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Milano, guerriglia urbana in centro
Polizia carica i manifestanti
Scene di guerriglia urbana e violenze in corso Venezia, in pieno centro a Milano: alcuni giovani con il volto coperto hanno lanciato pietre e lacrimogeni contro le forze dell'ordine in tenuta antisommossa che dovevano garantire la sicurezza di un corteo della Fiamma Tricolore. Due le auto incendiate e completamente distrutte dal fuoco. Il clima rimane molto teso. Alcuni cittadini incitano le forze dell'ordine a caricare i manifestanti.
Le forze dell'ordine hanno cominciato a lanciare lacrimogeni mentre i pompieri hanno iniziato a pegnere le fiamme appiccate alle autovetture ed anche ad un motorino e un edicola. Il fumo dei fumogeni, dell'incendio e dei primi lacrimogeni lanciati ha investito anche la folla che si teneva sempre più a distanza dalla zona degli incidenti. Alcuni cittadini hanno incitato le forze dell'ordine a caricare i manifestanti. La rabbia della folla sconvolta nei confronti dei 2-300 antagonisti che hanno scatenato i disordini si è riversata su alcuni di questi, quando sono stati fermati dalle forze dell'ordine. A stento, infatti, gli stessi agenti sono riusciti a salvarli da un vero e proprio linciaggio: gruppi numerosi di persone li prendevano a calci e pugni urlando "ammazzateli", mentre gli uomini delle forze dell'ordine cercavano faticosamente di caricarli sui
furgoni.
Un negozio, vicino all'angolo tra Corso Buenos Aires e Viale Regina Giovanna, è andato a fuoco, così come due auto vicine, messe in mezzo alla strada dai giovani dell'area antagonista. Le fiamme sono state circoscritte dai pompieri, che hanno peraltro evacuato diversi appartamenti del palazzo, invasi dal fumo. Fra le testimonianze raccolte, quella di alcuni giovani di sinistra o vicini all'area antagonista che si erano recati al presidio antifascista non prevedendo una situazione di violenza apparentemente programmata come quella che si è verificata in corso Buenos Aires. Questi stessi giovani hanno abbandonato la piazza dicendo di non voler avere a che fare con quanto stava accadendo.
Secondo una prima stima i feriti sarebbero almeno cinque fra agenti di polizia e carabinieri, per stordimento dovuto alla deflagrazione di petardi. Ma le forze dell'ordine stimano che il bilancio possa essere più pesante.
Corriere della Sera
La Russa: «Tra i responsabili anche dirigenti dell'Unione»
A Milano guerriglia tra autonomi e polizia
Lancio di pietre e macchine incendiate. Bomba carta contro i carabinieri: 4 feriti. I cittadini tentano di linciare i manifestanti
MILANO - È sfociata nella violenza, con 42 persone fermate e diversi feriti anche tra le forze dell'ordine, la manifestazione organizzata dai centri sociali nel centro di Milano in risposta al corteo della Fiamma Tricolore, che al via alle 16 da piazza Oberdan a San Babila. Il «presidio antifascista» è partito alle 12 da Porta Venezia con un fitto lancio di pietre e di petardi da parte degli autonomi verso la polizia. I manifestanti, circa duecento, molti con i caschi e il volto coperto da passamontagna, hanno anche incendiato cataste di legno e bidoni della spazzatura. La polizia è in assetto antisommossa, gli agenti continuano ad essere bersagliati da pezzi di pietra e di metallo. Il fumo ha invaso la parte terminale di corso Buenos Aires, un'edicola è andata a fuoco. La manifestazione non era stata autorizzata.
CARICA DELLA POLIZIA - Polizia e carabinieri hanno iniziato la carica di alleggerimento ma sono poi dovuti arretrare e hanno indossato le maschere antigas. È una scena di battaglia, nel centro di Milano. Volute di fumo nerastro si stanno innalzando per una trentina di metri in aria, mentre le fiamme si stanno espandendo. Proprio per questo motivo le forze dell'ordine sono dovute arretrare per consentire l'arrivo dei Vigili del fuoco. L'incendio dell'edicola è stato innescato da un motorino a sua volta bruciato, mentre dieci metri prima è stata data a fuoco una macchina. I residenti di un palazzo di tre piani prospiciente all'incendio saranno evacuati per ragioni di sicurezza.
LACRIMOGENI - Le forze dell'ordine hanno quindi cominciato a lanciare lacrimogeni, mentre i pompieri sono riusciti a spegnere il fuoco del motorino e dell'edicola incendiati; i vigili del fuoco non sono invece riusciti ad avvicinarsi ad alcune auto a cui si è esteso il rogo. Il fumo dei fumogeni, dell'incendio e dei primi lacrimogeni lanciati investe anche la folla che si tiene sempre più a distanza dalla zona degli incidenti. Il clima è molto teso, alcuni cittadini incitano le forze dell'ordine a caricare i manifestanti.
QUATTRO CARABINIERI FERITI - Quattro carabinieri sono rimasti feriti dalle schegge di una bomba carta lanciata dai manifestanti. Il 118 riferisce che altre due persone sono state soccorse ma non ospedalizzate. La prima si trovava vicino a Mc Donald's nel momento in cui è stata sfondata la vetrina, la seconda è una persona che ha respirato il fumo di alcuni lacromogeni e che si era rifugiata all'interno della metropolitana.
CALCI E PUGNI AI MANIFESTANTI - La rabbia della folla sconvolta si è riversata su alcuni manifestanti, quando sono stati fermati dalle forze dell'ordine. A stento gli stessi agenti sono riusciti a salvarli da un vero e proprio linciaggio: gruppi numerosi di persone li prendevano a calci e pugni urlando «ammazzateli», mentre gli uomini delle forze dell'ordine cercavano faticosamente di caricarli sui furgoni. Un signore anziano che ha partecipato all'aggressione ha motivato così la rabbia: «Hai visto che cosa hanno fatto? Stanno distruggendo tutto. Se avessi avuto un coltello l'avrei usato». Dopo le violenze oltre 40 manifestanti sono stati fermati dalle forze dell'ordine. Altre persone sono trattenute in un edificio di corso Buenos Aires dove sono in corso delle perquisizioni.
DANNI E TRAFFICO IN TILT - Le Forze dell'ordine hanno blindato il passaggio in direzione corso Venezia mentre le linee di superficie dei mezzi pubblici sono completamente bloccate. La Linea 1 della metropolitana ha soppresso le fermate di Porta Venezia e Palestro. I danni lungo corso Buenos Aires sono ingenti: all'altezza del McDonald's in viale Tunisia è stata fatta esplodere dagli autonomi una bomba carta caricata con bulloni che avrebbe avuto serie conseguenze per le persone: diversi agenti, una decina, hanno riportato ferite in via di valutazione.
LA RUSSA: DIRIGENTI DELL'UNIONE - «Sappiamo che le Forze dell'ordine hanno già individuato alcuni dei responsabili degli scontri ma noi sappiamo già chi sono: sono esponenti e dirigenti della coalizione di Romano Prodi». Lo ha detto Ignazio La Russa, capogruppo alla Camera di Alleanza nazionale in merito alla manifestazione durante la quale sono stati incendiati la sede di An a un An point in corso Buenos Aires. «I milanesi - ha aggiunto La Russa - possono giudicare da soli. Ci sarà una dura, ma pacifica ritorsione che non si aspettano: il voto degli elettori del 9 e 10 aprile, l'unica ritorsione che noi vogliamo».
ADNKRONOS
Milano, 11 mar . (Adnkronos)- La sede di An in corso Buenos Aires 8, e' stata devastata dalle fiamme dell'incendio provocato da una bottiglia incendiaria lanciata contro gli uffici durante le violenze avvenute questa mattina. Su di un muro d ello stabile e' stata lasciata una scritta in vernice verde: 'nessun rispetto per i fasci'. A causa del fumo lo stabile e' stato evacuato. poi qualcuno ha posizionato un vessillo tricolore all'entrata completamente distrutta della sede di An. Per oggi pomeriggio esponenti di alleanza nazionale hanno indetto una conferenza stampa alle 16,30 in piazza san carlo con ignazio la russa.
REUTERS
MILANO (Reuters) - Una manifestazione non autorizzata dei centri sociali è degenerata oggi in scene di guerriglia urbana, con gravi scontri tra partecipanti e forze di polizia a Milano, in piazza Oberdan, in prossimità di Porta Venezia, con vetrine infrante, negozi ed auto incendiate, feriti da entrambe le parti e una quarantina di fermati sinora.
Quattro carabinieri in particolare sono stati feriti dallo scoppio di una bomba carta riempita di chiodi.
E' quanto hanno riferito fonti delle forze dell'ordine.
I manifestanti, circa 200, si erano radunati per una "manifestazione antifascista" con l'intenzione di impedire il previsto raduno dei militanti di estrema destra di Fiamma Tricolore, prevista nel primo pomeriggio.
La polizia, già schierata per impedire la manifestazione, che era stata preannunciata su alcuni siti tra i quali Indymedia, è intervenuta scontrandosi con i contestatori, circa 200 militanti dei centri sociali, molti dei quali a volto coperto, che hanno iniziato a lanciare di tutto contro agenti e carabinieri.
Dopo una sassaiola, seguita da incursioni in alcuni negozi, i contestatori hanno formato barricate appiccando il fuoco che si è esteso ad alcune auto e negozi ed ha richiesto l'intervento dei vigili del fuoco.
Gli agenti hanno caricato i manifestanti, inseguendone alcuni e riuscendo a fermarne circa quaranta.
Secondo testimoni, alcuni dei manifestanti sono stati anche inseguiti da passanti e negozianti della zona.
Una decina i feriti tra entrambe le parti, i più gravi quattro carabinieri investiti dallo scoppio di una bomba carta riempita di chiodi.
Quattro fermate della metropolitana sono state chiuse mentre la zona è stata a lungo invasa dal fumo dei lacrimogeni e degli incendi
Milano, guerriglia urbana in centro
Polizia carica i manifestanti
Scene di guerriglia urbana e violenze in corso Venezia, in pieno centro a Milano: alcuni giovani con il volto coperto hanno lanciato pietre e lacrimogeni contro le forze dell'ordine in tenuta antisommossa che dovevano garantire la sicurezza di un corteo della Fiamma Tricolore. Due le auto incendiate e completamente distrutte dal fuoco. Il clima rimane molto teso. Alcuni cittadini incitano le forze dell'ordine a caricare i manifestanti.
Le forze dell'ordine hanno cominciato a lanciare lacrimogeni mentre i pompieri hanno iniziato a pegnere le fiamme appiccate alle autovetture ed anche ad un motorino e un edicola. Il fumo dei fumogeni, dell'incendio e dei primi lacrimogeni lanciati ha investito anche la folla che si teneva sempre più a distanza dalla zona degli incidenti. Alcuni cittadini hanno incitato le forze dell'ordine a caricare i manifestanti. La rabbia della folla sconvolta nei confronti dei 2-300 antagonisti che hanno scatenato i disordini si è riversata su alcuni di questi, quando sono stati fermati dalle forze dell'ordine. A stento, infatti, gli stessi agenti sono riusciti a salvarli da un vero e proprio linciaggio: gruppi numerosi di persone li prendevano a calci e pugni urlando "ammazzateli", mentre gli uomini delle forze dell'ordine cercavano faticosamente di caricarli sui
furgoni.
Un negozio, vicino all'angolo tra Corso Buenos Aires e Viale Regina Giovanna, è andato a fuoco, così come due auto vicine, messe in mezzo alla strada dai giovani dell'area antagonista. Le fiamme sono state circoscritte dai pompieri, che hanno peraltro evacuato diversi appartamenti del palazzo, invasi dal fumo. Fra le testimonianze raccolte, quella di alcuni giovani di sinistra o vicini all'area antagonista che si erano recati al presidio antifascista non prevedendo una situazione di violenza apparentemente programmata come quella che si è verificata in corso Buenos Aires. Questi stessi giovani hanno abbandonato la piazza dicendo di non voler avere a che fare con quanto stava accadendo.
Secondo una prima stima i feriti sarebbero almeno cinque fra agenti di polizia e carabinieri, per stordimento dovuto alla deflagrazione di petardi. Ma le forze dell'ordine stimano che il bilancio possa essere più pesante.
Corriere della Sera
La Russa: «Tra i responsabili anche dirigenti dell'Unione»
A Milano guerriglia tra autonomi e polizia
Lancio di pietre e macchine incendiate. Bomba carta contro i carabinieri: 4 feriti. I cittadini tentano di linciare i manifestanti
MILANO - È sfociata nella violenza, con 42 persone fermate e diversi feriti anche tra le forze dell'ordine, la manifestazione organizzata dai centri sociali nel centro di Milano in risposta al corteo della Fiamma Tricolore, che al via alle 16 da piazza Oberdan a San Babila. Il «presidio antifascista» è partito alle 12 da Porta Venezia con un fitto lancio di pietre e di petardi da parte degli autonomi verso la polizia. I manifestanti, circa duecento, molti con i caschi e il volto coperto da passamontagna, hanno anche incendiato cataste di legno e bidoni della spazzatura. La polizia è in assetto antisommossa, gli agenti continuano ad essere bersagliati da pezzi di pietra e di metallo. Il fumo ha invaso la parte terminale di corso Buenos Aires, un'edicola è andata a fuoco. La manifestazione non era stata autorizzata.
CARICA DELLA POLIZIA - Polizia e carabinieri hanno iniziato la carica di alleggerimento ma sono poi dovuti arretrare e hanno indossato le maschere antigas. È una scena di battaglia, nel centro di Milano. Volute di fumo nerastro si stanno innalzando per una trentina di metri in aria, mentre le fiamme si stanno espandendo. Proprio per questo motivo le forze dell'ordine sono dovute arretrare per consentire l'arrivo dei Vigili del fuoco. L'incendio dell'edicola è stato innescato da un motorino a sua volta bruciato, mentre dieci metri prima è stata data a fuoco una macchina. I residenti di un palazzo di tre piani prospiciente all'incendio saranno evacuati per ragioni di sicurezza.
LACRIMOGENI - Le forze dell'ordine hanno quindi cominciato a lanciare lacrimogeni, mentre i pompieri sono riusciti a spegnere il fuoco del motorino e dell'edicola incendiati; i vigili del fuoco non sono invece riusciti ad avvicinarsi ad alcune auto a cui si è esteso il rogo. Il fumo dei fumogeni, dell'incendio e dei primi lacrimogeni lanciati investe anche la folla che si tiene sempre più a distanza dalla zona degli incidenti. Il clima è molto teso, alcuni cittadini incitano le forze dell'ordine a caricare i manifestanti.
QUATTRO CARABINIERI FERITI - Quattro carabinieri sono rimasti feriti dalle schegge di una bomba carta lanciata dai manifestanti. Il 118 riferisce che altre due persone sono state soccorse ma non ospedalizzate. La prima si trovava vicino a Mc Donald's nel momento in cui è stata sfondata la vetrina, la seconda è una persona che ha respirato il fumo di alcuni lacromogeni e che si era rifugiata all'interno della metropolitana.
CALCI E PUGNI AI MANIFESTANTI - La rabbia della folla sconvolta si è riversata su alcuni manifestanti, quando sono stati fermati dalle forze dell'ordine. A stento gli stessi agenti sono riusciti a salvarli da un vero e proprio linciaggio: gruppi numerosi di persone li prendevano a calci e pugni urlando «ammazzateli», mentre gli uomini delle forze dell'ordine cercavano faticosamente di caricarli sui furgoni. Un signore anziano che ha partecipato all'aggressione ha motivato così la rabbia: «Hai visto che cosa hanno fatto? Stanno distruggendo tutto. Se avessi avuto un coltello l'avrei usato». Dopo le violenze oltre 40 manifestanti sono stati fermati dalle forze dell'ordine. Altre persone sono trattenute in un edificio di corso Buenos Aires dove sono in corso delle perquisizioni.
DANNI E TRAFFICO IN TILT - Le Forze dell'ordine hanno blindato il passaggio in direzione corso Venezia mentre le linee di superficie dei mezzi pubblici sono completamente bloccate. La Linea 1 della metropolitana ha soppresso le fermate di Porta Venezia e Palestro. I danni lungo corso Buenos Aires sono ingenti: all'altezza del McDonald's in viale Tunisia è stata fatta esplodere dagli autonomi una bomba carta caricata con bulloni che avrebbe avuto serie conseguenze per le persone: diversi agenti, una decina, hanno riportato ferite in via di valutazione.
LA RUSSA: DIRIGENTI DELL'UNIONE - «Sappiamo che le Forze dell'ordine hanno già individuato alcuni dei responsabili degli scontri ma noi sappiamo già chi sono: sono esponenti e dirigenti della coalizione di Romano Prodi». Lo ha detto Ignazio La Russa, capogruppo alla Camera di Alleanza nazionale in merito alla manifestazione durante la quale sono stati incendiati la sede di An a un An point in corso Buenos Aires. «I milanesi - ha aggiunto La Russa - possono giudicare da soli. Ci sarà una dura, ma pacifica ritorsione che non si aspettano: il voto degli elettori del 9 e 10 aprile, l'unica ritorsione che noi vogliamo».
ADNKRONOS
Milano, 11 mar . (Adnkronos)- La sede di An in corso Buenos Aires 8, e' stata devastata dalle fiamme dell'incendio provocato da una bottiglia incendiaria lanciata contro gli uffici durante le violenze avvenute questa mattina. Su di un muro d ello stabile e' stata lasciata una scritta in vernice verde: 'nessun rispetto per i fasci'. A causa del fumo lo stabile e' stato evacuato. poi qualcuno ha posizionato un vessillo tricolore all'entrata completamente distrutta della sede di An. Per oggi pomeriggio esponenti di alleanza nazionale hanno indetto una conferenza stampa alle 16,30 in piazza san carlo con ignazio la russa.
REUTERS
MILANO (Reuters) - Una manifestazione non autorizzata dei centri sociali è degenerata oggi in scene di guerriglia urbana, con gravi scontri tra partecipanti e forze di polizia a Milano, in piazza Oberdan, in prossimità di Porta Venezia, con vetrine infrante, negozi ed auto incendiate, feriti da entrambe le parti e una quarantina di fermati sinora.
Quattro carabinieri in particolare sono stati feriti dallo scoppio di una bomba carta riempita di chiodi.
E' quanto hanno riferito fonti delle forze dell'ordine.
I manifestanti, circa 200, si erano radunati per una "manifestazione antifascista" con l'intenzione di impedire il previsto raduno dei militanti di estrema destra di Fiamma Tricolore, prevista nel primo pomeriggio.
La polizia, già schierata per impedire la manifestazione, che era stata preannunciata su alcuni siti tra i quali Indymedia, è intervenuta scontrandosi con i contestatori, circa 200 militanti dei centri sociali, molti dei quali a volto coperto, che hanno iniziato a lanciare di tutto contro agenti e carabinieri.
Dopo una sassaiola, seguita da incursioni in alcuni negozi, i contestatori hanno formato barricate appiccando il fuoco che si è esteso ad alcune auto e negozi ed ha richiesto l'intervento dei vigili del fuoco.
Gli agenti hanno caricato i manifestanti, inseguendone alcuni e riuscendo a fermarne circa quaranta.
Secondo testimoni, alcuni dei manifestanti sono stati anche inseguiti da passanti e negozianti della zona.
Una decina i feriti tra entrambe le parti, i più gravi quattro carabinieri investiti dallo scoppio di una bomba carta riempita di chiodi.
Quattro fermate della metropolitana sono state chiuse mentre la zona è stata a lungo invasa dal fumo dei lacrimogeni e degli incendi