoria.."
-"beh farò un salto da lei dopo pranzo.. le stia vicino e non la agiti.. non è chiaro dopotutto cosa le sia successo.. prescriverò degli esami.. comunque sig. Fantinel ci vediamo dopo mi aspetti."
-"grazie dott. De Nardi.. l'aspetto dopo pranzo."
Giulia guardava le bambine giocare sul tappeto della camera da letto.. l'innnocenza delle piccole non poteva nascondere una immensa menzogna.. Lei stava male.. forse lei era mamma e moglie di quell'uomo..
Si ricordò subito di aver letto da qualche parte di casi di perdita di memoria.. ma stranamente anche questo era un ricordo, era un particolare che poteva benissimo sfuggire alla mente sofferente di chi perde la memoria.. eppure lei ricordava..
-"mamma ma perche hai dormito vestita??" chiese una delle bambine..
-" mamma stava male.." rispose lei con naturalezza.. e si sorprese di ciò.
Aprì l'armadio per cercare nei cassetti in basso l'intimo e qualcosa per poter iniziare il nuovo e strano giorno con indumenti nuovi..
Trovo a caso nel secondo cassetto un completino semplice nero senza tanti fronzoli.. tutto corrispondeva ai suoi gusti.. era quello che avrebbe indossato lei in una mattina qualunque sotto uno dei suoi vestiti..
..Giulia si rilassò in un caldo bagno, immerse la testa nell'acqua e chiuse gli occhi coccolata dal bagno schiuma in abbondanza..
Giulia Fantinel.. doveva chimarsi così secondo la realtà che la circondava.. ma la memoria riportava la mente alla sera prima.. a quando correva, disperata, agli ultimi momenti passati allo studio del Dott. Vanillon.. e poi quell'uomo.. e poi nulla!
La mano scivolava leggera sulla pelle e stendeva la schiuma.. quando ad un tratto sentì qualcosa in rilievo poco sotto la spalla sinistra..
cercò di capire cosa fosse quel segno.. ma non riusciva a vedere, poteva essere un graffio.. ma la curiosità la spinse a gurdarsi allo specchio.. non era facile dovette voltarsi forzatamente con il collo..
Erano tre numer incisi.. si tre numeri incisi sulla sua pelle..
non era facile leggerli.. erano piccoli.. ma vide con un piccolo sforzo un "tre" un "cinque" e un "sette"...
357.. rabbrividì al pensiero di essere stata marchiata... un numero sulla sua pelle.. cosa significava..
voleva gridare ed in ginocchio difronte allo specchio del bagno si disperava per la situazione surreale.. stava impazzendo.. una crisi d'identità.. e anche la cosa piu' logica da fare cioè chiedere spiegazioni a chi le era piu' vicino le sembrava una soluzione irrealizzabile...
Quel numero aveva un significato ben preciso, era un marchio carico di mistero.. in quel piccolo codice c'era il futuro di Giulia.. e il passato di Gabrielle...
..L'angoscia soffoca la mente e forse per questo Giulia reagì col classico istinto di sopravvivenza che accomuna ogni essere vivente del pianeta..
Asciugò il suo corpo ancora bagnato.. si guardò allo specchio e si vide comunque bella, come lo era per lei fino al giorno prima Gabrielle Manfroni.. indosso con calma l'intimo.. mise l'accappatoio per uscire dal bagno e andò a vestirsi in camera da letto..
"Giulia.. amore stai meglio adesso??" esclamò Andrea sulla soglia della porta..
"si.. si.. Andrea..".. con cura lei indossò una camicetta e una gonna.. lo fece quasi istintivamente perchè era abituata all'eleganza anche se quella mattina doveva rimanere tra le mura domestiche, visto che non esisteva apparentemente un lavoro per lei.. ma solo quella famiglia e un medico che stava per arrivare..
"Giulia Amore non so cosa ti stia succedendo.. sono preoccupato per te.. sei assente".. l'uomo fece per prendergli la mano..
"Lasciami.. non mi toccare.. " fu la sua reazione...
"ma Giulia che ti prende.. " siamo sposati da sette anni..
"Senti a me sembra d'impazzire io non so chi sei.. non conosco nulla di ciò che mi circonda.. cerca di capirmi.. se questa è una malatia.. allora io sono molto malata.."
"amore mio il dott. De Nardi ti aspetta in soggiorno per visitarti.. dai vieni di là in soggiorno cosi' cercheremo di chiarire e in caso trovare con il suo aiuto la soluzione a questo problema che angoscia tutti.. non solo te"..
Giulia non parlò ad andrea del numero inciso sotto la spalla.. ma probabilmente il dottore l'avrebbe visto visitandola..
"..Buongiorno dottore" fu la prima frase di Giulia alla vista del dott. De Nardi.
Chissà perchè lo immaginava vecchio e grasso ed invece era giovane ed atletico.. non sembrava neanche un dottore.. assomigliava più ad un agente immobiliare con quel suo vestito e quella cravatta dal nodo grosso..
Pensò che sarebbe stato perfetto per fare l'attore in quella famosa serie televisiva americana di medici in prima linea..
"buongiorno Signora Fantinel, ieri sera suo marito mi ha chiamato allarmato quando alcune persone l'hanno accompagnata a casa semisvenuta.. volevamo ricoverarla ma le sue condizioni generali erano abbastanza soddisfacenti a parte un leggero calo della pressione, nessun livido.. e poi le persone che hanno assistito alla scena l'hanno vista prima appoggiarsi al muro di una casa in via Diaz quindi le sono venuti subito in soccorso e non le hanno dato il tempo di cadere rovinosamente a terra..
"dottore io non ricordo nulla.. se proprio lo vuole sapere io non ricordo neanche di chiamarmi GiUlia Fantinel.. ma non ho un vuoto di memoria... io ricordo benissimo un'altro passato"..
Intanto il marito aveva lasciato soli i due per la privacy della visita medica..
"capisco signora.. una visita generica non risolverà i dubbi.. avremo bisogno di specialisti.. intanto tolga la camicetta.. sentiamo il respiro e misuriamo la pressione..
Ecco il momento.. era arrivato.. qualcuno avrebbe visto quel numero e avrebbe chiesto...
tolse la camicetta il dott. De Nardi poggiò lo strumento freddo sulla schiena.. non poteva non vedere il numero.. era li' se lo sentiva marchiato... passo' anche con le dita sopra il "357" come ad accertarsi che fosse proprio lui..
Giulia gelo'.. il cuore inizio' a battere all'impazzata.. cosa significava.. chi era quell'uomo..
le aveva visto il numero, si girò di scatto e lo guiardò negli occhi, lo sguardo un po' di sfida e un po' implorante...
"si rivesta signora".. le condizioni generali appaiono buone.. solo un po' provata dalla notte.. cmq dovrà ricoversi presso una clinica ci vogliono esami complessi per capire la natura del suo malessere...
"Chi sei.. dimmi chi sei" disse giulia spaventata..
"entri puresig. Fantinel.. " Il dott. e giulia si guardarono negli occhi... le veniva imposto con lo sguardo il silenzio per un segreto troppo grande.. si sottomise a ciò.. e le uniche parole che seguirono furono..
-"Pronto sono De Nardi, mi passi il colonello Laus.!"
-"si.. attenda"..
_"pronto??"
-"pronto colonello Laus.. sono De Nardi.. l'ho trovata, l'ho vista qualche ora fa. Dobbiamo vederci per discutere il dafarsi.."
-"mi raggiunga per le 15:00 all'hotel Baglioni.. si prepari dott. denardi.. presto avrà bisogno di una nuova identità.. lasci tutto come si trova adesso e prenda l'indispensabile... l'aspetto alle 15:00"
"a dopo colonello"
Il dott. De Nardi prese l'indispensabile.. a dire il vero era quasi tutto pronto, si aspettava da un momento all'altro questo momento, l'ultima cosa che prese furono le chiavi della sua Mini del '75..
Mille pensieri affollavano la mente del Dott. De nardi doveva a breve incontrare il colonello Laus e preparare un piano per il rapimento di "Giulia".. pensò ancora qualche istante.. ma poi trovò piu' piacevole rilassarsi in fondo il colonello conosceva la situazione e immaginava che dovesse avere anche lui un piano per questa storia...
Giulia! amore vieni qui' un'attimo per favore?
Andrea chiamava amorevolmente Giulia quella donna che sentiva sua da sempre.. Giulia sempre piu' angosciata rispose timidamnete al richiamo..
-si.. aspetta arrivo..
era titubante Giulia dopo l'incontro con il dottoore aveva capito di essere parte di una storia forse piu' grande di lei.. si sentiva incapace di gestire anche la piu' banale situazione casalinga...
-Amore finalmente.. da questa mattina mi sfuggi.. capisco che stai male.. ma non abbiamo mai un attimo per noi...
-cosa vuoi dire??
- voglio dire che tra le bambine e gli impegni di casa ci stiamo dimenticando dei piaceri della vita..
mentre lo diceva aveva il sorriso malizioso che lasciava chiaramente intendere le sue intenzioni predatorie ..
-Sai come mi sento.. sai il mio stato confusionale.. non riesco a pensare a quello adesso Andrea ti prego cerca di capirmi.. io.. io...
Andrea si fece scuro in faccia.. poi furtivamente la sua mano s'insinuo tra le gambe semichiuse di lei..
-fermo!!! lasciami!!
Con un balzo usci' dalla stanza..
Non era la classica scusa del mal di testa tipico delle casalinghe insoddisfatte da una vita sessuale piatta.. ma era l'aver sentito le mani di un perfetto sconosciuto insunuarsi tra le gambe cercando di arrivare lì dove una donna se fosse presa e innamorata si lascerebbe rapire da ogni tipo di piacere.
Una conferma in più.. Giulia si chiuse nel bagno.. adesso pensava solo a fuggire!